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Autore: gigliofucsia    31/01/2014    1 recensioni
Andrea viene chiamato "la tartaruga" perché è lento a capire. invece Leonardo è il primo della classe ed viene chiamato "la lepre" per questo e per via dei suoi voti pensa di essere migliore degli altri. ma Andrea gli dimostrerà che non è così.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La lepre e la tartaruga

Andrea veniva chiamato “la tartaruga” perché a scuola era lento in tutte le materie. Lento a capire e a memorizzare qualunque argomento, finiva per capire il giorno prima di qualche verifica per poi prendere la sufficienza per miracolo. Era una di quelle persone che non andava bene con gli studi e che si poteva ritenere “ritardata”. Pensare che aveva provato in tutti i modi a migliorare la sua memoria. Non ci è stato niente da fare, stava scritto nel suo DNA che lui era destinato ad essere un “ritardato”. Ma questo non lui non lo sapeva, o meglio fingeva di non saperlo.
   Non era mai stato particolarmente estroverso, nella sua classe tutti erano più bravi di Andrea e nessuno aveva mai provato a fare amicizia con lui, anzi, alcune persone lo prendevano anche in giro. Sopratutto lui … Leonardo.
   Lui invece veniva chiamato “la lepre”. Leonardo era il suo opposto, era il primo della classe, era ricco, intelligente ed estroverso. All'inizio gli era simpatico ma poi col tempo si è montato la testa e da allora lo scopo nella vita di Andrea è riuscire a superarlo in qualcosa.
   Leonardo, appena suonò la campanella dell'intervallo, dopo aver preso il solito dieci al compito di matematica, lo alzò alla vista di tutti, come se fosse stato un attestato con scritto sopra :“ il migliore del mondo”. Andrea appoggiò il mento sul palmo della mano e sbuffò, probabilmente si stava domandando come poteva essere così vanitoso e insopportabile. Comunque era abbastanza sollevato di vedere un sei scritto in rosso sul suo compito, tuttavia tutta quell'ansia da verifica l'aveva sfinito. L'argomento non l'aveva mai capito e quando la professoressa aveva annunciato il compito era sceso nell'ansia, come al solito. Aveva provato a capirci qualcosa senza risultati e una volta arrivato al compito l'ansia si faceva più forte finché non capì come fare. Anche se era una sufficienza sudata era contento di averla guadagnata, se non avesse tenuto duro fino alla fine non l'avrebbe mai raggiunta.
   “Questo dieci non è un miraggio, dimostra che io sono il migliore, non raggiungerete mai il mio livello” disse Leo fiero,  Andrea lo sentì e lo fissò con uno sguardo fulmineo. Leo quando lo vide si girò verso di lui, attraversò la classe e gli sbatté in faccia il dieci dicendo con scherno e fierezza “invidia eh!”.
   “Per niente” rispose Andrea con freddezza, ben presto, il resto della classe, che qualche minuto prima circondava Leo di lodi e ammirazione, lo seguirono al banco di Andrea e mormorano: “non sporcarti le mani con lui, non arriverà mai al tuo livello”. Andrea strinse un pugno, quanto avrebbe voluto scagliarlo contro il muso di Leo, soltanto per il piacere di farlo star zitto. “ Si avete ragione” rispose Leo “ma guardatelo! E così lento che perfino suo fratello è più veloce a pensare” tutti scoppiarono a ridere. Ad Andrea gli ribollivano innervi, chiese a denti stretti: “voi quanto avete preso?”. Loro alzarono i fogli e mormorarono,vanitosi : “io ho preso sette”; “io sei e mezzo, quindi sono per metà più bravo di te”; “guarda che bell'otto che ho qui”.
Le mani gli tremarono, soltanto perché Leo si atteggiava così dovevano comportarsi come lui?! Era ridicolo.
   “ Ma tanto che differenza fa?” chiese Leo scrollando le spalle, quel commento attirò l'attenzione di tutti, soprattutto quella di Andrea. Possibile che Leo fosse cambiato all'improvviso?
   “Dopo tutto siete tutti allo stesso livello” concluse girandosi e allontanandosi dalla folla che lo guardava indignato, forse Andrea si era illuso un po' troppo. Ma questo lo faceva sentire meglio se doveva dire la verità.
   “Questo cosa vorrebbe dire?” chiese un ragazzo facendo la voce grossa, Leo si sedette al suo banco e disse: “vorrebbe dire che siete tutti dello stesso livello sopratutto tu tartaruga”.
   Dopo quel commento ci fu un sussulto generale e tutti si girarono verso Andrea che inespressivo cercava di mantenere i nervi saldi. “Sei e sarai sempre un ritardato, perché io sono superiore, io valgo più di tutti voi, se io sono l'universo voi siete i pianeti, se io sono sono un'ape voi siete le larve e sei io, Leonardo, sono la lepre … tu, Andrea, sei e sarai sempre la tartaruga
   Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, Andrea si alzò di scatto dalla sedia e si diresse rabbioso verso il banco di Leo che si spavento. Sbatté tutte e due le mani sul suo banco  e gridò: “ADESSO HAI SUPERATO IL LIMITE LEO! PENSI DI ESSERE IL MIGLIORE DI TUTTI? TI SFIDO! SCOMMETTI CHE IO RIUSCIRò A PRENDERE UN VOTO Più  ALTO DI TE?”
Leo si alzò dalla sedia gridò: “ACCETTO LA SFIDA TARTARUGA”
Ad un tratto però una voce alle loro spalle li colpì “allora organizzo un interrogazione a due per la prossima volta, farò dieci domande, chi arriva per primo a cinque risposte vincerà la sfida ed un bel dieci sul registro. Argomento: le piante e i fiori” esclamò la professoressa di scienze. Il respiro di Andrea si mozzò al solo vedere il volto della professoressa, quello era un argomento nuovo e quella... la materia in cui andava peggio.


