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Autore: Alex96_    26/01/2014    9 recensioni
Rivisitazione della scena Klaroline presente nella 5x11.
Dal testo:
Caroline aveva ripreso a camminare nella radura, quando una figura decisamente conosciuta era entrata nel suo campo visivo.
“Ciao Caroline.”
Era rimasta immobile a fissarlo, gli occhi leggermente sgranati e la bocca socchiusa. Non lo vedeva da quando era tornato per la cerimonia dei diplomi e ora, nel trovarselo davanti, non poteva che essere sotto shock. Non era riuscita a far altro se non pronunciare il suo nome, ancora inebetita dalla sorpresa.
“Klaus.”
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Caroline\Klaus, Klaus
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Caroline aveva ripreso a camminare nella radura, quando una figura decisamente conosciuta era entrata nel suo campo visivo.
“Ciao Caroline.”
Era rimasta immobile a fissarlo, gli occhi leggermente sgranati e la bocca socchiusa. Non lo vedeva da quando era tornato per la cerimonia dei diplomi e ora, nel trovarselo davanti, non poteva che essere sotto shock. Non era riuscita a far altro se non pronunciare il suo nome, ancora inebetita dalla sorpresa.
“Klaus.”
La sua voce era suonata poco più di un sussurro, ma era certa che lui l’aveva sentita dal modo in cui le labbra si erano piegate in quel suo mezzo sorriso caratteristico. Quel gesto all’apparenza così semplice, ma che lei aveva imparato a disprezzare tanto tempo prima, l’aveva fatta riscuotere dal suo torpore e le aveva consentito di tornare alla sua usuale compostezza e lucidità. Così gli aveva regalato uno sguardo di sufficienza prima di parlare nuovamente, questa volta con un tono di voce più sostenuto ma, al tempo stesso, distaccato.
“Mi dispiace ma hanno seppellito vivo Matt, non ho tempo per fare due chiacchiere.”
Non gli aveva lasciato il tempo di replicare e aveva utilizzato la sua velocità da vampira per correre via, nel tentativo di mettere più distanza possibile tra loro due.
Purtroppo però era riuscita solo a fare qualche centinaio di metri e ad aguzzare il suo udito, prima di ritrovarselo alle spalle.
“Non sei minimamente curiosa di sapere perché sono qui?”
La sua voce le era sembrata divertita, anche se poteva giurare di averci scorto anche un accenno di frustrazione. Cosa si aspettava da lei? Che le sarebbe bastato rivederlo per capitolare ai suoi piedi?
Si era voltata nella sua direzione e gli aveva mostrato la sua migliore espressione esasperata, sperando che capisse l’antifona e la lasciasse finalmente in pace. Doveva trovare Matt in quel momento, quella era la sua priorità. Poi avrebbe strangolato quella Nadia Petrova… o almeno ci avrebbe provato.
“Sono letteralmente scappata alla vista della tua faccia, quindi no!”
Klaus non si era scomposto e aveva compiuto un passo nella sua direzione, parlando con il suo solito tono di voce strascicato marcato dal forte accento british dal quale lei non poteva fingere di non essere attratta.
“Damon mi ha informato che la vita di Katerina Petrova si trova a una tragica svolta.”
Una nuova ondata di esasperazione l’aveva avviluppata. Se fino a un secondo prima era abbagliata dal suo irresistibile accento, ora non poteva fare a meno di essere riportata alla realtà dalle sue intenzioni tutt’altro che nobili. Come ogni cosa di lui. Klaus era probabilmente la persona più spregevole sulla faccia della terra e lei doveva tenerlo bene a mente. Non poteva assolutamente dimenticarlo.
“Quindi sei venuto a gongolare sul suo cadavere per la deliziosa fine di 500 anni di vendetta. Grandioso! Adesso sono meno interessata.”
Nuovamente, l’aveva privato della possibilità di risponderle ed era scappata via. No, lei era Caroline Forbes: non scappava. Era semplicemente corsa via. Già.
Lui, instancabile, l’aveva raggiunta nuovamente e aveva arrestato la sua corsa bloccandola con una mano a mezz’aria.
“Bene, allora forse ti interesserebbe di più parlare di Tyler.”
Un velo di preoccupazione si era dipinto sul suo volto. Tyler? Che cosa…? Aveva iniziato a balbettare, inciampando incerta sulle sue stesse parole.
“Lui è… Tu lo hai?”
