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Autore: suspiciousflashlight    27/01/2014    2 recensioni
Forse è a causa della ragazzina la cui scomparsa si è trasformata in omicidio, e il cui omicidio si è rivelato essere l’ennesimo caso irrisolto, e che ora a quanto pare ha deciso di trasferirsi da lui. Forse è a causa dell’insopportabile vuoto che si è creato nella sua vita dal momento in cui il suo stupido migliore amico e complice ha deciso di farsi ammazzare. Forse è a causa di suo fratello che, con la sua grandiosa carriera lavorativa, fantastica fidanzata e un bambino in arrivo, lo lascia costantemente nella polvere. Uno di questi. O tutti insieme. Ma il perché non ha tanto il significato quanto il cosa, e la faccenda è: Dean è sicuro di star diventando completamente pazzo. Certo, non ha iniziato ad indossare i vestiti al contrario, e continua a lavarsi regolarmente (il che comunque, non sarebbe proprio da pazzi, solo un po’ da eccentrici); ma, in ogni caso, resta comunque il fatto che ha appena buttato via la sua vita, carriera e reputazione trascinando fuori un vecchio libro di negromanzia di sua madre ed invocando una creatura proibita di classe A direttamente nel suo attico. Una creatura irritabile, peraltro. E con una orrenda massa di capelli scompigliati.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Titolo: A Beginner’s Guide to Communing With the Dead
Capitolo: 1/14
Autore: suspiciousflashlight on A03
Traduttrice: Antonia (Just a sad song)
Coppie: Casiel/Dean, Sam/Jessica
Raiting: arancione (visibile nei prossimi capitoli)
POV: esterno.
Note: Slash, AU, Traduzione.

Link alla fanfiction originale: http://archiveofourown.org/works/1032284/chapters/2056823

DISCLAIMER: LA FANFICTION “A BEGINNER’S GUIDE TO COMMUNING WITH THE DEAD” APPARTIENE ESCLUSIVAMENTE ALLA SUA AUTRICE SUSPICIOUSFLASHLIGHT, CHE MI HA DATO IL PERMESSO DI TRADURLA.
LA TRADUZIONE, INVECE, APPARTIENE ALLA PROPRIETARIA DI QUESTO ACCOUNT.
 
THE FANFICTION “A BEGINNER’S GUIDE TO COMMUNING WITH THE DEAD” BELONGS EXCUSIVELY TO SUSPICIOUSFLASHLIGHT, WHO GAVE ME THE PERMISSION TO TRANSLATE IT.
THE TRANSLATION, HOWEVER, BELONGS TO THE OWNER OF THIS ACCOUNT.


Note della traduttrice:
Ci terrei a ringraziare Marika (AngelsVoice_) che ha acconsentito a betare questo capitolo nonostante non sia del fandom.
Buona lettura, aspetto i vostri pareri! 
 



 
                                                                                              ***
                                                                                    CAPITOLO PRIMO


 
 
 
 
“La corte chiama il detective Dean Winchester al banco dei testimoni per l’interrogatorio.”

Calma. Quante volte lo avrà fatto, prima di questa? Dozzine, sicuramente. Rapine a mano armata, rivolte, sommosse –anche omicidi. Stupri. Magia nera. Affari loschi. Vicende che lo hanno lasciato con innumerevoli incubi. Sono i rischi del mestiere.
E questo? Il processo? Noioso, fondamentalmente. Sostiene la propria versione, cosa ha visto e cosa ha fatto, e poi gli avvocati discutono tra loro, nei loro eleganti vestiti con le loro altrettanto eleganti parole in questa super-elegante stanza. Non sarà probabilmente la parte più divertente, ma almeno è la più semplice.

Si alza per andare verso il banco, avvertendo un leggero tremore alle gambe. Probabilmente non ha dormito abbastanza. Forse è stato il troppo caffè. Qualcosa del genere.

Per forza.

“Detective Dean Winchester?” Chiede il giudice. Missouri. E’ abbastanza corretta, come persona. Non che sia rilevante, qui, però al momento è più semplice avere a che fare con lei invece che con uno sconosciuto.

“Sì, signora.” Tira fuori il distintivo da una delle tasche del giubbotto, rischiando di farlo cadere a causa del sudore che ha reso la plastica scivolosa. Nessuno ride, ma riesce a percepire il suo viso prudere dal calore.

