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Autore: Smaragdine_99    27/01/2014    0 recensioni
La mia è una raccolta di OS,ogni storia tratterà un argomento,una storia,una vita diversa. Ogni storia ha la sua anima e ogni anima ha il suo tempo.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Essere il figlio di una prostituta non era per nulla facile e Jason lo sapeva,lo sapeva da quando aveva tre anni e come ninna nanna invece delle solite canzoni smielate aveva i gemiti sforzati della madre.

Suo padre aveva abbandonato lui e la madre, Cristal quando lui era ancora in fasce e non sapeva nemmeno dire mamma,era uscito con chi sa quale scusa dalla porta sfasciata della casa e dalla vita sfasciata quanto la porta delle due persone che ci vivevano dentro.

Sua madre, da quel momento,aveva fatto ogni lavoro possibile della zona per mantenerli, comprargli quello che serviva da vivere e nonostante alcuni fossero di seconda mano riusciva ad andare avanti,a tirare avanti con un figlio e una casa sulle spalle.

Ha tirato avanti per quasi tre anni,però poi la licenziarono da ogni cosa,per via della crisi,fra centinaia di donne lei era stata mandata via,lei e forse qualche altra che non sentiva o vedeva più.

Nella disperazione decise di fare il mestiere più vecchio del mondo,il suo aspetto la favoriva,ma li,in quelle strade,se aprivi le gambe per meno di 100 sterline l'aspetto non contava più di tanto.

Il primo giorno,Jason,non lo scorderà mai nonostante avesse solo tre anni,ricordava perfettamente i gesti di sua madre.

Era entrato nella stanza con un orsacchiotto rattoppato con vecchi stracci nella mano destra e la copertina stretta in quella sinistra che scivolava a terra come uno straccio per pulire i pavimenti,sua madre era davanti ad uno specchio logoro e antico,molto probabilmente lo tramandavano da generazioni.

Non era coperta quasi per nulla,un bustino blu e un paio di calze a rete nere le contornavano le curve,i tacchi troppo alti ricoprivano i piedi e lo scollo del seno era vertiginosamente ampio,coperto solamente dai capelli biondi che le scendevano dalle spalle fino al pizzo che contornava il bordo del bustino come fili d'oro.

Alzando lo sguardo ci soffermava di sicuro sul viso,giovanile e fresco con le gote rosa,accentuate dal trucco che stava mettendo,le labbra carnose ma non troppo cerchiate di rosso e gli occhi,color dei prati in estate contornati da un trucco fin troppo pesante,arrossati per le lacrime contenute.

Sul legno del mobile vicino allo specchio spiccava una foto,due giovani totalmente diversi tra loro ma con un solo particolare in comune,il largo sorriso sui loro volti mentre si abbracciavano,gli abiti erano quelli di due sposi,Jason guardò la foto,era suo padre quello.

Dopo tre anni,la sua madre adorata non era riuscita a togliere quella foto,il bambino ne osservava ogni singolo particolare,prima il volto della madre,poi quello del padre sconosciuto,anch'esso aveva i capelli biondi ma gli occhi erano grigi,come le nuvole di una tempesta.

Jason si avvicina alla sedia e con un dito tocca il braccio della madre,richiamandone l'attenzione,lei subito lo prende in braccio e lo stringe senza dire una parola e lui facendo cadere tutto quello che aveva in mano la stringe,con il presentimento che negli anni,la cosa non sarebbe finita li.

Rimangono in quel modo per dieci minuti buoni,il bambino sul petto della madre che si alzava e si abbassava,cullandolo insieme al suo cuore che batteva e lei che lo stringe,con le dita strette al suo pigiamino approssimato,consolandolo,facendolo addormentare e riuscendo a metterlo nella culla prima che il suo cliente arrivasse.

All'epoca aveva tre anni,adesso ne aveva diciassette,ed era stufo dei gemiti di maiali che si fingevano uomini e che toccavano sua madre come fosse un oggetto.

Era il suo ultimo anno di scuola,ansi l'ultimo giorno,prende i primi vestiti che capitano dal cassetto di una camera che negli anni cominciava sempre a stargli più piccola,come se non fosse lui a crescere ma la stanza a rimpicciolirsi.

Sistema i capelli biondi,scompigliandoli e lasciandoli poggiare sulla fronte a contornare i grandi occhi grigi e spenti,passa davanti allo specchio e come ogni mattina aveva voglia di rompere il vetro per non vedere quell'immagine.

