Presto il Genio raggiunse la
Città di Halloween.
Si ritrovò in un piccolo spazio che era l’ingresso
per la città. L’aria dell’eterna
notte era fresca e il silenzio assoluto era un po’
inquietante. Volò lungo la
stradina affiancata da piccoli lampioni a forma di luminose zucche di
Halloween.
Raggiunse la piazzetta principale, al centro della quale un liquido
verde
usciva da una fontana. Era tutto scuro, e la piazza era circondata da
piccoli
edifici scuri dalle strane forme.
C’era
anche una ghigliottina.
Un cancello era aperto su una casetta almeno apparentemente piccola e
slanciata
verso l’alto; una gradinata di pietra per raggiungere
l’ingresso. La
porta si aprì improvvisamente e ne uscì
uno scheletro, urlò, alzando le mani e facendo una smorfia
per spaventarlo; ma
l’effetto, almeno per lui, era più buffo che
spaventoso. Ma Jack Skeletron
abbassò la testa, deluso alla vista
dell’espressione divertita del Genio.
“Sei davanti a Jack Skeletron, il re delle zucche e del
terrore…” annunciò
infine, senza entusiasmo e abbassando il capo.
“Ooooh, tu sei Jack, Jack Skeletron!”
esclamò entusiasta. “ Bene, ho tante cose
da proporti! Questa città non è proprio piacevole
da visitare, sai. L’ho notato
quando Sora mi chiamava; ci sono tantissimi meccanismi per passare da
una zona
all’altra, e non sono molto comodi… “
parlava molto velocemente e non stava
fermo un attimo. “Ma se mi lasci fare qualcuna delle mie
magie vedrai che sarà
molto meglio, i turisti pagheranno oro per vederla,
vedrai…” A queste parole l’umore
di Jack cambiò di colpo.
“Puoi davvero cambiare questo luogo? Fantastico! Potremmo
rendere il prossimo
Halloween una meraviglia con il tuo aiuto, ehm…” e
inclinò il capo, “creatura
blu fluttuante!”
“Oh giusto, non mi sono presentato… Io sono il
Genio! Il Genio, certo, ma non della
lampada. Non più, grazie al
mio amicone Al! Comunque, ci stai oppure no? Ti va di rendere questa
città più…
spaventosa?”
“Hmmm” fece Jack, “e se poi non mi
piace?”
“Oh, questo non è un problema,”
garantì il Genio “in quel caso la cambiamo di
nuovo…”
Jack non parve molto rassicurato, ma acconsentì.
Il Genio si lanciò in cielo e iniziò a girare,
sovrastando la città e lasciando
cadere scintille luminose e bluastre. C’era una bellissima
foresta poco
lontano. L’avvicinò alla
città… Poi cambiò il cimitero, lo fece
più semplice ma
più spaventoso, con enormi lapidi raffiguranti la morte,
incappucciata, e lo
mise all’ingresso della città, subito prima della
foresta. Eliminò la zona dove
una volta c’era il castello del Baubau e allontanò
dal cimitero la collina
riccioluta, creando un comodo e cupo sentiero per arrivarci, aperto da
un
cancello nel cimitero… Animò la ghigliottina, la
fontana e il cancello del
cortile di jack, in modo che provassero ad aggredire gli passanti che
si
avvicinavano troppo, senza danni mortali, chiaramente. Ma Jack cercava
un modo
per rendere più originale Halloween… Qualcosa di
diverso… E allora ricordò, un
viaggio di centinaia di anni prima, fatto con un vecchietto allora
custode della
lampada che voleva visitare luoghi mai visti da nessun’altro
saggio di Agrabah…
Sì, allora avevano visitato i mondi delle feste come Natale
e Pasqua...
Ecco cosa serviva a Jack, qualcosa di diverso…
Quei mondi erano tutti legati da una magia speciale… Ma
aveva abbastanza potere?
Tentar non nuoce, pensò… Radunò tutte
le forze, pensò attentamente a quei mondi
e a un modo facile per raggiungerli da lì. E poi una luce
accecante invase il
buio, poco dopo il limitare della foresta, ma finì dopo
qualche secondo. Si era
aperto un piccolo spazio tra gli alti alberi, lasciandone uno in mezzo.
Il Genio
aguzzò la vista e riuscì a distinguere una porta
colorata e a forma di albero
di natale stilizzato sul tronco dell’albero in mezzo, con una
pallina come
pomello per entrare, e anche sugli alberi al margine della zona
c’erano delle
porte che evidentemente portavano nei vari mondi delle feste, un enorme
uovo
per il mondo di Pasqua, un cuore di un rosso vivo per
l’ingresso a quello di
San Valentino…
Ma Jack sarebbe andato nella Città del Natale, ne era
sicuro, forse per questo
quell’ingresso era posizionato al centro…
Il Genio scese in picchiata verso Jack e urlò
“Buh!” fortissimo, facendo
sobbalzare Jack, che protestò: “Non rubarmi il
lavoro!”
Ma il genio si stava già innalzando nuovamente in volo,
urlando: “Splendido,
Jack! Spero ti piaccia il mio lavoro… Ti consiglio di
visitare la foresta! A
presto!” e sparì.