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Autore: ChiaStyles97    31/01/2014    34 recensioni
“Ho visto lo sguardo che cerchi di nascondere ogni volta che si accenna al nuoto. Perso e felice” mi interruppe “Lo stesso che avevi questa mattina. Si tratta di decisioni tue. Ma almeno dimmi qualcosa che sia reale”
Il suo tono non accusatorio mi disorientava.
Scossi ripetutamente il capo, incapace di rispondere. Il naso cominciò a pizzicarmi, le lacrime ad inumidirmi gli occhi.
“E se io non volessi essere reale?” ribattei, fermandomi “Quello che voglio è svegliarmi e rivedere Nicholas”
Un sapore salato mi punse la lingua.
Mossi qualche passo in avanti, rivolgendo lo sguardo verso il parco che segnalava che avevamo quasi raggiunto casa.
“Voglio che le cose tornino come prima, come quando la mia vita aveva un senso” la mia voce mi arrivò spezzata alle orecchie “Ma questo non accadrà, Zayn, ed è tutta colpa mia. Solo colpa mia”
Mi morsi il labbro così forte da cominciare a sentire il sapore delle lacrime mescolarsi a quello del mio sangue. Mi fermai ancora una volta, gli occhi fissi in quelli scuri di lui.
“Colpa tua?” distinsi a mala pena la sua voce così fioca.
“Mio fratello, l'incidente" mormorai.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"Even though it hurts I can't slow down,
walls are closing in and I hit the ground,
with "there's no tomorrow" whisper in my mind"

David Guetta - Just one last time



“Svegliati, Jane” sentii mia madre sussurrare, mentre mi scuoteva dolcemente la spalla.
Sollevai le palpebre ancora pesanti e allungai le braccia quanto più potei per stiracchiarmi. Tutta intorpidita, con le gambe addormentate e la schiena dolorante per colpa della scomoda posizione in cui ero stata costretta a dormire, mi guardai intorno. La macchina era parcheggiata accanto al marciapiede, fuori era buio, ormai doveva essere notte inoltrata. Mi voltai e vidi Jake accanto a me, accasciato sul sedile, ancora profondamente addormentato.
“Jake, siamo arrivati a Bradford” cercai di svegliarlo, scuotendogli il braccio.
Lo vidi divincolarsi contrariato e voltarsi dall’altra parte, con gli occhi ancora chiusi, quindi decisi di lasciar perdere e scendere dall’auto.
Sulla strada erano affacciate decine di villette quasi identiche a quella davanti a cui ci trovavamo. Abbassai lo sguardo, sbuffando, afferrai i miei bagagli ed entrai nella nuova casa.
Senza soffermarmi sui mobili in disordine e sugli scatoloni ancora da svuotare, mi diressi al piano di sopra, cercando di ricordare dove fosse quella che sarebbe diventata la mia nuova camera, e non appena la trovai mi gettai sul letto senza neanche cambiarmi, esausta.
Ma, prima di riaddormentarmi, rivolsi i miei ultimi pensieri a Torquay; alla vita che avevo appena lasciato; a Francis, a Lily, a Kyle; alla nuova vita che avrei dovuto costruire; a Bradford; ai nuovi volti che avrei incontrato; alla fretta con cui tutto era cambiato nell’arco di soli tre mesi, in cui non avevo nemmeno avuto il tempo di realizzare cosa stesse succedendo; a Nick.
Mi coprii il volto con il cuscino, ricacciando indietro le lacrime, serrai le labbra, chiusi gli occhi e cercai di svuotare la mente e dormire.



C’erano ancora mille cose da fare in casa, scatoloni da svuotare, oggetti da sistemare, mobili da spostare; per cui la prima settimana a Bradford passarono senza che io e Jake uscissimo quasi mai, impegnati come eravamo ad aiutare mamma e papà.
Meglio così, non avevo alcuna voglia di vedere nuovi volti o conoscere nuova gente, per cui mi limitavo a trascorrere le serate al telefono con Francis, manifestando apertamente la mia convinzione secondo cui non sarei riuscita ad ambientarmi nella nuova città. Ricevevo in cambio mille incoraggiamenti e rassicurazioni su come in poco tempo sarei riuscita a farmi dei nuovi amici; io, però, non ne ero troppo convinta. Essere insicura era ormai diventata un’abitudine negli ultimi tempi, ma la consapevolezza che la mia amica mi sarebbe rimasta accanto in ogni caso, mi dava la marcia in più di cui avevo bisogno.
Ma lei mi mancava, mi mancava terribilmente.




