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Autore: petitecherie    29/01/2014    5 recensioni
I segreti fanno parte del mondo di Dohko. Ma ce n'è uno che è stato taciuto per anni e che duole come un nervo scoperto.
Eppure, è fin troppo noto che certe cose devono restare lì, sotto gli occhi di tutti, affinché rimangano un segreto.
"Hai visto, amico caro? Sono rimasto qui, fermo e immobile, fedele alle mie promesse. A quanto pare, ho imparato finalmente il ruolo della Bilancia."
[Prima classificata al contest “Je vis dans un monde des mensonges et d’intrigues…” indetto da Lucetta_Streghetta]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aries Mu, Aries Shion, Dragon Shiryu, Libra Dohko, Shunrei / Fiore di Luna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Granello di sabbia

-Nick sul sito: petitecherie

-Nick dell’autore: petitecherie
-Prompt: Lealtà - Dohko
-Personaggi: Dohko, Shunrei, Shiryu, Gold Saints
-Rating: Giallo
-Genere: Introspettivo, Malinconico
-Avvertimenti: Missing moments, tematiche delicate
-Coppie: Nessuna/Het (lieve accenno Shiryu/Shunrei)
-Note dell’autore: questa OS partecipa al concorso “Je vis dans un monde des mensonges et d’intrigues…” indetto da Lucetta_Streghetta. Ogni riferimento al passato di Dohko è tratto dall'opera di Shiori Teshirogi, Lost Canvas. Gli avvenimenti del presente fanno riferimento al lavoro di Masami Kurumada, Saint Seiya. La OS mostra i tredici anni trascorsi dalla Notte degli Inganni e presenta vari salti temporali



**




I know the truth behind you,
there is nothing but fear
Hiding behind violence
I felt year after year
Searching for someone 
to pay Darwin's price
Laughter echoes 
while you savour my cries





Cinque Picchi, 1984



Era lì, fermo, gli occhi – appannati per l'età – puntati alle stelle, cercando di scorgere qualcosa: un segno, un richiamo, una speranza.

Ne aveva davvero bisogno?

Forse no, ma in un certo senso, lo rassicurava. Era un gesto abituale, quotidiano, non più scindibile da se stesso e ciò che era diventato. Aveva passato gli anni a parlare con gli astri e a volte – poteva giurarlo – aveva udito la voce delle stelle lambirgli i sensi.

Il tempo è così lento?, si domandò. Sembrava ieri, no?

La Guerra Santa, i combattimenti, le perdite, le sepolture e l'addio agli dèi. Lui era tra i pochi sopravvissuti del seguito di Athena e, assieme a Shion, l'unico Gold Saint indenne alla mattanza. Oh, era ferito – sì, dopo tutti quegli anni era ancora ferito – ma vivo e pronto ad onorare la sua dea Athena in qualsiasi momento.

Eppure, la tigre che era in lui ruggiva di impazienza e scorno.

Già, il Fato aveva relegato la tigre di Athena ad una vita di attesa e di immobilità fluida, lontano dal mondo e dai suoi affanni.

Non che Dohko si ritenesse un Pontefice migliore di Shion. Rispetto al suo compagno d'arme, era troppo preda dei suoi sentimenti per ascoltare ragione. Dohko si lanciava nelle avventure con l'abilità di un saltatore di corda, non pensando mai a se stesso e alle conseguenze delle proprie azioni, al dolore che queste avrebbero potuto arrecare.

Non era proprio ciò che era successo quando aveva pensato di sacrificarsi nel combattimento contro Hades? Certo, aveva dato a Shion il tempo necessario per portar via Yuzuriha e Tenma, ma poi? Era rimasto svenuto per più di un mese e se quel demone mascherato di Defteros non avesse avuto la capacità di svegliarlo, probabilmente sarebbe morto sull'isola di Kanon.

Per non parlare di quando aveva affrontato gli uomini della sua terra natia. Non ci aveva pensato due volte ad abbandonare la sua postazione per andare a controllare la situazione di persona e risolverla. Il Drago Bianco aveva riportato indietro il tempo e ad aveva fatto sì che neanche un giorno di veglia andasse perso, ma restava il fatto che Dohko, più che una Bilancia in grado di valutare le situazioni e decidere, era ancora il tigrotto avventato della gioventù.

