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Autore: Meme__    24/01/2014    3 recensioni
"Il nucleo magico di un mago rimane vivo anche dopo che il cuore di questi smette di battere. La magia usata aveva un intento così malvagio che il nucleo magico di quelli colpiti dalle anime corrotte l'ha espulsa appena ha potuto."
E se gli eroi tanto osannati dopo la Prima Guerra Magica ritornassero in vita: sani, vivi e vegeti?
Una volta eliminata l'anima corrotta dei Mangiamorte e del Signore Oscuro, la loro traccia sulla Terra scompare e...
Nuovi interessanti scenari coivolgono il mondo magico, venite anche voi a scoprire cosa accade in questa nuova avventura: Vecchia e Nuova Generazione sconvolgeranno tutto ciò in cui credevate!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry, Fred Weasley/Hermione Granger, James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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Capitolo tre.
 
«In piedi, dormiglioni!» La voce che riempiva la stanza era esaltata, esuberante ed affannata.
Harry scattò a sedere con gli occhi sbarrati, la mano corse immediatamente al cuscino per afferrare la bacchetta e si puntò verso la voce.
Il gemello sussultò. «Calmo, amico.» Sorrise. «La guerra è finita, Harry.»
Il ragazzo ci pensò su, poi si passò la mano libera sulla fronte. «Scusami, Fred.»
«Amico, sei così sconvolto da non riconoscerci, io sono Fred!» esclamò l'altro.
Harry li guardò entrambi e poi scoppiò a ridere. «Bel tentativo, George.» 
Ron ed Hermione dormivano abbracciati su di un letto alla destra dei gemelli. Accanto ad Harry, invece, un leggero ronfare gonfiava le coperte da cui spiccava una testa platinata.
Fece cenno ai gemelli di restare in silenzio vedendo comparire una porta. Entrò ed uscì pochi minuti dopo con un secchio pieno d'acqua gelata. Lanciò un incantesimo Muffliato per evitare di svegliare il nuovo amico.
«Ron, tesoro,» fece Fred con tono dolce. «alzati.»
«Altri cinque minuti, mamma!» brontolò il ragazzo, stringendo la ragazza a sè.
«Va bene.» Ron sorrise nel sonno per la sua vittoria. Sorriso che gelò immediatamente, diventando un urlo. 
Harry e i gemelli risero fino ad avere i crampi allo stomaco mentre la coppia sul letto si risvegliava. Si guardarono negli occhi e poi scoppiarono a ridere anche loro. Quando l'ilarità terminò, Hermione asciugò entrambi con un incantesimo e si rivolse all'amico: «Ridi ridi tu, ma ricorda: ride bene chi ride ultimo!» 
Harry le fece l'occhiolino e poi propose di andare alla ricerca dei genitori. Quando stava per uscire si accorse che il biondino stava ancora dormendo. 
«Avviatevi, io cerco di smuovere Malfoy.» Ron strinse le spalle e si avviò alla Sala Grande, con la speranza che ci fosse la colazione.
«Draco.» sussurrò Harry. Si era chinato accanto al letto ed era intento ad accarezzargli le spalle per svegliarlo dolcemente. Non doveva aver passato dei giorni migliori dei loro, quindi voleva dargli un po' di dolcezza, per quanto improbabile fosse. Il viso del ragazzo era tranquillo e pacifico nel sonno mentre gli sbuffi leggeri che raggiungevano il suo viso erano caldi e sapevano di menta. Era incredibile che il biondino anche dopo aver dormito avesse un sapore di menta. Magari poteva... 
«Draco!» alzò di poco la voce, mentre passò a sfiorargli i capelli. 
Il ragazzo gemette mentre le sue mani arrivarono al collo. 
«Harry!» mormorò afferrandogli le mani e intrecciandole con le sue. 
Dopo un attimo di confusione, Potter capì che stava ancora sognando. Interessante, pensò. Il biondino lo sognava? Cosa sognava?
«Draco...» continuò dolcemente passando a sfiorargli con i pollici le guance mentre le mani erano ancora impegnate con le sue.
Malfoy arrossì e aprì piano gli occhi, stiracchiandosi dolcemente. 
Aveva pensato che Malfoy fosse dolce? Scosse la testa, non riuscendo a smettere di pensare che fosse tenero con quello sguardo spaesato.
«Ehy,» sussurrò piano al suo viso. «ti ricordi quello che è successo ieri?»
Il ragazzo annuì, sorridendo e allungandogli una mano. Lo aiutò a tirarsi in piedi e lo sostenne quando gli cadde addosso. Draco fece un sorriso di scuse risposto da un cenno di Harry.
«Lì c'è un bagno, se vuoi qualcosa di particolare basta che lo desideri, io ti aspetto!» 
Malfoy si avviò insonnolito nella stanza indicatagli mentre l'altro si cambiava gli abiti sbrindellati e sporchi del giorno prima. 
