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Autore: Chains_    26/01/2014    32 recensioni
“Non ti so rispondere, ma so per certo che ti amo, che sei tutta la mia vita, che riesco ad immaginarmi questa solo se vissuta al tuo fianco... E non provare a darmi dell'esagerato, perché il mio sentimento per te è una delle poche certezze che ho.” Harry concluse la sua ennesima dichiarazione con un sorriso, poi, con lentezza, prese in braccio Harmonie, poggiandola su una cassettiera dietro a lui. Lei strinse le gambe intorno al suo torace, lui aumentò la stretta delle sue mani sui suoi fianchi.
[...]
"Resisti." Pensò Harry mentre una lacrima scese lungo il suo viso, bagnando inevitabilmente anche quello di Harmonie.

Fanfiction ispirata alla mia long, conclusa un mese fa, H2, leggibile anche da chi non l'ha mai sentita nominare.
Vi basti sapere che, quello tra Harry ed Harmonie, è un amore così forte da superare ogni cosa.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'H², la storia continua. '
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"They only reach the sky."

Ad un mese esatto dalla conclusione della long a cui si riferisce questo breve racconto, come ho promesso, ecco qui la prima di parecchie One Shot che inserirò mese dopo mese (anche prima, se riesco) in una raccolta intitolata ovviamente H2!
Che dire, spero che la Shot vi piaccia e vi invito a leggere lo spazio autrice :)
Grazie dell'attenzione, buona lettura!


 

“Manca poco alla mezzanotte! Non vieni in giardino, Harm?” Chiese Harry, visibilmente elettrizzato e più sveglio che mai.

Il duemilatredici stava finendo, arrivato ormai agli ultimi minuti. La comitiva di amici, per festeggiare al meglio, aveva deciso di riunirsi in un piccolo cottage nelle campagne inglesi, appartenente alla nonna di Alicia che lo aveva ormai ereditato. C'erano ovviamente Zayn, Louis, Liam e Niall; Jesy, Leigh, Jade e Perrie; Eleanor e Danielle; Micheal, Calum, Luke e Ashton insieme a sua sorella. Anche Grant, Cory, Lea, Taylor e Ed erano stati invitati. A malincuore avevano pero' dovuto rifiutare, ognuno impegnato in famiglia.

“Arrivo subito!” Harmonie, che era in bagno a rinfrescarsi il volto, si coprì velocemente le spalle con una copertina in lana bianca e raggiunse il fidanzato in giardino con un sorriso così ampio da rabbrividirlo.

“Questa serata è da ricordare... Per sempre!” Esclamò Liam facendo qualche foto e girando brevi video con il suo iPhone.

“Eh sì, così come il mio lancinante mal di pancia!” La rossa si sedette su un divanetto da giardino, avvolgendosi ancor di più alla coperta, accucciandosi su se stessa.

La giovane aveva le lacrime agli occhi. Erano passati parecchi minuti da quando il suo corpo era stato scosso una prima fitta atroce, senza un apparente motivo.

“Maledizione.” Mormorò portandosi le mani sul ventre. Lo tastò, sentendolo gonfio e duro.

Evidentemente la causa è la troppa Coca Cola che ho bevuto.” Pensò poi, costatando che questo le era accaduto spesso anche da piccola, sebbene non avesse mai comportato così tanto dolore.

“Harm, come va?” Le domandò Perrie sedendosi al suo fianco, insieme a Jade ed Alicia.

“Non bene.” La stylist fece una smorfia così sentita che le tre amiche si guardarono preoccupate.

“E' ora del conto alla rovescia ragazzi!” Esordì Ashton a gran voce, prendendo poi Gemma da parte, cingendola in un caldissimo abbraccio.

Il minore dei fratelli Styles, invece, era pronto ad accendere alcuni fuochi d'artificio insieme a Zayn, sotto lo sguardo da padre protettivo e preoccupato di Liam. Il riccio e il pakistano sbuffarono all'unisono, consapevoli che non sarebbe successo niente di grave anche senza il controllo del castano. Questo, d'altra parte, dopo l'incidente avuto con il suo amico Andy, era diventato, forse inevitabilmente, ancora più premuroso e attento di quanto non lo fosse già stato.

“Cinque, quattro...” Il countdown iniziò.