Il giorno dopo...
Gli occhi cedevano, era ancora mezzo addormentato. Quante ore aveva passato su quel libro di scienze? Tre? Quattro?
   Quel libro era ancora aperto davanti ai suoi occhi assenti, Andrea si teneva il capo dolente con la mano, e il suo gomito appoggiato sul banco. Non si sentiva ancora pronto per affrontare la sfida, non era certo di aver capito bene l'argomento e di averlo studiato abbastanza bene per battere la lepre.
   La campanella trillò, fu il momento più lungo della sua vita. Quando suonò la campanella il cuore gli partì in quarta, era giunta l'ora di Scienze. Leo lo guardava con occhi famelici e ad Andrea gli corsero i brividi lungo la schiena.
La porta si aprì, la professoressa entrò in classe, appoggiò i suoi libri sulla cattedra, si sedette e li chiamò. “Andrea  e Leonardo vengano alla cattedra” annunciò la professoressa. Intanto il resto della classe incitava Andrea sottovoce che si alzò tremando dal bando e si avviò alla cattedra portandosi dietro la sedia come fece Leo.
Si sedettero e la professoressa cominciò: “ le regole le conoscete, io faro dieci domande e chi arriva per primo a cinque risposte esatte vince la sfida, ed un bel dieci sul registro di classe. Se sapete la risposta alzate la mano e chi la alza per primo risponde, siete pronti?”
   “Si “risposero i due in coro.
   “Allora incominciamo, qual'è la funzione delle radici?” Andrea fu in primo ad alzare la mano e la professoressa lo interpellò. Andrea rispose: “servono per assorbire l'acqua e i sali minerali”
“esatto!”esclamò la professoressa.
   Andrea si era impegnato molto, il solo fatto che abbia alzato la mano per primo era un evento, perché in genere non sapeva nemmeno la risposta.
   “Seconda domanda” annuncio la professoressa tra gli applausi e i visi stupiti degli studenti, Andrea era arrossito “la funzione del fusto?”. Andrea alzò di nuovo la mano per primo; “ trasporta l'acqua e i sali minerali dalle radici alle foglie dell'albero” disse, Leo cominciava ad innervosirsi.
   “Che funzioni hanno le foglie?” questa volta fu Leo il primo ad alzare la mano “hanno funzioni di scambi gassosi, fotosintesi e traspirazione” rispose, la risposta era giusta, fissò Andrea con uno sguardo di sfida, come se volesse dire io sono migliore di te.
   “Cosa sono le pteridofite?” questa volta Andrea tenne la mano abbassata, non riusciva a ricordare cosa fosse. Leo alzò la mano e rispose: “sono le piante vascolari più primitive. Non si riproducono con i semi ma hanno un ciclo riproduttivo nel quale si alternano la produzione di spore e quella di gameti”. Andrea rimase stupito da quella risposta, Leo era molto più bravo di lui, sentiva la sua autostima calare.
“Cosa sono e Briofite?”; “Cosa sono le spermatofite?” prossimamente, a queste due domande rispose Leo con delle risposte complete e articolate che lui non sarebbe mai stato capace di fare. Leo era in vantaggio per quattro a due e dopo di questo la professoressa si convinse a fare una pausa.

