Anime & Manga > Battle B-Daman
Ricorda la storia  |      
Autore: magic mellah    25/01/2014    7 recensioni
{ RikiSamuru | shonen-ai | ooc }
 
Una fanfic con protagonisti Riki e Samuru, e se non vi piace lo shonen sconsiglio di leggerla c;

«Vieni, Riki?» per la prima volta lo sentì pronunciare il suo nome, e senti le guance prendere fuoco. Si alzò e si avvicinò velocemente a lui, sorridendo come un beota.
«Stanotte dormi a casa mia, ok? Non voglio che ti succeda qualcosa, e ti debba avere poi sulla coscienza.» Riki ora era sicuro di essere rosso come un peperone. Lui... a casa di Samuru.

«C'era una volta Riki, che appena aveva incontrato Samuru per la prima volta, aveva pensato che il ragazzo era un vero mistero!» rise Ryugasaki, sotto lo sguardo stranito di Samuru.
«Lasciatelo dire, sei un vero babbeo.»
«Ti amo...» sorrise dolcemente, e abbracciò il ragazzo.
«Ti amo anche io.» fece alzare in punta Riki - che era più basso di Samuru -, e si baciarono dolcemente.

buona lettura c: -ma dubito che sarà buona, visto che il contenuto è orrendo-
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

«C'era una volta...»



C'era una volta...
Ecco il tema di domani come iniziava, aveva detto la professoressa. Riki però, non era stato mai bravo con i temi, e sicuramente come ogni volta avrebbe incominciato a raccontare sempre di avventure nelle foreste, o qualcosa che parlava di misteri, guadagnandosi così un voto basso e una sgridata dalla madre. Sbuffò, e uscì di casa senza cappotto; moriva di freddo, perfetto.
Aveva la testa sulle nuvole, si era dimenticato di prendere il cappotto, e ora ne capiva le conseguenze. Era sera, faceva freddo, e lui aveva a riscaldarlo solo la sua felpa preferita, che come se non bastasse gli arrivava appena a metà braccio. Sua madre sarebbe tornata solo la mattina seguente, perché era fuori città, a trovare un'amica di vecchia data che – a quanto pare –, stava morendo. E si era anche dimenticato le chiavi.
Ora era tutto veramente perfetto, davvero. Entrò nel parco principale della sua città, e vide che l'orologio lì appeso segnava le nove, e sospirò. Che poi cercava ancora di capire perchè era uscito, senza portare anche Dracyan. Ad andare da Sumi non se ne parlava, anche perchè avrebbe riso a vita dicendogli che era uno sprovveduto, e da andare da Kaito, Simon e gli altri, non se ne parlava lo stesso, perché non ricordava la strada per andare a casa loro, al momento.
Aveva la vista offuscata, e l'unica cosa che voleva al momento era riscaldarsi, perchè stava morendo congelato. Sentì il suo telefono squillare, e vide comparire sul display il nome "Samuru". Rispose subito alla chiamata, ovviamente.
«Riki, dove sei?»
«Uh? Al parco principale della città, perché me lo chiedi?» non ottenne risposta alla sua domanda.
«Aspettami lì.»
E aspettò il ragazzo, chiedendosi cos'era successo. Dopo una decina di minuti lo vide arrivare, anche lui senza il suo b-daman, e sorrise guardando il ragazzo.
«Ciao Samuru!» lo salutò allegramente, e il ragazzo chiamato in causa si sedette sulla panchina gelida, accanto a Ryugasaki.
«Tieni. Ero venuto a portarti questa.» disse, porgendogli poi una sciarpa. Riki si ricordò di averla messa ieri al collo del ragazzo, dopo l'incontro tra il quartiere est e il quartiere ovest, dicendogli un "sei troppo scoperto, così ti verrà mal di gola".
«Ah, grazie!» prese la sciarpa, e con un gesto disperato se l'avvolse al collo, cercando di ricevere del calore, anche se poco.
«Come mai sei senza cappotto?» e il più piccolo gli raccontò di essere uscito senza cappotto, e che poi si era chiuso la porta alle spalle senza neanche portarsi le chiavi.
«Fa freddo, eh?» disse, rabbrividendo dal freddo. Vide Samuru togliersi la giacca, per poi mettergliela sulle spalle. «... uh?»
«Indossala. Al momento ne hai più bisogno di tu, e comunque io riesco a resistere al freddo.» si alzò dalla panchina, per poi dirigersi verso l'uscita del parco «Vieni, Riki?» per la prima volta lo sentì pronunciare il suo nome, e senti le guance prendere fuoco. Si alzò e si avvicinò velocemente a lui, sorridendo come un beota.
«Stanotte dormi a casa mia, ok? Non voglio che ti succeda qualcosa, e ti debba avere poi sulla coscienza.» Riki ora era sicuro di essere rosso come un peperone. Lui... a casa di Samuru. 
«Casa tua è lontana, però.»
«Prenderemo un taxi.»


