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Autore: Meow_    25/01/2014    2 recensioni
Voldemort e Bellatrix sono incredibilmente sopravvissuti, facendo credere a tutti di essere morti durante la battaglia di Hogwarts. Si sono rifugiati in un piccolo paese dell'Inghilterra, ma come saranno le loro vite? E cosa succederebbe, se Voldemort imparasse ad usare un computer?
Genere: Comico, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Who nose about the Dark Lord? (*)





Il Signore Oscuro in realtà era sopravvissuto. Non era stato facile ingannare Potter e amichetti, ma in fondo lui era il mago oscuro più potente di tutti i tempi. 
Si era rifugiato in un piccolo paese nel nord dell'Inghilterra, in mezzo ai Babbani. Era difficile resistere all'impulso di ucciderli tutti, ma la sua vita era ciò che contava di più. 
Aveva preso una casa di dimensioni modeste, per non dare troppo nell'occhio. Logicamente, non aveva fatto amicizia con nessuno; quegli sporchi Babbani non dovevano nemmeno osare rivolgergli la parola. 
Viveva una vita piuttosto normale, spacciandosi per un riservato pensionato, dovendo solo preoccuparsi di camuffare il suo aspetto quando usciva di casa. Roba da nulla, per un mago del suo calibro. 
Ma un giorno la sua vita cambiò completamente...
Aveva osservato alcuni Babbani usare una strana cosa chiamata "computer", una specie di scatoletta magica che mostrava qualsiasi cosa tu volessi! Ma erano Babbani, e quella cosa non poteva essere magia. Il ministero l'avrebbe saputo sicuramente e sarebbe intervenuto all'istante. Seppur tenendosi lontano dalla comunità magica, Voldemort era quotidianamente informato sulla società cui apparteneva veramente. Nessuno gli vietava di farsi arrivare la Gazzetta del Profeta via gufo. Comunque, non aveva notato niente di strano. Da quando non c'era più lui in circolazione era diventato tutti COSÌ noioso... 
Più volte aveva pensato a far istruire un giovanotto per seguire le sue orme, un giorno ne aveva pure parlato con Bellatrix, che era riuscita a salvarsi e viveva insieme a lui -in quanto sua più fedele servitrice, non per altro- e lei era arrossata violentemente e aveva chinato il capo immediatamente.
“Un'ottima idea, mio signore. Con chi, ehm -e a questo punto le era andato di traverso il cibo che stavano mangiando; Voldemort la aiutò con un banale Anapneo- grazie, mio signore, dicevo... Con chi pensate di, ehm, procreare... il vostro erede?” disse Bellatrix. Voldemort non aveva mai visto la sua fedele seguace così in imbarazzo. "Nessuno ha mai parlato di procreare" disse Voldemort, pronunciando l'ultima parola come se fosse qualcosa di disgustoso. 
"Certamente, mio signore, mi sono espressa male" disse Bellatrix, "Volevo dire, come pensate di procedere, mio signore?".
Voldemort sembrò pensarci su un attimo, ma poi Bellatrix poté cogliere quel luccichio nei suoi occhi, tipico di quando pensava ad un piano importante. 
"Il ragazzo sarà un Purosangue" disse, "Ci sarà qualche famiglia lieta di offrirci un bambino, oppure lo prenderemo con la forza. Inoltre dovrà essere molto giovane, così da non ricordare i genitori e da venire educato secondo sani principi". 
"Idea grandiosa, mio signore" rispose Bellatrix, passatole l'imbarazzo.
"Oppure..." disse Voldemort; Bellatrix pendeva letteralmente dalle sue labbra, "Oppure, potresti essere tu a darmi tuo figlio". 
"Mio signore? Non capisco" Bellatrix era confusa, e un'ombra di rossore apparve sulle sue guance, ma stavolta la donna fece di tutto per combatterla. 