Shion poteva pure essere un Ariete impulsivo e testardo, ma era certo meno impetuoso e più riflessivo, molto più degno di rivestire la carica sacra di Pontefice e seguire le orme del compianto Sage di Cancer.

Dohko sospirò, la mano rugosa ed incartapecorita strinse più forte il bastone a cui si appoggiava.
Era un bel bastone, di solido legno, che uno dei discendenti del suo amico Hao, un ragazzino che aveva conosciuto poco dopo essere arrivato ai Cinque Picchi, gli aveva fabbricato da un ramo di pino.
Hao e la sua famiglia si erano presi cura di lui per tutti quegli anni, dividendo con lui le misere scorte che mettevano da parte. Addirittura, la giovane Lin, assieme a suo marito Zhang, si era trasferita proprio nei pressi della cascata, costruendo una casetta confortevole ed arando la terra fertile. Dohko si era affezionato a loro e ai loro figli e questo amore incondizionato era stato ricambiato con tenerezza nel corso del tempo. L'albero genealogico di Hao si era prosciugato, lasciando, più di due secoli dopo, soltanto una bambina, Shunrei, che Dohko chiamava Fiore di Luna, in quanto la piccola era nata in una notte in cui la luna era tonda e bianca e illuminava ogni fiore ed albero dei Cinque Picchi.
I genitori della piccola, purtroppo, erano morti pochi mesi dopo la sua nascita e ormai, chiunque avesse contatti con il vecchio Roshi e la bambina, era convinto che Shunrei fosse stata abbandonata da genitori crudeli ed incapaci di prendersene cura, ignorando completamente la verità.
Non che al vecchio Roshi e alla bambina interessasse, d'altra parte. I segreti facevano parte del loro mondo.

E ce ne erano alcuni che Dohko serbava solo per sé, conscio che il suo ruolo non si era ancora concluso. Poteva essere relegato ad una roccia, piccolo e rugoso come una prugna secca, ma questo non lo rendeva meno consapevole di se stesso.

E certe cose, purtroppo, andavano taciute affinché il Fato seguisse il suo corso. E altre, invece, dovevano restare lì, sotto gli occhi di tutti, affinché rimanessero un segreto. Perché vedere non vuol dire osservare e così, l'inganno era andato avanti per anni.

<< Roshi. >> una voce sottile, appartenente ad un ragazzino sui dodici anni, lo richiamò dalla sua contemplazione.

<< Shiryu. >> lo salutò l'anziano << Hai completato l'allenamento? >>

<< Sì, Roshi. >>

<< Bene, bene. >> replicò il vecchio, continuando a fissare le stelle. << Le stelle sono molto luminose stasera, non trovi, Shiryu? >>

Il bambino annuì vigorosamente e i capelli scuri furono attraversati dalla brezza della sera che li scompigliò allegramente. << C'è un motivo forse, Roshi? Intendo...un motivo per cui sono più luminose rispetto ad altre sere? >>

<< Oh sì, Shiryu. Questa notte è la testimonianza di un evento accaduto prima della tua nascita, e le stelle lo rimembrano con forza e vigore. E' il loro saluto, l'unico compianto che si possa fare. >>

Shiryu guardò perplesso il maestro e il vecchio sorrise dolcemente << Adesso va a rifocillarti. Shunrei deve aver preparato le yuebing da accompagnare con il the. >>

L'allievo annuì e si allontanò con passo svelto, la testa piena di pensieri differenti. Appena entrato in casa, la coetanea lo spedì subito a lavarsi e solo quando fu pulito e profumato gli fu permesso avvicinarsi al cibo.

E nel silenzio della sera, la curiosità esplose come un piccolo fuoco d'artificio.

<< Shunrei, tu sai perché Roshi è sempre triste in questo giorno dell'anno? >> domandò il moro afferrando una tortina profumata.

La ragazzina – Shunrei aveva undici anni ed era diventata un'ottima padrona di casa – guardò l'amico assorta. << Non lo so. Quando si avvicina la Festa di Mezzo Autunno, Roshi diventa sempre schivo e malinconico. Anche quando ero molto piccola si comportava così. >>

<< Roshi dice che le stelle brillano di più perché ricordano qualcuno che ci ha lasciato. >> le spiegò Shiryu. << E anche che ciò è successo molto prima della nostra nascita. >>

Shunrei scosse il capo, desolata. << Roshi ha tanti segreti dentro di sé, li svelerà soltanto quando il momento sarà opportuno. >>

Shiryu annuì. Il tempo avrebbe fatto chiarezza, ma non quella notte.




