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Autore: mooarless    30/01/2014    0 recensioni
Sulpicia si consegna ai Rumeni nemici dei Volturi, vuole attirare l'attenzione di Aro e per qualche settimana esserne il centro indiscusso nei suoi pensieri ma...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eleazar, Sulpicia
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era buio.
C'era Silenzio, una quiete diversa da quella a cui ero abituata a Castel Volturi, una quiete tesa cucita di più fila di piccoli sentimenti contrastanti dipinti sconclusionatamente su di una tela sin troppo ordinata; fatta di geometrie fini e rigide deturpate da linee curve e discontinue dettate da un'irrequieta pittrice.
Le sentivo più fredde del solito queste dita, che di nulla s'imbevono, perché mai ho avuto l'arguzia d'imparare l'arte figurativa, così m'immagino come sarebbe il dipinto della mia immortalità.
Perfetto.
Nudo.
Solo.
Monocromo eppure , per me, variegato della stessa monotonia in cui era celata la mia mente.
Piatto privo di prospettiva.
Oscuro e tetro.
Una foresta di conifere morta, una luna in cielo triste ripiegata su se stessa come una tiepida nottata a perdere, una fitta sequela di rami ,alti, che lambiscono le lattiginose stelle che a stento fanno da damigelle all'imminente matrimonio distante tra Sole e Luna.
Due entità così vicine spiritualmente quanto distanti fisicamente destinati a non incontrarsi mai, eppure a desiderarsi così tanto da ,per un attimo, concedersi un solo e stupido attimo, per fare un tentativo; le due figure pare si sfiorino l'un l'altro in una danza mortifera di raggi che si lasciano lo spazio l'un con l'altro, prima di cedere il posto definitivamente.
Cessando lo sposalizio.
Una lacrima assente su di un viso pallido, ceruleo, sancisce la fine del ballo; Una danza spietata che finisce la fanciulla come le peggiori delle vittime.
Un colpo al cuore, diritto, ben assestato.
Era buio e non mi trovavo a casa.
Era buio e sentivo la voce, cristallina della moglie del capo dei Rumeni.
< Eleazar, ricordami di essere stata un'idiota a lasciare Volterra, per favore. Ho bisogno di sentirmelo dire. >
< Ma....Mia signora... >
< Avanti, Zar. >
< Uhm...ehm....siete un'idiota. >
< Grazie. >

///

La porta si spalanca, una bionda , piuttosto alta fa la sua teatrale entrata; non assomiglia ad Athenodora per quanto , adesso, mi sforzi a scambiarla per lei.
Lei stessa non pare del tutto civile nei modi.
< Sono Katerina, moglie di Alexander reggente del popolo immortale rumeno, ma ormai già lo sapete. La cosa che forse vi sfugge è la mia entrata in scena che si presenta solo ora, come ben sapete mio marito è uno che quando si intestardisce su qualcosa o qualcuna allora è ora che ci metta lo zampino prima che mi venga rubato il posto che mi spetta per diritto matrimoniale. >
< Del tuo trono, a me non mi tocca e non mi interessa, mi aspetta qualcosa di molto più importante che questa succursale di incivili. >
< Ah ora capisco. >
< … >
< Alexander ama le donne impossibili da conquistare, però siete la prima con il quale si accanisce con questa costanza , siete un pericolo che mina la mia autorità. >
< Sciocchezze. >
< Come? >
< Via, abbiate un po' di senso logico, sono venuta sino a qui per potare i miei personali saluti ad Ajnia amica stretta di Didyme da sempre le avevo promesso una visita di persona e così ho fatto. Se collaborate al mio allontanamento sarà proficuo per ambe le parti. >
Si limitò ad annuire poi sparì nuovamente.

 

///

 

