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Autore: Agnes_97    01/02/2014    2 recensioni
Mariasole e Alice erano due sorelle di dodici e undici anni dai caratteri opposti come la notte e il giorno. Erano due figlie di masca...
Genere: Storico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mariasole e Alice erano due sorelle di dodici e undici anni dai caratteri opposti come la notte e il giorno. Mariasole era la maggiore, la più responsabile, dolce e ubbidiente mentre Alice aveva un carattere ribelle e vivace. Entrambe avevano i capelli neri e gli occhi verdi, sembravano gemelle ma non lo erano. Erano due figlie di masca; il loro papà era morto di peste circa cinque anni prima e la loro adorata madre, la persona più dolce del mondo, era stata condannata al rogo per mascarìa circa sei mesi prima. La loro mamma, Albina, conosceva le erbe e cercava di aiutare le persone con infusi e decotti, non era una masca: non aveva mai fatto male a nessuno.

Dopo la condanna a morte erano rimaste sole perché non c'era nessuno che le volesse con sé: avevano tutti paura di loro. Erano riuscite a sopravvivere perché erano solo delle bambine e ogni tanto qualcuno dava loro i resti della misera cena contadina a base di polenta o ceci. Gli altri ragazzi avevano paura che facessero loro il malocchio e le evitavano. La notte dormivano in un ciabòt poco sotto il castello e la torre campanaria, lungo la strada che da Canale portava alla Montata Fangi, la Montà del Fango. Il proprietario era morto durante la peste e il ciabòt era stato abbandonato: una bella fortuna per Alice e Mariasole! Il sentiero che conduceva alla loro dimora era tortuoso, costeggiato da una rocca e mentre lo si percorreva si poteva vedere tutta la vallata. Il lato del ciabòt dalla parte che dava sul sentiero in mattoni aveva davanti un cespuglio di rosaspina mentre il retro verso le vigne era colorato di un colore azzurro pallido, ottenuto mescolando calce e verderame. Lì vicino si trovava un alveare che le due ragazze curavano con dedizione e che forniva loro del prezioso miele. Dentro aveva due piani: in quello inferiore venivano conservati gli attrezzi da lavoro mentre in quello superiore c'era una piccola stanza da letto con un braciere, usata per fare la guardia alla vigna durante la vendemmia. In quella casupola vivevano confinate Mariasole e Alice, perché nessuno di quelli che da quel sentiero scendevano per andare a lavorare nelle vigne o a fare il mercato a Canale, le potesse vedere. Davanti alla casa c'era una cisterna per l'acqua piovana, profonda quasi venti metri.

Alla Montà del Fango, vicino al campanile, viveva un altra ragazzina di nome Menica. Aveva circa undici anni ma ne dimostrava di più perché aveva sempre badato alla casa e ai suoi fratelli poiché era la maggiore delle femmine dopo che la mamma era morta di parto. Aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri, era molto alta, ben piantata e aveva le gote piene di lentiggini. La sorella più piccola di Menica si chiamava Maria: aveva dieci anni, i capelli rossi e gli occhi verdi. Era vivace, allegra, ottimista e coraggiosa. Era molto legata alla sorella maggiore, da cui non si separava mai, perché era l'unica a darle affetto e a capirla. Menica e sua sorella Maria andavano tutti i giorni a portare il pranzo al padre e ai fratelli che lavoravano nelle vigne, passando proprio davanti a dove le due figlie di masca vivevano. Le quattro ragazze tuttavia non si erano mai viste perché il padre di Menica aveva bisogno di lei in casa per lavorare e poi Mariasole e Alice erano considerate compagnie sconvenienti.
Un giorno Menica e Maria erano andate a portare al pascolo le tre pecore della famiglia e si erano messe a giocare. Quando ci si diverte il tempo passa più in fretta e le ragazze non si erano accorte che stava già facendo buio. Si erano messe sulla via del ritorno mentre il cielo già si faceva scuro. Menica e Maria correvano più forte del vento perché sapevano che sarebbero state sgridate se avessero tardato ancora un po'. All'improvviso le figlie della masca sentirono un urlo: Menica era caduta nella cisterna, piena d'acqua e adesso rischiava di annegare. Alice e Mariasole sapevano di dover fare qualcosa ma non avevano la più pallida idea di che cosa. Scesero di corsa e trovarono la piccola Maria disperata che urlava frasi di conforto alla sorella e implorava aiuto. Alice aveva trovato una vecchia corda e ora Mariasole stava cercando il modo di salvare la ragazza. Le lanciarono un capo della corda, dopo averla assicurata ad un albero. Maria, Mariasole e Alice, unite nel pericolo, tirarono su Menica, che stava già per soffocare. Menica era spaurita e infreddolita ma non sembrava in pericolo di vita. Mentre Alice e Mariasole la riportavano al villaggio Maria era corsa avanti per dare la notizia ai compaesani. Menica era stata salvata delle figlie della masca. Non erano malvagie come tutti dicevano.

Quella sera le due orfane furono festeggiate e lodate da tutta la comunità. Iniziò una festa, si ballò il brando fino a notte fonda e quando ormai la luna era alta nel cielo, prima che tutti tornassero alle loro case, una coppia che non poteva avere figli si offerse di tenere le orfane con sé. Da quel giorno le due ragazze non dovettero più vivere isolate e furono benvolute da tutti gli abitanti della Montà del Fango.
Mariasole e Alice crebbero, si sposarono e raccontarono questa storia ai loro figli e ai figli dei loro figli, perché non ripetessero lo stesso errore con altre persone.
Non bisogna mai avere pregiudizi verso gli altri e bisogna imparare a conoscere veramente le persone prima di condannarle.

NOTE DELL'AUTORE:
Questa è una "cosa" che avevo scritto per un concorso alle scuole medie. Rileggendola non mi è sembrata poi così brutta e ho pensato di condividerla con voi. 
Per i molti, tutti o quasi, che leggeranno senza essere della mia zona le masche erano donne simili a streghe o a guaritrici, spesso sole, vedove o orfane, mal viste dal resto della popolazione e i brando sono i balli tipici della zona.
Grazie a chi mi ha già recensito e a chi mi recensirà.
Agnes.
  
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