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Autore: MaggieMary    01/02/2014    1 recensioni
||Se non posso averti, almeno vivrò per te.
Se è per te, sono pronto a ferirmi il più che posso.||

—"Ravi non gli aveva mai particolarmente parlato del suo passato e lo stesso N non gli aveva chiesto nulla, quasi non ce ne fosse bisogno.
Perchè la loro storia d'amore partiva dal presente, quindi non aveva bisogno di un "c'era una volta".—
[NAvi ♥。] ~
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: N, Nuovo personaggio, Ravi, Sorpresa, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La sedia cigolava sotto il suo peso, mentre velocemente sbatteva un piede contro il pavimento di quel locale.
Con un gomito appoggiato sul piccolo tavolo di legno e una mano a sostegno della sua testa, il ragazzo stava osservando il giovane davanti a lui che continuava a fissare altrove al posto di osservare quegli occhi scuri e sottili che sicuramente lo avrebbero messo in difficoltà.
Lo avrebbero messo in difficoltà perché, ancora prima che il minore dei due avesse aperto bocca, l’altro sapeva già le parole che avrebbe sentito pronunciare.
Non si trattava di poteri paranormali, ma semplicemente di guardare la realtà.
Il tempo scorreva, la gente entrava ed usciva da quel piccolo bar di periferia, ma a nessuno dei due ragazzi importava relativamente di quel via e vai di persone. 
Avevano ben altro a cui pensare.
Era tardo pomeriggio di un venerdì qualsiasi di fine autunno, eppure non era qualsiasi anche per quei due ragazzi.
Si erano dati appuntamento in quel posto dove tante volte si erano incontrati, dove tante volte avevano rinchiuso il proprio mondo perfetto in quelle quattro mura che circondavano pochi metri quadrati.
Si erano dati appuntamento in quel posto, ma si era subito avvertita che l’aria che si respirava quel giorno era totalmente diversa.
E questo al più grande dei due non piaceva. Non piaceva per nulla.
Mentre il giovane di fronte a lui se ne stava ammutolito, si chiedeva solamente che fine avesse fatto fare a quella sua bella voce e al suo solito sorriso sfacciato. 
Riusciva continuamente ad inventarsi nuovi rap improvvisati, e allora perché in quel mondo sembrava come se non riuscisse a mettere in fila due parole di senso compiuto?
Sembrava tutto solo un grande e concreto ossimoro. 
Ossimoro che faceva venire solo voglia al giovane di continuare a battere quel piede a terra, come a voler segnare, in modo uditivo, quel tempo che continuava a trascorrere in quel silenzio.

Dovrei andare? Dovrei restare? 
Dovrei andare? Dovrei restare? 


Quelle domande dalla risposta non accordata e trovata, ribalzavano tra le pareti del cervello del più piccolo tra i due.
Quei punti interrogativi erravano senza sosta e si contorcevano fino a mutarne di contenuto.

Dovrei andare! Dovrei restare! 
Dovrei andare! Dovrei restare! 


L’ennesimo contrasto di due termini di senso contrario si presentò in quel tardo pomeriggio di fine autunno, che sembrava interminabile per entrambi i ragazzi.
Il cielo si stava scurendo più della pelle del maggiore dei due, che spesso e volentieri si faceva pare inutili sulla sua carnagione che reputava troppo scura in confronto a quella bianca lattea di molti altri.
Quest’ultimo ormai era certo che non si sarebbe concluso nulla continuando a rimanersene in silenzio e quasi era riuscito ad auto convincersi che le sue paure fossero totalmente infondate.
In fondo, poteva essere solo un qualsiasi venerdì?
Perché proprio quel giorno avrebbe dovuto segnare una svolta, in positivo o negativo, nella vita dei due?
Il più grande spalancò la bocca, pronto a riempire quell’assenza di parole che ormai si stava facendo insopportabile.
Fece per allungare una mano e afferrare quella del compagno di fronte a lui in una dolce stretta come tante altre se n’erano viste. In una stretta che ormai aveva un che di naturale, per nulla strano e inusuale.
Eppure le parole gli morirò strozzate in bocca, insieme alla sua mano che rimase fredda e abbandonata sulla superficie liscia del tavolino di legno.
E successe così velocemente che impiegò un’altra manciata di muniti prima di riuscire a somatizzare il tutto.
Prima che il suo cervello riuscisse a mettere in fila le parole, che aveva appena udito da quel giovane che ormai aveva lasciato il bar senza nemmeno uno sguardo nei suoi confronti, e riuscisse a fargli capire il senso di quella frase che aveva appena sentito.
Eppure, non voleva capirne il senso.
Gli sembrava troppo strana per essere realmente uscita dalla bocca di quel ragazzo, a lui per nulla sconosciuta.
Non voleva capirne il senso, eppure un insolito bruciore gli occhi gli fece capire che ciò che aveva udito non era per nulla frutto di un inganno della sua immaginazione.

