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Autore: Birra fredda    29/01/2014    4 recensioni
“Dimmi Matt” disse.
“Brian Val... Val... oddio...”
Brian si mise a sedere. Matt era emozionato, quindi o Valary gli aveva detto di sì per il matrimonio o era uscita la nuova versione di Call Of Duty.
“Matthew, respira. Calmati, rimetti in ordine le idee, costruisci un discorso sensato nella testa e poi parla” continuò Brian mettendo il vivavoce per far sentire la conversazione anche agli altri che si erano raccolti attorno a lui, curiosi più che mai.
“Avanti Matt non tenerci sulle spine” lo esortò Jimmy. “Cos’è successo?”
“Valary è incinta.”
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'You will always be my heart.'
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Era Natale. Sebbene fosse la fine di dicembre il sole splendeva limpido e deciso nel cielo di Huntington Beach, quasi servisse a ricordare a tutti che, in fin dei conti, ci si trovava in California.
Michelle era in cucina con Valary e stavano cucinando ormai da un bel pezzo, mentre Brian e Matt se ne stavano sul retro di casa Sanders con i bambini.
“E quindi pensi che dovremmo far uscire il disco nove febbraio, il giorno del compleanno di Jimmy?” domandò il chitarrista per l’ennesima volta, abbozzando un sorriso divertito al figlio maggiore che correva a perdifiato per il giardino rincorrendo la cugina.
“Sì, penso che sia una buona idea” rispose Matt lasciandosi cadere su una sedia, sfinito dopo una discussione con Nathan riguardo il bagno in piscina.
“Io e Zack dovremo andare in studio tutti i giorni per finire le registrazioni in tempo...”
“Ecco!” esalò il cantante alzando gli occhi al cielo. “Sei il solito pigro, Gates! Non cambi mai.”
Brian sorrise appena.
In quel giorno aveva pensato molto a Jimmy, era inevitabile nei giorni di festa. In quei momenti si sentiva ancora di più la sua assenza, la sentivano tutti più che mai. Synyster non aveva potuto fare meno di pensare a quello che avrebbe detto sul nuovo cd, agli abbracci che avrebbe regalato ai suoi figli, ai regali che avrebbe comprato, al suo sorriso, alle foto che avrebbe preteso sotto l’albero di Natale insieme ai bambini.
Era sicuro del fatto che avrebbe dato ragione a Matt, in quel momento, definendolo il peggior scansafatiche della Terra.
“Papà vieni a giocare?” gridò improvvisamente Nicole, attirando l’attenzione dei due adulti.
Il cantante si stravaccò maggiormente sulla sedia. “Richiedono te” disse con uno sbadiglio, lasciando al cognato il compito di andare a occuparsi dei bambini.
Matt adorava stare con i suoi figli e tutti gli altri. Davvero, avrebbe passato giornate intere da solo con loro, ma era stanchissimo. Se avesse potuto avrebbe passato quel periodo di festività a letto in stato vegetativo. Quel periodo ch’era andato dalla fine dell’estate alla metà di dicembre l’aveva spossato. Il nuovo disco era venuto bene, piaceva a tutti loro e sembrava un ulteriore miglioramento dopo Hail To The King e, sebbene si sentisse la mancanza del Rev, a tutti sembrava un lavoro migliore di quello partorito dopo la sua morte.
Poi Alicia aveva cominciato la scuola e Nathan l’asilo. E, per quanto Alicia andasse abbastanza volentieri a scuola, era stressante in un modo inumano dover lasciare il piccoletto alle maestre sebbene questi si aggrappasse alla gamba del genitore piangendo disperato.
La prima volta che era andata Valary a lasciarlo, era tornata a casa piangendo più del figlio. Mentre la prima volta in cui era stato Matthew a doverlo lasciare a scuola, era arrivato allo studio con mezz’ora di ritardo e di pessimo umore.
“Perché non andiamo a cambiarci? La mamma vi ha portato il cambio da mettervi per questa sera e ci tiene che siate vestiti bene.”
Matt saltò su dalla sua posizione, sentendo Brian dire quelle parole. Non poteva lasciarlo di nuovo solo con i bambini.
“Ti hanno già messo a terra?” disse improvvisamente una voce alle spalle del cantante, che si voltò a sorridere a Zack che teneva per mano Cherie.