“Jane, hanno bussato! Vai tu!” mi urlò Jake dal piano superiore. Sbuffai, abbandonando il mio libro sul divano per correre alla porta.
“Ciao” una ragazza, poco più bassa di me e all’incirca della mia stessa età, mi sorrideva con timidezza mentre si torturava i capelli castani lunghi fino alla vita.
Le sorrisi educatamente di rimando, senza nascondere la mia sorpresa, in attesa di scoprire il motivo della sua visita.
“Io sono Rebecca” proseguì, allungando un braccio verso di me.
“Jane” dissi io stringendole la mano “Posso fare qualcosa per te?”
“Oh, ecco” si riscosse “Io abito qui accanto e dato che so che vi siete trasferiti da poco volevo dirti che stasera ci sarà una festa a casa mia, se ti va di venire sei la benvenuta” mi spiegò d’un fiato, senza riuscire a trattenere una punta di entusiasmo.
“Ci sarò” le risposi semplicemente, senza quasi pensarci, decidendo sul posto che era arrivato il momento di fare qualche nuova conoscenza, almeno prima dell’inizio del nuovo anno scolastico.
“Perfetto!” sembrava più entusiasta di prima “Allora a stasera!” e senza nemmeno attendere una mia risposta trotterellò verso la strada.


Nonostante Rebecca non mi avesse dato il suo indirizzo, non fu difficile trovare la casa, essendo l’unica villa di tutto il vicinato il cui giardino era gremito di persone.
Jane!” vidi Rebecca corrermi incontro allegramente non appena misi piede nella casa.
La salutai con la mano “Ho portato anche Jake, spero non sia un problema” lo indicai al mio fianco, sorridendole imbarazzata.
“Certo che no! Siete fratelli?” chiese curiosa mentre gli stringeva la mano.
Gemelli” confermò lui.
La curiosità sul volto di Rebecca venne rimpiazzata da un’espressione sorpresa, mentre probabilmente si chiedeva come io, lisci capelli scuri e grandi occhi blu, e Jake, occhi verde scuro e morbidi boccoli biondi, potessimo avere un legame di parentela così stretto.
“Vi presento i miei amici!” riuscì a riscuotersi Rebecca, accorgendosi imbarazzata del modo in cui ci stava fissando.
Ci fece strada fino alla cucina, in cui due ragazzi erano appoggiati al tavolo intenti a chiacchierare accanto ad una ragazza che lanciava loro occhiate seccate mentre sciacquava alcuni bicchieri nel lavandino.
“Lascia stare Claire, faccio io più tardi” le venne in aiuto Rebecca.
“Grazie Bec, ‘sti due sono troppo occupati a parlare della partita di ieri per darmi una mano” indicò i ragazzi al suo fianco, alzando gli occhi al cielo.
I due le lanciarono un’occhiata che lasciava ben intendere come Claire non potesse minimamente comprendere l’enorme importanza del loro discorso.
“Cooomunque” riprese Rebecca “Loro sono i miei nuovi vicini, Jane e Jake” ci indicò, sorridendo radiosa “Lei è Claire, loro sono Liam” e accennò al ragazzo castano che ci strinse calorosamente la mano “e Niall” accennò al biondo che imitò Liam, guardandoci incuriosito.
E io sono Harry” parlò una voce rauca spaventosamente vicina al mio orecchio.
Un ragazzo alto e dai folti ricci castani era scivolato accanto a me senza che me ne accorgessi e mi aveva cinto le spalle con il suo braccio ricoperto di tatuaggi.
“E sei ubriaco” osservai io, inspirando l’odore di Vodka che aveva riempito la stanza e liberandomi dalla sua presa.
“Scusatelo, è un idiota” Bec alzò gli occhi al cielo.
“Non si può neanche più bere un po’ per il proprio compleanno? Andiamo Bec, ho diciotto anni ormai, non lo dirai mica a mamma e papà?” i suoi occhi verdi indugiarono qualche istante prima di diventare imploranti “Vero?
“Vedremo” rispose vaga quella che avevo ormai capito essere la sorella di Harry.
