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Autore: Lely1441    11/06/2008    12 recensioni
Piccola demenzi-fic per festeggiare con voi il RoyAi Day ^^
"Sento la porta di casa sbattere, e corro più velocemente che posso verso lei. La vedo appoggiarsi stancamente con una mano sul mobile dell’ingresso, mentre con l’altra si toglie con un respiro di sollievo le scarpe che ha portato tutto il giorno."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: questa ff è mia, e quindi si fa come dico io XD
Diciamo una specie di seguito della fine del manga come io lo vorrei ^^
Roy non è ancora generale supremo, anche perché mi sembra un po’ irreale che da Colonnello passi immediatamente a Fuhrer, quindi per ora è un Brigadier General, ovvero un generale di brigata (e non finirò mai di ringraziare la mami, Shatzy, perché se non fosse stato per lei avrei continuato a perdermi sulla rete XD) e Riza è stata promossa a Maggiore ^^ Finite le precisazioni, godetevi il capitolo ^^




Una vita da cani




- Sono a casa!
Sento la porta di casa sbattere, e corro più velocemente che posso verso lei. La vedo appoggiarsi stancamente con una mano sul mobile dell’ingresso, mentre con l’altra si toglie con un respiro di sollievo le scarpe che ha portato tutto il giorno.
Si fissa un attimo nella specchiera, si volta verso di me e sorride.
- Fame, vero?
Si china a grattarmi la testa, mentre io scodinzolo felice.
Un odore pungente mi colpisce le narici, e di conseguenza starnutisco, infastidito. Ha lo stesso tanfo di quel tizio che anni fa voleva cucinarmi in padella. La mia padrona ritira la mano perplessa e l’annusa, prima di fare una smorfia.
- Scusa, oggi Havoc è venuto a trovarci, e onore alla sua coerenza, non ha mancato di fumarsi delle sigarette come suo solito. Certo che questo odore proprio non va via, ho già provato a lavarmi le mani, ma evidentemente…
Si rialza piano e si dirige verso la cucina.
- Vieni, ti do le crocchette.
Va bene, noi cani non sappiamo molte parole del linguaggio umano, ma diciamocelo, la maggior parte delle volte facciamo solo i finti tonti. La parola crocchette è universale per tutto il mondo canino. Abbaio due volte, felice, e trotto allegramente verso l’altra stanza.
Lei ha appena messo a bollire qualcosa sul fuoco, credo si tratti di quella sostanza puzzolente che prende prima di andare a letto. Camomilla, si chiama?
Si alza in punta di piedi e prende una scatola da uno dei ripiani più alti. Il rumore inconfondibile raggiunge le mie orecchie, e io comincio a salterellare per la stanza, incapace di frenare le mie emozioni.
Ehi, sono un cane, cosa pretendete?
Mentre mangio avidamente dalla mia ciotola, la vedo dirigersi verso il bagno accanto ed aprire i rubinetti dell’acqua calda.
- Allora, che mi racconti? Spero che tu non abbia fatto ancora il dongiovanni con Lady!
Non rispondo, impegnato come sono ad abbuffarmi. Sento lo sciacquio dell’acqua, e capisco che è appena entrata nella vasca.
- Sai invece cosa ha fatto Roy? Quel mascalzone… Ha invitato fuori Jessica! Sì, proprio lei! Hai presente quella biondina slavata del terzo piano?
Sento smuoversi l’acqua, e me la immagino muovere infastidita un piede in superficie. Fa sempre così quando è nervosa.
- Certo che non hai presente, non l’hai mai vista… Comunque capisco la copertura e tutto, ma ora comincia ad esagerare… Insomma, finché si tratta di un appuntamento galante passi, ma che continui con la vita di prima proprio no! Alla faccia del “cambierò per te”! Ah, ma domani metterò le cose in chiaro, non può pensare di continuare in questo modo!
Mi accuccio sul tappetino del bagno. E’ difficile sentirla dare in escandescenze in questo modo, di solito si limita a freddare tutti con uno sguardo gelido. Chissà chi è quel poveretto che l’ha fatta arrabbiare in questa maniera!
Poverino, mi fa un po’ di compassione.
Domani se la dovrà vedere con una Riza arrabbiata, e non è cosa da poco, certamente.
Pian piano la sento rilassarsi: bene, l’attacco di rabbia le è passato, almeno per il momento. Esce dalla vasca e si infila l’accappatoio, e afferra quell’aggeggio che sputa aria e comincia ad asciugarsi i capelli, poi ad un tratto lo spegne, e lo posa di lato. Appoggia le mani al lavandino, e china la testa. La guardo perplesso e preoccupato, e mi avvicino. Si accorge di me, e inaspettatamente scoppia a ridere.
- Pensi che io sia matta a parlare con un cane, vero, Hayate?
Scodinzolo, facendola ridere di nuovo. Poi si china e mi porge una mano, sorridendo, e io gliela annuso felice. Quella puzza tremenda non si sente più.
- Va meglio ora, vero?
Abbaio. Va decisamente meglio.