“Finiamola qui. Sai anche tu che non è vero amore.”

No, non se l’era sognata. Quella frase non faceva parte di nessuno dei suoi incubi.
Mostri e uccisioni che aveva visto nei suoi incubi non erano nulla in confronto a ciò.
Nulla in confronto alla nuda e cruda verità che gli si era presentata improvvisamente, servita su un piatto d’argento che mai aveva ordinato, mai avrebbe voluto ordinare o mai avrebbe voluto servire.


Perché era stato appena scaricato dal ragazzo che aveva più amato in tutta la sua giovane vita.

Perché Cha Hakyeon era appena stato mollato da Ravi.

 
▬ ▬


Chiamami quando il tuo cuore è dolorante. 
Dimmi tutto, cosa desideri?
Vuoi che riporti indietro il tempo? Vuoi che ti doni il mio cuore?”


Perché quelle frasi erano improvvisamente ricomparse nella sua mente?
Perché squarci di vita vissuta si stavano ripresentando? Disordinati, confusi, improvvisi.
Cha Hakyeon, più semplicemente chiamato N, non se lo sapeva spiegare.
Odiava quando determinati ricordi gli si presentavano senza il suo volere.
Odiava quando ricordava solo ciò che avrebbe voluto dimenticare.

Perché doveva risentire la voce di quel ragazzo sbattergli nelle pareti del cranio?
Frasi che avevano solo dato false illusioni e vuote aspettative ad N.

Perché Ravi aveva cantato di un amore inesistente? 
Lo aveva illuso di qualcosa che mai sarebbe stato. Gli aveva promesso cose che mai avrebbe mantenuto.

Hakyeon era al suo turno pomeridiano di lavoro in quel bar di periferia quando la voce di Ravi si presentò, quasi come una figura concreta.

Odiava come quella realtà passata distasse così tanto da quella presente.
Odiava dover lavorare in quel posto che gli riportava alla mente davvero troppi ricordi.
Ma più di tutto, non sopportava quelle pare mentali che si stava facendo.

Accidentaccio! Cosa diamine sto facendo?! 
Credevo davvero nel vero amore? Sono un uomo, perché dovrei farne di questa situazione una tragedia? 
Non sono il primo e nemmeno l’ultimo che verrà scaricato! 
Però … di sicuro non capita tutti i giorni di essere lasciato da un Ravi … e che Ravi …


“CHA HAKYEON!! Io non ti pago per fare la bella statuina di porcellana, che tanto di porcellana poi non sei …”

N provò l’impulso di tirare il vassoio, che ancora teneva in mano, verso la fonte di quell’ennesima battutina saccente sulla sua carnagione. 
Ma poi si accorse che, la persona che lo aveva appena risvegliato dai suoi giri mentali, era nessun’altro se non il suo capo. Capo che ora se ne rideva allegramente mentre tornava nella sua postazione dietro il bancone del bar.

A Ravi la mia carnagione piace, gli sarebbe piaciuto dire. 
Ma, arrivati a quel punto, non aveva più aveva senso.

Per quanto quella frase fosse stata così semplice, pronunciata da quel ragazzo era sembrata così sincera a N, che non aveva potuto non far altro che credergli.

Le parole di Ravi erano un continuo sostegno per Hakyeon.

Il ragazzo voleva dare a vedere che fosse più forte di quanto realmente era.
Si nascondeva dietro ad una maschera di sicurezza, quasi da leader, ed era sempre pronto ad aiutare qualcuno quando ce n’era bisogno.
Eppure è impossibile aiutarsi da soli e anche N aveva bisogno del suo sostegno.

E Hakyeon sapeva bene che nome avesse il suo sostegno.

Sostegno che ora mancava all’appello.
E N temeva che si sarebbe trattato di un’assenza prolungata.

Una ragazza minuta gli si affiancò, mentre Hakyeon era occupato ad appoggiare qualche piatto e bicchiere sporco nel lavello della piccola cucina.

“Ma …” – esordì timidamente – “Oggi non viene?”

Il ragazzo fece una smorfia riferita al vuoto e al giovane a cui quella frase era riferita.