Sul letto comparirono una camicia, un paio di pantaloni e un cambio di biancheria che permisero ad Harry di cambiarsi. Aveva appena infilato i pantaloni che Malfoy era uscito dal bagno già vestito e profumato.
«Mi dai un secondo?» chiese mentre chiudeva i polsini della camicia, passando poi ad infilare i bottoni nelle asole. Draco annuì e l'altro andò in bagno.
Uscì poco dopo, infilò gli occhiali e si avviarono alla porta.
Scesero in Sala Grande e si sedettero accanto agli amici. Stava bevendo un succo di zucca quando la grande porta fu varcata dal padre e dalla madre. Un sorriso radioso gli illuminò il volto quando si rese conto che non era stato un sogno. Si alzò, correndogli incontro. Abbracciò la madre e diede un pugno al padre, prima di tornare a sedersi. Li seguirono Piton e Sirius che si guardavano in cagnesco.
«Ragazzi, fate colazione e calmatevi, per Merlino!» esclamò James rivolto ai due mentre si sedeva.
Severus si sedette alla destra di Lily mentre Sirius prese posto alla sinistra di Ramoso e cominciarono a mangiare.
«Draco, ti piace il cioccolato?» chiese Harry adocchiando il piatto dell'altro. C'erano solo biscotti che inzuppava in un bicchiere di latte.
«Non molto.» ammise.
Harry sgranò gli occhi. «Assaggia questo, forza!» e gli ficcò un cucchiaio di cioccolato fuso alle nocciola tra le labbra.
Il biondo assaggiò lentamente, prima di scuotere il capo. «Non mi hai fatto cambiare idea!»
«Allora...»
«E non osare mai più fare una cosa simile, deficiente!» esclamò rifilandogli un'occhiata torva. Harry sorrise scusandosi.
«Ti va di provare questa?» provò con calma.
«Com è?» chiese diffidente l'altro.
«Al peperoncino. È buonissima e credo che rientri nei tuoi gusti.»
Draco aprì la bocca e Harry gli porse il cucchiaio. Gustò lentamente quella qualità di cioccolato ad occhi chiusi e alla fine li aprì con uno sguardo dolce ed estasiato.
«È davvero buonissima. Grazie, Harry.» Sorrise.
Il moro ricambiò e continuò a mangiare la sua colazione notando che l'altro aveva riempito una ciotola di cioccolato e vi stava inzuppando i biscotti dentro.
Lily, guardando di sottecchi i due, aveva sorriso.
Quando finirono di mangiare, i coniugi Malfoy e il resto della famiglia Weasley si unì a loro. Si avviarono dalla McGranitt per rendersi utili.
«Abbiamo bisogno di aiuto soprattutto all'esterno e sulle torri. Siete abbastanza per dividervi. Magari in coppie: organizzatevi voi!» propose la preside, elencando poi i luoghi dove c'era bisogno di aiuto e sparendo una volta finito.
James, Lily, Severus, Sirius, Fred e George andarono all'esterno; Ron, Hermione, Ginny, Narcissa e Lucius si diressero alle Torri; Draco e Harry puntarono ai sotterranei.
Arrivati trovarono uno spettacolo orribile: il muro che portava ai dormitori dei Serpeverde era completamente annientato, la Sala Comune era un ammasso di carbone e ceneri, il camino era stato sfondato, come se una mandria di rinoceronti ci fosse entrata correndo, le scale per i dormitori erano completamente nere. 
I ragazzi sfoderarono le bacchette. Iniziarono a lavorare: Draco sollevava i resti carbonizzati, Harry li inceneriva e li metteva nei sacchi. Il biondo, molto più bravo dell'altro in incantesimi, alzò anche la polvere e la cenere, così che in poche ore avevano ripulito la stanza e riempito ben dieci sacchi. Il pavimento annerito e le pareti bruciacchiate, gli arazzi strappati e i quadri vuoti gridavano aiuto.
Erano le undici. Decisero di portare i sacchi all'esterno, così da poter riportare la Sala Comune agli splendori di un tempo senza impicci.
Appena salirono notarono che altri studenti con i genitori si erano uniti a loro: i corvonero stavano aiutando nelle aule dei piani bassi, grifondoro e tassorosso davano una mano con le mura esterne del castello e con le serre, poche serpi sostavano all'attesa di nuovi ordini davanti alla preside.
Posarono i sacchi nell'atrio e tornarono in basso.
Comparsi nuovi sacchi iniziarono a pulire le scale del dormitorio femminile. 
I primi due scalini erano sfasciati, il terzo era spaccato al centro, il quarto presentava solo una crepa. Arrivati circa alla metà Draco si accorse che il resto era intatto.
«Probabilmente è stato solo il rimbalzo dell'incantesimo usato sul camino.» spiegò il ragazzo. 
Harry annuì. «Potremmo salire a controllare, no?» 
Il biondo lo seguì. Aprirono varie camere. Arrivati al secondo corridoio, Harry sobbalzò. Un lieve singhiozzare proveniva dal fondo.