La seguo in camera, e la vedo infilarsi la camicia da notte e la vestaglia, prima di tornare in cucina, per pulire la pistola, l’oggetto che si porta sempre dietro. Rimango affascinato a guardarla, tutto quel luccichio mi ha sempre divertito. Finisce in poco tempo, e si lava le mani. Poi, prende a prepararsi una tazza di quella specie di acqua sporca.
- Ne vuoi un po’?
Io storco il muso, oltraggiato, e mi allontano. Lei non dice nulla, ed inizia il controllo notturno della cucina. Forno, fornelli, queste cose qua. Ad un tratto, sento i passi di qualcuno fuori dall’appartamento, e drizzo le orecchie ancor prima che il campanello suoni. Ci guardiamo per un attimo meravigliati, poi ci dirigiamo insieme verso la porta. La vedo osservare attraverso lo spioncino il nuovo venuto. Apre la porta di scatto e si trova davanti il tizio maniaco, il suo capo sfruttatore, come amo designarlo io.
- Generale…
Mormora, per non svegliare i vicini, e riesco a sentire un lieve filo d’ironia nella sua voce. L’altro la guarda mestamente, prima di parlarle.
- Riza, ti supplico, non sarai ancora arrabbiata per oggi!
Lei scuote la testa in segno di diniego, ma sappiamo tutti e tre che non è così.
- No. Se è venuto solo per accertarsene, Generale, la ringrazio, e la prego di tornarsene a casa, visto che abbiamo chiarito.
Fa per chiudere la porta, ma il tizio si mette in mezzo.
Che ostinato! Non mi piace per niente. Ringhio un po’, tanto per far notare la mia presenza, e mi becco solo un’occhiata distratta da parte dell’uomo, troppo impegnato a cercare di non farsi chiudere fuori casa.
- Riza! Sai che non mi importa nulla di uscire con le altre, ma devo farlo, se non vuoi che ci scoprano!
Ahia, parole sbagliate, caro mio. Basta vedere le saette negli occhi della padrona per accorgersene.
- Be’, in tal caso non le importerà, vero, Generale, se anch’io uscirò con qualcun altro, suppongo. Solamente ieri, il tenente Godwin mi ha chiesto un appuntamento. Potrei sempre accettarlo, visto che non bisogna farsi scoprire…
Lo vedo impallidire, e non sghignazzo giusto solo perché la mascella canina non mi permette di farlo.
- Non lo faresti mai…
- Ah no? E perché non…
Non fa in tempo a finire la frase, che lui le afferra il viso e la bacia.
No, che noia! Finisce così? Mi aspettavo qualcosa di migliore… E’ pure vero che la pistola è di là, troppo lontana perché la padrona riesca a prenderla. E mentre faccio questi ragionamenti complessi, la vedi irrigidirsi e tentare di staccarsi da lui. Ok, ora entro in scena io.
Mi avvento abbaiando a più non posso contro l’uomo, e cerco di azzannargli la gamba. Sento lui inveire, e la padrona ridere. Improvvisamente mi trovo in alto, preso in braccio da qualcuno. E mi trovo a tu per tu con il proprietario della gamba in questione.
- Black Hayate, fai piano!
Sentiamo la porta del dirimpettaio socchiudersi, e Riza si affretta a far entrare l’uomo.
- Riza, allora...
- Non credere che ti abbia perdonato. Ma di certo, non darò scandali in giro.
Sempre sollevato per aria, mi ritrovo nuovamente in cucina, dove Riza mi posa delicatamente, prima di farmi una carezza sulla testa.
- Bravo, Hayate.
Mi sussurra, prima di girarsi a fronteggiare l’uomo, ma non sembra spaventata né altro. Rimango comunque in attesa, casomai quel maniaco voglia tentare qualcosa di strano.
- Roy, sia chiaro: a me non dà fastidio la storia della copertura, a me dà fastidio il fatto che invece di fingere come potresti, te ne vai allegramente in giro con delle altre donne. Non mi interessa che tu non faccia niente insieme a loro, semplicemente lo trovo sgradevole. Lo sopportavo quando ancora eravamo Tenente e Colonnello, ma ora…
Si ferma, perché lui l’ha abbracciata. Vi prego, risparmiatevi certi salamelecchi da film. Ha affondato la sua testa nell’incavo del collo della padrona, e le parla sussurrandole contro la pelle.
- Riza, io ti amo. E se dovrò fingere, lo farò, non mi importa. Non mi importa delle altre, mi importa di te, esclusivamente di te.
Mi è permesso sputare? No, vero? Ma dai, si stanno guardando teneramente negli occhi come due piccioncini felici. Magari lo sono. E riprendono nuovamente a baciarsi, dopo essersi detti chissà cosa con lo sguardo.
Io me ne rimango rassegnato in cucina, mentre vedo la porta della camera da letto chiudersi, e sento delle risatine di fondo.
Mi accoccolo sul tappetino, e abbasso tristemente le orecchie. Perché non posso andare anch’io a divertirmi con loro? Non è giusto!
Che vita da cani. Che schifosa vita da cani.