Lacrime di gioia e malinconia rigarono i volti di tutti i ragazzi, risate amare e altrettanto tristi fecero da sfondo al rumore dei primi botti di fine anno.

“Cazzo.” Imprecò improvvisamente Harmonie rompendo l'atmosfera, contorcendosi dal dolore.

La ragazza volse lo sguardo in basso e notò una chiazza rosso vivo sul cavallo dei pantaloni chiari. Spalancò gli occhi terrorizzata. Tutti si voltarono verso lei con la sua stessa espressione sconvolta quando capirono il motivo del suo spavento. Harmonie incominciò a battere velocemente le palpebre, i suoi occhi rotearono spostando l'attenzione prima al cielo che iniziò a colorarsi a causa dei fuochi d'artificio, poi al resto del giardino, poi ai volti dei suoi amici, a quello di Harry.

Un altro urlo fuoriuscì dalla sua bocca rosea. La ragazza si portò le mani tra i capelli, mordendosi un labbro per cercare di distrarsi dal dolore provato alla schiena, all'altezza dei reni.

“Harry, portiamola al pronto soccorso! Non è normale questa cosa!” Esclamò Zayn, cui sguardo non nascondeva di certo la preoccupazione provata.

“Spero che non sia ciò che penso.” Eleanor, sempre stata parecchio perspicace in situazioni simili, si guardò intorno, lanciando uno sguardo ai suoi amici, poi si avvicinò ad Harmonie.

“Cosa mi sta succedendo? Io il ciclo l'ho avuto già questo mese!” La stylist si toccò con una mano il punto in cui i pantaloni erano macchiati.

Anche le sue dita, a quel gesto, divennero coperte da una patina di liquido rosso fuoco. Come se non bastasse, la diciottenne aveva la fobia del sangue, ogni volta che lo vedeva, anche all'interno della siringa per le analisi di routine, incominciava a diventare pallida.

Per sua fortuna, Harry la scosse, rompendo il contatto visivo con il sangue. La coricò sulle spalle, avvicinandola alla sua Range Rover e sistemandola sui sedile posteriori. Poco importava al riccio se la ragazza gli avesse sporcato gli interni in pelle avana. In quel momento non era di certo quella la sua priorità. Fu Liam a mettere mano sul volante salendo, insieme ad Alicia, nei sedili anteriori. Il diciannovenne gli aveva lasciato il posto, senza dubitare un attimo. Come lo erano tutti, anche lui era consapevole che non sarebbe riuscito a guidare degnamente, non con Harmonie in quelle condizioni. Il cantante si sistemò quindi con la schiena a contatto dello sportello destro, facendo poggiare la fidanzata sulla sua spalla. Questa portò le gambe al petto, cercando di alleviare il forte dolore addominale.

“Scusa.” Mormorò flebilmente al fidanzato, sapendo quanto tenesse a quella macchina.

In tutta risposta, Harry le lasciò un bacio tra i capelli, circondandole la vita per arrivare infine a massaggiarle delicatamente il ventre leggermente gonfiato, probabilmente -pensò lui- a causa dei tanti pranzi e cenoni ultra calorici, tipici del periodo natalizio.

Louis fu l'ultimo ad entrare nell'auto, anche lui vicino alla rossa. La sua compagna dei migliori scherzi, la sua vittima preferita se si trattava di prese in giro. Fidanzata poi con il suo migliore amico che, dai tempi di X-Factor, era diventato come un fratellino minore, solo più divertente. Il castano guardò Harry negli occhi. Notò un alone di terrore tra le sfumature delle sue iridi. In quel momento si sentì impotente e, stranamente, senza la battuta pronta. Dal verde del ragazzo, passò all'azzurro di Harmonie. Paura, angoscia, insicurezza.

* * *

Il viaggio proseguì tacito e veloce. Cartello dopo cartello, semaforo dopo semaforo, Liam sfrecciava nella grande autostrada senza quasi mai diminuire la velocità, distraendosi di rado dalla guida.

