Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |      
Autore: Underline    01/02/2014    18 recensioni
“Quando le pareti delle tua normalità crollavano, anche tu crollavi. Era un dato di fatto con cui anche il carattere più coraggioso avrebbe fatto i conti, era chiaro come la luce ed oscuro come la notte, ed anch'io dovevo accettarlo in quel preciso istante.”
***
Tratto dal primo capitolo:
“Sono appena stata aggredita da una spia e tu mi chiedi come sto!?” esclamai guardandolo torva e passandomi freneticamente una mano fra i capelli.
“Benvenuta nella C.I.A., chica.” pronunciò quello che avrei conosciuto più avanti come Salvator, nonchè il capo dei servizi segreti americani
Genere: Azione, Generale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

Capitolo 1.
O muori tu, o muoio io





Trailer

 


 

Quando le pareti delle tua normalità crollavano, anche tu crollavi. Era un dato di fatto con cui anche il carattere più coraggioso avrebbe fatto i conti, era chiaro come la luce ed oscuro come la notte, ed anch'io dovevo accettarlo in quel preciso istante.
Avevo sempre vissuto secondo le mie regole, ero senza peli sulla lingua e con una buona dose di guai alle spalle, ma sempre nel rispetto di quella che consideravo la mia normalità.
Alzarsi la mattina, scappare dalla noia organizzando le trovate più assurde, gli scontri con mia madre non erano niente se comparati alla professionale busta che mi ero ritrovata quella mattina alla posta.
Ci si aspetterebbe che il pericolo si preannunciasse, come i nuvoloni prima di una tempesta, che facesse il suo dovere nell'avvertire: "Attenta che ora arrivano i guai."
Invece quella era una splendida giornata di sole programmata per passarla con lo skateboard e una sigaretta accesa in mano, quella busta conteneva una bomba ad orologeria che non aspettava altro se non di essere azionata, quella busta era solo l'antitesi dell'esplosione del muro di bugie che mi circondava e di cui non ne ero a conoscenza. Fino a quel momento.

Parole di ghiaccio che confermavano l'esistenza di un padre che mai avevo conosciuto. Taglienti parole che affermavano la sua implicazione nei servizi segreti.

"E' riuscito a fuggire dalla prigione dove era intrappolato."

Con fredde parole in quella lettera mi informavano di ciò nella mia normale vita non avrei pensato di dover compiere: "Abbiamo individuato un chip altamente importante nel suo paese, precisamente nella prestigiosa scuola in Florida, la Havery High School.

Il suo compito sarà quello di scovarlo. Speriamo che lei riesca dove suo padre ha fallito.

Tutto ciò dovrà rimanere fra lei e noi, le saremo riconoscenti se non rivelasse a nessuno niente di quanto scritto in questa lettera, inclusi i suoi parenti più stretti.

Cordiali saluti, Central Intelligence Agency.

P.S. Dopo dieci secondi dalla lettura delle ultime righe questa lettera si disintegrerà automaticamente.

Come a confermarne la tesi la carta si sbriciolò fra la mie mani come sabbia troppo sottile da contenere.

Mi sentivo tradita. Come vi sareste sentiti voi al mio posto? Cosa avreste provato a scoprire che vostro padre non era mai morto come ti avevano sempre detto tutti i parenti? Come avreste reagito dopo essere cresciute senza aver mai avuto una presenza paterna e se, ora, in quella lettera avreste individuato un barlume di speranza poi spazzato via con la frase : “Suo padre è stato arrestato, non siamo riusciti a localizzarlo."?

Eppure allo stesso tempo una strana eccitazione si faceva largo dentro di me, mio padre faceva parte della C.I.A. cazzo!
Impugnando lo skateboard lo lasciai cedere sull'asfalto rovente per poi salirci sopra con una spinta.

Ognuno reagiva con determinate reazione alle notizie sconvolgenti. Chi lo continuava a negare. Chi semplicemente scappava. E poi c'erano le persone come me che affrontavano il tutto con estrema calma.
"Mio padre è vivo, ma è rimasto dietro le sbarre per un bel po' , e cosa di fondamentale importanza: è un spia. Ho ricevuto dalla C.I.A. una lettera in cui mi spiegano tutto e mi invitavano nel loro blindato, segreto, misterioso covo di agenti spie. Insomma tutto si sta svolgendo secondo le consuetudini. Come no." Feci il punto della situazione con estrema lentezza , come se le informazioni si formassero a rilento nella mia mente, mentre con la gamba spingevo la piattaforma a velocità irraggiungibili.