Klaus aveva stroncato le sue accuse sul nascere, parlando con voce sicura e divertita.
“No. L’ho mandato via con solo il suo ego ferito. Lui mi odia davvero, povero ragazzo. La vendetta lo sta mangiando vivo. Mi hanno detto che voi due avete rotto.”
Gli aveva lanciato un’occhiata al vetriolo. Ora la prendeva anche in giro? Come pensava di poter avere il diritto di deriderla per una decisione che aveva preso? Aveva scelto di non assecondarlo, di non fargli comprendere quanto le sue parole l’avevano infastidita. Così aveva gli aveva fornito un veloce riassunto di quello che era successo tra lei e il suo – ormai – ex- fidanzato, senza mostrargli il suo dolore.
“Perché l’ho messo di fronte ad una scelta: io o la sua stupida fantasia di vendetta… e lui ha fatto la scelta sbagliata.”
Aveva sentito il bisogno di fare una pausa prima di riprendere a parlare, questa volta inserendo più vigore nella voce nel tentativo di riuscire, finalmente, a toglierselo di torno per poter tornare alla ricerca del suo migliore amico.
“Ti suggerisco di imparare dai suoi sbagli e lasciare che Katherine muoia in pace. Morire fa schifo di suo. Non serve sbatterglielo in faccia.”
Ancora una volta se n’era andata accompagnata solo dal fruscìo del vento dietro di lei; ma, come ormai avrebbe dovuto aspettarsi, Klaus l’aveva raggiunta un’altra volta. Seriously? Non si arrendeva mai?
“Mi daresti la stessa scelta?”
Si era voltata di scatto, colta alla sprovvista dalla sua domanda.
“Che cosa?!”
Klaus era sembrato incerto ai suoi occhi mentre parlava, come se si aspettasse davvero che lei avrebbe assecondato la sua assurda richiesta. Cosa gli prendeva quel giorno? Era tornato a Mystic Falls per darle il tormento? Per far crollare il castello di certezze che aveva faticato a costruire da quando lui se n’era andato?
“Se abbandonassi la mia vendetta contro Katerina, mi daresti la stessa scelta che hai dato a Tyler?”
Per qualche secondo era rimasta in assoluto silenzio. Cosa avrebbe dovuto dirgli? Lei non aveva risposte a quella domanda, non aveva mai neanche remotamente pensato a come si sarebbe comportata in una situazione analoga se ci fosse stato Klaus al posto di Tyler, così aveva giocato la carta dell’ingenuità, fingendo di non aver capito ciò a cui si stava riferendo l’ibrido.
“Non so di che parli…”
L’aveva visto avvicinarsi con una lunga falcata e aveva trattenuto il respiro.
“Sì che lo sai.”
Le aveva sorriso mettendo in mostra le sue adorabili – adorabili. Seriously Caroline? Quando sei caduta in basso? – fossette e lei non era riuscita a trattenersi. Gli occhi si erano dilatati all’improvviso e lei aveva attivato la sua modalità da maniaca del controllo sotto l’effetto del crack – come l’aveva definita Stefan –, senza neanche accorgersene.
“Tu…tu non puoi farmi questo. Non puoi arrivare e distrarmi mentre il mio amico è in pericolo!”
Klaus non sembrava essere turbato dal suo piccolo sfogo, anzi. Con l’ombra di un sorriso sulle labbra aveva iniziato a parlare, catturando completamente la sua attenzione.
“Sai, mentre voi lo cercavate in tutte le direzioni sbagliate, io ho sentito in lontananza Matt gridare disperatamente.”
L’aveva trovato? Matt stava bene? Dov’era? Una serie di domande si erano affollate nella sua mente e, ancora stupita e con una punta d’ammirazione nello sguardo, gli aveva rivolto quella che riteneva fosse decisamente la più importante.
“Dove?”
Klaus le aveva sorriso nuovamente in maniera impercettibile e quando aveva ripreso la parola sembrava essere decisamente divertito.
“Non ti preoccupare, love, ci ho pensato io. Fidati di me. Sarà felice del suo soccorritore.”
Si era limitata a rivolgergli un altro sguardo assassino, poi aveva rilasciato un sospiro che non si era accorta di aver trattenuto da molto. Matt era salvo, questa era l’unica cosa che contava. Tutto il resto poteva aspettare anche perché, ne era certa, non avrebbe ottenuto ulteriori informazioni da parte dell’ibrido sulla locazione del suo amico, o su chi era il suo soccorritore anche se, a dirla tutta, aveva una buona intuizione su chi potesse essere.