**


I am the one that is walking the night
Sleepless I'm dreaming 
- eyes wide open
Watching the sky for the ashes to fall
Ending illusions
- I keep on hoping






Cinque Picchi, 1973


Settembre era ai suoi ultimi giorni ormai e Dohko guardava alle stelle con estrema benevolenza. Quell'anno sarebbe stato memorabile per più di un motivo, ma questo l'avrebbe compreso poi. L'aria della notte era dolce e calda, vagamente impregnata di pioggia.

Athena era rinata, l'aveva sentito in ogni fibra del suo essere e sebbene ciò significasse che una nuova guerra sacra era alle porte, voleva anche dire la fine dell'immobilità di Dohko e il tornare a combattere per la sua dea.

Da quel momento, Shion l'aveva tenuto informato di ogni cosa che avveniva all'interno del Santuario, di tutto ciò che faceva Athena e soprattutto, della scelta del Pontefice di lasciare il suo posto a qualcuno di più giovane e ben più legato ai nuovi Gold Saints.
Shion si sarebbe limitato ad educare la piccola dea e badare al suo nuovo allievo, Mu, il futuro Aries. Si sarebbe trasferito nel Jamir – aveva progettato – e avrebbe insegnato al suo allievo tutte le tecniche per riparare le Cloth. Shion si sperticava di lodi per il giovane Mu, evidenziandone le capacità.
Dohko sorrideva di questa gioia infantile dell'amico e sentiva la mancanza di non poter parlare di persona con lui. Il cosmo era una risorsa, ma intristiva non poter leggere le espressioni di quel viso tanto caro, che Dohko ricordava ancora bello come lo era stato nella pienezza dei diciotto anni. Immaginava, comunque, la luce in quegli occhi scuri.

Eppure, nonostante non lo vedesse, Shion non poteva mentirgli. Non si erano forse parlati tanto a lungo nel corso dei secoli? Non conosceva ogni anfratto di quell'anima prostrata dal suo ruolo di Pontefice che, proprio come Dohko, ambiva a scendere di nuovo in campo e che invece era stata fiaccata dalla vecchiaia?

<< Cos'è che non mi dici, caro amico? >> si lamentò Dohko quella sera, il cosmo che gli brillava attorno come una marea di lucciole.

Credi che ti stia nascondendo qualcosa?, fu il richiamo nel vento.

<< Conosco il tuo animo, Shion di Aries, 'che tale resterai al mio cuore. Cosa hai Visto nelle stelle, che già non sappiamo? >>

Una verità che sarebbe meglio tacere, Dohko di Libra, fu la risposta. Una verità a cui non posso sottrarmi. Le Moire hanno filato il mio destino e Atropo ha preso le sue forbici.

<< Tu? Morire? >> domandò sconvolto Dohko.

E' il ciclo di ogni vita, amico mio. Il momento è giunto e sebbene avessi in mano tutte le pedine della scacchiera, ho lasciato il Re privo di protezioni. E' giusto che io paghi la mia colpa.

<< Quale colpa? Tu, che sei sempre stato così degno. >> il tono di voce di Dohko, sebbene indebolito dall'età, era duro e pieno di quegli scoppi umorali tipici della tigre che era.

Non possiamo opporci al destino, Dohko, fu la semplice risposta. A quanto sembrava, gli anni avevano reso Shion estremamente pacato, totalmente opposto a quel braciere che era ora il cosmo di Dohko. Non dovresti accalorarti così tanto, amico mio, riprese il Pontefice sornionamente, ti fa male al cuore.

<< Shion! >> esclamò Dohko, semplicemente. Che altro avrebbe potuto aggiungere Libra? Che non poteva accettarlo, che non poteva lasciarglielo fare? Davvero intendeva mettersi a discutere con un Ariete? << Perché? Almeno questo puoi dirmelo. >>

Perché è l'unica soluzione, Dohko, se vogliamo porre fine alle guerre. Dobbiamo cadere, per poterci rialzare più forti. E laggiù, nel nero limbo di Hades, i pentiti avranno bisogno di una guida per purificare le loro anime.