“Lei era il detective incaricato per il caso di Harvelle, giusto?”
E’. Lei è il detective incaricato per il caso di Havelle.
“Sì, signora.”
“E’ stato lei a trovare il corpo?”

Non c’è ar –dannazione, non riesce a respirare, non c’è fottutissima aria in questa stanza, e il cuore gli batte abbastanza forte da dargli la sensazione di svenire anche solo per lo stare in piedi –non qui, non ora, questo è un caso giudiziario, ha bisogno di respirare, okay –

“Detective Winchester,” dice duramente Missouri. “Ha sentito la domanda?”
“Sì, signora, chiedo scusa. Io –sì, sì, l’ho trovata io.”
“Come?”
“Io –l’abbiamo cercata per circa una settimana, penso. Non c’era molto su cui appoggiarsi. Avevamo trovato una persona in grado di utilizzare il suo orsacchiotto –il suo pupazzetto, un orso di peluche. Facendo un incantesimo di localizzazione–“

Missouri alza le sopracciglia “Avete impiegato una settimana per un incantesimo del genere?”
“Sì, signora. Il segnale era forte, ma ricevevamo molte interferenze.”
“Interferenze? Da cosa?”
“Difficile da dire, signora. Era poco dopo la notte di Ogni Santi, comunque. Ho pensato si trattasse semplicemente dei residui magici rimasti in giro.”

“Mhmm. Bene, continui.”

“Io, beh.” La testa inizia a girargli. Probabilmente era solo la sbornia, e sì, non è esattamente professionale farsi vedere in condizioni tali da essere scambiato per qualcuno che era stato appena preso a pugni da una mano fatta di whisky, ma o così o –giusto, sì, l’incantesimo. Il caso. “Questo incantesimo ci aveva mandati direttamente sul posto –e alla fine, uh, beh, si era fermato sulla casa. Ellington Street, a nord di Caldwell. Apparteneva ai signori Reminghton, entrambi pensionati, entrambi in vacanza dal sei Novembre. Stavo tornando per controllare –“

“Solo lei?” Interrompe Missouri. “Non è contro il protocollo della polizia?”
“Tecnicamente, signora, ma il condominio era a circa venti minuti dal posto in cui –dal posto in cui la bambina era stata vista per l’ultima volta, e non c’era nessuna connessione tra le famiglie. Le probabilità di trovare qualcosa sembravano abbastanza basse. Così sono andato a controllare, e le porte erano chiuse, nessun segno di forzatura, e nessuna delle finestre era rotta. Dovevo comunque dargli una occhiata, così ho preso la chiave in più da uno dei vicini, come ci aveva detto di fare la signora Reminghton quando avevamo chiamato l’hotel, così aprii la porta ed io –e lei –“

“Abbiamo visto tutti le foto, detective,” dice Missouri. Gentilmente? Ma Missouri è un giudice, questo è il suo lavoro, e lui è un testimone della polizia, quello è il suo lavoro, e questo è un maledetto processo, non dovrebbero essere gentili –Cristo, probabilmente pensa potrebbe sentirsi male –

“E riuscì ad identificare la causa della morte?” Chiede Missouri.

“No, signora. Non fino a quando lessi i risultati medici. C’era, beh, c’erano parecchi danni.”

“Erano visibili, secondo lei, segni di utilizzo di magia nera?”

Come descriverlo? Niente sigilli, nessuna candela, niente ossa di animali. Nessun recipiente. La cosa più somigliante ad un teschio si trovava sulla mensola, uno di quei vistosi souvenir di plastica che i turisti di solito compravano dove l’hoodoo aveva ancora attrattiva.

Ma c’era qualcosa. Una energia, o qualcosa del genere, che gli fece formicolare la pelle fino a portarlo a volerselo grattare via in quello stesso momento ed uno scampanellio nelle orecchie così forte che gli rese quasi impossibile sentire ciò che Bobby disse nel contattare via radio la stazione per il resoconto.

Non puoi dire cose del genere in corte di giudizio, comunque. Era bizzarro e non valeva come prova visibile. Diamine, perfino i suoi amici –Victor, Bobby, anche Sam – dicevano che probabilmente non era stato nulla, solo lo shock e lo stress e magari hai bisogno di qualche giorno libero, eh?

“No,signora. Nessun segno di magia. Niente da me riconosciuto, comunque.” Dice, semplicemente.