«Oh, hai una casa bella, Samuru! Sicuro che va bene se resto qui? Non do fastidio ai tuoi genitori?» il ragazzo appena nominato fece una smorfia alla parola genitori, e porse un pigiama all'altro.
«No, tanto loro non sono mai in casa.»
Samuru incominciò a spogliarsi davanti al ragazzo, rimanendo solo in boxer, e a petto nudo. Alla fine indossò il pigiama, e mentre i suoi occhi si alzarono da terra per guardare Riki, quest'ultimo si girava dall'altra parte – neanche fosse una ragazzina –.
«Non indossi il pigiama?» chiese solamente, ignorando il comportamento del ragazzo.
Riki si mise il pigiama, e poi fissò Samuru, che si era sdraiato sul letto. Era perfetto, come sempre. E appena il ragazzo lo guardò s'imbarazzò solo ad averlo pensato, perchè aveva come il terrore di essere stato letto nel pensiero. 
«Posso venire vicino a te?» sentì mormorare solo un "ovvio, mica vorrai dormire per terra", e si avvicinò al letto, tremolando appena. 
«Mi piaci... credo.» affermò Riki, senza neanche pensare a quello che aveva detto, guardandolo intensamente. Avrebbe ignorato totalmente qualunque persona glielo avrebbe detto, ma si parlava di Riki, e a Samuru piaceva Riki. Perchè col tempo aveva anche incominciato a non sopportare più chi stava accanto a Ryugasaki, chi gli sorrideva, chi lo abbracciava, chi lo faceva penare in qualche modo, chi lo voleva sempre sfidare. Stava incominciando ad odiare qualsiasi persona che stava vicino al più piccolo.
«Ogni volta che ti vedo sono sempre di buon umore, mi sento più felice del solito, e quando te ne vai io mi sento triste, invece. Quando mi guardi mi sento onorato, perchè sai, è strano che tu Samuru guardi me, tra tante persone, in una sala. E poi ogni volta che qualche tua ragazza ti parla mi sento strano, perchè voglio solo che tu venga da me e...» non si era fermato neanche una volta, parlava velocemente, e senza imbarazzo, stranamente.
Samuru lo guardò, e Riki smise di parlare. 
«Scusa, non volevo... scusa ancora.» si girò su un fianco, per non vedere il ragazzo accanto a lui, e socchiuse gli occhi, sentendo la vista offuscarsi; piangeva, come sempre. Voleva urlare, ma lo fece solo dentro.
«Ryugasaki... parli un bel po', sai? E comunque, anche tu mi piaci.» il più piccolo si girò, arrossendo. Quest'ultimo si avvicinò a Shigami, dandogli un piccolo, semplice, casto bacio sulle labbra, che sapeva di salato, e poi si staccò. 
Samuru accennò a un sorriso, perchè in effetti Riki era così: semplice, come quel bacio. Ma voleva di più. Questa volta a cercare il contatto fu il primo, che di certo non avrebbe lasciato andare facilmente l'altro. Il bacio non era affatto casto, era un gioco di lingue, morsi sulle labbra, e quando si staccavano per un secondo, cercando di riprendere fiato, si buttavano di nuovo uno sull'altro, e il bacio continuava. Samuru vide anche un piccolo rivolo di sangue scendere dal labbro inferiore del più piccolo, a causa di tutti i morsi che gli aveva dato.
Riki non sapeva come muoversi – e Samuru ovviamente lo aveva capito –, era impacciato. Non aveva mai baciato qualcuno. 
Solo una volta, Sumi, ma era stato un anno prima, ed era sempre un bacio semplice. Lo avevano fatto così, solo per provare. I due si addormentarono abbracciati, Riki con la testa sul petto di Samuru, e si stringevano. Samuru aveva paura di svegliarsi senza Riki, e Riki aveva paura di perdere Samuru.


La mattina seguente Riki si svegliò presto per andare a casa, trovando sua madre, e gli disse che aveva dormito da un amico. Prese la cartella, e velocemente prese anche Dracyan, promettendogli che gli avrebbe raccontato tante cose. Quella mattina Riki era sicuro che nel tema avrebbe preso zero, ma non gli importava, in realtà.
"C'era una volta..." leggeva quelle poche parole, Riki, e poi scrisse qualcosina in dieci secondi, consegnando il compito. La professoressa guardò il blu uscire dalla porta, e vide il tema che era di appena un rigo.
"C'era una volta Riki Ryugasaki, che per la prima volta in vita sua si sentì veramente contento." si chiese il vero significato di quelle parole, ma fece un piccolo sorriso, alla fine.


«C'era una volta Riki, che appena aveva incontrato Samuru per la prima volta, aveva pensato che il ragazzo era un vero mistero!» rise Ryugasaki, sotto lo sguardo stranito di Samuru.
«Lasciatelo dire, sei un vero babbeo.»
«Ti amo...» sorrise dolcemente, e abbracciò il ragazzo.
«Ti amo anche io.» fece alzare in punta Riki – che era più basso di Samuru –, e si baciarono dolcemente.



mellie corner.
buuuuonday guys. salve, mi presento, visto che non mi conoscete. (?) allora, chiamatemi mellie, ragazzi c: prima di tutto questa schifezza -che mi piace solo per la coppia, aw- è stata partorita ieri dopo la mezzanotte, leggendo come inizio di una storia c'era una volta.
sto seguendo questo anime in tv, e mi sono innamorata dei personaggi, ahah. shippo Riki con tutti, oramai, ma Riki e Samuru insieme sono la dolcezza. so che Samuru è un po' OOC, e per questo ho messo l'avvertimento. non sono sicura di aver scritto bene i nomi di alcuni personaggi solo citati, dunque scusatemi e vi prego di correggermi, nel caso avessi sbagliato a scriverli completamente c: 
beh, questa non sarà la prima e ultima fic su questo fandom, ne scriverò sicuramente altre, appena arriverà altra ispirazione. ci becchiamo in giro c; 
scappo, perchè immagino le recensioni negative- ah, mi scuso per gli eventuali errori, ma sinceramente non sono in vena di correggere, visto che sto a pezzi fisicamente. :"

mellie.
   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Battle B-Daman / Vai alla pagina dell'autore: magic mellah