Dohko tacque, cercando di assimilare quelle parole enigmatiche. Shion aveva sicuramente Visto qualcosa dall'Altura delle Stelle e l'intenzione di lasciarsi morire era dettata da un istinto più profondo di ciò che a lui potesse sembrare. << Chi colpirà? >> si limitò a chiedere.

Lo hai sentito nascere e crescere, amico mio. Solo una cosa ti chiedo.

<< Tutto. >>

Veglia su di loro fino a che non sarà giunto il momento. Shion si fece silenzioso e Dohko poté quasi udire il suo lieve sospiro. Devo andare ora, Polluce già brilla d'impazienza.

Dohko deglutì << Shion, vorrei che tu rimanessi qui a parlare con me ancora a lungo. >> gli confidò, la voce già piena di nostalgia.

Non preoccuparti, presto ci incontreremo di nuovo.

<< Sì. >> Libra sorrise, un riflesso dei tempi passati << Sì, hai ragione. Ci toccherà aspettare a lungo per il nostro prossimo incontro. >>

Fino a quando quel momento non giungerà, buona fortuna, amico mio, gli rispose Shion, gli occhi pieni di lacrime che Dohko non avrebbe mai visto.

Eppure, il cosmo di Libra rimase puntato sulla Grecia e sul Santuario quella notte. Nulla sfuggì agli occhi appannati dal tempo e dal pianto. Vide Shion accovacciarsi sulla culla di Athena e stamparle un lieve bacio sulla fronte bianca, pieno di venerazione. La neonata continuò a dormire tranquilla sebbene le sue labbrucce si fossero leggermente increspate.
Vide Shion camminare per il Santuario e dire addio al luogo che per tanti anni aveva accolto le sue veglie e le sue preghiere per recarsi al suo personale Golgota, l'Altura delle Stelle.

Si riteneva che quel piccolo monte fosse impervio da scalare per chiunque non fosse il Pontefice, ma Dohko sapeva bene che così non era. Aspros e Defteros c'erano riusciti secoli prima e avevano ottenuto l'Ichor di Athena.

E quasi rise, Libra, quando avvertì che Polluce non era semplicemente la stella della costellazione di Gemini, non una semplice metafora di Shion per indicare il cielo.
Polluce o Saga di Gemini, colui che era splendido quanto un dio ma che in realtà celava un'oscurità ben più grande e meschina nel suo animo.

Non distolse lo sguardo, Dohko di Libra, mentre il giovane guerriero si scagliava contro il più anziano che, invece, s'era limitato ad aprire le braccia e ad accogliere il colpo fatale.

E lì, in quel momento, accadde la cosa più strana: i capelli di Saga persero il loro splendore dorato per tingersi del colore della notte mentre s'accingeva a recuperare il copricapo del Pontefice, volgendo al cielo stellato occhi iniettati di sangue.

E finalmente, Dohko comprese il cammino intrapreso da Shion di Aries e qual era il suo ruolo in questa messinscena di Santi.



Frozen by gold that has turned into ice
I kept all the secrets deep inside me



**



Cinque Picchi, 1986



Una nuova notte, l'eterno chiarore del cielo. Dohko sospirava e fremeva dentro di sé. Sì, finalmente gli astri erano tutti collocati nelle giuste posizioni e ogni cosa era tornata limpida come duecento quaranta tre anni prima.
Il sentiero lastricato di sangue che avrebbe portato all'ultima guerra sacra era apparso nuovamente e tutte le pedine della scacchiera degli dèi erano posizionate e pronte a muovere i loro passi.
Passi tristi, questa volta, e fratricidi.

Sì, perché i Santi si sarebbero schierati contro gli stessi Santi per debellare un male che aveva colpito le fondamenta del Santuario. E solo quando il male sarebbe stato purgato, Athena avrebbe potuto riprendere il trono che le spettava, un trono usurpato da un Santo caduto.

Tredici anni erano trascorsi dalla Notte degli Inganni e ancora il vecchio Dohko si stupiva di come tutto sembrasse irreale e persino più immobile di quanto lui non fosse, vincolato com'era a quella roccia in Cina.
Nascose gli occhi dietro palpebre sottili e fragili e ripensò, meditabondo, agli anni trascorsi. Un granello di sabbia a confronto di quanto lunga era stata la sua vita, eppure un macigno per il peso che si portavano dietro.
Perché Dohko, per tredici anni, aveva covato la verità di una notte fatale e non aveva potuto riferirla a nessuno, né alcuno avrebbe potuto aiutarlo a risollevare un mondo caduto e ripiegato su se stesso.