I cinque ragazzi arrivarono finalmente al pronto soccorso più vicino, dopo circa un'ora di macchina in cui i dolori di Harmonie non avevano fatto altro che diminuire gradualmente per poi aumentare drasticamente. Harry scese prima di tutti, coricandosi nuovamente in braccio la fidanzata, in un modo che avrebbe avuto un che di magico se lo avesse fatto in un'altra occasione. Infatti quegli istanti avevano ben poco di magico e, come se questo non bastasse, non appena venne toccata, Harmonie sussultò dal dolore, in preda ad un'altra contrazione. Mantenendo il silenzio, sentendo solo il fischio degli ultimi fuochi artificiali, i giovani entrarono in pronto soccorso. Fu Liam ad occuparsi di tutte le pratiche d'organizzazione, ottenendo la possibilità surclassare subito la fila, composta per lo più da ragazzini che avevano azzardato troppo con i fuochi di Capodanno e con l'alcol, rovinandosi la serata prima che questa fosse anche solo iniziata. Alicia lanciò uno sguardo rassicurante alla sua migliore amica, prima che questa entrò in una sala angusta, in cui l'odore di disinfettante sovrastava tutti gli altri.

* * *

“Buonasera.” Una ginecologa dall'aria afflitta accolse i ragazzi, con un flebile sorriso a curvarle le labbra.

La donna era una signora cicciottella di mezz'età. Alcune rughe, sul contorno occhi in particolare, le davano un'aria materna, capace di rassicurare anche la paziente più angosciata, capace di rassicurare Harmonie.

“Allora... Harmonie Stoner, giusto? Io sono la dottoressa Sprite, piacere.” Si presentò poi, ricordandosi di aver visto la rossa in alcune riviste della figlia quattordicenne.

“Sì.” Acconsentì la stylist dandole la mano destra, incapace di sorridere o aggiungere altro.

“Sono abituata a dare del 'tu' a pazienti giovani, spero non vi scocci.” Spiegò la ginecologa continuando a sorriderle calorosamente.

“Va benissimo.” Le rispose Harry distratto dal cercare nei suoi occhi una risposta, una spiegazione a tutto ciò che stava accadendo.

“Harry, se Harmonie vuole, puoi restare, altrimenti aspetta in sala d'attesa.”

“Resta.”

“Le sfili tu i pantaloni? Io dovrei accendere l'ecografo.” Spiegò la donna, avvicinandosi ad un grande macchinario, collegato ad uno schermo ultrapiatto attaccato al muro.

“L'ecografo?” Domandò Harmonie strabuzzando gli occhi.

Anche Harry si accigliò, sbattendo velocemente le palpebre, confuso. Entrambi i ragazzi non capirono subito la situazione. Un magone improvviso, pero', fece perdere loro la parola, la capacità di articolare una frase di senso compiuto.

“Harmonie, dobbiamo controllare se il bambino è ancora vivo.” Mormorò con ovvietà la ginecologa spalmando del gel sul basso ventre della ragazza, lasciato scoperto.

“Che cosa?!” Harmonie sbarrò gli occhi, incatenando lo sguardo a quello di Harry.

Nella sua testa, quasi fossero parte di un film, si ripresentarono scene da lei vissute poco tempo prima.

Lei e il riccio, intenti a scambiarsi coccole sul divano, diventate poi fin troppo maliziose, fin troppo spinte per rimanere tali. Il profilattico, levato via evidentemente in anticipo, buttato infine nel secchio.

Ma allora, come spiegare le perdite di sangue avute a Novembre e a Dicembre? Una vita aveva incominciato a svilupparsi nel suo corpo e la rossa, forse troppo giovane ed ingenua non se ne era neanche resa conto.

“Non sapevi... Non ti eri accorta di essere incinta?” Domandò la ginecologa leggermente sorpresa.

“La pancia non si è gonfiata... Ho messo su un chilo, ma pensavo fosse collegato a questo periodo in cui i pranzi e le cene in famiglia e tra amici abbondano... Ho avuto le mestruazioni...” Blaterò confusionariamente Harmonie, cercando ancora di realizzare ciò che le aveva rivelato la donna difronte a lei.

“Le perdite, tipiche dei primi mesi, spesso vengono confuse con il ciclo. Inoltre, durante le prime quindici settimane la pancia può esser vista come un lieve gonfiore.” Mormorò la signora Sprite, sentendosi quasi in colpa per le sue parole.

“Non ci posso credere.” La rossa si portò d'improvviso le ginocchia al petto, stringendole con una stretta di braccia, fregandosene del gel sul suo addome, dei vestiti parzialmente sfilati, di tutto.