Per quanto il giovane avesse voluto nasconderla, la sua relazione con Ravi era stata ben presto scoperta da quasi tutto il personale di quel locale.
Dopotutto, i due si incontravano sempre in quel bar; sarebbe stato quasi impossibile farsi sfuggire quei loro continui scambi di sguardi, non proprio da semplici conoscenti.

“Non so di chi  tu stai parlando.” – tagliò corto N, seppur fosse consapevole che a quella scusa non ci sarebbe cascato nessuno.

Il ragazzo fece per tornare a fare la statuina immobile, ma subito gli vennero alla mente squarci di vita vissuta con il giovane.
In particolare del loro primo incontro che difficilmente avrebbe potuto scordare.

Anche se in quel momento avrebbe voluto.
Anche se in quel momento avrebbe voluto pensare a tutt’altro tranne che a quei dolci ricordi che eppure parevano così dolorosi visti con quella nuova prospettiva di vita.

“Hakyeon-ah! Smettila di non far nulla e vai ad accogliere i clienti!!”

Per una volta, N avrebbe davvero voluto dare ascolto alle parole del suo capo, ma non ci fu verso di bloccare la sua mente.

Mentre si muoveva quasi come un automa verso il davanti del locale, non proprio del tutto pronto ad accogliere qualche nuovo cliente, mentre ricordi e parole si fecero vive nella sua mente.


“Qualsiasi la ragione possa essere, tu hai bisogno di me.
Perché diventerò un pupazzo che combatterà per te.”

 
▬ ▬
 

Cha Hakyeon faceva sprofondare i piedi nella neve, ignorando il fatto che stesse indossando scarpe di tela sottile che presto o tardi si sarebbero bagnate.

Eppure in quel momento non gli importava del freddo che avrebbe patito.
Se si fosse anche solo minimamente preoccupato di ciò, non sarebbe nemmeno uscito quella domenica mattina di casa.

Ma a N non importava del freddo.
Voleva semplicemente osservare quel paesaggio innevato.

Era mattina presto ed, essendo un giorno di riposo, Hakyeon era convinto che non avrebbe trovato molta gente e ciò lo aveva maggiormente spinto ad alzarsi dal suo letto caldo.

Il giovane passava sei giorni della settimana a lavorare in un bar costantemente pieno di persone e schiamazzi e, seppur fosse una persona che parla piacevolmente con tutti, a lungo andare quella confusione di animi dava anche fastidio.

Quella neve perlomeno era silenziosa.

O così aveva sperato …

“Ma quello è N hyung? NNNNNNN!! ~”

L’interpellato provò l’impulso di andarsene da quel posto, facendo retro front ed ignorando la voce di quel ragazzo che sfortunatamente conosceva. 
E che sfortunatamente sapeva anche che non era solo.

Ancora di spalle, Hakyeon poteva chiaramente udire dei passi veloci seguiti da un mucchio di altri dietro di lui.

Erano 4, ne era certo. Erano sempre loro 4.

Non che N li odiasse, no assolutamente.

Erano amici di vecchia data e quasi una grande famiglia.    
Ma per un Hakyeon che cercava un po’ di silenzio, erano davvero troppo rumorosi.

O perlomeno qualcuno di loro.

Come quello che gli si era appiccicato addosso senza un minimo ritegno e senza nemmeno controllare quale fosse la vera identità del giovane che stava ora abbracciando.

“Oh, ma sei davvero tu, hyung ~”

“No, è sua nonna, ajumma che non sei altro! ” – la voce dei due maknae arrivò a canzonare il ragazzo che continuava a stringere, come un polipo, N.

Cha Hakyeon non odiava particolarmente gli abbracci o le manifestazioni d’affetto, ma gli piaceva avere certi tipi di contatto quando e con chi voleva lui.

Lee Jaehwan, chiamato dagli amici più semplicemente Ken, ignorò volutamente la battutine dei due più giovani in quel gruppo e continuò a parlare con il più vecchio tra tutti.

“Hyung arrivi proprio al momento giusto! Stavamo per iniziare una battaglia a palle di neve!”

N strinse gli occhi, riducendoli in due fessure sottili, osservando così quei quattro ragazzi di fronte a lui.

Poteva anche capire che Hyuk, il cosiddetto maknae, avesse voglia di fare simili giochetti invernali, ma il resto dei ragazzi?

Hongbin seppur fosse uno dei più giovani, aveva ormai superato l’età dei giochi, e lo stesso valeva anche per Ken ed un ombroso Leo.