“Lasciamo perdere, Nate prima era tutto intenzionato a farsi il bagno in piscina e non c’era verso di ragionarci” rispose Shadows allungando una mano verso la bambina per strizzarle una di quelle guance paffute che si ritrovava.
Zacky ridacchiò. “Amore perché non vai dagli altri? Guarda, c’è Ali che ti sta chiamando” disse rivolto alla figlia, notando che Brian veniva verso di loro tenendo in braccio entrambi i gemelli tutti imbacuccati nelle loro giacche.
“Non provate a ridere” disse il primo chitarrista ai due amici non appena se li ritrovò davanti. “Michelle mi ammazza se non li faccio vestire, e questi due non vogliono prepararsi a meno che non li porti in braccio fino alla fine delle scale.”
Matt quasi si strozzò con la sua stessa saliva, mentre Zack abbassò lo sguardo, cercando di controllarsi.
Vedere Brian fare il padre era sempre un divertimento. Era assolutamente negato con i bambini. E dire negato era dire poco. Non sapeva mai come prenderli, se essere severo o no, non sapeva imporsi e la metà delle volte in cui facevano o dicevano qualcosa di sbagliato rideva per mezz’ora prima di rendersi contro che avrebbe dovuto rimproverarli.
Michelle aveva perso le speranze con lui, che ormai lasciava correre anche quando i bambini urlavano parolacce o si picchiavano con qualsiasi oggetto trovato in giro.
“Allora, papà modello del duemilaquindici, mentre tu compi la tua impresa io e Mr. Porchetta riportiamo dentro il resto della combriccola e allestiamo un angolo gioco in sala” disse Matt alzandosi in piedi e battendo una manata sulla spalla di Zack che, nonostante il giaccone, si piegò per la botta presa.
Brian annuì e rientrò in casa mentre i gemelli lo abbracciavano all’unisono con l’intento di scaldarlo.
“Johnny quando viene?” s’informò Zack seguendo Matt per andare a recuperare i bambini.
“Spero il prima possibile, almeno lui mi tiene Nate.”
Assurdo come quel bambino adorasse Johnny. Benché all’inizio Matt non si fosse capacitato della fissazione di suo figlio per il bassista, e benché gli avesse raccontato espedienti non proprio adatti alla sua tenera età riguardanti Jonathan, Nathan era rimasto attaccato all’uomo in un modo allucinante.
Ne era ossessionato.
Una volta aveva pianto per un pomeriggio intero richiedendo il bassista e alla fine, per esaurimento, Matt era stato costretto a portarlo a casa di Johnny e lì si era calmato.
Nonostante inizialmente Shadows non avesse concepito e accettato del tutto il fatto che suo figlio potesse essersi tanto legato a Johnny, ora gli faceva comodo. Quando c’era il più piccolo della band, lui aveva solo Alicia da guardare, dopotutto.
“Allora bambini, vogliamo rientrare dentro che qui comincia a fare freddo?” attirò l’attenzione dei più piccoli il cantante, sovrapponendo le loro voci concitate col suo vocione.
“Non fa freddo papà, se ti muovi non senti freddo” ribatté Nathan da saputello, alzando il mento per guardare il padre negli occhi.
Zack trattenne una risata: vedere M. Shadows in difficoltà con delle persone alte quanto una sua gamba era uno spettacolo da non perdere.
“Tra poco arriveranno anche tutti gli altri, anche Johnny” disse l’uomo cercando di sembrare il più autoritario possibile, mentre il bambino si apriva in un sorriso enorme e cominciava a correre verso l’interno della casa.
“Andiamo?” disse Zack agli altri, porgendo una mano alla figlia che si era stesa a terra e guardava il cielo assorta come se fosse la cosa più interessante del mondo.
“Ma Babbo Natale davvero viaggia su una slitta?” fece la bambina mettendosi lentamente a sedere.
“Sì, e la slitta è guidata da renne volanti” rispose Alicia saltellando sul posto.
“E le renne come fanno a fare il giro di tutta la Terra in una notte senza stancarsi?” chiese nuovamente la piccola Baker, afferrando la mano del padre per tirarsi in piedi.
“Si allenano tutto l’anno per la notte di Natale, così poi non si stancano” disse Jimmy aggrappandosi con entrambe le mani ai jeans dello zio per riuscire a camminare dritto mentre rispondeva a Cherie.