Aveva iniziato a camminare a passo normale, l’idea di passeggiare per i boschi insieme a Klaus non le sembrava più tanto tremenda, soprattutto dopo aver saputo che l’ibrido aveva salvato Matt. Lui ovviamente l’aveva affiancata e aveva ripreso a parlare con voce canzonatoria.
“Allora, il quaterback è stato salvato, ed ora?”
Non si era fermata e non l’aveva degnato di uno sguardo, ma uno sbuffo carico di derisione era uscito dalle sue labbra. Non era riuscita ad impedire alla sua bocca di parlare. Stupida! Era una stupida. Avrebbe dovuto andarsene invece di ingaggiare una conversazione con Klaus che, sicuramente, non avrebbe portato niente di buono.
“Non c’è una ragazza morente che vuoi andare a punire per tutti i suoi peccati?”
L’ibrido probabilmente aveva sorriso o ghignato ma lei era decisa a non voltarsi nella sua direzione per nessuna ragione al mondo, non voleva correre il rischio di guardarlo negli occhi più del necessario.
“Sì, ma non lo farò… per te.”
Okay, questo era troppo persino per lui. Gli aveva rivolto un’occhiataccia e si era affrettata a distogliere nuovamente lo sguardo, mettendo a fuoco la natura intorno a lei. Non aveva potuto impedirsi dall’usare un tono di voce sarcastico quando aveva ripreso a parlare.
“Quindi tu sei venuto fino a Mystic Falls per fare marcia indietro quando te lo chiedo io?”
La voce dell’ibrido l’aveva raggiunta con quella sua inflessione divertita che sembrava essere perennemente presente quando parlava con lei.
“No. Sono venuto a Mystic Falls per gongolare su un cadavere, come poeticamente la descrivi.”
Non aveva potuto fare a meno di sorridere e buttare la testa all’indietro, ma non aveva replicato e gli aveva permesso di continuare a parlare indisturbato.
“Ma andrò via senza gongolare, in cambio di una piccola cosa.”
Si era fermata, improvvisamente incuriosita da cosa avrebbe mai potuto volere Klaus da lei e si era azzardata a rivolgere uno sguardo nella sua direzione.
“E cosa sarebbe?”
L’ibrido aveva sorriso prima di replicare, la voce ferma e sicura.
“Voglio la tua confessione.”
Quelle parole le erano rimbombate nella mente per qualche secondo prima che si decidesse a rispondere, completamente confusa e colta alla sprovvista da quella richiesta.
“La mia confessione? Non ho fatto niente.”
Aveva scosso la testa e, prima di riprendere a parlare, si era rassegnata a chiedergli esattamente a cosa si riferisse.
“Confessione riguardo cosa?”
Klaus aveva sorriso in quel suo modo dannatamente irritante prima di fornirle una risposta.
“Me. Appena avremo finito, me ne andrò e non tornerò più. Non dovrai più guardarmi negli occhi e coprire il nostro legame con ostilità e repulsione. Non dovrai detestare la tua parte oscura che tiene a me nonostante tutto quello che ho fatto. Me ne andrò e tu sarai libera. Voglio solo che tu sia onesta con me.”
Nella sua voce c’era speranza, un pizzico di disperazione, frustrazione e un desiderio così genuino che si era ritrovata a boccheggiare in cerca d’aria. Cosa avrebbe dovuto dirgli? Non poteva assecondarlo!
Eppure l’aveva fatta infuriare, come si permetteva di farle una richiesta del genere? Non era giusto!
“Tu non puoi piombare qui all’improvviso e chiedermi di confessarti qualcosa che non sono neanche pronta ad ammettere che esista. Non puoi perché io sono al college e mi sto costruendo una vita e ho dei piani e dei progetti e tu non ne fai parte!”
Aveva visto dipingersi immediatamente sul suo volto un’emozione che poteva essere definita solo come delusione. Ancor prima che parlasse sapeva già di averlo ferito e si era scoperta a temere che potesse andarsene da un momento all’altro.
“Capisco.”
Aveva preso un gran respiro e aveva dovuto raccogliere il coraggio a due mani prima di parlare, prima di dirgli davvero quello che sentiva per lui. Glielo doveva. Giusto? In fondo lui era sempre stato onesto con lei, le aveva espresso più volte i suoi sentimenti e non aveva mai cercato di raggirarla. Si meritava di sapere che, anche se era solo una minima parte della sua persona, c’era comunque una Caroline che provava dei sentimenti per lui.
