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Autore: dalialio    25/01/2014    3 recensioni
[SuperWho]
Dean incontra il Dottore e ogni volta rimane sconvolto dal suo cambio di aspetto.
(Spoiler speciale Natale)
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più stagioni
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Tre volte in cui Dean incontrò il Dottore e una volta in cui accadde il contrario
Titolo: Tre volte in cui Dean incontrò il Dottore e una volta in cui accadde il contrario
Fandoms: Supernatural, Doctor Who
Personaggi: Dean Winchester, il Dottore
Genere: Comico, Commedia

Rating: Giallo



T R E  V O L T E    I N   C U I   D E A N   I N C O N T R Ò   I L   D O T T O R E

E   U N A   V O L T A   I N   C U I   A C C A D D E   I L   C O N T R A R I O





La prima volta in cui Dean incontrò il Dottore non sapeva cosa aspettarsi. Aveva sentito in giro di uno strano uomo che girava con una cabina della polizia, ma aveva pensato che fossero tutti pazzi. Come poteva qualcuno fisicamente portarsi dietro una cabina? Il tizio era stato descritto come un attraente uomo sui quaranta con delle grandi orecchie. E quando se lo trovò davanti seppe con certezza che era lui che cercava.
Le orecchie erano davvero grandi. Ma non fu quello ad attirare la sua attenzione.
Rimasero a fissarsi per degli interminabili secondi. Il Dottore lo guardava con interesse, cercando di indovinare cosa pensasse l'altro. Dean non aveva occhi che per la giacca in pelle che indossava lo strano uomo.
Il Dottore capì i suoi pensieri. "Bella giacca", disse, con un sorriso sardonico, guardando la giacca in pelle dell'altro.
Dean arricciò le labbra. Quell'uomo gli piaceva.

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La seconda volta Dean chiamò il Dottore per un motivo che, dall'esterno, poteva sembrare futile, ma che per lui era di vitale importanza. Attirò la sua attenzione con un cerchio nel grano. No, non un cerchio nel grano qualunque. Si appropriò di un tagliaerba e si dilettò nel difficile compito di scrivere la parola «Dottore» tagliando saggiamente il frumento di un campo. La cosa finì sul giornale e arrivò all'attenzione del diretto interessato, che si precipitò sulla Terra con l'intenzione di sculacciare il cacciatore.
"Tu sei fuori di testa!", esclamò appena si ritrovò Dean davanti. "Non potevi trovare un modo meno lampante per chiamarmi?".
Dean non seppe cosa ribattere, incantato a fissare l'uomo, che non era come lo ricordava. Per nulla.
"Allora?", lo invitò quello. "Cosa c'è di così urgente?".
Dean continuò a non aprire bocca. Che diavolo... Avrebbe preso a calci quell'uomo per aver cercato di imbrogliarlo, se non fosse stato per l'inconfondibile cabina blu dalla quale era appena uscito, rendendo evidente ai suoi occhi che doveva essere il Dottore, quello. Anche se la sua faccia era completamente diversa. E i suoi capelli erano una favola...
Il Dottore lo squadrò da dietro i suoi occhialini rettangolari. "Insomma, dov'è l'astronave che si è schiantata, o l'attacco alieno, o l'esercito di Dalek, o qualsiasi altra cosa per la quale mi hai costretto a correre qui!", esclamò, sistemando indietro il suo ciuffo ribelle, che prontamente tornò a cadergli sugli occhi.
Dean era incantato. Ma poi si riscosse e tornò al motivo per cui l'aveva chiamato. "Dov'è la mia giacca?", esclamò.
"Cosa?". Il Dottore era confuso.
"La. Mia. Giacca", ripeté Dean. "Me l'hai sequestrata dicendo che ti serviva come merce di scambio con un certo... Capitan Jack? Hai detto che alla fine saresti riuscito comunque a ridarmela".
"Ah... sì". Il Dottore fece una smorfia, grattandosi la testa. "Beh, non è andata come previsto. Se l'è tenuta e quella volta che si è aggrappato al Tardis l'ha persa in mezzo al Vortice del Tempo".
Dean lo fissava con gli occhi sbarrati, senza capire una sola parola. "Che?".
"Per farla breve, si è persa".
"In che senso si è persa?". Ora Dean aveva gli occhi fuori dalle orbite.
"Persa. Bruciata. Svampata. Ridotta in mille pezzi. Non ho idea di dove sia".
Dean diventò fucsia. "Quella era di mio padre. L'unica cosa che mi rimaneva di lui".
"Sì... mi dispiace", disse il Dottore.
Dean si arrotolò le maniche della camicia, poi si avventò sul Signore del Tempo.

