Crossover
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Autore: pandamito    25/01/2014    4 recensioni
[CROSSOVER: RISE OF THE GUARDIANS / FROZEN] [Pitch/Elsa]
La ventunenne si aggirava nella tana veneziana; i suoi tacchi rimbombavano in quel luogo che non era mai riuscita a distinguere se fosse un palazzo o una caverna. [...] Ma ciò che colpiva più di tutti era quell'enorme mappamondo posto al centro della sala, che ruotava lentamente e brillava di luce propria, emanando i colori dell’oro.
Elsa vi ruotò attorno, avendo sempre paura di fare rumore in quel luogo così dannatamente silenzioso. Allungò una mano verso l’atlante, sfiorando la luce. Avrebbe voluto brillare in quel modo.
L’eco dei nitriti di alcuni cavalli arrivò fino alle orecchie della giovane, che si fermò immediatamente.
Stava arrivando.

Si prega cortesemente di leggere le note a fine capitolo, sono importanti per la piena comprensione del testo, per capire come, dove, quando e perché è ambienta la storia.
Genere: Malinconico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Cartoni, Film
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Avvertimento: Si prega di leggere le note autore alla fine del capitolo, prima o dopo di leggere è indifferente... credo. Però sono molto importanti per la piena comprensione della storia.

 

 

 

I G H T M A R E  KING  &  N O W  QUEEN

La ventunenne si aggirava nella tana veneziana; i suoi tacchi rimbombavano in quel luogo che non era mai riuscita a distinguere se fosse un palazzo o una caverna. Spuntoni di roccia fuoriuscivano dalle pareti, eppure il pavimento era fatto di legno – probabilmente mezzo marcio – ed i muri di pietra in alcuni punti levigata accuratamente ed in altri lasciata ad una grezza maniera. Vi erano scale, archi e volte lungo tutto il vasto perimetro della sala. Sul soffitto vi erano appese centinaia e centinaia di gigantesche gabbie metalliche, così lontane ed in alto rispetto al suolo. Ma ciò che colpiva più di tutti era quell'enorme mappamondo posto al centro della sala, che ruotava lentamente e brillava di luce propria, emanando i colori dell’oro.
Elsa vi ruotò attorno, avendo sempre paura di fare rumore in quel luogo così dannatamente silenzioso. Allungò una mano verso l’atlante, sfiorando la luce. Avrebbe voluto brillare in quel modo.
L’eco dei nitriti di alcuni cavalli arrivò fino alle orecchie della giovane, che si fermò immediatamente.
Stava arrivando.
L’aria sembrava essere sparita del tutto, una morsa di fumo avvolgeva il cuore della giovane e, se fosse stato possibile, il silenzio si sarebbe ammutolito al suo cospetto.
Elsa non si voltò a guardare quell'eclissi che aveva dentro le iridi, perché non aveva bisogno di guardare la sua entrata, lei lo percepiva. Sentì le forze scivolarle via lentamente, non dandole neanche il tempo o la sensazione di precipitare, se non fossero state per due lunghe braccia che la stringevano dolcemente e la sorreggevano senza il minimo sforzo.
Pitch circondò Elsa in un abbraccio gentile e l’aiutò a rialzarsi, fissandola negli occhi azzurri. La bionda sapeva che l’uomo nero percepiva la sua paura, ma non riusciva a non essere rapita dai suoi occhi oro ed argento.
Con un gesto della mano Pitch sollevò del fumo, che si materializzò ben presto in un trono nero come il petrolio e su cui fece adagiare la giovane.
Un cupo sorriso si sollevò dal volto pallido dell’uomo. « Hai ancora paura, mia regina? Dopo tutto questo tempo che ci conosciamo? » chiese in un sussurro che fece gelare il cuore della ragazza, sebbene quella amasse il ghiaccio.
Elsa vide Pitch inginocchiarsi di fronte a lei ed accarezzarle dolcemente una mano.
« Non voglio diventare regina » ammise con tono preoccupato, distogliendo lo sguardo altrove.
L’uomo si dissolse ed apparve nuovamente poco più in là, iniziando a ruotare attorno al trono della bionda. « Ma tu sei nata per governare, principessa » affermò, fermandosi dietro lo schienale di Elsa e sfiorandole il viso pallido con le lunghe dita. « Non ti preoccupare, solo un piccolo sforzo, Elsa, e poi ti aiuterò io. Come ti avevo promesso. »
Pitch si smaterializzò un’altra volta e comparve in piedi di fronte la giovane, tendendole una mano ed invitandola a seguirlo. Elsa afferrò la stretta e si alzò, cullata dall'abbraccio dell’uomo nero, che la cingeva. Posò la testa sul suo petto, ma pareva non avere un battito. Sentì il fumo sotto le sue mani e quando si destò da quel lieve torpore, notò che era rimasta sola e stavolta era apparso uno specchio che pareva fatto di cenere.
Avanzò lentamente, temendo il suo riflesso, e quando si specchiò vide una donna con i lunghi capelli color pece raccolti in una treccia, un lungo abito che sembrava fatto di cristallo del medesimo colore, abbinato ad una tiara sul capo, e due iridi rosse come il sangue.
Quella era lei.
« Non devi avere paura del tuo potere, Elsa. Lascialo andare » sussurrò la familiare voce profonda, apparendo nel riflesso, proprio appollaiato con le mani sulle spalle della ragazza.
Elsa rivolse uno sguardo malinconico e preoccupato alla sé stessa nello specchio. « Mi prometti che poi andrà tutto bene? »
L’ombra annuì. « Ancora un po’ e poi potremmo fare ciò che vogliamo. Senza doverci limitare, senza doverci preoccupare dei nostri poteri, di limitarci o di far del male » la rassicurò. « Diventa la mia regina e poi andrà tutto bene. Saremo liberi, Elsa. »
 