“No, non capisci niente invece.”
Non avrebbe mai pensato che lei, una rinomata chiacchierona, si sarebbe ritrovata in un momento della sua vita a corto di parole, con la gola secca e la lingua incapace di formulare frasi di senso compiuto. Eppure era così che si sentiva perché era dannatamente difficile parlare con Klaus di loro, un loro che non era mai esistito se non da parte dell’ibrido e dei suoi amici che, più volte, l’avevano usata come esca sfruttando così una delle pochissime debolezze di Klaus contro di lui. Ma doveva dire qualcosa, non poteva restare muta, così si era sforzata nuovamente di parlare.
“Sì.”
Klaus aveva inarcato le sopracciglia e, nuovamente, le aveva rivolto quel suo sorriso canzonatorio anche se lei aveva scorto l’alone di preoccupazione nei suoi occhi. Che avesse paura di un – ennesimo – rifiuto? Se non fosse stato lui avrebbe quasi detto che era tenero.
“Sì cosa, love?”
Questa volta aveva guardato i suoi occhi blu e le parole erano uscite da sé, senza che dovesse sforzarsi per pensarle.
“Sì provo qualcosa per te. Sì, camuffo il nostro legame con ostilità perché odio me stessa per questo. Era questo quello che volevi sentirti dire? Che avevi ragione dall’inizio a pensare che anche le persone buone erano attratte dall’oscuro? Bene, hai vinto!”
Era da così tanto tempo che si teneva tutto dentro. Da così tanto che fuggiva dai suoi sentimenti, mentiva a tutti dicendo che lei odiava Klaus, che la disgustava, mentre non era così. Era stata un’idiota a soccombere al suo fascino, eppure l’aveva fatto. Lui l’aveva intrigata da quando aveva iniziato a mostrare interesse nei suoi confronti. Era un Originario, aveva più di mille anni eppure si era interessato a lei, Caroline. Non Elena. Ma proprio lei. Era stato questo a incuriosirla e poi i suoi modi di fare l’avevano conquistata sempre di più.
Era talmente immersa nei suoi pensieri da non accorgersi che Klaus le si era avvicinato, lo sguardo mortalmente serio mentre puntava gli occhi nei suoi.
“Era tutto ciò di cui avevo bisogno Caroline. Se vorrai che sparirò per sempre lo farò, te lo prometto.”
Questa volta era stata lei ad avvicinarsi per prima. Si stava lasciando guidare dal suo istinto che le gridava un’unica parola: ‘bacialo’. Infondo poi se ne sarebbe andato, giusto? Nessuno lo sarebbe venuto a sapere.
Così aveva assecondato il suo stesso desiderio ed era arrivata a un soffio dalle labbra dell’ibrido e, dopo avergli dedicato un ultimo sguardo, l’aveva baciato. Aveva lasciato che sue labbra lambissero quelle dell’altro per qualche secondo e si era distaccata a sufficienza per poter parlare, il pensiero di non rivederlo mai più troppo insopportabile da essere concepito.
“Non devi andare via per sempre, puoi tornare ogni tanto.”
Si era spinta nuovamente sulle sue labbra, con più forza e desiderio. Gli aveva passato una mano sulla guancia resa ispida dalla barba leggera, mentre l’altra era andata a saggiare la consistenza dei suoi capelli che erano morbidi al tatto come aveva sempre immaginato. Doveva essere sotto l’effetto di un incantesimo o della compulsione, si era detta, era per forza così, perché non c’era nessun’altra ragione per la quale lei avrebbe dovuto desiderare con tutta se stessa di baciare Klaus.
Questa volta si erano separati nello stesso momento e, appena aveva visto le labbra rosse dell’ibrido piegarsi in un sorriso, non aveva potuto fare a meno di sorridere a sua volta. L’aveva guardato negli occhi, questa volta senza paura, ed era stato perfettamente chiaro ad entrambi che non si sarebbero fermati solo a quel bacio. Si erano incontrati a metà per far unire nuovamente le loro labbra, le mani di entrambi sepolte nei capelli dell’altro.