“Piacere comunque” distolse lo sguardo da Bec per rivolgersi a me “Tu sei…?"
“Jane” gli sorrisi timidamente, sicura di essere arrossita di fronte a quegli occhi smeraldini.
“Bene, Jane” mi rivolse uno sguardo vagamente malizioso, facendo bene attenzione a sottolineare il mio nome “che ne diresti di fare il giro della casa con me?” e prima che potessi replicare mi avvolse di nuovo le spalle con il suo braccio e mi trascinò con lui fuori dalla stanza.
Quel giro turistico impiegò un tempo lunghissimo, viste le dimensioni della villa.
“Questo è il salotto… La sala da pranzo…” mi spiegava, ogni volta avvicinando eccessivamente la sua bocca al mio orecchio “E da quella parte la mia camera da letto” mi rivolse un’occhiata d’intesa che non trovò risposta mentre mi spostava la mano sulla vita.
“Ehm” indugiai non sapendo bene come liberarmi da quella situazione “Mio fratello mi starà cercando, quindi… E’ stato un piacere, ma ora...” cercai di liberarmi inutilmente, mentre lui tentava invece di spingermi contro il muro.
“Harry” mi divincolai infastidita per come stava precipitando la situazione “Harry, ora lasciami per favore” lo supplicai, sentendo sempre più vicino il suo respiro appesantito dall’alcol.
Oppose ancora resistenza, facendo scendere entrambe le mani sui miei fianchi e avvicinando il suo bacino al mio.
Ero ormai arrivata a pensare di tirargli uno schiaffo per liberarmi di lui, quando una mano si posò sulla sua schiena e senza dargli il tempo di realizzare cosa stesse succedendo lo spinse dall’altra parte della stanza.
“Harry, vai a sederti e stai tranquillo, per questa sera direi che hai bevuto troppo” un paio di occhi scuri lo guardavano seccati.
“Suvvia Zayn, come se tu non bevessi mai” rispose il riccio barcollando verso il moro.
“Io almeno sono abbastanza furbo da non farlo davanti a mia sorella” fu la risposta di Zayn che lo cinse per le spalle, invitandolo a sedersi sul divano accanto a noi.
Il riccio vi si gettò sbuffando e occupandolo interamente, coprendosi la testa con un grosso cuscino.
“Scusalo” il moro mi rivolse un sorriso imbarazzato “Di solito non si comporta così, ma questa sera ha voluto esagerare un po’ per festeggiare il suo diciottesimo” mi spiegò pratico, quasi a voler difendere l’amico.
Il suo volto aveva un’espressione di rimprovero e allo stesso tempo comprensiva mentre guardava di sfuggita Harry, che sembrava essersi già addormentato sul divano.
“Non importa” scrollai le spalle, costringendomi a distogliere lo sguardo dalle sue braccia ricoperte da tatuaggi e sollevarlo sul suo viso.
Gli zigomi alti, la carnagione olivastra, i capelli scuri leggermente scompigliati e gli occhi castani incorniciati da lunghe ciglia gli fornivano un fascino misterioso che non avevo mai visto prima.
Sollevò lo sguardo dall’amico e lo fissò nel mio. Ero così imbarazzata da non riuscire nemmeno a guardare altrove. Sicura che le mie guance fossero arrossite furiosamente gli rivolsi un timido sorriso e Zayn sollevò un angolo della bocca mentre continuavamo a fissarci rimanendo in silenzio e io continuavo a non capire cosa stesse succedendo.
“Io comunque sono Zayn” mi sorrise.
Successe tutto nell’arco di pochi secondi: una ragazza entrò nella stanza, urlò con voce stridula “Zayn, tesoro! E’ un’ora che ti cerco, ma dove ti eri cacciato?” lo afferrò per le spalle e lo trascinò via, facendolo scomparire dietro la porta, ma solo dopo che lui potesse lanciarmi un ultimo sguardo che nascondeva, e speravo di non sbagliarmi, una punta di dispiacere.
E io comunque sono Jane” sospirai a bassa voce.