Non comprendeva questo improvviso entusiasmo da parte di tutti, o forse era meglio dire che Jaehwan aveva trascinato tutti lì con il suo solito entusiasmo.

“Scusate, ma sarei occupato …” – a stare lontano dalle persone – “Non ho proprio tempo di giocare con voi.” – e ritrovarmi la neve anche nelle mutande.

Tre dei ragazzi si immusonirono, mentre un quarto rimase semplicemente impassibile, ad osservare qualche cane che scorrazzava lontano nella neve bianca.

Hakyeon si ritrovò ad aggiungere velocemente – “Sarà per un’atra volta, ok?”

Ma le sue parole non ebbero il risultato sperato, anzi tutt’altro.  

N fece per tornare sui suoi passi, ma ecco che qualcosa di umido si schiantò con un tonfo contro la sua testa fino a scivolare lungo sulla schiena, bagnandolo per gran parte del collo.

Hakyeon si voltò di colpo, pronto per ritrovarsi un Ken tutto divertito, eppure quest’ultimo, insieme ai due più giovani, stava fissando sbalordito un quarto ragazzo.
Ragazzo che sembrava essere stato fuori dal mondo fino a quell’istante ed invece … 

“Hyung …” – sussurrò con il suo solito fare timido – “Ora devi giocare.”

Cha Hakyeon mandò giù un groppo di saliva.

Perché se l’era scordato?
Perché, nonostante conoscesse il ragazzo da quando erano bambini, si era dimenticato di una cosa fondamentale?


Perché si era dimenticato che Jung TaekWoon sapeva essere il ragazzo più competitivo di quel paese?

 
▬ ▬


Cha Hakyeon non sapeva bene com’era successo.
Cha Hakyeon non era in grado di spiegare molto bene come mai si era ritrovato in quella situazione .

I secondi prima a quel momento gli parevano solo poco chiari e offuscati.

Sapeva solo che si era ritrovato a correre mentre quattro ragazzi avevano cominciato a lanciargli neve senza un minimo di contegno.

Quella battaglia a suon di palle di neve era iniziata da uno dei ragazzi più timidi e tranquilli di quel paese, che però non sempre si comportava in quel modo pacato.

La parola “gara” faceva scattare in lui una particolare molla che riusciva a modificare totalmente il suo comportamento.

Anche lo stesso N fatica a credere che quelle due personalità riuscissero a vivere bene in uno stesso e unico corpo.

Ma mentre pensava, continuava a correre, saltellando tra quella fredda neve che continuava ad inumidirgli completamente il corpo già freddo.
E continuava anche a ripetersi che quella mattina avrebbe fatto meglio a dormire, piuttosto che ritrovarsi in quella situazione.

Man mano che muoveva velocemente le sue gambe, i passi dietro di lui diminuirono, mostrando i primi segni di un affaticamento da parte dei suoi amici.

Questo gli permise di andarsi a nascondere dietro un alta montagnetta di neve di quel gran parco.

Si buttò a terra, appoggiando la schiena contro quella sorta di muro innevato che ora lo proteggeva.
Riprese fiato e, solo quando quei colpi di neve contro di lui cessarono, si decise ad alzare la testa e osservare che fine avessero fatto i suoi amici.

Di loro non c’era traccia. Che se ne fossero andati? Che gli stessero tenendo una trappola?

Ma ecco che un ciuffo di capelli scuri sbucò da una simile collinetta di neve, simile a quella dove si era nascosto N, a qualche metro di distanza da lui.

Alla fine si era trasformato davvero in una vera e propria battaglia a palle di neve.

Solo che era una battaglia ingiusta.
Lui era da solo, mentre gli altri erano in quattro. 
E per di più, non se ne sarebbe nemmeno potuto tornarsene a casa o dichiararsi sconfitto: in tutti i casi sarebbe finito coperto completamente di neve.

Cha Hakyeon sospirò mentre analizzava mentalmente le possibilità che aveva.
Ma l’unica cosa che avrebbe potuto “salvarlo” da quella situazione era l’arrivo di un aiuto.
Qualcuno che accorresse in suo aiuto e cominciasse a lanciare palle di neve contro gli altri. Come in uno dei più smielati drama.

Con ancora la schiena appoggiata alla collinetta di neve e la testa a fissare il cielo chiaro, N tendeva l’orecchio in attesa di sentire i suoi amici che dichiarassero fine a quella battaglia o nella speranza di udire il passo di qualcuno che lo venisse ad aiutare.