Aveva lasciato che Klaus la sbattesse contro il tronco di un albero lì vicino e le sfilasse il cardigan. Non aveva interrotto il bacio e aveva continuato ad assaporare la consistenza morbida e liscia delle sue labbra, mentre con le mani cercava di accarezzare più pelle possibile. L’aveva sentito allontanarsi e si stava quasi per lamentare, ma quando l’aveva visto strapparle la maglietta di dosso in preda al desiderio ne aveva sorriso. Una parte della sua mente non aveva potuto fare a meno di pensare che quella era una maglia davvero carina e che era un peccato vederla rovinare così, ma quando le labbra di Klaus si erano posate nuovamente sulle sue con desiderio sempre più crescente, ogni pensiero e suono intorno a lei era scomparso. L’unica cosa che contava erano quelle labbra peccaminose sulle sue, quella lingua che si faceva strada nella sua bocca. Le sue mani che la toccavano nei punti giusti. I loro corpi premuti l’uno addosso all’altro.



 
***
 



Quando si era lamentata con Bonnie e Jeremy di essere l’unica a non fare sesso scandaloso non avrebbe mai pensato che di lì a poche ore si sarebbe ritrovata nei boschi insieme a Klaus. Wow. Quello si che era stato mindblowing sex. Quei mille anni avevano dato all’ibrido esperienza e abilità che lei non aveva trovato in nessuno dei suoi amanti. Aveva tentato di domare i suoi capelli gonfi con le mani, ma ci aveva subito rinunciato quando i suoi occhi si erano concentrati sulla schiena nuda segnata da lunghi graffi davanti a sé. Era stata davvero lei? Si era lasciata andare così tanto? Ovviamente non aveva bisogno di domandarselo, sapeva che aveva lasciato abbattere ogni barriera e ogni riserva che aveva nel momento stesso in cui era entrata a contatto con le labbra di Klaus per la prima volta.
Un sorriso si era fatto strada sulle sul suo viso al solo pensiero. Aveva sempre creduto che se fosse ceduta al suo fascino se ne sarebbe pentita, invece ne era felice.
Era stata riportata alla realtà dalla mano dell’ibrido estesa davanti al suo volto intenta a porgerle la sua giacca per coprirsi. Aveva mormorato un “grazie” e si era avvolta l’indumento addosso tirando su la zip, mentre l’odore pungente e muschiato di Klaus le stuzzicava le narici.
“Verrai a trovarmi a New Orleans?”
Si era morsa l’interno della guancia prima di rispondergli: ci sarebbe andata? Voleva davvero iniziare una specie di tresca con lui? Poteva dirgli di no, che quella era stata una cosa di una volta e che non si sarebbe ripetuta mai più, ma la verità era che già sentiva la mancanza del suo corpo addosso al suo. Ne era assuefatta. Dio, sembrava una ninfomane!
“Non tratterrei il fiato fossi in te!”
Ben fatto Caroline! Era stata sarcastica  e non gli aveva dato una risposta. Era fiera di sé e non aveva potuto impedire alle sue labbra di curvarsi in un sorriso soddisfatto che, però, si era spento appena l’ibrido aveva ripreso la parola.
“Lo prenderò ugualmente come un sì. Ci rivedremo presto love.”
Le aveva rivolto un ultimo sorriso sghembo prima di volatilizzarsi nel nulla lasciandola lì nel bel mezzo del bosco di Mystic Falls da sola. Aveva iniziato ad incamminarsi verso la tenuta dei Salvatori mentre nella sua mente si ripetevano gli eventi del pomeriggio. Beh, era stata senza dubbio una giornata che non avrebbe dimenticato in fretta.






Angolino autrice:

Salve a tutti! Dopo più di un anno sono tornata a scrivere nel fandom di TVD, un fandom che praticamente mi ha "lanciata" qui su EFP :3
Sono davvero molto contenta di aver scritto questa rivisitazione della scena Klaroline. Ho voluto mantenerla il più possibile fedele all'originale e ho cercato di mantenere sia Caroline che Klaus IC e spero di esserci riuscita.
Non ho molto da aggiungere, solo che ho voluto rendere Caroline molto combattuta nella prima parte e poi più arrendevole nella seconda, non credo che lei si sia pentita di essere stata con Klaus. Almeno, io non ho voluto che lei se ne pentisse.
Vi dico già questa storia avrà un seguito con Caroline a New Orleans, ma non svilupperò una long-fic, sarà un'altra OS.
Grazie a chi ha letto e a quelli che deciderà di recensire, siete tutti fantastici!
Dove potete trovarmi: profilo facebook, pagina autrice facebook, profilo autrice EFP, pagina motivazionale facebook.
   
 
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