Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Ricorda la storia  |       
Autore: CerseitheChaos    24/01/2014    9 recensioni
Si avvicinò, a due centimetri dalla mia faccia. I nostri nasi addirittura si toccarono ripetutamente, quasi lui spingesse il suo contro il mio.
«Io posso averti quando mi pare » sussurrò, facendo spuntare un ghigno beffardo sul proprio viso.
Indietreggiai, istintivamente.
«Prendimi, allora» lo provocai.
Fece un mezzo sorriso.
«Non mi tentare» rispose secco, ed uscì dalla cella, dando questa volta un giro di chiave.
«Non finisce qui» mi puntò il dito contro e sparì.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kili, Legolas, Nuovo personaggio, Tauriel, Thranduil
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Una piccolissima nota: La mia 'FF' è ovviamente ispirata a La Desolazione di Smaug e a La Battaglia delle Cinque Armate, ma io cambierò qualche cosa, anche se, fondamentalmente, la storia sarà sempre la stessa.
 
Chapter One. 
"We have to find a better way
out of this tragedy"


 

Erano trascorsi dieci anni dalla morte di mia madre. 
Dieci anni, ed ancora non conoscevo per quale motivo la donna che mi aveva messo al mondo, amato e cresciuto come se fossi una piccola parte di lei e del suo cuore, fosse stata uccisa. 
Ma la cosa peggiore, fu che mi era stato tenuto nascosto da mio padre, Bard l' arciere, noto in tutto Pontelagolungo, anche se, non era solo la sua 'mira' a renderlo celebre. 
Era il discendente di Girion. 
Ma non era amato da tutti, anzi, quasi da nessuno. A pochi, piaceva. E dopo aver scoperto che mi aveva tenuto nascosto il motivo per cui ogni notte non riuscivo a dormire e facevo continuamente incubi, nemmeno io rientravo più in quella ristretta cerchia. Ma sappiamo tutti, che alla fine, ad un genitore, per quanto ci si provi, non si può negare almeno un po' di amore. 
Fino a qualche giorno prima di allora, credevo ancora che mia madre fosse ' morta per una grave malattia'. 
Ma, andando al mercato, come ogni giovedì mattina, avevo scoperto la verità: Baless
ë, la pettegola del paese, si era fatta scappare qualche informazione di troppo mentre faceva la coda al banco del pesce. 
-Povera ragazza, è così forte, fa da madre ai suoi fratelli- commentava insieme alla sua inseparabile amica dal fondo schiena enorme, di cui non conoscevo il nome, e sinceramente, mai mi interessò conoscere. -E' così graziosa e gentile, molto silenziosa, ma di grande effetto. Ogni volta che la vedo mi si spezza il cuore. E pensare che suo padre ancora non si è degnato di dirle che sua madre è stata uccisa e non è morta di malattia!- 
Da quelle semplici parole, mi parve tutto chiaro. Non ci voleva un genio per capire che stava parlando di me. Ero l' unica mezza orfana in quel maledetto paese. 
Ricordo che l' ho guardata, anzi, fulminata con lo sguardo, e dopo aver sbattuto il cesto colmo di tutto ciò che stavo acquistando, me ne sono andata. 
La Pettegola se n' era accorta.
-Eowed
!- si era messa a strillare, facendo girare tutto il paese e rincorrendomi, anche se inutilmente. 
Ed è per questo motivo,che quella stupida donna venne a casa mia la sera stessa, per cercare di rimediare al pasticcio che aveva fatto poche ore prima.
Mio padre per poco, non le mise le mani addosso. Stava davanti al caminetto, in piedi, a fissare le fiamme. 
 