La porta che si accosta silenziosamente mi sveglia. Sbadiglio, assonnato, e socchiudo pigramente un occhio, per gettarlo sull’intruso.
Li apro tutti e due.
Cos’è, scemo? Mi sta sorridendo.
Sta sorridendo a un cane, tanto per intenderci.
Non so, forse si aspetta che evochi anche una bacchetta dal nulla e che lo faccia sparire. Ops, no, scusate, quello è il mio sogno.
Mi rimetto a dormire. E’ l’unica cosa che posso fare, ormai. Visto che si sono chiusi in camera, non sono riuscito a entrare e a fargli la pipì nelle scarpe come avevo progettato. Peccato, sarà per un’altra volta.
- Black Hayate!
Ma cosa vuole adesso questo? Chi gli ha dato tutta questa confidenza?
Mi alzo quel tanto da girarmi e fargli vedere il fondoschiena, e poi mi sdraio nuovamente. Speriamo che recepisca il messaggio.
- Black Hayate!
Dio del mondo dei cani, dammi la forza!
Mi volto appena, e lo squadro con aria di sufficienza. Continua a sussurrare il mio nome, e adesso ha un mestolo in mano.
Oh Santo Zanna Bianca.
Ha anche indossato il grembiule della padrona?
Perché, perché i cani non possono ridere, perché?
Stupendo, ora mi chiama in cucina.
- Su, vieni qua, da bravo.
- Wof!
Le mie gambe obbediscono prima ancora che il cervello mi vieti categoricamente di farlo, e scodinzolo pure.
Maledetto istinto canino!
Mi fermo sulla soglia, incerto. Per un attimo la compassione si fa largo in me. E’ proprio ridicolo, su questo non si può discutere. Con quel grembiulino addosso, e la sicurezza con la quale armeggia tra i fornelli. Talmente assurdo, che quando lo vedo cercare, per un attimo spaesato, una presina per togliere dal fuoco la padella che sta allegramente soffriggendo, non ci penso due volte e gliela prendo. Piccolo come sono, non mi ci è voluto molto per vederla, per terra. Probabilmente gli sarà caduta.
Quando gli addento delicatamente la gamba dei pantaloni, mi guarda sorpreso.
- Grazie mille, Buraha.
Di niente… No, aspetta. Come ha osato chiamarmi questo bipede troglodita? Basta, uno cerca di fare un po’ il gentile, e questi sono i risultati?
Quelle maledette scarpe saranno ancora di là? Dovevo giusto uscire per fare pipì…
- Ehi, Buraha!
Un fremito mi attraversa la schiena. Questo vuole proprio morire di morte lenta e dolorosa, non me lo spiego altrimenti.
Guardo in alto. Quel maledetto! Con chi crede di aver a che fare? Con uno che si fa lisciare in questo modo?
Un enorme pezzo di pancetta troneggia sopra me.
Eh. Però.
Un pezzo di signora pancetta, su questo non discuto
Il figlio di Satana mi guarda comprensivo e annuisce.
- La cucina della tua padrona non è proprio il massimo, eh?
Parli per lui. A me spettano le crocchette, non so se rendo l’idea.
Resta il fatto che quella carne mi tenta. Mi tenta dannatamente. Scommetto che è un difensore dei gatti, e sta cercando di eliminare la mia specie, altroché!
- Tieni. E guarda che io amo la tua padrona, non serve che cerchi di mordermi ogni volta che mi vedrai d’ora in poi, va bene?
Credo che in questa casa tutti abbiano bisogno di parlare con uno bravo. Sono un cane, ma loro mi parlano come se potessi capirli.
Andiamo, non sta né in cielo né in terra, no?
Mi lancia la pancetta, e l’afferro al volo. Suvvia, dopotutto lui non è così male.
Resto lì, mentre mangio soddisfatto la mia colazione, e vedo avvicinarsi silenziosamente la padrona, che lo cinge da dietro e gli appoggia il mento su una spalla.
E guardandoli così, insieme, mi viene da pensare che sono veramente carini insieme.
E no, questa volta non sono sarcastico.
Il potere corruzionale di quest’uomo è spaventoso, non c’è che dire.






*mandria di fan del RoyAi insegue inferocita Lely*
E questo cos’èèèèèèèèèè?
*Lely si volta spaventata, prima di nascondersi dietro ad un tavolo*
Non lo sooooooooooo!! Sono riuscita ad andare OOC anche con il carattere di un cane, chiedo venia, chiedo veniaaaaaaaaa!!

Sinceramente, si può considerare RoyAi? XD
Non volendo, ho preso spunto da alcune immagini che ho sull’I-Pod, tra le quali Roy in grembiule rosa, e Buraha che dorme vicino a Roy.
Non so se voi avete mai provato a convivere con un cane in bagno, io sì, per fortuna per poco… E’ stato orrendo, facevo la doccia e mi vedevo davanti due occhi vicino al calorifero XD






Felice RoyAi Day a tutti!
   
 
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