Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: Danytav86    26/01/2014    1 recensioni
Ispirato al film fatto Capitan Harlock.
Spero sia di vostro gradimento!
Ciao!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Harlock, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mio nome è Marika e, come la maggior parte delle persone, sono emigrata dalla Terra su Marte, a causa di un'antica guerra chiamata “Come Home”. Il pianeta Terra è stato raso al suolo, ci sono solo lande desolate, tempeste e vortici di sabbia. Sul pianeta Terra non c’è più possibilità di vita, almeno così si diceva … Tutto questo è stato causato da un unico uomo, che insieme al suo equipaggio, ora naviga nelle galassie da pianeta, a pianeta, per rimediare al suo disastro. Il suo nome è Capitan Harlock, definito anche uno spettro-pirata, che viaggia a bordo della sua nave, con un teschio, di nome Arcadia. Noi non lo chiamiamo spettro-pirata, ma solo Capitan Harlock, il pirata delle galassie. Tutte le persone, compresa io, che hanno dovuto lasciare il loro pianeta natio, la Terra, detestano il Capitan Harlock. Io pensavo che avrei odiato per sempre quest’uomo, ma non fu così …
Io avevo sentito tante storie sul Capitan Harlock e su come cercava di aiutare le altre popolazioni delle galassie. Quindi, iniziai ad apprezzarlo e ad amarlo, però poi ripensai a ciò che aveva fatto e alla disperazione che aveva creato, in me e alla popolazione, così cominciai di nuovo ad odiarlo. Un giorno, mentre facevo una passeggiata, rivolgendo lo sguardo alla Terra, con la speranza di rivederla azzurra e splendida, sentì dei ragazzi che gridavano:
< Arriva! Sta atterrando l’Arcadia! >. A quelle affermazioni, il mio cuore cominciò a battere forte, poi decisi di seguirli e vidi che l’Arcadia, la nave del Capitan Harlock era atterrata. Rimasi a distanza e osservai le persone che erano lì davanti, che gridavano:
< Vai via! Non ti vogliamo qui, sparisci maledetto pirata! >
A un certo punto, si aprì il portellone della nave e vi comparve un ragazzo, con una benda sull’occhio destro, come quella del Capitan Harlock, che disse:
< Cittadini della Terra, calmatevi! Il mio nome è Yama e sono qui, insieme al mio capitano, per farvi vedere che sulla Terra sta tornando la vita! > Ci mostrò un contenitore di vetro, al cui interno c’era un bellissimo fiore bianco. Tutti noi rimanemmo esterrefatti da quel fiore, poi Yama continuò:
< Sì. Oltre a questo fiore ne stanno nascendo degli altri, quindi non perdete la speranza, presto tornerete sulla Terra >. Al fianco di Yama, comparve il Capitan Harlock, che ci guardava con dolore e dispiacere. Una giovane donna gli disse:
< Perché sei tornato? Maledetto, sei stato tu a distruggere la Terra! Torna da dove sei venuto, non ti vogliamo qui! > Yama cercò d’intervenire, ma il capitano con un gesto lo fermò. Altri gridarono contro il pirata delle galassie, poi il capitano disse:
< Avete ragione … Avete tutto il diritto di odiarmi! Io non volevo causare tutto questo! Quel maledetto giorno, io come gli altri, volevo solo tornare a casa, sulla Terra. Purtroppo ho commesso un grave errore, preso dall’ira, che è costato caro a me e a tutti voi. Vi chiedo perdono! Io sto viaggiando per le galassie, da pianeta a pianeta, per espiare le mie colpe e aiutare gli altri a non abbandonare i loro pianeti, impedendogli, anche, di commettere il mio stesso errore! Magari, quando la Terra rinascerà, un giorno anch'io e il mio equipaggio, potremmo tornare a casa >. Tutti rimasero in silenzio, io restai sbalordita, in modo positivo, da quelle parole. Un vecchio di nome, Josè, si avvicinò a Yama e al Capitan Harlock, poi disse:
< Pirata delle galassie, noi sappiamo tutta la tua storia. Parlo in nome di tutti i cittadini della Terra, noi ti perdoneremo, ma il nostro dolore è molto profondo. Credo che tu capisca il nostro odio, che presto svanirà, in fondo hai distrutto la nostra e la tua casa! >. Tutti acconsentirono a quelle parole, poi il capitano disse:
< Si capisco … ma vi ringrazio anche solo perché cercherete di perdonarmi e far sparire l’odio che provate per me >. Yama sorrise, io invece ero combattuta dall’odio e dalla gioia, di vedere il capitano libero. Però, ripensando a un evento che cambiò la mia vita, a causa del capitano, decisi di percorrere la strada dell’odio. Infatti, non approvavo la scelta della popolazione della Terra, di perdonare il capitano. Guardando Yama, il Capitan Harlock e i cittadini che erano tornati alle loro faccende, come se non fosse successo niente, con rabbia dissi:
< Cittadini della Terra, che vi prende? Vi comportate come se questo pirata fosse uno di voi, avete già dimenticato che cosa ci ha fatto? Vi siete fatti abbindolare dalle sue parole, siete ridicoli! > Tutti si fermarono e mi guardarono, lo stesso fecero Yama e il Capitan Harlock, rimanendo senza parole. Allora, il vecchio Josè, si avvicinò a me e disse:
< Figliola ora basta, il passato è passato! Quest’uomo si è sinceramente pentito per ciò che ha fatto e sta cercando di rimediare al suo errore. Perché continui a odiarlo, nonostante noi tutti abbiamo deciso di perdonarlo, anche se, prima che riusciremo  a fidarci di lui, ne passerà di tempo >. Allora io dissi:
< Siete degli sciocchi! Il passato non si può cancellare così facilmente, vergognatevi! Io non lo farò, non lo perdonerò mai! > Intervenne Yama:
< Ascolta perché non riesci a lasciarti il passato alle spalle? Il Capitan Harlock è cambiato, anche se il rimorso per ciò che ha fatto, lo sta perseguitando da tutta la vita, lui cerca di rimediare aiutando gli altri!> Io lo guardai con gli occhi lucidi, poi dissi:
< Quel giorno, quando il tuo capitano si stava vendicando di coloro che gli avevano impedito di tornare sulla Terra, incurandosi della gente che viveva lì, lanciò, dalla sua maledetta nave, un raggio devastante, che colpì in pieno la mia casa, come altre, uccidendo la mia famiglia! > Yama, il Capitan Harlock e gli abitanti rimasero ammutoliti. Io, ormai, sopraffatta dall’odio e dalla disperazione gridai:
< Ha ucciso tutta la mia famiglia, eliminando: mia madre, mio padre e mio fratello maggiore! A causa sua io sono rimasta sola, non ho più nessuno! Io odio il tuo capitano e non lo perdonerò mai! > Con quelle parole io, pensai di aver cancellato, dal mio cuore l’amore che provavo per quel capitano. M’inginocchiai e piansi. Yama mi guardava sconvolto e il capitano mi fissava con dolore, ma senza dire niente. Il vecchio Josè si diresse da me, mi mise una mano sulla spalla e disse:
< Povera ragazza mi dispiace veramente tanto per te. Come ti chiami? > ed io:
< Mi chiamo Marika … > lui mi sorrise e disse:
< Marika, ora capisco il perché di tanto odio verso qest’uomo, ma devi farti forza e andare avanti. Sai altre persone hanno perso la famiglia, quel tragico giorno, ma nonostante tutto hanno deciso di perdonare il Capitan Harlock. Dovresti farlo anche tu, altrimenti non vivrai mai felice> Io lo guardai con rabbia, spostai il suo braccio, mi alzai e dissi:
< No, non lo farò mai! Solo con l’odio io potrò stare bene e se continuarlo a odiare mi renderà felice, lo farò! > Detto ciò guardai, un'ultima volta, con disprezzo Yama e il Capitan Harlock, poi andai via. Il capitano era rimasto sconvolto dalle mie parole, poi guardò Yama e insieme con lui risalirono sull’Arcadia. La nave stava per decollare, ma poi fu colpita, all’improvviso, da dei raggi che la danneggiarono, così fu costretta ad atterrare di nuovo. I cittadini, si voltarono verso quei raggi che erano stati lanciati e videro che a farlo erano state delle navicelle di alcuni soldati. Il portellone dell’Arcadia era stato danneggiato, quindi quando la nave atterrò, esso si aprì. I soldati scesero dalle navicelle ed entrarono nell’Arcadia. Tra i soldati, il Capitan Harlock, con il suo equipaggio, iniziò una cruenta battaglia. Essa durò parecchio ma poi si concluse, con la vittoria dei soldati, che catturarono il Capitan Harlock, insieme al suo equipaggio e li trasferirono su una nave che era ferma in alto, l’Oceania. Dalla nave trasmisero un messaggio, ai cittadini della Terra, che il Capitan Harlock,insieme al suo equipaggio, sarà giustiziato. I cittadini rimasero scioccati da quel messaggio di condanna a morte per il capitan Harlock, ma non potevano far nulla per lui. Yama e gli altri dell’equipaggio erano stati in imprigionati in una cella con delle sbarre laser, il Capitan Harlock fu portato in una stanza di tortura e incatenato. Yama era furioso, vide una guardia e disse:
< Maledetti dove avete portato il capitano? Come sapevate che noi eravamo atterrati su Marte? > La guardia lo fisso e disse:
< Fai silenzio! Questi non sono affari tuoi! > poi se ne andò, Yama era sempre più furioso. Intanto, nella stanza in cui era rinchiuso il capitano, entrò un comandante supremo delle guardie e della giustizia, che disse:
< Bene, era da tanto tempo che volevo catturarti ed eliminarti, mio caro Capitan Harlock. Non vedo l’ora che tu muoia! > Il capitano lo guardò e disse:
< Tu chi sei? > e lui:
< Io sono Shiba, questa nave è mia e sono colui che ti ucciderà! > il capitano disse:
< Perché? > e lui:
< Perché tu e il tuo equipaggio siete un pericolo per la nostra esistenza. Per questo dovrete sparire per sempre! > il capitano esclamò:
< Maledetto! > Shiba rise, poi aggiunse:
< Ah dimenticavo … c’è una visita per te, anche se non è di cortesia! > Il Capitan Harlock guardò Shiba e, dopo che lui fece un gesto con la mano, al suo fianco comparvi io. Il capitano rimase sorpreso e stupito dalla mia vista, poi disse:
< Tu? Che cosa ci fai qui? > Io lo fissavo ma non gli rispondevo, Shiba gli disse:
< Sai, Capitan Harlock, è stata lei a dirci che voi eravate atterrati su Marte, quindi vi abbiamo attaccato e catturati >. Il capitano mi guardò turbato e disse:
< Che cosa? > ed io:
< Esatto, sono stata io ad avvisare il comandante supremo Shiba e i suoi soldati, della vostra presenza. In modo che così lui, porrà fine alla tua esistenza ed io avrò la mia vendetta! > Il capitano disse:
< Lo so che mi odi, ma devi ascoltarmi … > io in silenzio rimasi a guardarlo. Il Capitan Harlock continuò e mi disse:
< I miei compagni non centrano niente con questa storia, falli liberare e giustiziate solo me! >. Io l guardavo e il cuore ricominciò a battermi forte, intervenne Shiba che disse:
< Smettila tu morirai e la stessa sorte toccherà al tuo equipaggio! > poi Shiba si voltò verso di me e disse:
< Forza signorina Marika, ora andiamo via … > Guardai di nuovo il capitano, poi mi girai per  avviarmi verso l’uscita. Il capitano mi guardava con sofferenza, mi disse qualcosa, a bassa voce, ma non riuscì a sentirlo. Decisi di capire che cosa mi voleva dire e mi diressi di nuovo da lui. Il comandante Shiba cercò di fermarmi, ma io lo rassicurai e gli dissi che se il Capitan Harlock, avrebbe cercato di farmi del male, io lo avrei ucciso con la pistola che mi era stata data. Il comandante, anche se titubante, si rassicurò e decise di aspettarmi fuori dalla stanza.