E questo è tutto, alla fine. Qualche altra domanda, cose di routine, e alla fine Missouri gli da il permesso di andarsene, per il momento. Ovviamente può essere richiamato in ogni momento, se qualcuno ha domande –ma questo non è esattamente un caso normale. Nessuna difesa, fondamentalmente perché non c’è nessuno da difendere, il che rende l’intero processo quasi inutile. Si tratta quasi solo di scoprire i dettagli. Chiarire i dettagli, solo perché si è costretti a farlo.
Sam lo aspetta fuori l’aula, seduto su una delle panchine, con le dita che digitano sulla tastiera del telefono, infilandoselo in tasca ed alzandosi in piedi non appena lo vede.

“Come è andata?” Chiede.
Dean alza le spalle “Bene. Come al solito, direi.”
“Uh-uh,” dice Sam, alzando le sopracciglia. Probabilmente vorrebbe parlarne, magari abbracciare Dean mentre lui si dispera ed inizia a piangergli sulla spalla; ma è una idea stupida e questo è il suo lavoro.
Sta bene.

Sta bene, ma il processo? Quello non va bene. Non per ora. Ci sono voluti mesi, sono passati su numerosi punti morti, ma era solo una bambina.
Otto anni.
Non puoi semplicemente smettere di investigare. Non puoi semplicemente lasciar perdere, con cose del genere.