Che sciocca a pensare che in quel modo il feto non l'avrebbe davvero abbandonata, non l'avrebbe lasciata sola. Lacrime copiose scesero lungo le sue guance, raggiungendo lo scollo del maglioncino.

“Avrò fatto qualcosa? Un movimento sbagliato?” Si domandò piangente Harmonie, stropicciandosi gli occhi chiari ed impiastricciandosene inevitabilmente il contorno.

“Harm, tu non c'entri niente.” Harry si sedette sul lettino, accanto alla fidanzata, poggiando infine il mento sulla sua spalla.

“E' colpa mia? Se il bambino è morto... Sono io la colpevole? Sono io l'assassina?” La ragazza aveva bisogno di una certezza.

“No, piccola. Adesso ti spiego. Durante le prime settimane c'è una possibilità di aborto spontaneo pari al circa il 37% che poi diminuisce, ma resta comunque alto sino al quarto mese. ” Le rispose la Sprite, accendendo l'ecografo.

“In ogni caso, adesso controlliamo con la sonda. Così capiamo se si tratta davvero di aborto o se è solo un falso allarme...” Aggiunse infine. Nel suo tono di voce Harmonie non colse un briciolo di speranza.

“Da come lo capiremo?” Domandò ingenuamente Harry, asciugandosi un'ultima lacrima, prima ancora che questa cadesse sul suo volto.

“Dal cuore.”

Il tempo sembrò arrestarsi. Attesa, ansia. Harmonie si guardò intorno. In un attimo riuscì a focalizzare migliaia di piccolissimi dettagli. Le crepe dell'intonaco rovinato, il rumore del macchinario azionato, il respiro di Harry sul suo collo, la sensazione di protezione che le davano le sue mani sulle proprie spalle. La Sprite poi posò la sonda sul suo ventre, spalmandovi così ancor di più il gel trasparente. Un'immagine apparve immediatamente sullo schermo. Un piccolo fagottino scuro, dalla forma allungata, fu subito visibile, in contrasto con lo sfondo chiaro. La ginecologa deglutì. Il battito non c'era.

“Non... Non batte. Non batte più!” Urlò Harmonie, contraendosi su se stessa.

Le sue labbra tremarono, così come il suo corpo che fu travolto da spasmi incontrollati. La ragazza non tentò nemmeno di mantenere un certo contegno, portandosi le mani tra i capelli, tirandosi qualche ciocca. Tutto quello che stava accadendo era un incubo, un incubo da cui pero' mai avrebbe potuto svegliarsi.

“Te lo immagini come sarebbe stato? Diventare genitori così presto, intendo. Se da una parte penso che forse è stato meglio così, dall'altra non posso evitare di pensare, di vedere, nella mia mente, un bambino dai ricci rossi, gli occhi azzurri e le fossette sulle guanciotte. O ad una bambina dai capelli lunghi, gli occhi verdi e le fossette di Venere sulla schiena, come le mie...” Harmonie alzò gli occhi al soffitto, incapace di descrivere a parole, di far capire al cantante le sue emozioni, la sua delusione. Un dolore sordo. Intimo. Profondo. Indescrivibile.

“Oh Harry!” Gridò poi, non riuscendo a proferire altra parola. La rossa subito dopo serrò i denti e mise a tacere il dolore che si stava diramando dentro di lei, com'era giusto fare.

Harry guardò la fidanzata negli occhi, rossi, gonfi, umidi.

“Ci sono io.” Le mormorò dolcemente, catturando una sua lacrima tra il medio e il pollice.

“Ci sono io.” Ribadì poi.

“Cosa le farete?” Domandò Harry, sedendosi sul lettino ospedaliero, stringendo a sé la fidanzata, carezzandole la schiena per tranquillizzarla.

“Un raschiamento. E' un'operazione che si svolge in anestesia totale e servirà per rimuovere il feto.”

“L'intervento vero e proprio durerà sì e no dieci minuti, poi dovresti stare qui un giorno. Dico 'dovresti' perché in realtà, con calma, potresti anche tornare subito a casa.”

“Intervento.” Harry deglutì.

Il suo cuore aumentò il ritmo dei battiti mentre i ricordi dell'anno ormai passato rivivevano nella sua mente, quei ricordi dei giorni in ospedale, quelli della paura provata nel sapere Harmonie in fin di vita.