Eppure il suo aiuto non si presentò proprio come Hakyeon aveva immaginato.

Improvvisamente, un forte rumore arrivò alle orecchie del giovane che si ritrovò a sobbalzare per lo spavento e quell’improvvisa assenza di silenzio.

Da dove proveniva? Che cos’era soprattutto?
Sembrava un trattore.
Ma da quando in qua i trattori giravano per la città?
Era un rumore vicino, vicinissimo al ragazzo, eppure non riusciva a comprendere da dove venisse.
Assomigliava particolarmente al russare di qualcuno, ma N giurò di non aver mai sentito russare così forte.

Quando il rumore cessò improvvisamente, il ragazzo non seppe se essere più sollevato o preoccupato.

Spostò di nuovo lo sguardo verso gli amici dall’altra parte del parco, giusto in tempo per beccarsi una palla di neve in piena faccia.

“Ottima mira, hyung!~” – sentì la voce di Hongbin complimentarsi con un, quasi sicuramente soddisfatto, Leo.

N corrugò le sopracciglia mentre si asciugava il volto con la manica del maglione.

La finiranno prima o poi, cominciò a pensare, A qualcuno di loro verrà ben fame!

Hakyeon aveva ormai compreso che l’unico modo per uscirne intero e asciutto era ribattere.
Ribattere a suon di palle di neve.

Prese un po’ di quella roba biancastra che si trovava vicino ai suoi piedi, ma era troppo sporca e disfatta per riuscire a formare una buona palla di neve.
Spostò lo guardò verso la sua destra, notando solo ora una panchina di legno non troppo lontana da lui ed il suo nascondiglio.
Gattonò verso di essa, vedendo un ammasso di bianca neve depositata sopra di essa, perfetta per le sue palle di neve.

Allungò una mano per prendere un po’ di quella sostanza, ma era insolitamente dura.
Senza tenerne particolarmente conto, scavò ancora un po’ nella neve, finché le sue lunghe e affusolate dita non entrarono in contatto con una superficie diversa da quella della neve.

Cos’era quella? Una coperta?
Che ci faceva una coperta su una panchina in pieno parco?
Solitamente le coperte coprono qualcuno, no?

Convinto che non avrebbe trovato altro che neve sotto quella coperta, si avvicinò di più alla panchina, allungando poi la testa per osservare meglio cosa c’era su quella panchina.

Ma nulla sarebbe mai riuscito a preparare Cha Hakyeon per ciò che stava per vedere.

Nulla lo avrebbe mai preparato per incontrare il volto di un ragazzo coperto in gran parte dalla coperta e dalla neve. 

Quale scemo si sarebbe mai messo a dormire su una panchina con la neve?
Qualsiasi barbone sarebbe arrivato a capire che era meglio trovarsi un posto più riparato per dormire.

N continuava ad osservare il volto del giovane, di cui appena riusciva a scorgere le labbra che tendevano al violetto.
Aveva nevicato per tutta la mattinata, come poteva non provare freddo?
Come poteva continuare a dormire tranquillo?

Cha Hakyeon continuava a rifletterci mentre osservava il giovane, senza però riflettere su altre possibilità.
Altre possibilità, come quella che magari lo sconosciuto non stesse davvero dormendo sotto quella neve … 

“ODDDIOOO E’ MORTOOOOOOO!!” – si ritrovò poi ad urlare in modo incontrollato mentre cadeva a terra.

Perché non ci sono arrivato subito? Nessuna persona riuscirebbe davvero a dormire con un simile freddo!
Oh mamma, ma questo vuol dire che ho assistito ad un omicidio? O forse è un suicidio? 
Cha Hakyeon, calmati!! Tu sei semplicemente arrivato sulla scena del crimine quando era già m-mort …. m-m-m-mort…..


N tirò un altro urlo senza controllo, attirando finalmente l’attenzione dei quattro suoi amici.

“Hyung??” – riuscì a sentire la voce preoccupata di Hyuk che lo chiamava – “Tutto ok??”

Cha Hakyeon riuscì a tirarsi in piedi uscendo dal suo nascondiglio.

“C’E’ UN MORTO!” – annunciò senza mezzi termine.

Quattro teste fecero capolino da dietro la montagnetta di neve, con facce tutte più o meno confuse.

“Hyung, sei impazzito?” – gli chiese Ken.

N mosse le mani in modo disordinato – “NO, NO, NO. C’E’ DAVVERO UN RAGAZZO MORTO SU QUELLA PANCHINA!!”

Le facce dei suoi amici si fecero sempre più scettiche.