Jake! Jake! Jake! Jake!” urlavano tutti in salotto, acclamando mio fratello che aveva appena stracciato Liam, Niall e Bec a Just Dance.
Anche qui Jake, dopo solo un’ora passata ballando, sorseggiando alcolici o chiacchierando semplicemente di calcio, sembrava essersi già conquistato una certa fama, grazie al suo fascino e alla sua capacità di ipnotizzare la gente con i suoi discorsi.
In questo eravamo molto diversi: nonostante entrambi avessimo un carattere molto solare e fossimo capaci di divertirci come si deve, io ero molto più timida, mentre il suo atteggiamento era aperto fin da subito e la gente o adorava dal primo istante in cui apriva bocca.
“Non hai ancora sfidato la sottoscritta” urlai io, sovrastando le altre grida, e mi alzai in piedi, posando il mio drink a terra.
Lui mi guardò con divertita aria di sfida che nascondeva però un certo timore: Jake non aveva mai vinto una partita a Just Dance contro di me.
“Ci andrò piano, sorellina” mi rassicurò lui, suscitando altre grida.
E fu così che dopo cinque minuti lo abbracciai ridendo per averlo stracciato con il massimo del punteggio, mentre la gente ora non urlava più il suo nome ma solo “Jane! Jane! Jane! Jane!
Lasciai il posto ad un’altra ragazza che da più di mezz’ora lanciava sguardi pieni di ammirazione a Jake e mi diressi verso il giardino, per rinfrescarmi e prendermi una boccata d’aria. Mi sedetti su una panchina vuota che si trovava sulla veranda e mi presi la testa fra le mani, chiudendo gli occhi per poi legarmi i lunghi capelli in una coda.
“Sei brava a ballare” una voce molto vicina a me mi fece sussultare.
Zayn, il ragazzo dalla carnagione olivastra, era in piedi di fronte a me e mi guardava con un sorriso incuriosito.
“Grazie” gli sorrisi imbarazzata. Mi si sedette accanto.
“E così vi siete appena trasferiti?” mi chiese.
Annuii e, sentendo i suoi occhi ancora puntati su di me, mi decisi a voltarmi e ricambiare il suo sguardo. Mi sorrise e io feci lo stesso per poi abbassare gli occhi sulle sue braccia e sulle sue mani.
“Mi piacciono i tuoi tatuaggi” osservai con sincera ammirazione, ripensando alle mille discussioni avute con mia madre, che mi proibiva di tatuarmi anche un solo puntino.
“Li ho designati tutti io” abbassò anche lui lo sguardo e si accarezzò il braccio sinistro.
Mi prese la mano e la portò sulla sua e io sussultai ancora una volta, imbarazzata e sorpresa da quel gesto.
Questo” e guidò il mio indice ad accarezzare una piccola rondine che puntava verso il pollice “rappresenta la famiglia”. Era bellissima.
Questo” e guidò la mia mano lungo il suo braccio per arrivare ad un altro disegno “Speranza” disse con voce appena udibile, alzando nuovamente lo sguardo su di me.
“Sono bellissimi” osservai, facendolo sorridere della mia ingenua sincerità.
Fece per dire qualcosa ma si bloccò, limitandosi a fissarmi. ll suo respiro sapeva di Vodka.
Mi alzai e vidi la sua espressione confusa e stupita.
“Ci si vede, Zayn” e senza aggiungere altro me ne tornai in salotto, stufa di fare colpo soltanto sugli ubriachi.


“Harry, sei una testa di cazzo!” urlò Bec appena entrata nella stanza, vedendo il fratello ancora accasciato sul divano e che non dava alcun segno di essersi ripreso. Claire entrò subito dopo di lei, seguita a ruota da un sorridente e brillo Jake che chiacchierava tranquillamente con Liam e Niall come se li conoscesse da una vita.
“Presto Liam, aiutami a portarlo in camera sua e Niall, per favore, cerca di mandare via tutti gli altri” sospirò Bec mentre cercava inutilmente di tirare in piedi Harry “Speravo che mi aiutasse a rimettere la casa in ordine prima dell’arrivo dei nostri genitori, ma a quanto pare diciotto anni sono ancora troppo pochi perché possa essere considerato responsabile” continuò seccata.
“Tranquilla Bec, posso rimanere a darti una mano io” le sorrise Liam mentre la aiutava.
“Anche io, no problem” si offrì Claire.
“Be’, anche noi” sollevai le spalle ammiccando a Jake.
“Oh, grazie ragazzi, siete davvero gentilissimi” ci sorrise Bec radiosa e allo stesso tempo sollevata dal fatto che qualcuno sarebbe rimasto ad aiutarla, dato che suo fratello non riusciva neanche a reggersi in piedi.
“Ecco, appoggialo sul letto”
“Liam, sii più delicato!”
“Non si merita tutta ‘sta delicatezza! Quanto cazzo pesi, Harry?!” sbuffò lui gettandolo esausto sul suo letto.
Mi venne da ridere paragonando la situazione di quel momento -Harry, a braccia spalancate, sdraiato sul letto, mentre russava sonoramente- con l’audacia che il riccio aveva mostrato con me soltanto un’oretta prima.
“Conoscendolo si sveglierà domani sera” osservò Bec sospirando seccata.
“È bellissimo anche quando russa” lo contemplò Claire, sospirando sognante e tormentandosi una ciocca dei lisci capelli corvini.
Vidi Bec e Liam alzare gli occhi al cielo “Non ti capirò mai Claire!"
“Effettivamente mi chiedo anche io come una ragazza intelligente come te possa essere innamorata di un cazzone come lui” continuò Bec, con finta aria pensosa.
Sssh!” li zittì Claire preoccupata “Potrebbe sentirvi!”
Ridacchiai, osservando Bec e Liam alzare nuovamente gli occhi al cielo.



