Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Rota    26/01/2014    1 recensioni
Il rumore della terra che si sfalda le arriva alle orecchie prima della sensazione stessa, sotto i piedi, del suolo che a stento la sorregge e le rallenta troppo la corsa. Qualcosa sveglia il suo cervello e lo rende attivo nei sensi, tanto che Ymir riesce a riprendere un saldo equilibrio e cammina con un ritmo più sostenuto.
[Ymir Centric]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ymir
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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*Autore: margherota
*Titolo: Alba
*Fandom: Shingeki no Kyojin
*Personaggi: Ymir
*Generi: Introspettivo
*Avvertimenti: Missing Moment, Flash fic, Spoiler!
*Prompt: Alba
*Rating: Verde
*Parole: 412
*Note: Spoiler per quanto riguarda la natura gigantesca di Ymir e per quanto riguarda il suo “peregrinare per 60 anni in quella forma”, senza contare quello che “la lega a Reiner e Bertholt”. Qui Ymir è in forma da Gigante, giusto per aiutarvi a immaginarvi la scena.
A voi :)

 

 

 

 

 

Il rumore della terra che si sfalda le arriva alle orecchie prima della sensazione stessa, sotto i piedi, del suolo che a stento la sorregge e le rallenta troppo la corsa. Qualcosa sveglia il suo cervello e lo rende attivo nei sensi, tanto che Ymir riesce a riprendere un saldo equilibrio e cammina con un ritmo più sostenuto.
Ha coscienza di sé quando sente il sapore del sangue nel retro della gola, lì dove si nascondono i ruggiti e tutti i versi di animale che le escono: per la paura, per l'orrore, per la confusione.
Non smette ancora di correre, spaventata dalle ombre che la circondano e che non identifica con immediatezza. Ci sono alberi troppo alti e di quel verde scuro che ingloba ogni riflesso di luce e di colore, l'odore e il rumore delle gocce di rugiada che cadono e sembrano scorrere come un fiume.
È paranoia di chi non ricorda alcun motivo della propria esistenza e non si riconosce nell'essere che muove le gambe seguendo la propria volontà.
Urla ancora e vira, all'improvviso, per evitare un masso che l'avrebbe fatta cadere – se lo vede è per fortuna, se lo insegue è perché non ha intenzione di arrendersi a quella paura.
Dimentica di respirare, nel percorrere quei dieci metri ancora, e superato l'ultimo dei tronchi scuri si blocca e si ferma subito: Ymir urla ancora e si inginocchia a terra, con i capelli che le volano ovunque. C'è di nuovo calma e una gioia calma, a riempirle i polmoni.
E c'è il colore rosso della vita che la investe, nella luce di una nuova alba.
Cade a pezzi il Gigante, nella carne che diventa putrescente nel momento in cui si stacca, ed emerge, dopo tanto tempo, la ragazza originale, che rotola dalla testa del mostro schiantando al suolo.
Cerca di rialzarsi piano, non sfidando troppo il dolore che le prende gli arti. E quando sente la sensazione della porosità della terra guarda la propria mano sporca di marrone, la osserva nella perfezione delle dita e nella opacità della pelle. Piano si ricorda: lo sguardo prende consapevolezza e si fa duro, fermo.
Guarda ancora il sole, con gli occhi socchiusi. Il cielo tutto è terso e risplende di un colore energico, che tende al carminio. È fuoco ed è sangue, quello che sente dentro e quello che vede.
Lo sguardo si ferma quando incontra le case di un villaggio, a qualche chilometro oltre la radura che si apre davanti a lei.
Si rialza con fatica e comincia a camminare.

 

   
 
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