“Harmonie, dovresti firmare i documenti necessari. Prima asportiamo il sacco vitellino, meglio è.”

“Okay. Va bene.” Rispose sicura la ragazza.

Haz... I miei genitori. Falli venire, ti prego.” Aggiunse poi e nel parlare volse lo sguardo ad Harry.

“Non accadrà niente di brutto, nient'altro.” Cercò di autoconvincersi il riccio.

La sua agitazione era tangibile nell'aria. In poche ore, quella notte, aveva scoperto che sarebbe potuto diventare padre. Il riccio uscì dalla sala, andando nel corridoio. Non rivolse parola a nessuno dei suoi amici, non si sedette sulle sedie, ma sul pavimento. Si portò le mani tra i suoi ricci, incatenando la testa con le ginocchia. Sarebbe stato un bravo padre, in fin dei conti. Avrebbe protetto il suo bambino. Lo avebbe incitato ad essere un ragazzo degno d'ammirazione, la avrebbe incitata ad essere una ragazza con la testa sulle spalle. Certo, sarebbe stato strano e faticoso. Una carriera che sembrava essere solida più che mai, un tour che stava per cominciare, ore in studio di registrazione per l'album che doveva iniziare, insieme ai suo “fratelli”, a registrare. Harmonie, il film. Sicuro sarebbe stato rimandato ancora. Questo lo avrebbe retto sicuramente la rossa, anche se con un po' di tristezza. Ma, insomma, il passare le giornate con lui, sotto le coperte magari, con una bella cioccolata calda e le fragole accanto, anche se fuori stagione, a vedere un bel film sul divano sarebbe stata una buona alternativa. Harry pianse ancora, in silenzio, in segreto. Da quanto non aveva sentito la necessità di piangere da solo? Ormai c'era la stylist con lui e se non c'era lei ci pensavano i ragazzi. Quella volta pero' lui sapeva che nessuno di loro lo avrebbe capito e anche che Harmonie, vedendolo piangere non si sarebbe di certo calmata. La perdita di un figlio era una cosa intima, individuale. In più, a questa tristezza infinita, si aggiungeva anche la preoccupazione per la fidanzata. Harry non solo aveva timore che non sarebbe del tutto riuscita a superare questa perdita, ma era anche agitato e isterico per l'operazione, sebbene non lo volesse dare a vedere né ammettere a se stesso. Così attese che il tempo passasse, così cercò di concentrarsi sul cellulare, spedendo a raffica messaggi di auguri, rispondendo a questi. Arrivò il resto del gruppo, infine i genitori della fidanzata e sua madre. Gli andarono incontro appena lo videro. Tom, dagli occhi così azzurri quanto quelli di Harmonie, lo convinse ad alzarsi in piedi, lo tirò a sé stringendolo con fare paterno. L'uomo si ricordò di quando quel ragazzo, qualche mese prima, aveva fatto lo stesso con lui, il giorno in cui, dopo anni, rivide la figlia morente su un lettino da ospedale. Quel ragazzo che, da quando era diventato l'idolo della sua “bambina”, aveva sempre considerato montato, falso. Quel ragazzo che adesso considerava come un figlio, quel ragazzo che non si azzardò a strillare per la poca attenzione che aveva prestato nello sfilarsi il profilattico al momento giusto, quel ragazzo che piangeva sul suo torace da uomo maturo, che, con il tempo, aveva incominciato ad ammirare. Dalle braccia di Tom, Harry passò in quelle di Anne e Claire. Le due donne reagirono come lui. Si limitarono a consolarlo, sussurrandogli dolci parole, dicendogli che, a tempo debito, sarebbe diventato un ottimo padre, il migliore tra tutti. Louis rivolse lo sguardo all'amico, così come fecero tutti i ragazzi che ormai avevano occupato interamente il corridoio, chi sedendosi sulle panche, chi a terra. Gemma, in particolare, fu la prima a non riuscire a trattenersi dallo stringere Harry tra le braccia. Aveva “rischiato” di diventare zia. Ne era sicura, sarebbe stata più che felice a viziare il suo nipotino o la sua nipotina, ma qualcosa nel destino, evidentemente, aveva impedito che questo si realizzasse. Dall'alto dei suoi ventisei anni pero', la neolaureata, riuscì a capire che in quel momento sarebbe stata prematura una nascita simile. Dopo lei, in successione, il “piccolo” Styles, fu stritolato un po' da tutti, spesso letteralmente. E infine? Al gruppo non restò che attendere il risveglio della ragazza che, nel frattempo, aveva sostenuto con successo l'intervento.