"Certamente. Hai passato la tua vita al mio servizio, sono sicuro che ora ti piacerebbe diventare madre. E ho motivo di credere che saresti fiera di offrirmi tuo figlio" rispose Voldemort, guardandola fissa negli occhi con le sue sottili pupille rosse. 
"La mia vita vi appartiene, mio signore, e sarei onorata di darvi mio figlio" disse la Mangiamorte con uno sguardo e tono orgoglioso "Ma, mio signore, mio marito è morto e io sto invecchiando". 
Voldemort fece una delle sue gelide risatine, che niente avevano di divertente. "Suvvia, Bellatrix, sei ancora una donna attraente e di ottima famiglia". 
Bellatrix spalancò gli occhi per lo stupore. "Il mio signore è troppo gentile, ma penso che sia più saggia la prima idea" in altri tempi non avrebbe mai osato contraddire il signore oscuro, ma le cose erano cambiate e lei non voleva stare con nessuno. Con nessun altro...
Voldemort liquidò in fretta la faccenda "ne discuteremo un'altra volta" disse "è arrivato quel pacco di cui ti avevo parlato?".
Bellatrix annuì e si alzò immediatamente, portando al suo signore il misterioso -e pesante- pacco. Fortunatamente Bellatrix poteva usare la magia, altrimenti non sarebbe riuscita a sollevarlo. 
Voldemort guardò eccitato la grande scatola, come un cane davanti ad una ciotola piena di cibo o un bambino in procinto di aprire i regali di Natale. 
"Mio signore" disse Bellatrix, abbassando leggermente il capo in segno di rispetto "volete che vi lasci solo?".
"No, voglio che tu rimanda. Voglio che possa ammirare la magnificenza di questo oggetto" rispose il signore oscuro. 
Bellatrix rimase ferma ad osservarlo mentre toglieva i vari imballaggi. Una volta aperta, la scatola rivelò al suo interno un parallelepipedo nero, d probabilmente la causa di tutto quel peso, un oggetto rettangolare ma più sottile,  poi ancora un altro oggetto anch'esso rettangolare ma molto più piccolo, e infine un altro che assomigliava ad un topo. 
"Computer" disse Voldemort, scandendo ogni lettera. 
"Che cos'è, mio signore?" Bellatrix guardava i vari oggetti con fare diffidente. 
"Dimmi, Bellatrix, sei mai uscita da questa casa? Hai mai osservato i Babbani?" Chiese Voldemort. 
Bellatrix svolgeva la maggior parte delle commissioni, visto che per lei era più facile passare inosservata, non avendo gli occhi rossi e due fori -come quelli di un serpente- al posto del naso. Ma osservare i Babbani? Quell'idea era ripugnante. 
"Sì, mio signore, sono uscita da questa casa, ma cerco di non osservare troppo i Babbani. L'idea di stare insieme a loro è così disgustosa che faccio fatica a sopportarla" rispose Bellatrix.
"Posso capirti, Bellatrix. I Babbani sono peggio dei maiali. Ma alcuni di loro hanno inventato delle cose curiose, come questo computer. Può spedire messaggi che arrivano all'istante, e puoi vedere foto con il suono, che durano molto più delle nostre. Questo e tanto altro!" Voldemort era su di giri, mentre spiegava a Bellatrix tutte le meraviglie che si potevano fare con il computer. Bellatrix, comunque, rimaneva perplessa.
“Mio signore, sono confusa, non capisco come funzioni questo… oggetto Babbano” disse la donna.
“Computer, Bellatrix. Computer” la corresse Voldemort.
“Insomma, possiamo usare i gufi e continuare a fare ciò che generazioni di maghi hanno sempre fatto… Perché immischiarsi con gli affari dei Babbani?” chiese Bellatrix. Era preoccupata di avere sorpassato il limite entro il quale Voldemort poteva sopportare le sue obiezioni.
