In casa non si sente nessun rumore, ma dei passi emergono nel silenzio.

Cos'è stato?... poggio le buste per terra, vicino alla porta, e salgo le scale timorosamente. Non sembrano i passi di papà, che sono molto silenziosi, ma nemmeno quelli della mamma, che porta sempre i tacchi.

Un senso di paura mi assale...

Salgo le scale in legno fino al secondo piano, guardando una a una le porte delle numerose stanze. La camera dei miei genitori è socchiusa e si vede che la luce all'interno è accesa...

Mi sporgo un poco, ma con il mio movimento faccio aprire del tutto la porta e inciampo. Di nuovo quei passi, stavolta sono diretti verso di me e il rumore si sente molto di più...

Apro gli occhi, che ho chiuso durante la caduta, e vedo ad un centimetro dal mio naso delle scarpe in vernice nere, molto consumate. Sono sicuro che non sono quelle di mio padre, che sono molto marroncine. Deglutisco.

Non sapevo che ci fosse anche un bambino...

E' questa voce profonda che mi fa alzare gli occhi e mi fa mettere in piedi, cercando di capire chi sia quest'uomo. Ha i capelli bianchi e lunghi fino alle spalle e molte rughe sul viso, deve essere vecchio.

Solo in quel momento mi accorgo di due corpi vicino alla parete. Sono sporchi di un liquido rosso...che sia...Sangue?

Sgrano gli occhi, sentendoli pungenti, per le lacrime che vogliono uscire.

Mamma...papà... deglutisco un'altra volta, sicuro che siano loro e che non possano rispondermi, con tutto il sangue che hanno versato sul pavimento.

L'uomo richiama di nuovo la mia attenzione, puntandomi una pistola contro. Dovrei avere paura, ma allora perchè sento solo disperazione nel mio cuore?

Vuoi vivere o morire, piccolo? mi chiede, mantenendo la pistola sempre a pochi centimetri dal mio viso, che trema, come il resto del corpo. Ti lascerò scegliere se preferisci vivere o morire. continua. Tutti i miei sensi sono all'erta.

Voglio vivere...o morire? Non so rispondere a questa domanda...

Se muoio posso rivedere i miei genitori, quindi perchè non la finisco qui?...No, avrei troppi rimpianti dopo la morte se li seguissi adesso. Cosa mi fa dire questo?

La vendetta.

Voglio vendicarli, facendo fare la loro stessa fine a questo qui.

Voglio vivere... rispondo con decisione. Sono sicuro di questo.
Lui mi sorride e abbassa l'arma, cercando qualcosa sotto il mantello, per poi porgermelo. E' una piccola pistola, molto più maneggevole di quella che aveva in mano lui fino a pochi secondi fa.

Da oggi tu sarai mio allievo, vuoi uccidermi, no? Con la tua forza non ci riusciresti.

Volto lo sguardo di nuovo verso il suo viso, non mi sta prendendo in giro, è fermamente convinto di ciò che dice. Si incammina verso la porta lentamente, senza aspettare la mia risposta, nè altro. Lo seguo fino alla porta, mettendomi al suo fianco. Per qualche strano motivo voglio andare con lui. Che sia per il potere? Oppure la vendetta? Non mi interessa, io voglio solo ucciderlo...

Allora, ragazzino, qual'è il tuo nome?

Train...Train Heartnet.


 

Angolo autrice (se costei si può chiamare così)
Stavo leggendo il capitolo il capitolo 65 del manga e due delle pagine descrivevano questo momento...e mi è venuta voglia di scrivere una fanfic!
Che ne dite?
Si, lo so, è una completa schifezza!!! Ma sinceramente a me piace ^^
Mi scuso per gli eventuali errori grammaticali, che, anche se ho riletto, ci saranno di certo...e vi pregherei di recensire per sapere la vostra opinione ^^
Alla prossima storia, ciao *^*