Per sicurezza, aprì tutte le otto porte del corridoio, trovando solo stanze vuote. Aperta l'ultima il singhiozzare si soffocò.
«Non fatemi niente.» pregò una vocina piccola. 
Harry si avvicinò al letto da dove proveniva. Dalle coperte emergeva solo una massa di capelli castani scompigliati.
«Non abbiamo nessuna intenzione di farti qualcosa di male.» spiegò cauto sedendosi sul bordo del letto, dimentico dell'amico.
«C-Chi sei?» chiese la ragazza, cercando di sotterrarsi sotto le coperte.
«Sono Harry Potter.» si presentò, felice che per una volta il suo nome sarebbe servito a qualcosa.
«Harry Potter?» chiese ancora la vocina, emergendo piano piano dalle coperte.
«Sì, sono Harry Potter, è tutto finito. Puoi uscire.» fece dolcemente.
Una testa uscì piano piano dalle lenzuola: le guance scavate, i capelli in disordine, l'espressione di sorpresa scomparirono appena aprì i suoi enormi occhi blu. Il ragazzo credette di annegare in quel mare. Si riebbe quando la ragazza gli si strinse contro.
«È tutto finito? Colui-che-non-deve-essere-nominato non c'è più?» singhiozzò stretta alla sua spalla.
«No, non c'è più.» La strinse rassicurante ancora per un po', finché non si fu calmata. «Come ti chiami?»
«J-Jessy. Jessy Castle.» 
Harry adocchiò Draco. Gli sorrise, ricambiato subito. Il biondo aveva riconosciuto l'aura di calma e pace che l'altro emanava ed aveva investito anche quella piccola anima.
«Cosa ci fai qui, Jessy?» chiese calmo Harry.
«Ero qui co-con Brian. Abbiamo sentito un boato e delle urla, lui si è affacciato e mi ha detto "Sono entrati, Jay. Non muoverti da qui per nessun motivo al mondo."» Aveva lo sguardo distante di chi è perso nei ricordi. «È uscito e io mi sono rintanata qui. Non è più tornato. Quanto tempo è passato?»
«Tre-quattro giorni, credo.» rispose Draco.
La ragazza sussultò. Non l'aveva notato. «Malfoy? Ma tu... voi...»
«Non pensarci, Jessy. Vuoi venire su con noi? Magari ti va di mangiare qualcosa...» propose Harry.
La piccola annuì. Si passò una mano tra i capelli e poi sorrise imbarazzata. «Potreste... ehm... uscire? Così...» Arrossì lievemente.
I ragazzi uscirono. Dopo essersi guardati un momento sorrisero e ripresero a controllare il dormitorio. Non trovarono più nulla, oltre che un paio di camere in disordine. Tornarono al punto di partenza e la ragazza stava aspettandoli fuori la porta, seduta a terra. Era uno scricciolo, fuori dalle coperte. Probabilmente frequentava il primo anno
Harry le porse la mano e la ragazza si alzò. Dopo pochi passi, però, iniziò ad essere instabile sulle proprie gambe.
Intuendo che non ce l'avrebbe fatta, le propose un gioco: «Ti va di salire a cavallo?» Le fece un'occhiolino.
La piccola annuì e saltò malamente addosso al moro.
«Certo,» sussurrò Malfoy facendosi udire solo dal ragazzo. «Ora ti fai cavalcare dalle ragazzine, Potter?»
Si guardarono e scoppiarono a ridere. 
«Di che ridete?» chiese Jessy curiosa.
«Nulla, nulla.» la liquidò Draco.
Puntarono alla Sala Grande. Harry ogni tanto saltava, facendo ridacchiare la ragazza. Quando arrivarono, il moro chiamò Dobby, chiedendogli di portare qualcosa da mangiare alla sua amica.
Poco dopo, la tavola dove erano seduti si riempì di cibo e i due ragazzi non si fecero mancare l'occasione per mangiucchiare qualcosa.
La ragazza mangiò fino ad essere completamente sazia. Aveva ripreso colore e gli occhi ora brillavano di tristezza.
«Cosa c'è, Jessy?» chiese Harry.
«Voi non conoscete Brian?» Lo sguardo spento e triste si accendeva solo per la piccola scintilla di speranza che risiedeva sul fondo di quel mare.
«No, però possiamo chiedere a Piton. Vieni!» 


Grazie, grazie, grazie! Grazie a chi ha commentato, grazie a chi ha inserito questa storia tra le seguite/preferite/ricordate, grazie a chi ha letto.
Non chiedetemi da dove sia uscita Jessy, non ne ho idea: me la sono trovata scritta e me ne sono accorta quando rileggevo.
Ultimo appunto, prima di andare: la storia non sarà sicuramente una Harry/Ginny, anzi... è specificato nella descrizione, ma vi chiedo di non screditarla solo perché non è canon. In fondo, potrebbe piacervi. 
Se avete letto, lasciate traccia del vostro passaggio: consigli, critiche, note, minaccie, accetto tutto.
A presto, Memè <3
   
 
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