Il salotto era ormai quasi vuoto, Niall si era dato da fare e, insieme a Jake, era riuscito a mandare via la maggior parte degli invitati, scusandosi e spiegandosi in modo pratico e con poche parole (“Il proprietario di casa è sbronzo”).
Ci dividemmo i compiti, in modo da organizzarci meglio per pulire quel disastro. A me toccarono i bagni, che, come Harry mi aveva mostrato prima crollare sul divano, erano in tutto quattro, tutti molto grandi e tutti molto pieni di vomito e sigarette.
Per mia fortuna venni aiutata da Liam e riuscimmo addirittura a rendere la cosa divertente; nonostante lo conoscessi da appena un paio d’ore, quel ragazzo mi stava davvero simpatico, e il suo carattere pacato mi ispirava molta fiducia.
Dopo circa un’oretta avevamo quasi finito, e io mi offrii di ripulire l’ultimo bagno rimanente, mentre Liam si sarebbe dedicato alla cucina.
Aprii convinta la porta della stanza e, con altrettanta convinzione, la richiusi in mezzo secondo.
Certo non era la scena che mi ero aspettata di vedere e, sperando che Zayn e la ragazza bionda dalla voce stridula che in quel momento si trovava a cavalcioni su di lui sul pavimento del bagno non mi avessero vista, mi allontanai il più velocemente possibile.
“Già finito, Jane?"
“Uhm” non sapevo bene come spiegare “in realtà il bagno è occupato da..."
“Zayn e qualche ragazza?” chiese Niall in tono indifferente, come se fosse abituato alla cosa.
Annuii, un po’ delusa da quella rivelazione.
Straaano” osservò Claire ironicamente.


Avevamo finalmente finito di riordinare tutte le stanze, ma per quanto riguardava l’ultimo bagno feci finta di niente. Non osavo neanche avvicinarmi, per paura che i due uscissero, mentre si scambiavano ancora sorrisini e si allacciavano i pantaloni.
“Grazie di tutto ragazzi, davvero” ci abbracciò forte Bec, mentre ci accompagnava fuori “Non so come avrei fatto senza di voi! Vi chiedo ancora scusa per Harry, solitamente non è così…” sembrò cercare la parola adatta.
“Sbronzo?” le giunse in soccorso Jake, ridacchiando e facendo ridere anche noi.
“Comunque domani sera andiamo tutti alle giostre che hanno allestito in centro, se vi va potete venire con noi” ci sorrise Bec.
“Certo che ci va!” le rispose Jake senza neanche consultarmi, essendosi illuminato non appena aveva sentito la parola ‘giostre’.
Annuii, sorridendo del suo entusiasmo. Bec sembrava anche più entusiasta di lui.
Stava per salutarci, quando un ragazzo dalla pelle olivastra e dall’aria alquanto stanca comparve dietro di lei e le scoccò un bacio sulla guancia, facendola girare sorpresa.
Zayn!” quasi urlò “Finalmente! Dove l’hai lasciata quella tipa? Non vorrei trovarmela ancora per casa questa notte” continuò con tono di rimprovero.
Lui alzò le spalle noncurante e si rivolse a Jake, presentandosi, senza quasi degnarmi di uno sguardo.
“Bè, ci vediamo domani Bec, e dì tuo fratello di riprendersi” si avviò fuori dalla porta per poi girarsi, rivolgermi un rapido sorriso e uno sguardo che mi sembrò durare secoli, e voltarsi nuovamente con un “Ci si vede, Jane
Lo osservai fino a che non scomparve dietro il cancello, per poi tornare a rivolgermi verso Bec, che di rimando mi lanciò uno sguardo malizioso che mi fece arrossire.
“A domani, allora” ci salutò un’ultima volta, sempre sorridendo e lanciandomi occhiatine indagatorie.
Leggermente imbarazzata, la salutai e insieme a Jake mi avviai verso casa.
Quando finalmente potei sdraiarmi sul mio letto chiusi gli occhi, felice della serata trascorsa, nonostante un ubriaco ci avesse provato con me, e nonostante il vomito che mi era toccato pulire.
E pensai a Bec, a Liam, a Claire e a Niall e a come fossero simpatici, e a come mi sembravano felici tutti insieme; e a Harry, che probabilmente da sobrio non aveva istinti maniaci, ma doveva essere altrettanto simpatico; e al ragazzo dalla carnagione olivastra e al suo sguardo così intenso che mi aveva subito incuriosita, ma che poi si era rivelato diverso, diverso da come me lo ero immaginato in quei pochi secondi in cui miei occhi erano rimasti agganciati ai suoi, e uguale alla maggior parte degli altri ragazzi, se non peggio.
E pensai a come mi aveva salutata chiamandomi per nome, nonostante io non glielo avessi detto.
Infine pensai a Nick, e mi costrinsi a svuotare la mente e dormire.