Perchè era stato arrestato? Da chi? Cosa gli era successo? Odiavo le domande a cui non potevo dare una risposta, e, malgrado l'idea non mi attirasse, se volevo scoprire la verità dovevo accettare il loro invito.

I raggi del sole picchiettavano sul corpo ricoprendoli di una scia dorata che evidenziavano i miei capelli biondi. Sfrecciavo per le strade con velocità, più acceleravo e più dimenticavo, il mix perfetto per impedire ai pensieri di scorrere liberi.
Mi sarebbe piaciuto rimanere soltanto per un pelo in contatto con la realtà come stava succedendo in quel momento. Il vento, la concentrazione nei movimenti per mandare avanti lo skateboard, gli ostacoli della strada e, perchè no, acrobazie alla Tony Hawk. Ma niente durava per sempre, e questa non era un'eccezione.

***


La prima cosa che avrei imparato quella notte sarebbe stato che gli agenti era terribilmente precisi nel loro orario, forse troppo.

A mezzanotte in punto dei rumori sospetti nella mia camera mi fecero scattare piuttosto velocemente, era una fortuna avere il sonno leggero alcune volte.

Altre, quando i cani non avevano niente da fare se non abbaiare all'impazzata, era molto meno piacevole.
La luce della lampadina non fece altro che rivelare una figura in una uniforme elastica che aderiva al suo corpo ma non tanto da permettere di individuare se le forme fossero femminili o maschili. Un cappuccio adagiato sul capo metteva in ombra il viso in modo da non poter essere riconosciuta, supposi.

Eppure non era il vestiario a lasciarmi allarmata, anche se con la mia canotta scucita e gli shorts non potevo di certo competere, era la sua cintura ricca di quelle che solitamente vengono chiamate armi da fuoco e altre diavolerie.

Un poco alla volta cominciammo a girare in torno, non sapevo chi era quell'individuo, ma non mi faceva presagire niente di buono, certo finchè non mi avesse attaccato tutto andava per il meglio. Se ci avesse provato peggio per me.
Il pugno mi arrivò con estrema precisione nell'addome, non mi ero resa conto del suo slancio felino finchè non mi ero ritrovata a barcollare accusando il dolore. Bastardo.
Probabilmente quello che feci poi l'avessi fatto per stupidità, ok l'avevo fatto per stupidità, ma quando la rabbia accecava i sensi era difficile ragionare lucidamente.
Senza perdermi d'animo attaccai con un calcio al ginocchio, sapevo da Liam, mio fratello, che se ben assestato, un calcio poteva spezzarti in due la rotula. Purtroppo non era il mio caso, anzi, quel tipo lo parò come se niente fosse. Quando cercò di attaccare ancora riuscii a spostarmi all'ultimo momento, e questo lo fece parecchio innervosire. Insomma dovevo pur difendermi, non ci tenevo ad essere il suo sacco di pugilato personale.

Stavolta estrasse un pugnale dalla sua cintura, ok la vicenda si stava mettendo leggermente male. Solo leggermente.

Con rinomata velocità saltai sul letto, la porta era a pochi metri mi sarebbe mancato poco e avrei potuto scendere di sotto. Per poi fare cosa? Mamma era al lavoro. Mio fratello a 200 km di distanza. Ero fottuta.
Anche se ero in trappola non ci tenevo a morire, quindi forse un 0,1% di possibilità di salvataggio le avrei avute. La speranza era l'unica che mi rimaneva.
La misteriosa figura di avvicinava e io arretravo, no non mi avrebbe inchiodato il muro e no non volevo essere uccisa per dei motivi che ancora non conoscevo, ma forse il fatto che mio padre fosse una spia c'entrava sicuramente. Ditemi voi se questa non era sfiga all'ennessima potenza.
Sentii la morte sfiorarmi per un pelo, sarà stato per lo scatto veloce con cui mi sono scostata oppure la mira imprecisa dello sconosciuto, fatto sta che il coltello lasciò solo una scia di vento a pochi centimetri da me conficcandosi nel legno della porta.