“Hai mezz’ora libera?”
“Certo.”
“Bene, ho bisogno di bere.”
Sam guarda attentamente il suo orologio, che segna ad occhio e croce le undici di mattina, dato che effettivamente sono le undici, ma considerando le circostanze, decide di trattenersi dal commentare.
Invece dice “Va bene, ma solo un bicchiere, okay? A mezzogiorno ho una causa di divorzio e la futura ex-moglie tende a diventare aggressiva se la si fa irritare.”
“Sembra un bel matrimonio.” Dice Dean, ridacchiando.
“Sì, ben, non ancora per molto. Ti posso accompagnare a casa dopo –“
“Nah, la caserma andrebbe meglio.”
Suo fratello sospira, anche se sul suo viso non è visibile tanta sorpresa. “Dean, puoi prenderti un giorno libero ogni tanto, sai?”
“Beh, non vengo pagato per stare seduto a casa per tutto il giorno.” Sam potrebbe avere ragione, ma stare a casa da solo con solo i pensieri che riempiono tutto lo spazio vuoto dell’abitazione non è esattamente ciò di cui ha bisogno al momento. Lavoro –ci sarà sicuramente qualcosa da fare, qualcosa che lo terrà occupato fino a quando i suoi pensieri non passeranno. Qualunque cosa. Non deve essere per forza un nuovo caso. Gli andrebbe bene persino fare lavoro d’ufficio. Ci sono tantissimi fogli da compilare, grazie al suo continuo procrastinare. “Senti –venerdì uscirò prima, così tu e Jess potete restare a cena, okay? Ora andiamo a bere, mi sta pulsando la testa.”
Sam borbotta qualcosa su come dell’aspirina ed una dormita possano essere soluzioni migliori invece che aggiungere solamente legna al fuoco, ma pochi minuti dopo si trovano fuori dal palazzo di giustizia, mentre entrano nella macchina di Sam, dopo numerose imprecazioni e preghiere affinché questa parta.
“Amico” dice Dean, scuotendo la testa. “Hai davvero bisogno di una nuova macchina.”
“Oh, va ancora bene.” Dice Sam in tono ottimista. Nonostante sia un Winchester ed abbia ricevuto un master in materie magiche nello stesso tempo che era servito a Dean per imparare ad allacciarsi le scarpe, Sam sembrava appoggiarsi alla sua idea per cui se avesse detto numerose volte una cosa, quella prima o poi si sarebbe avverata.
Dopo aggiunge, in modo quasi misterioso “E comunque, ho bisogno di risparmiare per cose più importanti al momento.”
“Tipo cosa, un taglio di capelli?”
“Ha-ha. No. Vuoi andare a bere o no?”
Trenta minuti dopo stanno parcheggiando di fronte alla stazione, mentre Dean borbotta un mezzo ‘grazie per il passaggio’ al fratello e inizia a masticare una gomma tra i denti per cercare di nascondere l’odore persistente di alcol del suo alito. Bere durante le ore lavorative, beh, è sconsigliato, ma nessuno comunque sarebbe in grado di accorgersene. Ormai tutto ciò di cui si è parlato negli ultimi tempi è stato l’abuso di magia fatto da un idiota della ‘corporazione dei maghi’. Gossip, praticamente. Tutto ciò che quel ragazzo aveva fatto, comunque, era stato divertirsi un po’ troppo e iniziare a fare stronzate con le sue petunie, nel caso in cui fosse davvero rilevante –
Hey,” dice Victor, entrando nell’ufficio di Dean prima che lui abbia avuto la possibilità di togliersi la giacca. I suoi occhi passano in rassegna Dean velocemente, facendogli incrociare le braccia in evidente segno di disapprovazione. “Amico, sei ridotto male.”
“Non si flirta a lavoro, Vic,” risponde Dean. “Ora vattene, ho delle cose da fare.”
“In realtà non devi fare nulla, perché Bobby ti vuole vedere nel suo ufficio. Ora.”
Merda.
Sputa la gomma nel cestino di fianco alla scrivania e successivamente cammina nel corridoio verso la porta con su la targa ‘capo sovrintendente’. Beh, voleva fare qualcosa, no? Sembra che qualche dio sia disposto ad accettare le preghiere, oggi. Allenta la sua cravatta, comunque, perché si tratta di Bobby, non del giudice della corte d’appello. Risulta un po’ difficile sembrare professionale di fronte a colui che ti conosce fin da quando avevi due anni e camminavi nel giardino senza mutande.
Bussa alla porta, senza disturbarsi di attendere una risposta, entrando direttamente con un brusco “Che succede?”
Bobby sospira, infastidito, e Dean sospira a sua volta e cerca di rimediare “Chiedo scusa, cosa succede, signore?”
“Siediti.” Oh, la cosa sembra seria. Non aveva sentito un siediti da quando successe quella faccenda con lo spirito banshee –che, comunque, non aveva causato del tutto lui; come poteva sapere che si trovava nel club del libro del sindaco?
E prima di questo, c’era quella volta in cui –beh, il punto è che una sedia di fronte a Bobby ha una certa reputazione. Ma non può certo andarsene via, considerando che avere il tuo più caro amico di famiglia come capo non cambia il fatto che lui rimanga il tuo capo, così Dean sospira e si accomoda sulla sedia.