* * *
 
« Principessa » una voce femminile bussò alla porta. « Principessa Elsa! »
La ventunenne teneva ancora gli occhi chiusi e vedeva solo il buio; ma riuscì a distinguere il rumore della cameriera che entrava pian piano nella sua stanza, attenta a non sbattere la porta, e le scarpe che battevano leggere sul pavimento.
« Principessa Elsa, si svegli, è il giorno dell’incoronazione! »
Sentì anche il rumore della tenta aprirsi e lei, contemporaneamente, stropicciò gli occhi e batté le palpebre; ma mentre il sole probabilmente era già filtrato dalla finestra, attorno a lei regnavano ancora le tenebre.
« Principessa Elsa, dov'è finita? » cinguettò ancora quella.
Un telo si alzò, la luce della sala raggiunse la bionda e la testa della cameriera fece capolino sotto le coperte.
« Deve smetterla di nascondersi sotto al letto ogni volta » la rimproverò affettuosamente la donna, « non è più una bambina. Non mi costringa a dover chiamare l’uomo nero » ridacchiò, scherzando.
Elsa non si scompose, rimanendo mogia sul pavimento sotto al letto, costretta a dover uscire dal suo nascondiglio, dalla sua tana.
« Oggi diventerà regina » le ricordò la cameriera, tendendole una mano ed aiutandola ad uscire.
Quel giorno Elsa era a conoscenza di solo due certezze che la badante ignorava: la prima era che lei non voleva diventare regina e la seconda era che lei ci era cresciuta con l’uomo nero.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
IT'S PANDA B I T C H.
Premettendo che ero già a conoscenza da tempo della Pitch/Elsa, ma sinceramente non ci avevo mai riflettuto abbastanza. Vorrei premettere che non li shippo; non molto almeno, perché effettivamente sono una di quelle che shippa Elsa col mondo intero. Non è che ho scelto io di shipparla con i tatuaggi di Babbo Nat- ... *ci pensa un attimo*
No, ok, Mì, ripijati.
Dicevo che purtroppo la shippavo con mezzo mondo ancor prima di vedere il film. Ancor prima di vedere il trailer (?), anco- ok, non esageriamo. Però ammetto che ho pensato immediatamente alla Jelsa e di fatti è diventata una delle mie OTP. Ma non mi dilungo a parlare della Jelsa, anche se, effettivamente, ne devo parlare.
Spiego che mi è venuta in mente questa Pitch/Elsa perché stavo progettando la long Jelsa che sto scrivendo #spoilah e di cui tra poco - si spera - pubblicherò il "prologo". Sì, lo metto tra virgolette perché è lungo quanto un capitolo normale, però 'sti platani.
Nella trama della long comparirà anche Pitch, sì, quindi ora mi sento in dovere di spiegarvi dove e quando è ambientata questa one-shot.
La tana già citata di Pitch si trova a Venezia e non l'ho scelta io la località. L'entrata della tana è un buco nel pavimento sotto ad un letto, quindi spero che capiate perché Elsa al risveglio si era ritrovava misteriosamente sotto al letto e nessuno - né lei, né la cameriera - se ne stupiva.
