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Autore: Ryta Holmes    24/01/2014    8 recensioni
"Era già al suo terzo giro di scotch, quando quello era entrato nel locale. [...]
Quello aveva degli zigomi oscenamente sporgenti, delle orecchie ancora più oscenamente sporgenti e delle labbra che… beh. Delle signore labbra. Quella bocca così curiosamente disegnata dava il colpo di grazia a chi dopo il terzo giro di scotch fosse stato catturato improvvisamente da quella visione.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Desclaimer: personaggi e trame non mi appartengono, sono di proprietà della BBC. Se lo fossero, vedrete i miei scleri in tv. Che peccato u_u

 
TWO WEEKS NOTICE
 
 
1.
 
Era già al suo terzo giro di scotch, quando quello era entrato nel locale. Non era ubriaco. I Pendragon non si ubriacano mai – o almeno questo era quello che credeva suo padre, visto che i Pendragon al college si ubriacavano eccome! – ma quella sera il terzo giro di scotch gli aveva sicuramente fatto abbassare un po’ le difese del pudore.
O forse era stato semplicemente quello a fargliele crollare, quando era entrato nel locale e lui aveva dato fondo al suo bicchiere. Capelli corti, nerissimi. Occhi di un azzurro così intenso da perdercisi dentro. Alto, magro. E in giacca e cravatta. Ok, descritto così pareva che fosse entrato il principe azzurro – perché diciamolo, se indossa una calzamaglia azzurra è gay quindi se sei gay ci puoi credere al principe azzurro – se non fosse stato per quel qualcos’altro che inspiegabilmente stonava e nello stesso tempo rendeva tutto più affascinante e terribilmente sexy. Perché quello aveva degli zigomi oscenamente sporgenti, delle orecchie ancora più oscenamente sporgenti e delle labbra che… beh. Delle signore labbra. Quella bocca così curiosamente disegnata dava il colpo di grazia a chi dopo il terzo giro di scotch fosse stato catturato improvvisamente da quella visione.
Arthur si godette l’entrata in scena di quell’uomo, le labbra contro il vetro del bicchiere curvate in un sorriso storto e compiaciuto, lo vide guardare forse in cerca di qualcuno fino in fondo alla sala e poi rinunciare e sedersi al bancone. Pochi metri e tre sgabelli a separarli.
“Vino rosso per me. Grazie.” Ordinò al barista che gli aveva rivolto l’attenzione.
“Quale preferisce?”
“Oh, faccia lei.”
Arthur continuò a studiarlo, mentre quello si accomodava meglio allo sgabello e lisciava con le mani la superficie del bancone. Aveva dita lunghe e affusolate, perfette per quel corpo e quella faccia dove tutto sporgeva – zigomi e… perdiana! Quelle orecchie da vicino sembravano ancora più enormi!
Si prese dell’altro tempo per osservare quello strano individuo sporgente, godendosi ogni secondo dei suoi movimenti tranquilli e ignari di essere fissato. Solo quando il barista portò il calice al tizio zigomuto, Arthur pensò bene di posare il bicchiere sul piano e sollevare quella stessa mano per catturare l’attenzione.
“Deke un altro giro per me. E poi, offro io quello che prende il signore.”
Quello, che gli aveva appena lanciato uno sguardo quando aveva richiamato il barista, si era poi voltato completamente verso di lui nel momento in cui aveva recepito le sue parole. Arthur lo accolse con la migliore faccia da schiaffi che aveva in repertorio, quella con cui di solito rimorchiava in circa trenta secondi. Quella con cui riempiva spesso le sue serate solitarie di divertimento. Quella che lui si vantava tra gli amici e che questi invidiavano per quanto acchiappasse. Quella che… sì, insomma. Quella.
Avrebbe potuto continuare  ad elogiare la sua faccia da schiaffi per ore – lui ne andava così fiero! – ma al momento le sue risicate facoltà intellettive – tutta colpa dello scotch – dovevano concentrarsi sul tentativo migliore di approccio per accalappiare quella sera.
Aspettò che il barista gli porgesse il nuovo bicchiere di scotch, poi lo prese con una mano e lo sollevò agitandolo in direzione dell’affascinante e zigomuto sconosciuto. Brindò in silenzio, lasciando che il suo sguardo e i suoi gesti parlassero per lui e colpissero l’altro.
L’altro intanto, era rimasto dapprima leggermente sorpreso dal gesto. Poi aveva risposto con un sorriso cortese e aveva ricambiato il brindisi col suo calice di vino. Dopo di che lo aveva nuovamente ignorato, portando il bicchiere alle labbra e pensando ai fatti suoi.