“Caffè?” domanda Bobby.
Certo, perché le due tazze e mezzo che ha bevuto quella mattina per costringere i suoi occhi ad aprirsi non lo hanno riempito abbastanza di caffeina. “Sto bene, grazie”
Segue un lungo momento durante il quale Bobby semplicemente fissa Dean con gli occhi stretti in un modo che potrebbe essere scambiato per uno sguardo mirato a cercarti l’anima negli occhi oppure, più probabilmente, per il solito cipiglio che il viso di Bobby tende ad assumere. Dean cerca di non agitarsi, con limitato successo.
“Come stai?” chiede improvvisamente Bobby.
Porca puttana. Perché tutti continuano a fargli quella domanda? Ha soltanto delle occhiaie–non era mica entrato con un arto mancante. Non aveva dormito bene –succede. E per quanto riguarda le motivazioni,  fare da testimone in un procedimento penale per l’omicidio di una bambina è abbastanza legittimo.
“Sto bene, okay?” Dice, roteando gli occhi. “E se questo è l’unico motivo per cui mi hai chiamato, beh, apprezzo la tua preoccupazione, però –“
“Ho ricevuto la tua richiesta.”
Ah. Okay. La sedia inizia ad acquisire senso, ora.
“E?” Dice, tentando di suonare noncurante.
“E,” dice Bobby, il cui intero viso si è trasformato in una smorfia in piena regola, ormai, “l’ho rifiutata.”
“Maledizione, Bobby –“
“Se ti sei davvero preso tanto in giro da pensare che l’avrei accettata, dovresti farti visitare,” dice bruscamente Bobby. “Non ho intenzione di riaprire un caso che è ora  in corte.”
“Ma tutti sappiamo che il verdetto sarà –“
“Rapita ed uccisa da uno o più sconosciuti, sì, sì, non c’è bisogno che tu me lo dica. Ascolta, Dean, hai lavorato a questo maledetto caso per mesi, e senza fare uno straccio di progresso.” Dean apre la bocca, le proteste già pronte sulla punta della lingua, ma Bobby alza una mano per richiamarlo al silenzio. “Non ti sto incolpando, okay? Nessuno lo sta facendo. Dio solo lo sa quanto tu abbia provato, ma quel figlio di puttana, chiunque egli sia, ha nascosto le sue tracce meglio di chiunque altro io abbia mai visto.”
“Se solo mi concedessi qualche settimana –“
“Piantala, Winchester,” dice Bobby, e lo sguardo torvo che gli rivolge è sicuramente più da parte del Capo Sovrintendente Singer che dallo Zio Bobby. “Se saltano fuori nuove prove ci ripenserò, ma fino ad allora la mia decisione è questa. Capito?”
Dean lo fissa di rimando, i denti stretti talmente forte che la mandibola inizia a fargli male. Sarà pure un capo sovrintendente, ma questo non è giusto. C’è qualcuno là fuori con il corpo e la coscienza completamente immersi nel liquido cremisi del sangue di una bambina, e forse ciò farà loro pesare l’anima nel giorno del Giudizio –cosa che accadrà comunque, dato che ciò che i vivi chiamano ‘giustizia’ non è che un eco di un archetipo vecchio quanto le stelle– ma sedersi ed aspettare che il karma faccia ciò che deve non era mai stato il punto forte di Dean.
Capito?” ripete Bobby.
Dean lascia cadere lo sguardo e borbotta, “Sì, ho capito.”
“Bene. Ora, ho un nuovo caso per te. Qualcuno si è messo a fare a fare di  nuovo il deficiente con il Muro. Scommetto si tratti di un mucchio di ragazzini, ma ho bisogno che il danno sia riparato al più presto e i colpevoli rintracciati –“
“Mi vuoi far lavorare sul Muro? Seriamente?”
“Non si sistemerà da solo,” puntualizza Bobby.
“Beh, lo può sistemare qualcun altro,” dice Dean. Fargli smettere di lavorare sul caso di Harvelle è un conto, ma il Muro? E’ roba da principianti. Certo, è importante mantenerlo eccetera, ma una struttura talmente grande ha sempre qualcosa che non va. Un altro ciottolo che scivola giù da un metaforico tetto, e quando hai un gruppo di nuovi arrivati è il modo perfetto per iniziare a farli sentire a proprio agio. “Dallo a Victor, Charlie. Non mi importa, chiunque.”
“Victor è sulle tracce di quello Skin-walker*, e Charlie sarà anche un genio al computer, ma è anche peggio di te quando si tratta di magia”, dice Bobby.
“E comunque: se si rompesse di nuovo la stampante? Ho bisogno che lei sia a portata di mano.”
Dean raccoglie tutta la sua forza di volontà per evitare di sbattere la testa contro la scrivania di Bobby. “Bobby. E’ il contenitore dei fogli. E’ sempre il contenitore dei fogli. Semplicemente non puoi metterci troppa carta dentro, okay? Quindi smettila di provarci.”