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La terza volta Dean incontrò il Dottore per caso. Lui e Sam stavano dando la caccia ad una creatura di cui non avevano mai sentito parlare prima e che Dean aveva il velato sospetto non fosse di questo pianeta. Ne ebbe la conferma quando vide la famosa cabina blu.
"Credimi, Sammy, è lui l'uomo che ci serve", assicurò Dean, scandagliando le vicinanze del Tardis aspettandosi che il proprietario spuntasse fuori da un momento all'altro. "Ma è meglio che sia io ad avere a che fare con lui".
Dean non l'avrebbe nemmeno riconosciuto se il Dottore, appena lo vide, non avesse sbarrato gli occhi e, con tutta la disinvoltura possibile, non avesse fatto dietrofront cercando di scappare. Dean lo rincorse e lo acchiappò per il colletto, trascinandolo indietro.
"Ti assicuro che non ho idea di dove sia la tua giacca, Dean", si lamentò cercando di tenere il passo, "e giuro che l'ho cercata in tutti gli angoli dell'universo".
Quando Dean si fermò, squadrò il Dottore dall'alto in basso. "Me ne sono fatto una ragione. Ma che diavolo è questa tua fissa di cambiare aspetto?".
"Non è una fissa, è una necessità. Sarei morto, altrimenti", spiegò, sistemandosi il colletto della camicia che Dean aveva stropicciato. "Le mie cellule cambiano una ad una, modificando il mio aspetto... ma non serve che tu lo sappia. È una cosa da Signori del Tempo".
Il cacciatore lo guardò dall'alto al basso, esaminando i suoi abiti. Quell'uomo sembrava appena venuto fuori dal cappello di un mago che eseguiva un trucco da due soldi. Era un cappotto viola quello che indossava? Dean si era spesso lamentato della mancanza di gusto nell'abbigliamento - o meglio nel trench - di Cas, ma quell'uomo lo batteva con largo vantaggio. E cos'era quella cosa che aveva al collo? "Un cravattino, davvero?", esclamò con una smorfia.
Il Dottore raddrizzò la schiena, fulminandolo. "I papillon sono fantastici", disse, aggiustandolo. Poi si accorse di Sam. Il suo sguardo si illuminò, mentre gli stringeva la mano scuotendola vigorosamente. "Sono il Dottore, piacere di rivederti, Sam. O meglio, di conoscerti. O qualunque cosa. Immagino che tu non mi abbia ancora incontrato, mentre io sì... sai, wibbly wobbly, timey wimey. Sarebbe troppo difficile da spiegare... Comunque!", esclamò, staccandosi da Sam e battendo le mani, euforico. "Non preoccupatevi, ho sistemato tutto. Si trattava solo di uno Slitheen, gli ho offerto un passaggio per portarlo via di qui". Indicò una creatura verde con due immensi occhi poco distante da lì, che cercava di liberarsi da un paio di manette, ma non pareva realmente infastidito dalla situazione. "Se volete potete accompagnarmi, posso farvi vedere un po' di cose", aggiunse il Dottore.
"No, grazie", rispose Dean. "Abbiamo altro da fare, come fermare l'Apocalisse".
"Oh, okay, sarà per la prossima volta!", replicò il Dottore, trascinando l'alieno verso la cabina blu e schiacciandocelo dentro. "Au revoir!", esclamò, prima di entrare e chiudere la porta. Il Tardis produsse un suono insopportabile e iniziò a dissolversi, per poi sparire.
Sam guardava il punto in cui il Dottore era sparito con gli occhi spalancati. Non sapeva quale delle decine di cose che l'avevano sorpreso palesare, se la creatura, la cabina blu che spariva o il fatto che sia l'alieno verde che il Dottore fossero riusciti ad entrare in uno spazio ristretto. "C-che diavolo era quello?", disse infine, senza specificare a cosa si riferisse.
A Dean non servì che il fratello dicesse altro per capire la sua confusione. "Ho smesso di chiedermelo molto tempo fa".