“E se una si ammala?”
“Si mette la sciarpa e il cappello” rispose Alicia come se fosse ovvio, aprendo la porta di servizio di casa.
Matt e Zack non riuscirono a non scoppiare in una fragorosa risata, alla fine di quella strana conversazione tra i bambini, che si accentuò ancor più quando videro Nathan tutto arrabbiato che cercava di togliersi il cappotto e la sciarpa senza riuscirci, e che quindi sbatteva a terra i piedini con la sciarpa tirata su fino alla fronte, barcollando come un ubriaco e con una manica del giaccone penzoloni fino a toccare per terra.
Il cantante dovette riconoscere una cosa, mentre aiutava il figlio a svestirsi. Dovette riconoscere che, nonostante tutto, nonostante la stanchezza di essere genitore e la voglia, a volte, di far finta che i suoi figli non esistessero per un paio di giorni, non sarebbe più riuscito a vivere senza di loro.
I suoi figli, i suoi nipoti e Cherie gli avevano reso la vita migliore, con le loro urla isteriche, i loro pianti infiniti, i capricci, i bronci, i sorrisini impacciati e furbi. Con la loro innocenza.
“Nate guarda chi è arrivato.”
“Johnny!”
Il bassista non fece neanche in tempo a aprire la zip della giacca che indossava. Vide il piccolo Sanders che gli correva incontro e si chinò a prenderlo.
“Jonathan finalmente” esalò Valary spuntando dalla cucina con addosso un grembiule tutto imbrattato sugo e farina. “Nathan non vedeva l’ora di giocare a nascondino con te.”
Michelle si affiancò alla gemella ma non fece in tempo ad aprir bocca che vide i suoi gemelli e suo marito scendere dal piano superiore di casa Sanders. Brian aveva fatto cambiare i bambini, e per la prima volta non aveva messo a nessuno dei due qualche indumento storto.
Nicole sorrise alla madre, non appena la vide. “Papà mi ha detto che sono bellissima” disse afferrando un lembo della gonna scozzese che indossava.
“Lo sei amore, lo sei.”
 
Ormai era tardi a casa Sanders, la cena era finita da un bel pezzo e i bambini erano (quasi) tutti assopiti. Michelle aveva preso i due maschietti ed era tornata a casa con loro, Valary aveva portato i suoi figli a dormire nelle loro stanze e stava finendo di pulire la cucina in compagnia di Gena.
Cherie dormiva sul divano rannicchiata accanto a Johnny, che beveva la sua birra cercando di muoversi il meno possibile per non svegliarla.
Matt e Zacky stavano facendo una gara di flessioni. Il chitarrista stava perdendo miseramente, era già la seconda volta che si accasciava sul tappeto biascicando che non ce la faceva tra le risate.
Brian era assorto nei suoi pensieri. Aveva la figlia sulle ginocchia (che, non si sa come, era ancora bella sveglia e vispa nonostante la giornata piena che aveva avuto) e guardava la foto di Jimmy attaccata alla parete del salotto.
In quel momento Jimmy avrebbe di sicuro intrattenuto Nicole con qualche stupidaggine e le avrebbe detto qualcosa riguardo la lardosità (?) di Zack.
“Papà, non essere triste” disse improvvisamente la bambina al padre, prendendogli il volto tra le mani e costringendolo a fargli spostare lo sguardo dalla foto del Rev ai suoi occhi. “James è sempre con noi.”



























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E con questo epilogo metto fine alla long! ...insomma, l'ho chiusa con una scenetta natalizia perché mi piaceva l'idea che l'ultimo capitolo di
New Generation fosse a sua volta ambientato a Natale e poi ci ho messo quell'ultima parte dolce tra figlia e paparino perché è l'ultima immagine di Nicole prima di perdere i sensi e finire in coma sempre in New Generation.
Colgo l'occasione per ringraziare tutti quelli che sono arrivati fino a qui, in modo particolare chi ha messo questa storia tra le seguite, le preferite e chi l'ha recensita. So much love per tutti voi anche se i Linkin Park hanno deciso di andarsene solo a
Milano (fuck!).
Ma comunque.... grazie infinite a tuuuuutti, alla prossima storia malata che mi verrà in mente,
Echelon_Sun

 
  
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