No, Libra aveva messo a tacere la tigre che ruggiva dentro di lui e si era imposto il fermo ruolo che le stelle ed Athena gli avevano assegnato, trasformando la rabbia in consapevolezza, il desiderio di vendetta in pietà e compatimento.

Perché c'era una sola verità che ancora brillava nella notte: Athena era salva e lontana dai demoni di Saga. Il sacrificio di Aiolos di Sagitter sarebbe stato degno di lodi sempiterne e Dohko non era stupito che il ruolo del salvatore fosse toccato proprio al giovane dai riccioli a forcipe e gli occhi dello stesso colore del cielo, occhi di speranza che si infrangevano contro quelli di tempesta di Saga.

In Dohko v'era anche una sottile pena a pensare a quella creatura una volta così luminosa e adesso caduta nel fango e nel marmo, divorata dai vermi della coscienza e dalle larve dell'onnipotenza che l'avevano reso un uomo oscuro, una maschera dietro cui Saga di Gemini si era perduto. E di nuovo, in Dohko, si faceva largo il sacrificio di Aiolos e la speranza a cui aveva dato vita con il suo sangue.
Shion gli aveva mostrato la strada, adesso Dohko lo capiva, precedendolo sulla via dell'Averno. Sì, sarebbero tornati, mondati dalle loro colpe e Saga avrebbe finalmente riconquistato la propria anima.

La consapevolezza si era fatta largo in Dohko di Libra in tredici anni di attesa e di ripensamenti, di finte partenze e di innumerevoli ritorni.
Ce ne aveva messo di tempo per comprendere il gesto del Pontefice Shion e metabolizzarlo, e soprattutto, aveva messo ancora più tempo a realizzare che lui non si sarebbe dovuto muovere da lì e lasciare al Fato il corso degli eventi. Perché il domani condurrà Athena al suo posto e il buio ritornerà luce.
Adesso, dopo tredici anni, il disegno del Fato, ciò che Shion era stato in grado di leggere sull'Altura delle Stelle, diventava chiaro anche a Dohko e il vecchio rise tra sé e sé, risollevato e fiducioso.

Ancora una volta e per sempre.

Mu, il nuovo Aries, il prode allievo di Shion, era inginocchiato ai suoi piedi, aspettando che il grande Dohko di Libra lo mettesse a parte dei suoi pensieri.

Sì, un ciclo si sta chiudendo e sarà mio compito guidare questi ingenui bambini, ancora una volta, pensò il Roshi, lasciando che per un momento l'immagine di un giovane Shion in Gold Cloth si sovrapponesse a quella di Mu. Hai visto, amico caro? Sono rimasto qui, fermo e immobile, fedele alle mie promesse. A quanto pare, ho imparato finalmente il ruolo della Bilancia.

<< Come avete fatto a capire che Saori Kido sia in realtà Athena? Ella non ha ancora manifestato il proprio cosmo divino. >> chiese Mu, incuriosito.

<< Le stelle non mentono, giovane Aries. E il mio allievo, il Dragone, mi ha riferito che il nuovo Pegasus è al fianco della fanciulla e tanto mi basta. >> gli sorrise Roshi. Il tempo è giunto, amico mio, sussurrò Dohko alle stelle e a quella parte di Shion che ancora viveva nel suo animo, e adesso proveremo chi è davvero leale.





Do you really wonder when sometimes the revenge is on you?





**


NdA:


  • la Festa di Mezzo Autunno è una celebrazione cinese e si svolge verso l'equinozio d'Autunno, tra il quindici e il venti di Settembre.

  • Per la festa, vengono preparate le yuebing, le torte di luna, che sono dei dolcetti per accompagnare il the.

  • Il dialogo tra Dohko e Shion è ripreso dall'anime Saint Seiya the Hades Chapter, i credits vanno agli sceneggiatori.

  • La scena tra Mu e Dohko è tratta dall'epilogo del Lost Canvas e il dialogo tra Libra e Aries è stato riadattato ai fini della trama.

  • Le canzoni citate sono A prophecy of Words to Fall e Soulcrusher degli Xandria tratte dall'album Neverworld's End del 2012.



Disclaimer: i pg non mi appartengono se non in questa particolare disposizione, non scrivo a scopo di lucro.



   
 
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