Fandom: Black Friars.
Pairing/Personaggi: Bryce
Vandemberg; Alfred Morton; Mastro
Haddams; Margot Sinclair; Axel Vandemberg.
Rating:
Giallo.
Chapters: 14
+ 1/14+1.
Genere: ...
Words: 1750
Canon or Fanon?:
Cielo, spero davvero sia prettamente canon, perché una cosa simile… sì, insomma…
non può accadere davvero!
Note: Il
mio cervello attualmente si rifiuta di concepire qualcosa da dire, perché,
davvero, siamo arrivati alla fine ed io non voglio. Non voglio scrivere quella
bruttissima parola. E non la scriverò, cascasse il mondo. Non che questo cambi le cose, la raccolta è davvero conclusa… però è
un dolore in meno. Alla fine del capitolo farò il mio bel discorsetto
conclusivo, per ora godetevi questa cosa
e non uccidetemi, alla fine, vi prego!
Scuoti il bacino!
Bryce&Morton&Haddams
« Mio
Dio, Morton. Guardala, non è bellissima? » la voce di
Bryce Vandemberg tremò di emozione, osservando il tessuto candido che rivestiva
quelle forme tanto, tanto amate. Lo stesso maggiordomo sembrava colpito, vista
l’emozione - strana, stranissima ed inquietante - che gli annebbiava gli occhi.
«
Meravigliosa, Signore. Mi domando come abbiate fatto ad attendere così tanto,
prima di sceglierla. Non ci sono parole per esprimere la sua perfezione. » commentò, usando però il solito tono incolore, per poi sistemare
meglio la giacca che il suo datore di lavoro stava indossando. « Non può essere scarmigliato, quando si avvicinerà. »
« Hai ragione, Morton, come sempre. È l’amore della mia esistenza,
sento di aver camminato verso di lei per tutti questi anni, senza neppure
essermene reso conto. » sospirò, sognante, il giovane
principe, sentendo il cuore battere con più forza nel petto. «
La piccola Sophia mi è sembrata entusiasta, sai? Sono così felice che vadano
d’accordo. »
« È
una gioia inaspettata, Signore. » disse, algido, il
maggiordomo, nonostante nascondesse malissimo tutta la sua gioia al pensiero
che fosse finalmente giunta quella giusta, quella che avevano atteso da così
tanto tempo. « Che ne dice di raggiungerla, Signore?
Sono certo che lei non veda l’ora di sentirla dentro di sé. »
« Oh,
sì… non vedo l’ora. »
« Non lo so, Morton. La sento scomoda a livello di fianchi. » Bryce Vandemberg, bellissimo nella sua giacca da camera in
seta e pelle di cammello, stava provando la nuova bara che Mastro Haddams aveva preparato apposta per lui, completa di
incisioni coperte dalla filigrana in oro e pietre preziose.
Era una
bara fatta su misura, che aveva fatto innamorare il principe non appena i suoi
occhi l’avevano vista. Meravigliosa, semplicemente meravigliosa. Se non fosse
stato per il piccolo difetto all’altezza dei fianchi.
«
Doveva cadermi a pennello, non così… dovrò fare quattro chiacchiere con Haddams, per questo! Lo sa benissimo che non riuscirò a
recuperare tanto facilmente questa seta di Salimarr!
O le pietre delle Antiche Signorie! Per avere alcune di queste ho dovuto
litigare con il curatore del museo di Aldenor! »
mugugnò il principe, sul punto di morire di crepacuore per la tristezza
all’idea di dover rinunciare così presto all’unica che avesse avuto la capacità
di conquistarlo a tal punto.
« Se mi permette, Altezza, temo non sia colpa del costruttore di
bare. » disse il maggiordomo, con la solita
espressione da “sentite condoglianze” che, di solito, Bryce apprezzava tanto.
In quel momento, invece, al principe venne un brivido lungo la spina dorsale. « Esattamente come non è colpa delle lavandaie se i vostri
calzoni si sono… ristretti. »
Con uno
scatto a dir poco sconcertato e indignato, Bryce si alzò a sedere, portandosi
una mano al cuore. « Stai dicendo che sono ingrassato,
per caso? » esalò, con la voce rotta da quelle che
sembravano lacrime in procinto di lasciare i suoi occhi turchesi. « Oh mio Dio, sono
ingrassato? »
Con un
inchino rispettoso, Morton non diede segno di essere preoccupato per la reazione
particolare del principe. « Ovviamente no, Altezza,
non siete ingrassato. Probabilmente il cuoco ha imparato a preparare pietanze Altierenses, troppo sostanziose, ed il vostro regale fisico
sta dimostrando in questo modo il vostro disappunto. Non appena lo faremo
presente alle cucine, sono certo che la larghezza sparirà da sola. »
«
Stai facendo ironia, Morton? »
«
Sono spiacente, Altezza, ma l’esorcista sostiene sia normale. » dopo essersi inchinato un’altra volta, l’uomo si avvicinò
e lo aiutò ad uscire dalla bara, tenendo il coperchio sollevato come se,
davvero, fosse in procinto di inumarlo. « Però conosco
un modo per affrettare questo cambiamento e permettervi di entrare
perfettamente nella vostra bara. »
«
Cioè? »
Un
bussare deciso anticipò l’entrata del becchino di fiducia del principe Bryce,
Mastro Haddams, che, allarmato dalle notizie
portategli dalle cameriere - Sua Altezza scontento del
suo capolavoro era una catastrofe, per le sue finanze, soprattutto una volta
presa la decisione di sposare Beth, la sguattera - si era precipitato ai piani
superiori, per provare a rimediare.