“Vabbè.” Bobby scaccia via il suo consiglio con la mano e, nonostante la sua irritazione, Dean non riesce a non provare pena per la sua collaboratrice. E’ un miracolo che sia rimasta per così tanto tempo, a risolvere crimini sotto il controllo di un capo che ha bisogno di aiuto per aprire Internet, quando avrebbe potuto essere programmatrice o, nel caso in cui non ci fosse riuscita, avrebbe potuto occuparsi di truffe online. “In ogni caso, smettila di lamentarti. Lavorerai sul Muro. Nell’angolo di Duke e Ursula, e avrai bisogno di questo” –passa a Dean una formula di invocazione stampata e firmata, che il ragazzo accetta a malincuore –“un elemental di grado C, niente di livello più alto. Ora esci fuori e prenditi la giornata libera. Fai l’invocazione stasera e mi aspetto che tu inizi il caso domani mattina. E’ un ordine, Winchester.”
“Okay, beh, vuoi sapere una cosa? La tua barba è stupida,” dice Dean, mentre esce dall’ufficio senza preoccuparsi di girarsi e vedere Bobby roteare gli occhi.
Il Muro. Il Muro. Bobby gli ha affidato il Muro. Fottutamente fantastico. Nessuna retrocessione –nessun risolvi i tuoi problemi, ragazzo, perché questa decisione lo sottintende. Bobby non pensa che lui sia adatto a svolgere i normali compiti di detective. Ma come potrebbe avere l’occasione di dimostrare il contrario se il vecchio non gli da neanche la possibilità di finire il suo stupido caso?
Tornato a casa, Dean sprofonda nel divano e prende in considerazione l’idea di accendere la tv; ma il telecomando è fuori dalla portata delle sue dita, così finisce per appoggiare la testa sulle mani, premendo i palmi contro gli occhi così da vedere le stelle nell’oscurità. Arriverà presto, probabilmente. Magari no, però è probabile. E’ bello avere qualcosa su cui appoggiarsi nella vita. Anche se non lo è.
Bobby non pensa sia in grado di svolgere i normali compiti da detective? Beh, forse ha ragione.
Il problema è che Dean sta impazzendo.
Beh, certo, è uno stregone-detective e suo fratello è un avvocato-stregone e il suo migliore amico è –era un vampiro. E’ anche uscito con una Selkie** una volta –e no, non aveva avuto bisogno di nascondere la pelle di Lisa per farla uscire con lui, okay? Ma tutto ciò è normale da queste parti. L’integrazione della specie è una cosa avvenuta il secolo scorso. E sì, mette l’humus sugli hot-dog e recita parecchi dei suoi ‘incantesimi’ in greco antico piuttosto che in latino, ma è eccentrico, non assurdo. Tutti hanno qualche stranezza. Anche se non tutti, a dir la verità, barcollano sul limite della sanità mentale.
“Non ho rinunciato, okay?” dice, senza alzare la testa. Non solleva lo sguardo, nel caso in cui la vedesse –o, peggio ancora, nel caso in cui non la vedesse- ma riesce a percepirla al suo fianco. Quella strana pesantezza nell’aria, quel ‘qualcuno-è-nella-stanza-con-te’ mezzo immaginato che gli fa formicolare la parte anteriore del collo. “E’ solo un contrattempo. Ci sto ancora provando.”
Certo. Perché se non è riuscito a risolverlo con l’aiuto dell’intero corpo di polizia a sua disposizione, sarà sicuramente in grado di farlo da solo alle spalle di tutti.
Se solo potesse –ma non può, ovviamente. Anche se è per una buona causa, rimane illegale, perché chi decide ciò che costituisce il giusto? No, la legge esiste per un motivo. E’ un poliziotto. Lui prima di tutti dovrebbe saperlo.
Ma se –
No. Okay? No. E comunque, anche nel caso in cui riuscisse ad uscirne fuori senza essere ucciso o senza far uccidere il resto del mondo in maniera orribile –beh, non potrebbe mai farlo. Non significherebbe solo la fine della sua carriera, implicherebbe un processo dal quale neanche Sam potrebbe tirarlo fuori. Nella migliore delle ipotesi sarebbe costretto a pagare una enorme pensale, che non sarebbe mai in grado di pagare; nella peggiore, la prigione. Non puoi semplicemente andare in giro a fare invocazioni inter-dimensionali senza distruggere qualcosa. Le situazioni diventano difficili da maneggiare, complicate, e prima o poi le persone iniziano ad uscirne ferite. La legge esiste per un motivo, e lo stesso vale per il complicato processo di applicazione della stessa. Lo scoprirebbero in cinque secondi.
Il che lo lascia con il solito vecchio metodo dei detective. Che sarebbe un buon metodo, con tutte le deduzioni eccetera, se non fosse che, non essendoci nulla da dedurre, non stia funzionando.
“Ci sto lavorando, lo giuro,” insiste Dean. Successivamente si alza e si dirige in cucina per prepararsi un sandwich, facendo attenzione a non posare lo sguardo sullo spazio vuoto sul divano, e facendo attenzione a non chiedersi se la risoluzione di questo terribile caso porterà ad una effettiva differenza.