"But lately her face seems slowly sinking, wasting
crumbling like pastries and they scream
the worst things in life come free to us"

Ed Sheeran - The A team





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Buonasera! Come va?
Allora, questo è il primo capitolo di una storia non mia, o meglio: è di una mia amica che scrive la storia e mi ha chiesto di pubblicarla dato che io ho un profilo su Efp! Ha già scritto alcuni capitoli e io la adoro! Come si può capire da questo prima parte i protagonisti saranno essenzialmente Jane e Zayn, ma all’interno della storia verrà dedicato molto spazio anche a tutti gli altri ragazzi, ognuno dei quali vivrà vicende specifiche. Spero vi piaccia, io come ho già detto la amo! Ci saranno diversi colpi di scena, come in tutte le storie d’amore! Si tratta di una vicenda molto dinamica, in cui la situazione cambierà di continuo, non solo per i protagonisti principali, ma anche per tutti gli altri! Ma non vi dirò altro, il resto lo scopritìrete da voi :)
Recensite per farci sapere cosa ne pensate, ci farebbe piacere, soprattutto alla scrittrice, io farò da intermediario tra voi e lei!

Al prossimo capitolo!
Chia J


Aggiunta del 20/03/14: Ciao a tutte, sono Giulia, autrice della storia! Faccio questa piccola premessa perché, ora che sono più avanti con i capitoli, ho capito di dover specificare alcune cose. Questa FF, all'inizio, è incentrata essenzialmente su "problemi di cuore", chiamiamoli così. Nel corso di questi primi capitoli si accenna solo qualche volta al passato di Jane, che, in realtà, diventerà essenziale per il vero cuore della trama. Voglio anticiparvi qualcosa, perché credo sia giusto sapere di cosa parla realmente questa FF, prima che la gettiate nel dimenticatoio: Jane è una ragazza che, a causa di ciò che le è successo qualche mese prima, ha lasciato la sua città insieme alla famiglia. Si atteggia normalmente, cercando sempre di dimenticare 'il passato', finché non so accorgerà che questo è inevitabile. Zayn è essenziale, perché la aiuterà ad affrontare tutto ciò, facendole riscoprire la sua passione, che lei stessa ha abbandonato a causa di ciò che le è successo. Anche tutti gli altri personaggi sono essenziali, ed ognuno di loro avrà il proprio spazio e affronterà problemi diversi. (Sì, mi piacciono i drammi)
Scusate il poema, ma ci tenevo davvero a specificare quanto la storia cambierà (anche lo stile è un po' cambiato nel corso dei capitoli, lo devo ammettere). Ora mi dileguo, spero continuerete a leggere!

Giulia

I CONTATTI DELL'AUTRICE:
- Mariagiulia Lorenzini (Facebook)
- @giulilorenzini / @zjmhems (Twitter)
- giulilorenzini (Instagram)

  
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