Ma Voldemort era troppo preso dal suo nuovo computer, per poter anche notare che la donna non lo stava assecondando ciecamente, come era solita fare e come lui aveva sempre preteso dai suoi seguaci. Anche se in fondo, Bellatrix era l’ultima rimasta del gruppo.
“Non mi aspetto che tu capisca subito la sua bellezza, ma credo che un giorno imparerai ad apprezzarlo” rispose Voldemort, senza nemmeno alzare lo sguardo “Ora, devo fare una cosa…”
Senza nemmeno ricevere l’ordine, Bellatrix lo lasciò solo.

Era il 2007, e un nuovo fenomeno si stava diffondendo. Si trattava di YouTube.
Da quando Voldemort si era impossessato –usare il termine ‘comprato’ non sarebbe del tutto corretto, in questo caso– del computer, passava le giornate a navigare su Internet. Ovviamente, non gli era sfuggito quel sito interamente dedicato alle foto con i suoni. In particolare, era stato attratto da quel tipo di canali dove le ragazze compivano strani procedimenti per cambiare il loro aspetto, il tutto senza nemmeno usare la magia! Voldemort era affascinato dalle loro abilità. Anche lui poteva cambiare il suo aspetto come voleva, anche se persino lui aveva dei limiti, ma lui comunque doveva usare la magia. E i risultati non erano stupefacenti come i loro. Si era subito iscritto a numerosi canali, e giorno dopo giorno aveva appreso sempre più tecniche per cambiare aspetto. Quelle che lo colpivano maggiormente erano le trasformazioni in personaggi di film, una cosa che appassionava i Babbani. Molti di questi personaggi avevano la pelle blu o verde, oppure avevano connotati completamente diversi da quelli di una persona normale. Eppure, quelle ragazze riuscivano sempre a trasformarsi alla perfezione. Voldemort pensava che finalmente avrebbe potuto risolvere il problema che lo affliggeva da molto tempo: la mancanza del suo naso.
Nel periodo della sua vita in cui aveva compiuto quella serie di magie che l’avevano totalmente trasformato, quando si era spinto più in là, aveva trovato originale e affascinante assumere un aspetto che ricordasse quello dei serpenti, animali che aveva sempre ammirato. Tuttavia, la trasformazione era andata troppo oltre, e lui si era ritrovato senza il naso. Aveva sempre sofferto per quella mancanza, anche se non lo dava a vedere.
Giunse il momento in cui decise di provare su se stesso tutte le tecniche acquisite. Si fece procurare da Bellatrix un po’ di pozione polisucco, e le staccò di nascosto un capello. Non era stato per niente difficile, data la quantità esagerata di capelli che quella donna possedeva.
Così, un Voldemort dalle sembianze di Bellatrix, vestito in maniera perfettamente Babbana, si avviò al negozio di cosmetici più vicino a casa sua. Nonostante in quel momento  avesse più un aspetto spaventoso, per lui era sempre un problema dover parlare con le altre persone. Specialmente quando non poteva dare ordini. E quando queste persone erano Babbani. E quando non poteva torturare e uccidere questi Babbani appena gli rivolgevano la parola. Ma questi erano dettagli.
Riconobbe subito i vari cosmetici utilizzati dalle sue make up artist preferite, e ne prese in grande quantità. Si era persino procurato quella strana sostanza per costruire pelle finta. Caro nasino, stai per tornare insieme a me, pensò.
La commessa del negozio lo fissò per qualche istante, prima di dirgli il prezzo. Ringrazia che non ti lancio un Avada Kedavra, sporca Bab… “Grazie ed arrivederci, signora!” la commessa interruppe i suoi pensieri.
Tornato a casa, riassunte le sue sembianze, si mise subito all’opera. Per prima cosa applicò un velo di fondotinta, di un colore molto più vivo del suo, e poi mise la cipria. Finalmente quel bianco cadaverico aveva abbandonato il suo viso. Ora poteva anche sembrare una persona normale… Non fosse stato per gli occhi rossi e il naso. Ma aveva ancora da lavorare.