«
Avanti! »
Preso un
enorme sospiro, l’uomo aprì lentamente la porta, immaginando il suo miglior
cliente con in mano fatture di altre botteghe,
trovandosi però davanti una scena inaspettata, strana e, a dirla tutta,
vagamente inquietante. « Ho forse scelto un brutto
momento, Altezza? »
«
Unisciti a noi, Haddams. Troverai
che la nostra compagnia sa essere assolutamente soddisfacente ed appagante. » la voce persuasiva e - si vergognò leggermente ad
ammetterlo - sensuale del principe lo indusse a chiudersi la porta alle spalle.
« Con
immenso piacere, Altezza. »
Margot
era appena arrivata alla Residenza cittadina dei Vandemberg, insieme alla
principessa Eloise ed alla sua futura Regina, Sophia, in quanto tutte e tre
avrebbero dovuto dare indicazioni per la festa che si sarebbe svolta nei grandi
saloni del palazzo, quella stessa sera. Erano tutte e tre estremamente liete di
quell’evento, perché avrebbe portato una nuova tranquillità dopo la lunga serie
di sfortunati episodi che avevano colpito le loro vite.
«
Bryce è al piano di sopra. Deve essere lui a dirci quali fiori ha preparato per
questa sera. » mormorò la principessa di Aldenor,
osservando la lunga lista di cose da fare che avevano preparato una volta
lasciato il borgo di Altieres, voltandosi immediatamente verso la giovane dama
bionda, al suo fianco. « Ti dispiace andare a
recuperarlo? Io finirei con il doverlo visitare e Sophia con il dover scrivere
l’ennesimo testamento. Sei l’unica che, al massimo, lo farà scappare via da
quella stanza. »
Margot
rispose con una risatina, inchinando il capo con falso rispetto. « Faccio ciò che posso, Altezza, per evitare di annoiarmi. » commentò, facendo l’occhiolino alla ragazza più giovane,
prima di voltare loro le spalle e dirigersi al piano di sopra, sorpresa nel non
trovare Morton in alcun luogo. Solitamente, infatti, il lugubre maggiordomo era
sempre all’entrata, pronto a prendere loro i soprabiti o fornire una via di
fuga veloce e sicura, a seconda delle richieste. Non credeva che l’avrebbe mai
pensato, ma sentiva la mancanza di quell’individuo così particolare.
« Sì! Così Morton! Continua! Oh, Haddams, ma dove hai imparato a farlo? »
Come
colpita da un fulmine, la giovane si fermò con una mano ancora sospesa
nell’atto di afferrare la maniglia e l’altra stretta a pugno, per poter
bussare. Doveva aver sentito male, ovviamente. Non era possibile che Bryce - lo
stesso con lui lei non aveva fatto altro che accapigliarsi da quasi nove anni -
avesse proprio detto…
« Oh, continua a muoverti così! Mi piace! »
«
Margot? » il principe Axel era appena uscito dalla sua
stanza, con la sua giacca da camera e l’aria da padrone del mondo che lo
contraddistingueva sempre e comunque, trovando la dama del sud con il viso
sconvolto e gli occhi talmente sgranati da sembrare due enormi gomitoli di lana
grigioverde. « Ti senti bene? Bryce ha fatto qualcosa
di sb- »
« Morton, dove hai imparato a fare certe cose? Sei… oh, Dio! »
I due si
guardarono, lui era impallidito esattamente come lei, assumendo anche un
colorito vagamente tendente al verdognolo. Le posò una mano sul braccio, non
sapeva bene se per tenere lei ed impedirle di cadere o avere lui stesso un
supporto. Non era possibile. Davvero, non era possibile.