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Quella volta fu il Dottore a incontrare Dean Winchester. Anzi, a farlo materializzare nel Tardis. Quando Dean aprì gli occhi e si trovò a fissare un uomo con i capelli grigi e arruffati e le folte sopracciglia aggrottate che lo fissava dall'alto, credette che si trattasse di un sogno. Anzi, lo sperò. Perché quell'uomo, per qualche motivo, era terrificante.
"Sì! Ci sono riuscito, cazzo!", esclamò il tizio, girando su se stesso. "Temevo che quel dannato teletrasporto fosse irrecuperabile - non lo usavo da... pfff! Almeno un millennio! -, ma sono riuscito ad aggiustarlo!".
Dean si alzò da terra, confuso, spolverandosi i vestiti. Osservò l'ambiente attorno a sé, spaesato. Dove diavolo si trovava? Guardò l'uomo dirigersi verso il centro di quella stanza, dove si trovava una sorta di pannello di controllo che girava attorno ad una colonna che arrivava fino al soffitto, parecchi metri sopra della sua testa. L'uomo si mise ad armeggiare con leve e pulsanti come se fosse un bambino di cinque anni.
"Si può sapere dove diavolo mi trovo? E tu chi cavolo sei!?", esclamò Dean.
L'uomo si fermò, mentre un rumore che a Dean parve familiare proveniva dalla colonna in mezzo alla stanza. Un pistone pulsava dentro al vetro. Sembrava un cuore che batteva. "Oh, sì, giusto", disse il tizio, guardando i propri vestiti come se non sapesse come gli fossero capitati addosso. "Mi sono rigenerato da poco, devo ancora farci l'abitudine. Sono il Dottore", spiegò, poi si avvicinò a Dean, fermandosi a qualche centimetro dalla sua faccia ed esaminandolo di sottecchi. Quelle sopracciglia lo spaventavano. "Da che anno ti ho pescato?".
Dean si costrinse ad indietreggiare. Com'è che a nessuno sembrava importare del suo spazio personale? "Cosa?", domandò, confuso.
"Da che anno vieni?", ripeté il Dottore come se parlasse ad un bambino.
"Duemilasedici", rispose Dean, continuando a non capire.
"Oh, cazzo!", esclamò. "Ho sbagliato di un paio d'anni. Mi dispiace". Si avvicinò di nuovo ai pannelli di controllo, pigiando altri bottoni e spostando altre leve. "Così dovrebbe andare!", disse alla fine. Poi tornò a un centimetro dalla faccia di Dean. "Facciamolo".
"Cosa?".
"Cosa cosa?".
Oltre ad aver cambiato aspetto, doveva aver barattato il cervello con quello di una scimmia, pensò Dean. "Cosa dobbiamo fare?", domandò spazientito.
"Pensavo lo avessi già capito. Dobbiamo eliminare il virus Croatoan. Non ho la più dannata idea di come diavolo sia finito sulla Terra...".
Dean mise insieme i pezzi. "Credi che il Croatoan sia un virus... alieno?". Quelle parole gli suonavano improbabili persino alle proprie orecchie. Non aveva mai creduto agli alieni, non prima di incontrare il Dottore almeno. La sua fede aveva vacillato quando era stato rapito in mezzo ad un campo di grano ormai parecchi anni prima, ma quando aveva scoperto che erano state le fate, era tornato sui propri passi, negando ogni idea che c'entrasse con degli omini verdi.
"Ne sono quasi certo", disse il Dottore. "Non è mai esistito qualcosa di simile sulla Terra, è improbabile che si sia formato lì. Deve esserci finito in qualche modo. O qualcuno ce l'ha portato". Si guardò intorno come se stesse riflettendo a voce alta, poi parve risvegliarsi dai suoi pensieri. "In che anno atterriamo? Il duemilaquattordici dovrebbe andare bene!". Così dicendo tornò ancora una volta ai pannelli di controllo, premendo leve e bottoni.
"Si può sapere che diavolo stai facendo?", domandò Dean.
"Sto facendo atterrare il Tardis", spiegò il Dottore, trafelato.
"Questo è il Tardis?". Era impossibile. Si trovavano dentro quella piccola cabina della polizia!?
"Più grande all'interno", rispose l'altro, mentre Dean si guardava attorno meravigliato. "Sì, lo so, fa schifo, dovrei ridecorare, di nuovo". Fece una smorfia, prima di esclamare: "Ma ehi! Se non ti piace il colore dei muri, dovresti vedere i miei cazzo di reni!".






Nota dell'autrice 

Questo è il mio primo crossover *batte le mani e saltella in giro per la stanza* e sono davvero orgogliosa e spaventata e felice e spaventata di averlo pubblicato perché era da un po' che ne volevo scrivere uno infilandoci dentro Supernatural e Doctor Who e magari anche Sherlock (ma non in questo, magari ne farò un'altro anche con Sherlock) perchè, diciamocelo, il fandom di SuperWhoLock è una bomba! (se non sapete cosa sia superwholock buttatevi in tumblr e nuotate nella pazzia di quel sito, ve lo consiglio vivamente).
Spero che sia sufficientemente chiaro che l'ultima volta che Dean incontra il Dottore si tratta di Capaldi. Avendo visto Capaldi  in nemmeno 5 minuti nello speciale di Natale non sapevo come manovrarlo, ma mi sono basata sull'headcanon che gira su tumblr che ipotizza che il Dodicesimo Dottore dica parolacce e parolacce (mi sono trattenuta in realtà, non volevo essere troppo volgare).
La cosa del cerchio del grano non è una novità, i Pond l'avevano già fatto, ma mi sono appropriata dell'idea perchè mi piaceva.
La cosa dei reni penso sappiate da dove venga (se non avete visto la puntata di Natale di Doctor Who fatelo subito!).
Visto che si tratta del mio primo crossover, mi farebbe piacere se lasciaste una recensione, anche piccina picciò, per sapere cosa ne pensate! :)
Au revoir!

   
 
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