* * *

“E' andata, è finita Harm.” Harry si avvicinò alla fidanzata. La strinse a sé, posandole un bacio sul collo.

La ragazza si era svegliata dall'anestesia totale giusto qualche attimo prima. Dell'operazione non ricordava nulla, neanche del momento precedente a questa, quando i medici le avevano fatto indossare un camice verde acqua prima di entrare in sala operatoria.

Harmonie si guardò intorno spaesata. In una piccola stanza singola da ricovero c'era gran parte dei suoi amici, arrivati insieme ai suoi genitori e ad Anne.

Numerosi paia di occhi la osservarono, non sapendo cos'altro fare. I ragazzi avevano paura che la Harmonie avrebbe reagito male ad un loro gesto, ad una loro parola.

"I bambini sono angeli senza ali, che ci manda il cielo per essere più buoni..." Mormorò Louis rompendo il silenzio, girando per la stanza.

"Quando nasce un bambino il mondo fiorisce." Aggiunse Zayn con ingenuità, avvicinandosi all'amica, sorridendole incastrando la lingua tra i denti bianchi.

Perrie guardò il marito con dolcezza, sedendosi con lui sul bordo dello scomodo letto in cui era sdraiata la rossa.

"Dannazione. Proprio per questo i bambini non muoiono, non possono." Niall batté la mano sul davanzale della finestra, guardando il panorama, facendo di tutto per evitare di piangere davanti alla rossa.

"...Sono troppo belli, troppo puri." Spiegò Liam e una lacrima, inevitabilmente, gli rigò il volto, arrestandosi solo quando incontrò quel principio di barba che il ragazzo lasciava spuntare lungo le mascelle.

Pensò a se stesso, quando da neonato aveva sfidato la morte, nascendo con un solo rene funzionante. Il castano rabbrividì e allora Danielle, la ragazza che lo aveva sempre e solo amato e sostenuto, lo abbracciò forte.

"Continuano a vivere nei nostri cuori..." Gemma si accoccolò sulla spalla di Ashton, sospirando pesantemente.

Dio solo sapeva quanto lei amasse quello splendido ragazzo. In un mese le aveva travolto piacevolmente la vita, riempito le sue giornate con un'allegria immensa.

"Infine mettono le ali e raggiungono il cielo." Farfugliò impacciatamente Luke, con un po' di imbarazzo.

"Se ne vanno solo per un po'." Dissero in coro Calum e Michael, sorridendo quando si resero conto di essere diventati, con il tempo, perfettamente coordinati.

"Raggiungono le stelle e nascono di nuovo, in un altro corpo." Sussurrò Jade con amarezza.

"Pensa ai bambini che muoiono di fame tutti i giorni, a causa delle guerre, pensa a quelli che muoiono ancor prima di nascere. Non lo fanno davvero. Vanno solo in un posto migliore, aspettando di tornare." Alicia si avvicinò ad Harmonie, la strinse in un lungo abbraccio. La stylist era ancora scioccata, del tutto.

"Piccola mia." Mormorarono Claire e Tom.

Con le lacrime agli occhi si guardarono in torno. Quantomeno la loro bambina non era sola, ma con lei aveva degli amici meravigliosi e un ragazzo altrettanto unico e speciale. Anche loro abbracciarono Harmonie, più intensamente che poterono. Fu in quel momento che la ragazza si sfogò con un ultimo pianto liberatorio, singhiozzando e sbavando leggermente, stropicciandosi gli occhi come fosse una bambina, infine si addormentò tra le braccia della madre.

* * *

“Come stai?” Domandò Harry sistemando le cose portate in ospedale nel borsone, prima di andare via.

Il giorno di degenza era finito, Harmonie sarebbe tornata presto a casa.

“Mh, così.” La rossa fece spallucce e fu felice quando si rese conto che riuscì a non piangere ancora un'altra volta.

“Tra qualche anno ti andrebbe di provare seriamente?”

“Non stai scherzando.”