< Sulpicia... >
< … >
< SULPICIA? >
Fissavo dall'alto di quella balconata su cui ero seduta, le gambe dondolanti nel nulla mi ricordavano frammenti di vita romana passata a rimirare l'orizzonte purpureo di una Roma quieta, ma adesso tutto ciò che rimiro è una brulla distesa nell'ombra nera di una Transilvania dominata da altopiani bigi.
Erano giorni di disordinata follia accompagnata da un insano desiderio di distruzione che serbavo in questo corpo malato; logorato da quella stessa disfunzione che non mi permette più di invecchiare rafferma nella mia nuda e struggente bellezza che mi risparmia tante fatiche e tante parole.
Questi capelli bruni come una biancaneve addormentata ravviva il chiarore di una pelle insana, scolpita da tratti divini che fanno di me l'unica consorte del tanto famigerato Aro Volturi, la sola che possa adornarne il braccio senza allo stesso tempo farne sfigurare il sovrano, un'abile dote che mi ha permesso di non esaltare me a sfavore di lui.
Eppure, nella mia beltà profana comprendo di sapere sferzare i desideri di molte persone con il solo sguardo, comprendo che il mio stesso volto, le pieghe delle mie espressioni sanno incantare allo stesso modo del talento posseduto da Heidi.
Comprendo da molti anni, però, il mio stato attuale ed esula dal mio orgoglio di donna che per altro ho da sempre represso a favore di ciò per cui ho giurato.

< S U L P I C I A ! >

< Diamine, cosa avete da urlare. >

< Ah, siete qui. >

< Non credo sia ancora in grado di diventare invisibile, purtroppo o mi sarei già allontanata da questa latrina. >

< Oh-Oh-Oh cos'è questa aggressività? >

< Oh, nulla, sapete è da una settimana che mi fate braccare e non mi permettete di tornarmene a Volterra, così ho deciso di non faticare oltre per andarmene da qui. >

< Vi arrendete così? >

< No, detesto essere contraddetta . >

< Cosa? Vorrete farmi credere che voi siete la parte dominante nella coppia? >

< … >

< No eh? >

< Ma, io mi chiedo cosa vi spinga a fare tutto ciò ben sapendo in quali rischi state incorrendo. >

< Oh...certo, è da tre settimane che siete qui no? E Aro Volturi non ha risposto ad una sola delle vostre lettere , magari, non è poi così in pena per voi. >

< E' un uomo impegnato. >

< Una scemenza al quale vi aggrappate non solo con le unghie ma con tutto quel bellissimo corpo che malauguratamente avete concesso solo a vostro marito, è un vero spreco. >

< Non so se ridere, al cospetto di voi, così tremendamente insulso e di costumi facili. >

< Volete una documentazione scritta che attesti che di voi ,un uomo come lui non se ne fa assolutamente nulla? >

< Dove volete arrivare? >

< Aro avrà già sostituito la vostra assenza. >

< Basta. >

< La verità fa vacillare le vostre solide convinzioni? >

< La verità non è questa e le mie convinzioni sono inespugnabili. >

Ero rigida, stretta tra le braccia smagrite della mia immortalità consapevole dei tanti dubbi di questa mia lontananza da sentirmi logorata sino a quelle viscere putrefatte che compongo il mio cadavere.

“ Non è vero “

Mi ripeto, costantemente, sempre.

“ Non è vero “

“ Non è vero “

“ Non è vero “

“ Non è vero “

“ Non è vero “

“ Aro non mi ha sostituita “
Poi la sua mano, che preme con forza sulla mia che si regge al cornicione, la sua mano grande e avvolgente che annienta la distanza che mi ero presa con quell'individuo che dato il suo crine mi ricordava sempre più Caius.
Biondo.
Spigoloso.
Alto, dannatamente più alto di Aro, un colosso di muscoli e cervello.
Con un discreto carisma un mediocre condottiero e un donnaiolo convinto.
Prego l'inesistente dio, che questo vampiro non osi alzare le proprie mani su di me non avrei modo di nascondere questo fatto a lui, a mio marito, e sarebbe guerra.
Furiosa.

< Alexander, vattene. >

Un ordine, difficile da resistere eppure lui non si scosta, anzi, avanza.
E' vicino, così vicino da annusarne il fetore, non è biancospino...dov'è il mio amato, agognato BIANCOSPINO?!?!
E' un attimo, un flash, il suo volto.
Lontano.
Mai stato così distante, la cornice dei suoi capelli corvini.

< NO NO NO. >

Balzo di sotto, veloce, rapida, senza giudizio.
Corro.

Corro.
Sento solo i miei passi e per un attimo un cuore, un battito così veloce da sentirlo in gola proprio come una donna umana, l'ansia di sfuggire a loro che sale.
Fuggire da quell'angelo bruto che hai miei occhi appare sin troppo audace ed io non posso permettergli di scalfirmi anche solo mentalmente, anche solo fisicamente.
Non mi è dato appartenere ad altri, non mi è dato pensarvi, io stesso non ardisco ad appartenere a nessun altro che a lui, Il Re Nero.

  
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