Entrai e la porta si richiuse dietro di me. Mi avvicinai al capitano e dissi:
< Che cosa mi hai detto? > e lui, con fatica disse:
< Ti ho solo chiesto scusa, mi dispiace … > ed io con indifferenza dissi:
< Tutto qui? Bè, non m’interessato le tue scuse, ormai è troppo tardi per porgerle … > Me ne stavo andando e lui disse:
< Aspetta! Ascoltami … > ed io, aggiunsi:
< Ancora, si può sapere che cosa vuoi da me? > e lui disse:
< Odiami se questo ti fa stare meglio … Marika, sappi che io non volevo uccidere la tua famiglia e creare tutto questo dolore. Volevo solo punire l’ingiustizia che io e le altre persone, avevamo subito. Il mio desiderio era solo quello di tornare a casa, sulla Terra, dove la maggior parte di noi è nata >. Io rimasi turbata da quelle parole, il cuore mi batteva ancora forte, poi mi calmai e dissi:
< Per il tuo desiderio, hai distrutto la vita d’intere famiglie e persone innocenti. Come puoi lasciarti tutto alle spalle, cancellando il passato! > e lui disse:
< Non cancello il passato e non mi lascio nulla alle spalle. Come ti ha già detto Yama, il rimorso per quello che ho fatto mi perseguita da tutta una vita e lo farà per sempre. Ora l’unica cosa che ti chiedo e quella di far liberare i miei compagni. Loro non centrano niente, ti prego! > Io, lo guardai turbata e confusa, con gli occhi lucidi e il mio cuore batteva all’impazzata. Presa dal panico scappai, lasciando lì il Capitan Harlock, senza dargli nessuna risposta alla sua richiesta. Intanto nella prigione, Yama riuscì a trovare un modo per scappare e, insieme ai suoi amici, s’impadronì di alcune armi e combatterono contro i soldati, per trovare il Capitan Harlock. Mentre correva, Yama, mi vide al fianco del comandate supremo, si diresse verso di noi, io lo vidi e rimasi immobile. Yama mi disse:
< Marika, che ci fai qui? Non sarai stata tu, a dirgli dove eravamo atterrati? > Io continuavo a guardarlo, ma non dissi nulla. Intervenne il comandante che disse:
< Sì, è stata lei a riferirci dove eravate … > E Yama, guardandomi stupito,  disse:
< Che cosa? Perché … e poi chi è quest’uomo? > io rimasi sempre in silenzio. Allora il comandante disse:
< Io sono il comandante supremo Shiba e questa è la mia nave! Lei ci ha riferito, dove eravate, perché vi odia, ma soprattutto odia il vostro capitano >. Yama esclamò:
< No, non ci credo! > a quel punto intervenni io:
< Yama ora basta, mi hai stufato! Vattene da qui! > e lui:
< Mai! Non me ne andrò senza il mio capitano, lo salverò a tutti i costi!>.
Io rimasi stupita dalle sue parole, allora il comandante Shiba, mi disse:
< Signorina Marika, vada via da qui. Mi occuperò io di questo stolto ragazzo e dei suoi compagni! > Io acconsentì e andai via, Yama gridò il mio nome, ma io non lo ascoltai. Il comandante Shiba, rivolgendosi a Yama, disse:
< Ehi ragazzo, smettila! Preparati a morire … > Tra Yama i suoi compagni, il comandante Shiba e i suoi soldati, scoppiò una battaglia. Però, all’interno dell’Oceania iniziò una vera e propria guerra, che danneggiò la nave. Alcuni amici dissero a Yama, di andare avanti, di cercare il loro capitano e salvarlo. All’inizio Yama era titubante e non voleva lasciarli, ma poi lo convinsero a farlo. 
   
 
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