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Autore: aria    28/01/2014    2 recensioni
Rosalie è una donna fredda, dura. Rosalie sembra una principessa di ghiaccio, ma dentro di sé porta un dolore che nulla potrà mai lenire.
La sera, la sera è il momento della giornata che detesto di più. Durante il giorno posso tenermi occupata con lunghe passeggiate in città, mischiata tra le persone, combattendo con una sete che si acuisce dolorosamente all'odore del sangue sotto la pelle.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rosalie Hale | Coppie: Emmett/Rosalie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Rosalie


Senza Lacrime






Emmett legge sempre la sera, ma non so se lo fa per fare contenta me o perché sia effettivamente quello che vuole fare. Gli piacciono i libri certo, ma credo che questo suo rito di leggere a letto sia nato per farmi felice. Così come ha accettato di comprare un letto anche se non ci serve e non discute se d'inverno metto un piumone e un leggero copriletto d'estate, anche se per quelli della nostra razza è una cosa totalmente inutile.

Mi ama a tal punto che farebbe qualsiasi cosa per vedermi sorridere e mi conosce così bene che sa che nel profondo il mio unico desiderio è avere una vita con lui, una vita normale. Una vita mortale. Vorrei discutere con lui delle piccole cose di ogni giorno, vorrei rimproverarlo perché lascia i piatti sporchi nel lavandino, perché ha perso l'ombrello...ma soprattutto vorrei avere una vera famiglia con Emmett.

Avremmo avuto dei bambini bellissimi ed Emmett sarebbe stato un padre eccezionale. E' gentile, probabilmente più di me, premuroso, divertente, sicuramente più di me, e se ti ama, nulla potrà fargli cambiare idea. Magari i nostri figli avrebbero avuto i suoi occhi blu. Mi ricordo bene com'erano prima, anche se ho potuto guardarli solo per poco. Sono la prima cosa che mi ha colpito di lui. Anche se in agonia, il suo sguardo era limpido e dolce. Credo di essermi innamorata di lui in quel momento, solo guardandolo negli occhi, così diversi da quelli freddi di Royce.

Saremmo stati una bella famiglia. Una bella bambina coi suoi morbidi riccioli castani e un bel bambino coi miei capelli biondi. La domenica Emmett avrebbe fatto il barbecue in giardino, mentre io avrei intrattenuto i nostri amici, bevendo una fresca limonata fatta in casa.

Ma non sarà mai possibile. Sono sterile, arida come il deserto. Renesmee è la prova che la colpa è mia. Emmett potrebbe avere ancora figli suoi, io no. Io sono un guscio vuoto.

La sera, la sera è il momento della giornata che detesto di più. Durante il giorno posso tenermi occupata con lunghe passeggiate in città, mischiata tra le persone, combattendo con una sete che si acuisce dolorosamente all'odore del sangue sotto la pelle. C'è ancora tanto, tanto spazio per i miei pensieri. Ma se mi concentro su qualche attività e sul controllo dei miei impulsi naturali, riesco a tenermi piuttosto impegnata. Ma la sera non posso farlo. La sera io ed Emmett ci ritiriamo nella nostra camera da letto, come ogni coppia normale. E' la mia recita preferita, fingere che siamo una giovane coppia come tutte le altre. Solo che non lo siamo.

Non posso addormentarmi e così il mio cervello continua a pensare. Guardo l'uomo, il meraviglioso uomo, steso accanto a me che mi ama tanto quanto io amo lui, anche se non so cosa ho fatto per meritarlo.

Il sesso aiuta a distrarmi. Aiuta moltissimo ed è sempre fantastico, sempre perfetto. Come si legge in un racconto di fantasia che difficilmente risponde alla realtà. Emmett capisce sempre di cosa ho bisogno, sa se deve essere dolce e delicato o impetuoso come un tornado che non lascia superstiti. Sa anche quando l'unica cosa di cui ho bisogno è solo la sua mano sopra la mia.

Gli ho raccontato molte volte il mio desiderio di avere dei figli con lui. Emmett mi ha tenuto stretta, le sue braccia forti intorno a me per farmi sentire al sicuro, amata. Ho condiviso con lui le mie fantasie sui nostri figli, su come sarebbero stati, le nostre discussioni su quale scuola scegliere, io che insisto per le lezioni di piano, lui che spinge per il baseball.

Gli ho raccontato la mia invidia per Bella, per quello che lei ha e che io non avrò mai. Non mi ha giudicato, Emmett non mi giudica mai. Non lo fa con nessuno, è troppo buono e gentile per farlo. Non lo ha fatto nemmeno quando gli ho detto che a volte ho accarezzato l'idea di una madre surrogata. Una donna umana che portasse in grembo suo figlio al posto mio. Idea su cui ho solo fantasticato, sentendomi orribile, perché so cosa succederebbe dopo. E di certo non voglio strappare l'umanità a nessuno, è un dono troppo grande e prezioso per non essere preservato.

Una notte ho sussurrato ad Emmett il mio segreto più grande, un segreto che non sa nessun altro. Nemmeno Edward. L'ho relegato così in profondità nella mia mente che non l'ha mai letto nei miei pensieri. Il mio segreto più doloroso. Quella notte, la notte in cui sono morta e rinata, ero incinta. E Royce lo sapeva. Lo sapeva è mi ha riempito di pugni e calci con i suoi amici, ridendo. Le sue risa mi risuonano ancora nelle orecchie. La mia morte non era l'unico motivo per la mia vendetta. Io avrei potuto avere un figlio, io ho avuto un figlio dentro di me, anche se per poco. Sarebbe stato figlio di quel mostro, ma io l'avrei amato con tutta me stessa. Quella notte Emmett mi ha accarezzato i capelli, stringendomi a sé e permettendomi di rifugiarmi contro di lui.

Certe notti vorrei solo piangere, ma non mi è concesso nemmeno questo.







***

NdA: onestamente, non credevo che avrei mai scritto in questo fandom. I libri li ho letto ormai qualche anno fa e non credevo avrei mai pubblicato qualcosa. Ma oggi questa cosa mi è fluita fuori e ho deciso di pubblicarla. Non so se ho reso come volevo il dolore di Rosalie, ma posso dire di averci almeno provato.

aria

   
 
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