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Autore: Onira_    28/01/2014    0 recensioni
Il famoso mito di Dafne ed Apollo :)
[Tratto dalla storia]
**A seguire questi pensieri, una lacrima scese rigando la guancia limpida di Apollo. Forse la prima dopo tantissimi millenni.
Ad incorniciare i suoi occhi azzurri come il cielo, sempre vispi e furbi, c'erano delle occhiaie, presenti non per caso.**
Se vi ho incuriositi entrate e se vi va, recensite ^^
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Apollo e Dafne 
 
***
 
Il Dio camminava disperato per il bosco Olimpico, dove spesso veniva per ammrare la bellezza di Atene, ma 'sta volta era diverso. Quasi gli parve che il mondo che lui illuminava gli cadesse addosso, si sentì gelare quella pelle giovanile tanto bollente quanto lo era il sole. A seguire questi pensieri, una lacrima scese rigando la guancia limpida di Apollo. Forse la prima dopo tantissimi millenni.
Ad incorniciare i suoi occhi azzurri come il cielo, sempre vispi e furbi, c'erano delle occhiaie, presenti non per caso.
Questi si fermarono ad osservare una figura: Capelli lunghi e lischi, una veste azzurra di lino... sì, non poteva sbagliare: Era lei.
Dafne si era finalmente fermata a guardare lo stesso paesaggio che stava osservando il Dio... Dafne, la sua condanna. Si sentì sopraffare da odio e amore nello stesso tempo, mentre si chiedeva quando sarebbe finita questa tortura. La sua voce gli risuonó molto strana nella mente, come se non la riconoscesse, ma poi decise di lasciare quei pensieri per incamminarsi verso la ragazza. Con il piede fece muovere dei rami, attirando l'attenzione di Dafne che si girò e, non appena notó Apollo, scappò via per l'ennesima volta. Il Dio mandó all'Ade tutto, ma sapeva che, in quanto fosse una condanna da parte di Eros, non poteva fare nient'altro che subire. Forse in eterno, forse no, l'insicurezza l'aveva colto impreparato e questa volta si era impossessato di lui prima che potesse fare niente.Parlarne con Zeus non sarebbe servito a granchè, se non a peggiorare la sua situazione che, per sua aggiunta, era a dir poco imbarazzante. Aveva provato con tutto: Canzoni, poesie e haiku... Persino mettendo in pratica le sue capacitá di dottore, ma l'odio verso il povero Dio cresceva sempre di piu nel cuore della ragazza.
Apollo avanzava in mezzo al verde degli alberi, sperando di non incontrare sua sorella gemella Artemide, che le avrebbe vietato ancora di "Calpestare l'erba". Ma lui non era Ermes che aveva le scarpe alate, che pretendeva? Anche questo era un grande punto interrogativo nella vita immortale del Dio.
Alcuni passi di zoccoli di cavallo, attirarono la sua attenzione, che eseguì la direzione dalla quale veniva quel suono. Sulla groppa dello stallone bianco c'era Dafne così Apollo afferró il suo arco dorato, scoccando una fraccia sul ventre del cavallo che si fermò bruscamente con un nitrito allucinante, lasciando cadere la ragazza. Questa, accortasi della situazione non perse tempo e si rialzó iniziando a correre senza sosta, divorata dall'odio. Fu un via vai per il bosco della divina Artemide: Lui che la rincorreva e lei che scappava.
Poi, quando la povera ragazza che, nelle questioni private di Eros e Apollo non centrava niente, ma dovette subire questa tortura, decise di pregare Tutti gli Dei dell'Olimpo di trasformarla in un albero. Fuorono tante le scongiure, finchè le sue lacrime non colpirono il cuore di Zeus, commosso dalle sofferenze della povera ninfa.Traaformandola cosi in un enorme ceppo, bellissimo: Alto e verde. Dei boccioli di fiori rosa si scorgevano appena, ma Apollo, che aveva assistito alla scena, si lasció trasportare dal dolore. Si accasció sull'albero, sfiorando la corteccia, mentre provava a convincersi che era tutta colpa sua.
  
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