Tornando a casa, quasi per destino, era passato davanti ad un negozio di occhiali. Occhi rossi, addio!, pensò, mentre acquistava delle lenti azzurre.
Una volta messe le lenti, i suoi occhi erano di un blu-viola, dovuto al colore rosso di base. Voldemort si guardò allo specchio, e non poté non pensare che così fosse terribilmente sexy.
Era un pensiero di nuovo per lui. Certo, in gioventù era stato consapevole di essere piuttosto attraente, ma erano passati almeno cinquant’anni dall’ultima volta che si era sentito così.
Una volta terminata l’opera, Voldemort si sentiva semplicemente favoloso. Magari aveva un po’ esagerato, d’accordo, ma il rossetto rosa era stato necessario per coprire il pallore delle sue sottili labbra. Era sicuro che Bellatrix avrebbe apprezzato il suo nuovo stile. Era persino riuscito a ricostruirsi il naso. Voldemort era felicissimo, ora mancava solo un piccolo particolare: i capelli…
Chiamò Bellatrix. Quando questa entrò nella stanza, per poco non perse i sensi. “Mio signore!” urlò “Cosa vi è successo?”.
Non era quella la reazione che Voldemort si era aspettato. “Non ti piaccio, Bellatrix? Non vedi come ora sono più… Grazioso? Mi preferivi quando sembravo un serpente, e avevo il colorito di un morto?” chiese il signore oscuro.
“M-mio signore. Io vi ammiro sempre, io sono la vostra più fedele servitrice! Voi non avete bisogno di queste… cose, dobbiamo tornare a pianificare la vostra ascesa sul mondo magico, mio signore, i Babbani stanno infestando la nostra comunità!” disse Bellatrix.
“Babbani, blablabla, Mondo Magico, blablabla. Non lo capisci, Bellatrix? Ho passato la mia vita a rincorrere l’idea della Purezza di Sangue. Ma solo in pochi mi hanno apprezzato” rispose Voldemort.
“Io ero tra questi, mio signore” disse prontamente Bellatrix.
“Certo, lo so bene. Ma vedi, ho sprecato la mia vita a rincorrere un qualcosa che si è rivelato inutile, e ora vivo confinato in questo posto. Il mio aspetto è orribile, Bellatrix, ne sono consapevole. Non ho mai voluto diventare così, è stato un errore a cui non ho mai potuto porre rimedio. E ora ho finalmente trovato il modo di piacermi. Sono in pace con me stesso, Bellatrix” spiegò Voldemort.
Bellatrix stava per sentirsi male. Non era quello il suo signore, l’oscuro che aveva sempre ammirato e seguito ciecamente, non era quello l’uomo al quale lei aveva dedicato ogni singola azione della sua vita.
“Mio signore, voi dovete riprendervi! Dov’è la vostra ambizione, il vostro meraviglioso piano di tornare al potere? Che ne è stato di voi? Il Signore Oscuro che conosco non si lascerebbe mai indebolire da tali sciocchezze! È stato quell’affare lì, sì, quel vostro computer, che vi ha deviato! Mio signore, vi prego, tornate in voi!” lo supplicò Bellatrix.
Il signore oscuro non poteva sopportare oltre. Era convinto che avrebbe fatto una bella sorpresa alla sua fedele seguace, e ora quella lo stava guardando con disprezzo. No, non l’avrebbe sopportato ancora per molto. Aveva preso una decisione, aveva scelto una nuova vita, e avrebbe seguito la sua nuova ispirazione con o senza il consenso di Bellatrix Lestrange.
“Mi deludi, Bellatrix. Contavo sul tuo appoggio, ma a quanto pare mi sbagliavo. Bene, hai fatto la tua scelta, le nostre strade si separano qui” disse Voldemort freddamente.