Era la copia di suo padre,era tutto ciò che non voleva essere,era la copia dell'uomo che li aveva abbandonati,lancia un'occhiataccia a se stesso e passa in cucina a prendere i libri senza toccare cibo,non mangiava quasi più,forse solo una volta al giorno. 

Il cibo cominciava a scarseggiare e lasciava quello che poteva a sua madre,lei aveva provveduto a lui e lui doveva fare lo stesso.

La camminata verso scuola era sempre piena di pensieri e silenzio attorno a lui,non aveva amici,non ne aveva mai avuti e non voleva averne, a scuola lo prendevano in giro per via del lavoro di sua madre,poco gli importava,loro non sapevano la sua storia.

A scuola,si siede nel suo banco da solo,ascoltando ogni singola parola che i professori dicevano,non lasciava che la sua storia lo condizionasse in modo negativo,ansi quando era li, in quella fila di banchi usciva per un paio d'ore dalla realtà cimentandosi in un mondo dove era lui il migliore.

Ma quelle ore erano destinate a passare in fretta,troppo in fretta e così anche l'ultimo giorno di scuola vola via,come un ciglio nel vento,ritornando in casa,prima di entrare dalla porta sfasciata sente la madre gemere,anche di giorno.

Impreca e da un calcio al muro,allontanandosi dalla casa quasi in lacrime,era stanco,stanco di sentire sempre lo stesso fottuto suono delle molle che scricchiolavano,stanco di sentire i gemiti,stanco di sentire gli uomini imprecare,stanco di sentire la madre piangere quando non lavorava,era stanco di tutto.

Arriva alla fine del paese,la strada imboccava due vie laterali e una che continuava dritta,decide di prendere quella a destra,continuando i pensieri sulla sua vita.

Almeno lui una madre l'aveva avuta,o forse no? Era sua madre quella che gli rimboccava le coperte la sera nonostante avesse diciassette anni.

Era sua madre quella che gli dava il bacio sulla fronte con le lacrime che sgorgavano dagli occhi smeraldini chiedendogli di non odiarla.

Era sua madre quella che si era fatta utilizzare per anni come un oggetto senza valore per pagargli la scuola,i vestiti il cibo.

Era sua madre quella che invece della favola della buonanotte gli raccontava quella del buongiorno,sapendo che la sera non avrebbe potuto farlo nonostante volesse tanto.

Era sua madre quella che dopo ogni notte si accasciava al bordo del letto sporco di seme e sudore e piangeva,singhiozzava fin quando non veniva l'alba,dormendo solo due ore,forse tre a notte.

Era sua madre quella che tutto il quartiere disprezzava per lo stile di vita.

Era sua madre quella che guardava la fotografia sul mobile accanto allo specchio,sorridendo dopo tanti anni,un sorriso
dolce amaro che le contornava il volto,scoprendole la dentatura bianca e ancora in ottimo stato.

Non poteva negarlo a se stesso nemmeno se avesse voluto,per quanto potesse disprezzare quello che facevano di lei,quella donna era sua madre e lui l'amava,l'amava di quell'amore incondizionato che solo un figlio poteva capire.

Cammina fino a quando il tramonto non svela la sua luce violastra contrastata dai riflessi dorati che emanava il sole sparendo dietro le montagne ad ovest.

Ragionava su quello che avrebbe potuto fare per ripagare sua madre,si sedette sull'erba,vicino ad un dirupo guardando il cielo ed esprimendo il desiderio di poter vegliare su sua madre fin quando l'eternità non avrebbe avuto fine.

Nell'alzarsi inciampa, e cade giù dal dirupo,volando fin quando non finisce il suo volo,finendo anche i battiti del suo cuore,ma il suo desiderio era stato esaudito.

Vegliava su sua madre,standole accanto ogni giorno,abbracciandola mentre piangeva,in qualche modo a sua madre arrivarono dei soldi e lasciò la sua vita schifosa e piena di balordi,se ne fece una nuova in centro cittadino,non smettendo mai di pensare al suo bambino dagli occhi color tempesta,ritrovato in un dirupo la notte del solstizio d'estate da un uomo dagli occhi dello stesso colore.


*Angolo autrice*
Buonassera! bene questa è la prima di quelle che,spero,saranno molte OS..non so che altro dire,spero solo che vi sia piaciuta,a presto spero un bacio
-Jada
  
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