   “Sei migliorato!” esclamò un suo compagno; “ non ti avevo mai sentito rispondere ad una domanda!” esclamò un'altra. Andrea però mormorò abbattuto: “ma Leo è molto più bravo di me, avete sentito bene le sue risposte alle ultime tre domande”.
Non potevano dargli torto, ma comunque una bambina appoggio la sua mano sulla spalla di Andrea e lo incitò dicendogli: “ ma questo non significa che sia superiore a noi! Leo anche se è un secchione non vale più di noi o di tu sei qui apposta per dimostrarglielo”.
   Andrea dovette ammettere che aveva ragione, aveva sfidato Leo apposta per dimostrargli che lui non era superiore a loro. “Ok si ricomincia” esclamò la professoressa entrando in classe con Leo dietro, stranamente silenzioso. Quando erano usciti?... forse era così su di giri che non si era accorto dell'assenza della professoressa. La prof e Leo si sedettero e l'interrogazione ricominciò.

   “Cosa sono le alghe?” chiese la prof, questa la sapeva!.
“Sono le piante più semplici che vivono nell'acqua” rispose Andrea, la risposta era esatta. Andrea si aspettava come minimo un po' di frustrazione da parte di Leo, invece se ne stava seduto comodamente con le braccia conserte. Cosa gli stava prendendo?
   “Cos'è il ciclo riproduttivo?” chiese la professoressa; Andrea scese dalle nuvole, alzò la mano e rispose “è il ciclo che fanno le piante per riprodursi”. Neanche questa volta Leo aveva alzato la mano, ma poi si mise sull'attenti quando la professoressa mormorò: “ ecco l'ultima domanda”.
   Erano quattro a quattro a Leo bastava rispondere a questa domanda e avrebbe vinto. La stessa cosa valeva per Andrea. Che con un po' di ragionamento capì che cosa voleva fare Leo. Con tutta probabilità, dato che era in vantaggio aveva deciso di prendersela comoda e di dargli un po' di corda, per poi batterlo all'ultimo minuto.
   “Qualcuno di voi ...” disse la professoressa, Andrea aveva il cuore che gli batteva molto velocemente, Leo lo fissò con uno sguardo molto furbo, come se gli stesse dicendo: vincerò io!
“...sa dirmi...” mormorò la professoressa, Andrea e Leo prepararono la mano. “...cos'è la fotosintesi?” appena la professoressa pronunciò queste parole due mani scattarono in aria, non aveva visto chi era stato il primo, ormai stava alla professoressa constatare chi era stato il più veloce. Andrea teneva gli occhi chiusi, semmai era pronto al peggio.
La professoressa guardò alternativamente le due mani e alla fine mormorò : “Andrea”.
Andrea aprì gli occhi e rispose: “ è il procedimento che la pianta fa per fare in modo che le foglie rimangano verdi”.
   “esatto!”esclamò la maestra. Ci fu un'esplosione di applausi e sospiri di sollievo. Leo era molto contrariato ma alla fine si avvicinò ad Andrea e gli disse : “avevi ragione scusa... tutti quei voti mi hanno dato alla testa e mi hanno fatto diventare uno sbruffone”.
   Andrea era così felice di aver vinto, di aver preso dieci e di averlo battuto che rispose raggiante “scuse accettate”.
Poi però Leonardo aggiunse: “sai cosa mi ha detto la maestra durante la pausa quando siamo usciti dalla classe?”. La felicità di Andrea si trasformò in curiosità “cosa?” chiese.

“Che non ci sono persone che contano più di altre”.

fine

  
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