Ora che ci pensa, è offensivo il fatto che Bobby abbia l’applicazione già approvata e pronta per metterlo all’opera. La quantità di carta ed inchiostro necessaria affinché tutto venga svolto ufficialmente può impiegare settimane  affinché finanche solo le priorità vengano processate; il che vuol dire, ovviamente, che Bobby aveva programmato tutto questo già da un po’. Probabilmente aveva solo aspettato l’occasione giusta –qualcosa di abbastanza grande da tenere Dean occupato per un po’, ma non tanto importante da essere presa come una sfida.
Stronzo. Dean sarà pure pazzo, ma non ha certo bisogno di una babysitter.
Poggia la formula sul ripiano della cucina, di fianco al suo piatto, e la fissa con amarezza.
Invocazioni –lui odia le invocazioni. Sono stressanti, e noiose, e con le sue scarse capacità magiche anche un elemental di grado C è abbastanza pesante da causargli un forte mal di testa. Magari Sam sarebbe dovuto diventare poliziotto; cose del genere gli si addicono –
Il coltello della maionese cade per terra.
Probabilmente lì sotto è tutto polveroso e sporco, dovrebbe davvero passare l’aspirapolvere, ed intanto dovrebbe prendere il coltello e sciacquarlo; invece semplicemente si siede per terra al suo fianco, fissando il fornello di fronte a lui senza veramente volerlo.
Nessuna metaforica lampadina gli si accende sopra la testa. Potrebbe essere paragonabile più che altro ad un enorme fuoco d’artificio che gli rimbalza all’interno della testa, e che spara una quantità di scintille tali da  far friggere temporaneamente una buona metà del cervello. Non sta avendo una idea, è l’idea ad avere lui. Un’idea come qualcosa che spunta dietro di lui in un vicolo scuro per poi colpirlo in testa con un tubo di piombo prima di frugare nelle sue tasche per trovare qualche spicciolo. E’ –
Assurdo. Stupido. Non potrebbe mai funzionare.
Ma…
E’ pericoloso. Senza contare l’essere scoperto –se facesse qualcosa di sbagliato –
Potrebbe proteggere la stanza. Ricoprire tutto quanto. Così facendo, sarebbe l’unico a bruciare.
La gente lo scoprirà. C’è differenza tra un elemental di qualunque grado e un –ma come potrebbero, alla fine? Se Dean dicesse che si tratta di un elemental di grado C, se riuscisse ad avere tutta la documentazione approvata, chi potrebbe mai metterlo in dubbio? Dicono che la curiosità sia parte della natura umana, ma se ha davvero imparato qualcosa durante questi anni è che anche accettare cose più o meno senza senso lo è. E il Dipartimento di Affari Interdimensionali è abbastanza severo, ma Dean sa (solo perché glie lo ha detto Bobby, per la cronaca) che hanno capito solo come monitorare la fluttuazione ed i punti di convergenza tra le dimensioni, non ciò che passa attraverso probabili rotture…
Okay. Forse potrebbe funzionare. Forse. Ma non ha ancora risposto alla domanda più importante. Quella definitiva. Quella che non lo farà più tornare indietro.
Ne vale la pena?
Ovviamente, no. E’ solo un caso. Non vale la pena di perdere il lavoro, la sua reputazione, la sua vita per un caso. Non c’è alcun modo per bilanciare questa equazione.
Ma qualcuno ha ucciso una piccola bambina. E chi se ne frega se non lo hanno fatto di nuovo? Aveva otto anni, aveva otto anni e probabilmente stava morendo di paura, aveva una famiglia e degli amici ed un futuro decennio di drammi adolescenziali davanti a se, e dunque, conosceva la risposta a quella domanda anche prima di porla a sé stesso.
Si siede per qualche altro minuto, pensando.
Probabilmente non sarà la scelta giusta, ma è la mia scelta. Ne accetto le responsabilità.
Non è un incantesimo, tranne che nella sua mente, ma gli sembra comunque di fluttuare nell’aria. Sembra che le sue dita abbiano sviluppato un leggero tremore, proprio come quella mattina –è solo nervosismo, no? E’ fottutamente terrorizzato. Determinato, ma terrorizzato. Nervosismo. Non eccitazione. Neanche un po’ di eccitazione.
Beh, ‘non rimandare a domani quello che puoi fare oggi’. Si dirige verso l’attico. E probabilmente verso la sua morte. Ma è meglio non pensare troppo all’ultima opzione. O a ciò che potrebbe succedere nel caso in cui Bobby lo venisse a sapere. O a cosa potrebbe succedere nel caso in cui il legame si rompesse. O ad una delle altre mille ed una cose che potrebbero finire male in questa situazione. O a cosa direbbe Sam, o Benny, o sua madre, suo padre. A questo punto, sarebbe meglio smetterla del tutto di pensare.
 
 
 
NOTE
* Skinwalker: creature soprannaturali dal folklore capaci di trasformarsi in animali.
**Selkie: creature mitologiche della mitologia irlandese, islandese e scozzese che possono trasformarsi, nelle notti di luna piena, da foche a donne.
 
 
  
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