« Sì! Così! »
« Io
credo che darò di stomaco. » sussurrò lei, portandosi
una mano davanti alle labbra, senza osare staccare gli occhi dal pannello di
legno. « C’è Haddams lì
dentro. Anche Morton lì con lui. Morton. Lo
stesso Morton che ha l’emotività di una pelliccia di volpe. »
mormorò, socchiudendo gli occhi all’ennesimo verso proveniente dall’interno
della stanza. « Immaginavo che l’astio, fra noi, fosse solo… sai… »
« Era
quello che pensavamo tutti. » fu la risposta secca del
principe, che, arretrato inizialmente di un passo, sembrò prendersi
improvvisamente di coraggio. « Non posso crederci che
lui stia… Non possiamo permetterlo. » ringhiò,
furioso, scambiando solo una veloce occhiata con l’altra, che si limitò ad
annuire leggermente, lo sguardo velato da un vago senso di indignazione e
imbarazzo.
Dopo un
ultimo cenno d’accordo, il principe spalancò la porta, sollevando la mano con
l’intenzione di lanciarsi nell’invettiva più lunga della sua vita, che sarebbe
partita con l’essere assolutamente sconsiderato di suo fratello fino ad
arrivare all’assoluta sorpresa nello scoprire che Morton, il loro affidabile
Morton, aveva certe inclinazioni assolutamente indecenti e…
« Ehilà,
fratello, principessa dei miei stivali, qual buon
vento vi porta qui? »
Sua
altezza il principe Bryce stava, in vero, intrattenendo affari fisici con il
maggiordomo ed il becchino di fiducia, all’interno della stanza. Era anche in
maniche di camicia, per essere ancora più pignoli, ed era accaldato per
l’eccessivo sforzo, esattamente come gli altri due. Ciò che nessuno si sarebbe
aspettato, sarebbe stato il vederli tutti e tre intenti a muovere i fianchi a
tempo di una musica non presente ed in modo che avrebbe fatto impallidire anche
la peggiore delle prostitute ancheggianti del Canale.
«
Che… che cosa state facendo? » esalò Axel, stringendo
la presa sul braccio di Margot, preoccupato di finire a terra da un momento
all’altro. I tre, incuranti, continuavano a scuotere fianchi e fondoschiena,
andando a tempo e con agilità incredibile.
« Una
tecnica per snellire i fianchi, Padrone. Si tramanda nella mia famiglia da
generazioni, per permetterci di non sembrare troppo ingombranti. L’ingombro è
scomodo, mentre si celebrano esequie reali. » Morton,
nonostante il vago rossore - inquietante, inquietante da morire - che gli
colorava il viso, non aveva alcun affanno nella voce ed era anche il più agile,
nel trio.
« Non
è meraviglioso? È evidente che sia una tecnica cui è stato iniziato fin da
bambino, dovrò esercitarmi molto, per essere così agile! »
«
Axel, credo tu debba chiamare Eloise. » la voce di
Margot risuonò spaventosa, quasi provenisse dall’oltretomba. In effetti, il
pallore della giovane dama sembrava alquanto spettrale. «
Credo di avere un infarto in corso. »
«
Dovresti provare ad unirti a noi, mia cara. » il tono
di Bryce era affabile, mentre ancheggiava in quel modo tanto ridicolo. « Morton sostiene che sia un ottimo esercizio per il cuore.
All’inizio anche Haddams non è stato bene, ma
guardalo ora! Sembra un bambino! » affermò, candido,
dando una poderosa pacca sulla spalla del becchino che, in effetti, sembrava
divertirsi un mondo.
« Tienimi, Axel, perché io lo ammazzo. »
«
Scuoti il bacino, Margot! Scuoti il
bacino! »
-
Note conclusive
Io non voglio mettere la parola
fine, l’ho già detto prima. Non ne ho la minima intenzione, perché “fine” è una
parola terribile e, per quanto mi riguarda, senza significato. Niente finisce
davvero, finché qualcuno continuerà a pensarci e tenerlo vivo nella memoria. Io
non dimenticherò questo percorso e spero di aver lasciato qualcosa, anche di
piccolo, in chiunque abbia letto.
Mi sembra giusto ringraziare, a
questo punto, chi mi ha aiutata e spronata durante tutto questo lungo e
tortuoso percorso (Parlo di te, Noe, paladina dei miei
vaneggiamenti!) e chi, anche solo leggendo, mi ha dato la forza di andare
avanti. Grazie a tutti, davvero. Se sono arrivata fin qui, non è grazie alla
mia forza di volontà.
Un grazie credo sia dovuto anche a Virginia, senza la quale non sarei
arrivata a conoscere questi personaggi che ho imparato ad amare come se fossero
miei e che hanno contribuito a peggiorare le mie precarie condizioni mentali.
Prima di lasciarvi, però, un avvertimento
(è una minaccia, sì ^-^): potrei avere qualcosa in cantiere. Qualcosa come la
prima long della mia vita, sempre in questo fandom.
Se per caso dovesse capitarvi
davanti… beh, accoglietela bene come avete fatto con la raccolta, ok?
Grazie a tutti, davvero.
Damianne.