La cosa positiva? Ero ancora nei mondo dei vivi.
La cosa negativa? Mancava poco e mi uccideva, e il fatto che il mio aggressore stesse cercando un altro coltello non aiutava.
"Va bene, sono paralizzata dalla paura, ma ehi! Sono Megan Cooper, non mi posso arrendere così facilmente." pensai infondendomi coraggio.
Dovevo rallentarlo, fare in modo di guadagnare pochi secondi per raggiungere la porta senza rischiare di essere pugnalata alle spalle. Impossibile? Probabile.
Mi abbassai d'improvviso gattonando fino al comodino, con forza strappai la lampada tenendo d'occhio i movimenti della misteriosa figura. Si stava avvicinando con un lentezza disarmante come a voler dire: "Non potrai guardarmi in faccia, ma sarò la tua morte."
Che se lo sognasse!
Con tutta la forza racimolata scagliai la lampada contro il bastardo, avrei voluto dire che gli feci almeno un po' male, ma l'unica cosa che provocò fu lo scostamento del suo cappuccio rivelandomi un viso altero quanto magnifico di una donna dagli zigomi alti e ben marcati. Un viso di uno splendore rivoltante.
Non avevo sortito l'effetto desiderato ma guadagnai lo stesso pochi secondi mentre lei si sistemava nuovamente il cappuccio ed io gattonavo velocemente verso la porta come un razzo .
Agii d'istinto, con forza liberai il coltello nel legno della porta- oggi ero molto potente- e con rapidità la aprii per poi rinchiuderla velocemente. Nella maggior parte dei casi ascoltare quell'istinto di sopravvivenza salvava la vita, ed ero fortunata che fosse stato uno di quei casi.

Sentii chiaramente un secondo rumore secco perforare la porta della mia camera. Merda! Quella era una pazza squilibrata.
Per metà rotolai e per metà corsi sulle scuole che portavano al piano di sotto, mi si sarebbero formati dei capolavori di lividi ci scommettevo.

Se mi aspettavo che mi seguisse mi dovetti ricredere, la stronza non spuntò anche di sotto, ma al suo posto fecero il loro ingresso altri agenti con le medesime tute di quest'ultima.

Dicevano che al peggio non c'era mai fine e avevano ragione.
Ora non avevo davvero più scampo, chiusi gli occhi sperando che avrebbero fatto in fretta. Una morte veloce ed indolore era meglio che una morte lenta e dolorosa.
Avreste capito bene la mia reazione quando una voce mi riportò alla realtà chiedendo: "Stai bene?"
"Cosa?" domandai incredula spalancando gli occhi, non volevano uccidermi?

"Forse ha una contusione celebrale." ipotizzò un ragazzo da una stazza spropositata che incombrava tutta la stanza, il suo viso si corrugò osservandomi preoccupato. Forse più scocciato, che preoccupato.

"Ma voi chi siete?" chiesi all'estremo dell'esasperazione.

Non volevano farmi fuori? Ok. Ma se una decina di uomini entravano in casa mia in notte fonda qualcosa non quadrava.
"Secondo te?" mi schernì lo stesso ragazzo, cominciava già a starmi sulle palle.
"Ok, ho capito: siete agenti della C.I.A?" tirai ad indovinare guardando con sfida il ragazzo che, a sua volta, ricambiò lo sguardo.
"Che perspicace." mi fece il verso con un sorriso derisorio. Che andasse a quel paese, no?
"Ok, Josh calmati." proclamò un altro uomo, lo stesso che mi aveva chiesto come stavo.
E così quel presuntuoso aveva un nome, mi aspettavo che l'avessero chiamato Hugo.
"Stai bene?" appunto, tutti fissati a sapere come stavo.
"Sono appena stata aggredita da una spia e tu mi chiedi come sto!?" esclamai guardandolo torva e passandomi freneticamente una mano fra i capelli.
"Benvenuta nella C.I.A., chica." pronunciò quello che avrei conosciuto più avanti come Salvator, nonchè il capo dei servizi segreti americani.

 

 

 

 

Spazio me!

Premetto che fa davvero senso ritrovarmi a pubblicare da sola, dato che questa fan fiction l'avevamo progettata in due. Ma pazienza :)
Dunque, per questa fan fiction ho grandi idee e, siccome è da sempre che desideravo scriverne una con trama sulle spie, sono abbastanza contenta di averla architettata :)
La maggior parte delle protagoniste che descrivo sono sempre molto acide e sarcastiche, Megan non è da meno. 
Non ho molto da dire per ora, per chi seguiva la fan fiction sull'account dell'altra autrice e ora lo segue qui sono felicissima, per chi vuole cominciare a seguirla non posso che ringraziare <3
Siccome i primi tre capitoli sono già stati scritti e modificati, li posterò in fretta :')
Per chi volesse seguire un'altra fan fiction che sto scrivendo, clicchi qui:








                   


A presto, catch_me xxx

   
 
Leggi le 18 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Underline