- Mi dispiace così tanto, Eowed - continuò a ripetere questa frase durante tutta la sua permanenza nella mia dimora. 
-Ormai il danno è fatto, Balesse
ë , hai rovinato per sempre la mia famiglia. Avrei dovuto dirglielo io!- le urlò in faccia, mentre le puntava l' indice contro. 
La Pettegola lo fissava spaventata, pensando a chissà quale tragica fine le avrebbe fatto fare mio padre.. magari trafitta da una sua freccia?
-Va bene, pa', va bene- cercai di calmarlo, gesticolando e facendolo tornare al caminetto. 
-Ormai è successo- dissi secca. -Voglio solo sapere com'è morta, adesso. Puoi andare Baless
ë , hai già fatto la tua parte in questa storia- rimasi calma, ma il tono sprezzante con cui pronunciai quelle parole credo fece intendere alla Pettegola che ormai, non c' era più niente da dire. 
Si alzò, e sussurrandomi ancora un paio di volte 'mi dispiace', se ne andò, mentre la 'spingevo' fuori dalla porta. 
Mi voltai di scatto e appoggiai la schiena contro di essa. 
-E adesso voglio sapere tutto, pà, non devi tralasciare niente, ne ho il diritto-
Sul suo viso si delineò un' espressione triste, malinconica. Abbassò lo sguardo, e si staccò dal caminetto. 
-Ti ha già detto tutto quella..donna ripugnante- mi rispose cautamente, anche se, nel suo tono, si velava un certa ira. 
-Non sai com'è morta?- gli domandai scioccata. Scosse la testa, lentamente. 
-Nessuno lo sa. Ed è dura, sapere che la persona che le ha fatto questo, probabilmente è ancora là fuori, libera- 
- Ed è ancora più difficile scoprirlo dieci anni dopo- lo ripresi, facendolo sentire in colpa. 
-L' ho fatto solo per proteggerti.- il suo tono fu secco e dolce allo stesso tempo. 
-Mi hai solo privato di sapere il mio passato- gli risposi, guardando il pavimento in legno ormai ammuffito. 
Non rispose.
-Non avete nemmeno nessun indizio su chi possa averlo fatto?- chiesi, incredula del fatto che davvero nessuno sapesse nulla. 
-Non fondati, ecco.- rispose, titubante. - Poco tempo fa, mi giunse voce che un Elfo del Reame Boscoso, un servo di Re Thranduil, sapesse qualcosa- 
Sbarrai gli occhi in simbolo di stupore. - E non hai fatto niente? Non ti sei precipitato là?- gli domandai, cercando di capire per quale stupido motivo non lo avesse fatto. 
-Avevo quattro figli da crescere, e li ho ancora- il suo tono si fece burbero, esattamente come il suo aspetto. 
-Bene- risposi, dirigendomi verso le scale - Ci andrò io- 
Entrai nella mia stanza, e cercai dietro la porta la mia sacca contenente le frecce ed il mio arco, un dono di mio padre. 
- No Eowed , non puoi andare, è troppo pericoloso!- esclamò seguendomi. 
-Non mi fermerai- gli risposi, tirando fuori i miei due oggetti e senza nemmeno guardarlo in faccia. 
-So combattere molto bene, e nei sei consapevole. Mi hai insegnato a tirare con l' arco. Posso sopravvivere. Non ho intenzione di fare del male a nessuno. Solo di scoprire la verità su mia madre.-  risposi. Mi guardò dispiaciuto. 
-Sei sempre così testarda- commentò, senza però alcuna sfumatura di ira, nella sua voce. 
Lo lasciai nella mia stanza, entrando in quella delle mie due sorelle minori, Tilda e Sigrid. 
-Eowed ! - esclamò Tilda, la più piccola, balzando in piedi. Le sorrisi. 
-Devo dirvi una cosa importante- Sigrid mi guardò confusa, facendomi cenno di sedermi accanto a lei. Intuiva già qualcosa. Era sempre stata così. 
-Devo andare al Reame Boscoso per.. sbrigare delle faccende importanti- cercai di improvvisare. 
-Dagli Elfi?- gli occhi di Tilda si illuminarono. 
-Si, proprio da loro, sorellina- le risposi. 
-E quando partirai?- mi domandò Sigrid, fredda e distaccata come sempre. 
- Ora. Non ho idea di quando tornerò- la mia risposta le spiazzò. Tilda scoppiò a piangere. Sigrid rimase impassibile, ma nei suoi occhi, si leggeva tristezza. 
-Prometto che sarà presto, però. Coraggio, Tilda, non piangere- la tirai su per le spalle e l' abbracciai. 
-Presto presto?- mi domandò, con l' innocenza di una bambina di soli sette anni. Sorrisi, cercando di trattenere le lacrime. 
-Lo giuro- la strinsi ancora una volta, e poi passai a Sigrid. 
-Sai che cosa devi fare, che cosa devi essere. Fa quello che non potrò fare io durante la mia assenza- ella annuì, voltando la testa non appena sentì una lacrima attraversarle una guancia. 
-Oh ragazze, non vado mica  a  morire!- cercai di sdrammatizzare. 
Le salutai ancora una volta, e poi uscii dalla stanza, sorpresa dal fatto che nessuna delle due mi avesse fatto domande riguardo a ciò che mi stesse spingendo ad andare al Reame Boscoso. 
Entrai nella camera di mio fratello. 
-Bain- lo chiamai. Egli stava osservando fuori dalla finestra, e si voltò di scatto.
Avevo un rapporto speciale, con lui. - E' successo qualcosa?- mi domandò. 
-No, nulla. Volevo solo dirti che tra poco parto. Vado al Reame Boscoso. Devo sbrigare delle faccende. Tornerò presto, lo prometto- tutto d' un fiato, mi tolsi il peso.
Mi guardò torvo. - Che faccende?-
-Sei ancora piccolo per capire- 
-Odio quando mi rispondi così- scoppiammo a ridere entrambi. 
Gli misi una mano sul viso, avvicinandolo. -Prenditi cura di Sigrid e Tilda, mi raccomando- lui mi guardò triste, ed annuì.
Uscii in fretta dalla stanza, rientrando nella mia. Presi la sacca delle frecce e me la misi al collo. Poi afferrai l' arco, di cui tirai la corda per vedere se era ancora intatta. 
Davanti alla porta, trovai mio padre, che mi attendeva con una spada in mano. 
-La prudenza non è mai troppa- mi disse, porgendomela. La esaminai,e gli sorrisi. 
Feci per uscire, ma mi tornò in mente un' ultima cosa. 
-Spiega ai miei fratelli la verità. Hanno il diritto di sapere- e detto questo, uscii dalla porta, presi il mio cavallo, e mi addentrai nell' oscurità della notte. 






Angolo autrice: 
Salve a tutti! Più che un primo capitolo, questo è una sorta di prologo, alla fine. Eowed sarà tra i protagonisti di Desolazione di Smaug e La Battaglia delle Cinque Armate, nella mia versione della storia. Come spiegavo prima, non sarà tutto uguale. I fatti principali, saranno sempre gli stessi, ma essendoci un personaggio nuovo di mezzo chiaramente tante cose saranno diverse. Ci sarà una storia d' amore anche qui ( perchè non saprei leggere nulla che non contenga un po' d' amore, io, se devo essere sincera ) e.. niente. 
Spero che la storia vi abbia intrigato. Recensite, se vi va, un vostro parere per me conterebbe molto! 

 
 
  
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: CerseitheChaos