“Eh, no.” Ammise il riccio voltandosi per abbracciare la fidanzata.

“E se dovesse andare male?” Chiese questa. In quel momento, la paura sembrò stringerle, la bocca le si riempì di saliva, come ogni qualvolta stava per piangere.

“Ci riproveremo.”

“E...”

“E ce la faremo. Diventeremo genitori, insieme.” Harry alzò il viso alla ragazza, dandole poi un bacio sulla punta del naso.

“Sono triste. Mi sento svuotata. Pensare che, fino a poco fa, una vita si aggrappava al mio ventre..." Harmonie scosse la testa coprendosi gli occhi con una mano fredda per il rilassarsi.

“Pensa che adesso avrai un bel po' di tempo per riposare. Poi ci sarà il film... E infine dovrai assistere cinque ventenni con un comportamento da dodicenni in tour... Forse questo non avrei dovuto ricordartelo.” Harry sorrise, ridendo delle sue stesse parole. I suoi occhi pero' erano tutt'altro che felici.

“Sai sempre come farmi tornare il sorriso, non ho ancora capito come tu ci riesca.” Dalle labbra di Harmonie fuoriuscì uno sbuffo divertito. La ragazza poi si alzò sulle punte, riuscendo così a baciare l'angolo della bocca carnosa del riccio.

“Non ti so rispondere, ma so per certo che ti amo, che sei tutta la mia vita, che riesco ad immaginarmi questa solo se vissuta al tuo fianco... E non provare a darmi dell'esagerato, perché il mio sentimento per te è una delle poche certezze che ho.” Harry concluse la sua ennesima dichiarazione con un sorriso, poi, con lentezza, prese in braccio Harmonie, poggiandola su una cassettiera dietro a lui. Lei strinse le gambe intorno al suo torace, lui aumentò la stretta dell'abbraccio.

I due si baciarono, così intensamente che il mondo parve scomparire intorno a loro. I rumori cessarono di esistere, rendendo udibile solo quello dello scoccare delle loro labbra unirsi in piccoli, umidi baci e quello di alcune carezze.

"Resisti." Pensò Harry mentre una lacrima scese lungo il suo viso, bagnando anche quello di Harmonie.

"Ricomincio da qui. Tu, pero', prendimi per mano e non lasciarmi andare via." Facendo questa tacita richiesta al riccio, fu la rossa a far intrecciare le loro mani.

In quel momento una sua lacrima si mischiò indissolubilmente con quella di Harry, diventando una cosa sola, come lo erano le loro anime.


(◕‿◕)/Spazio autrice\(◕‿◕)

Eh insomma... Mi mancavano tantissimo il riccio e la rossa! Sono così felice di esser tornata a scrivere su di loro... Okay, io vi giuro che avevo pensato ad una storia allegra, ma alla fine, la parte più masochista di me stessa ha vinto, alla grande. C'è da dire che questa Shot mi sta davvero a cuore, così come l'argomento che tratta. Non so spiegarvi a parole i pianti che mi sono fatta scrivendola. Ho pensato come se fossi una madre e vi giuro che mi è salito il magone. Io spero di non avervi deluso mie care, vecchie, dedicate lettrici. Vi ribadisco che tra un mese, anche prima, posterò un'altra OS. Vi invito a dirmi il genere o il tema su cui vorreste fosse incentrata. Sono aperta a tutte le proposte, davvero! Tutto pur di rendervi allegre!
Sfrutto quasto spazio autrice anche per ringraziarvi. H2 ha superato le 1250 recensioni, i 500 inserimenti tra preferite/ricordate/seguite e io sono nella lista di autori preferiti di 55 persone. Ancora non riesco a credere a tutto ciò.

Come forse saprete, inoltre, ho iniziato una nuova fanfiction, A-N che ha raggiunto un successo che non credevo possibile, davvero. Sono solo cinque capitoli per ora e spero che farete un salto a leggerla visto che ci tengo tantissimo, visto che, in qualche modo, è anche grazie a voi se H2 mi ha fatto maturare come scrittrice.
Se cliccate sul banner andrete direttamente alla storia, vi incorporo anche il trailer.




Spero continuiate a segurmi e, vi prego, recensite. Sono curiosa di sapere se vi ho deluse, o meno. ❤
Ci becchiamo tra un mese!
Giorgixx
 
   
 
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