Perché nessuno se ne stupiva? Perché vuol dire che oramai era un'abitudine. Perché oramai era un'abitudine?
La one-shot si svolge prima che Pitch si svegli e venga sconfitto dai Guardiani, la note prima dell'incoronazione di Elsa e di, quindi, quando succede tutto il macello che dà origine al film di Frozen. Quindi Elsa solo nel sogno - o meglio, incubo - si trova a Venezia, perché nei sogni tutto è possibile, ma fisicamente è nel suo letto ad Arendelle e sotto al suo letto c'è il passaggio segreto per la tana.
Spero che fin qui abbiate capito.
Perché Pitch ed Elsa si conoscono?
Nella mia testa Pitch tiene d'occhio Elsa sin da quando la rinchiudono in camera e ha sempre più paura di fare del male alla gente. In questi anni secondo me è comparso pian piano negli incubi di Elsa, presentandosi a lei come un'anima gentile - che poi io Pitch non ce lo vedo come supercattivo, per me lui è un po' tipo Loki *coff* lui è Loki *coff* - e facendole promesse, rassicurandola, mostrandole comprensione riguardo i suoi poteri, perché come Pitch e Jack Frost sono simili, come Jack ed Elsa sono simili, così anche Pitch ed Elsa sono simili, più o meno è anche una cosa matematica... forse. Ho 3 o 5 a matematica ma fotteplatano.
Pitch si nutre della paura di Elsa per accumulare potere e raggiunge il culmine quando i genitori di Elsa ed Anna muoiono, è proprio lì che secondo me Pitch riesce a risvegliarsi col dolore di Elsa e poi da quel momento in poi dovrebbe iniziare il film de Le 5 leggende.
Noterete che sono figa e che riesco ad intersecare i film fra loro stupendamente e non accetto obiezioni.
Naturalmente in tutto questo ci sarebbe anche Jack Frost, ma non vi rovino nulla e dico che dovrete andarvi a leggere la mia long, anche perché ho tipo già spoilerato mezzo mondo.
Ah, comunque Pitch non ha mai mentito ad Elsa, se pensate che l'abbia ingannata e sia una persona meschina. Non l'ha mai fatto perché pensa veramente che Elsa possa comprenderlo, che sia la persona più vicina e simile a lui, e tutte le parole dette a lei sono vere - nella mia mente. E quindi sì, anche il fatto che Pitch voglia far diventare Elsa la sua regina e non me ne frega un platano che, effettivamente, Pitch abbia già una moglie, perché lui la ama veram- *viene trascinata via*
YO, SHIPPATE JELSA!
*viene definitivamente trascinata via mentre le lanciano dei pomodori*
Ricordate che sono @pandamito su twitter e Come una bestemmia. su facebook. Diffidate dalle imitazioni e se decidete di iniziare a seguirmi, sappiate che vi amerò forevah. <3
 
Baci e panda, Mito.
   
 
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