Arthur si perse alcuni istanti ad osservare quelle labbra che sfioravano il vetro del calice e una serie di cose sporche gli attraversò il cervello ma poi si riscosse – doveva rimanere lucido, santo cielo!
Quello era un tipo difficile, lo si vedeva. Un altro avrebbe già approfittato del gesto del brindisi per farsi più vicino e presentarsi. Ma quello no. Quello se ne stava lì ad ignorarlo dopo che lui gli aveva persino offerto da bere. Ok… non poteva arrendersi così, aveva ancora tanti assi nella manica.
“E’ un’ottima scelta, sa?”
Quello si voltò ancora a guardarlo distrattamente. Quando si accorse che parlava con lui – è chiaro! E con chi se no?! – allargò gli occhi con aria stupita. “Come prego?”
“Parlo del vino.” Arthur accompagnò la spiegazione ad un gesto della mano che reggeva il bicchiere. Il liquido ambrato all’interno ondeggiò senza uscire fuori. “Le hanno dato il migliore. Non so se è già venuto altre volte qui ma io che lo frequento da anni posso assicurarle che non c’è posto in tutta Londra dove si beve il vino migliore.”
Il tizio zigomuto assentì in silenzio. Ricambiò con un altro sorriso cortese e poi sollevò il suo calice. “Grazie. Lo terrò presente.”
Arthur sollevò un angolo della bocca, indispettito e accompagnò il cambio di espressione con uno sbuffo. Con una cordialità ai limiti dell’ipocrisia, quel tizio dagli zigomi e dalle orecchie indecenti lo aveva di nuovo ignorato.
Ma lui non si dava per vinto.
Si alzò in piedi e si fece più avanti, posando la mano libera sul cuscino del primo sgabello che li separava, poi si piegò in avanti e questa volta lo scotch dentro al bicchiere si rovesciò. Alcune gocce volarono sul pavimento senza che lui se ne accorgesse.
“Senta, che ne dice se-“
“Ohhh ma andiamo!” lo interruppe lo conosciuto. Ad Arthur sembrò che una musica soave stridesse all’improvviso per poi interrompersi. Lo sconosciuto intanto, si voltò verso di lui e sulla faccia gli comparve un sorrisetto che ad Arthur sembrò tanto un ghigno divertito – c’è davvero malizia in quel volto?? Verso di me?! – “Guardi è inutile che ci provi con me, tanto non è il mio tipo.” Poi scoppiò a ridere.
E Arthur si sentì un idiota. Un perfetto idiota.
Restò in silenzio a bocca semi aperta, mentre quello continuava a ridere, agguantava il bicchiere e scendeva dallo sgabello. In lontananza sentì alcune voci allegre che entravano dalla porta, riempiendo il locale.
“Credeva davvero di  fare colpo con la storia del vino e tutto quel fare da figo?” rise ancora e poi sollevò il calice in un brindisi che ad Arthur parve molto ironico. “Ai tipi come lei… e ai poveri idioti che cascano alle sue moine!”
Il colpo di grazia. Lo sconosciuto indecente e zigomuto gli diede le spalle e se ne andò a salutare i suoi amici appena arrivati.
Arthur era rimasto seccato sul posto. Il bicchiere ancora tra le dita, la bocca dischiusa e gli occhi puntati sulle spalle – ok per un attimo erano pure caduti sul sedere ma poi erano risaliti su immediatamente: ormai era una questione di orgoglio!- del tizio sfacciato.
Quando si rese conto che era da alcuni minuti fermo in quella posizione e che Deke il barista lo stava chiamando ridacchiando – quell’infame aveva assistito a tutta la scena, accidenti a lui! – si scosse e bevve tutto d’un fiato quello che rimaneva dello scotch.
Strinse i denti quando l’alcool gli bruciò la gola, poi posò poco delicatamente il bicchiere sul bancone e rivolse uno sguardo furioso al barista che a quel punto preferì tacere.
“Io vado. Metti tutto sul mio conto.”
Uscì dal locale velocemente, il vento primaverile a circondarlo e poi a portarlo via.
 
Continua…


 
Ehilààà! So bene che non dovrei iniziare una storia nuova mentre ne ho un’altra ancora da finire ma è più forte di me. Avevo voglio di scrivere qualcosa di leggero e certe immagini postate da Emrys, Asfodelo e Lunaris hanno messo in moto il mio cervellino. Vi odio u_u sappiatelo. Ma vi dedico anche questa storia visto che me l’avete ispirata! :P
Non ho mai scritto qualcosa di simile, direi che fosse ora di cimentarmi un una AU vera e propria! =) Il titolo è quello di un famoso film con Sandra Bullok e Hugh Grant, il perché lo saprete presto :D 
Sarei molto curiosa di sapere cosa ne pensate, davvero! Spero mi lasciate un commento!!
Detto questo baci a tutti!
Ryta
   
 
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