Nessun Crucio, nessun Avada Kedavra, solo un addio.
E un incantesimo col quale Voldemort tolse ogni singolo capello dalla testa di Bellatrix.
“Mio signore! Cosa mi avete fatto?” Bellatrix si mise in ginocchio “chiedo perdono, mio signore. Sono mortificata, non era mia intenzione offendervi”.
Voldemort stava sistemando i capelli a mo’ di parrucca. Fece con calma, mentre Bellatrix era sempre in ginocchio, implorante. Una volta finito, sistemò la sua nuova chioma a coprire la sua testa calva.
“Immagina di vivere il resto dei tuoi giorni senza più un capello. Immaginalo, Bellatrix. Ora capisci come mi sono sentito io, per tutta la mia vita?” chiese Voldemort.
Bellatrix singhiozzava.
“E ora vattene” le disse Voldemort.
“Mio signore, vi prego, farò tutto quello che volete, lasciate che vi serva ancora, come ho sempre fatto!”
“Via.” rispose Voldemort, e la sua ormai ex seguace fu costretta a trascinarsi, sconvolta, fuori di casa.

Ora Voldemort poteva dedicarsi alla sua nuova passione. Decise di aprire un proprio canale YouTube, dove inziò a pubblicare vari tutorial. Ebbe un successo straordinario, nel giro di poco tempo gli iscritti al suo canale si moltiplicarono. Voldemort era all’apice della popolarità e della felicità. Non si era mai sentito così soddisfatto, nemmeno quando aveva rubato la Bacchetta di Sambuco dalla tomba di Silente.

Un giorno decise di fare una TwitCam su Twitter, per poter parlare in diretta con le sue fan. Andava tutto per il meglio, quando successe. Il naso si staccò improvvisamente dal suo volto, rivelando le due fessure. Il numero delle persone che seguivano la TwitCam calò precipitosamente, e le rimanenti esprimevano il loro disgusto tramite i tweet. Voldemort chiuse velocemente tutto, e andò a sedersi in un angolino.
Volevi cambiare vita, si disse, togliendosi la parrucca. Volevi diventare attraente, continuò, mentre si dondolava avanti e indietro aggrappando le ginocchia. Ma la verità è che sei brutto, sei un brutto serpente. E lo sarai per sempre.
Dopo essersi spalmato tutto il trucco sul viso per la disperazione, e dopo essersi staccato coi denti la manicure fatta solo il giorno prima, Voldemort decise che era fin troppo ridicolo. Lui era pur sempre il Signore Oscuro, temuto dai maghi più potenti! Doveva riprendere il potere, doveva tornare ad essere quello di un tempo. Bellatrix aveva ragione.
Si tolse il resto del trucco e uscì così com’era, senza preoccuparsi di nascondere il proprio aspetto. La gente che incontrava per strada lo guardava terrorizzata. Ecco, così deve andare. Stava per compiere il primo omicidio dopo una lunga pausa, quando si fermò di colpo. Era appena passato davanti alla vetrina del negozio di cosmetici. Non mi interessa, si disse. Ma poi lo vide.
“IL NUOVO SMALTO DI CHANEL!” urlò, piombando dentro il negozio.







(*) gioco di parole tra knows, sapere, e nose, naso. Lo scrivo in caso ci fosse qualcuno che non conosce l'inglese. 
Ringrazio il mio amico Gianmarco per il titolo!
 

Bene, eccomi qui con questa nuova storia. È una one-shot cretinissima e senza pretese, quindi sentitevi pure liberi di lanciarmi pomodori se fa schifo (...). In ogni caso, spero vi sia piaciuta! Sarei molto felice se mi deste un vostro parere. 
Ringrazio chiunque sia passato di qui e abbia letto, o che recensirà in futuro. A presto! 
Facebook: Sofia Meow
Twitter: @_sofimeow

 
   
 
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