“Hyung .. ti guardi troppi film.” – anche la voce di Hongbin arrivò alle sue orecchie, mostrando il suo essere incredulo al riguardo.

Hakyeon balbettò qualcosa, ma con scarso successo.
L’ennesima palla di neve si schiantò sulla sua faccia.

Hongbin, Sanghyuk e Jaehwan voltarono la testa verso il ragazzo che aveva lanciato quel colpo.

“È una scusa.” – dichiarò secco e senza mezzi termini Taekwoon.

Sconvolto e basito dal fatto che nessuno dei suoi amici credesse davvero alla sue parole, N fu costretto a nascondersi nuovamente nel suo nascondiglio, ma con meno sicurezza di prima.

Ora era consapevole del fatto che, a pochi metri da lui, c’era un morto.

Il suo romantico drama che si era immaginato nella sua testa, quasi peggio di una ragazzina di tredici anni, si era trasformato nel peggiore dei thriller.

Si ritrovò a chiedersi perché proprio a lui dovessero accadere questo genere di cose.
Proprio a lui che odiava i film horror e venir spaventato più di ogni altra cosa.

Seppur disgustato, Hakyeon si avvicinò nuovamente alla panchina, ma prima che potesse arrivargli vicino, quello strano e forte rumore si ripresentò.

Ma questa volta, N sapeva già cosa fosse.

Osservò il volto del ragazzo sdraiato su quella panchina, osservando come la sua schiena si alzasse e riabbassasse con un ritmo regolare, e la sua bocca semichiusa da cui proveniva quel forte rumore.

Il giovane non aveva mai sentito nessuno russare così forte nessuno, eppure quello sconosciuto lo stava facendo.

N tirò un sospiro di sollievo.
Si stava chiedendo ancora come mai quel ragazzo stesse dormendo proprio su una panchina del parco congelato dalla neve. E per di più, si chiedeva come mai, quel suo probabilmente quasi coetaneo, si ritrovasse a dormire fuori, al posto di avere una sua casa come Hakyeon.

Tante domande e quesiti irrisolti vennero velocemente bloccati.

Vennero bloccati da dei movimenti improvvisi di quel giovane sconosciuto.

N sobbalzò e fece un salto indietro nel vedere come il giovane si alzava di scatto a sedere e si stiracchiava come nulla fosse.
Come se fosse sua abitudine normale dormire al freddo e al gelo di una panchina.

Nuove domande si fecero spazio tra la mente di Hakyeon ma anche questa volta non ci fu nessuna risposta a questi quesiti.

Dopo essersi tolto di dosso la neve, lo sconosciuto "barbone" aveva cominciato a fissarlo, ancora con gli occhi impastati dal sonno.

"Io ... " - N cercò di parlare in un qualche modo con lo sconosciuto che sembrava più nel mondo onirico che in quello reale, ma non fece in tempo a concludere una frase, di cui nemmeno lui conosceva realmente il seguito, che l'ennesima e gelata palla di neve gli si schiantò in faccia.

"Hyung, forza! Almeno provaci a giocare! È una tristezza vincere in questo modo!!" - gli urlarono contro i 4 ragazzi dall'altra parte del parco.

Hakyeon strinse i denti per bloccare brutte parole che avrebbe voluto infierire ai suoi amici e per cercare di sopportare la fredda neve che bagnava i suoi vestiti, roteando poi gli al cielo, in un espressione che fece inevitabilmente ridere lo sconosciuto.

N trovò che aveva una bella risata, ma in quel momento non ci fece particolarmente caso.

Non ci fece caso perché il giovane della panchina si alzò in piedi, scuotendosi di dosso la neve, per poi giungere al fianco di Hakyeon, che per tutto il tempo non aveva potuto far altro che tenergli gli occhi di dosso.

Quando fu di fianco, si rese conto che il giovane era piuttosto alto, anche più alto di lui, ed era anche piuttosto bello.

Ma anche questa volta, N non ci diede particolare conto sul momento.

"State giocando a palle di neve?" 


Le parole dello sconosciuto erano semplici ed elementari eppure così stranamente fuori luogo.

Il ragazzo della panchina non si era nemmeno presentato. Quasi si conoscessero già.
Il ragazzo della panchina non aveva spiegato come mai stesse dormendo lì al freddo, o aveva cercato di giustificarsi. Quasi fosse tutto normale.

Quasi se non ci fosse bisogno di quei convenevoli che alcuni avrebbero considerato obbligatori.

N era rimasto a fissare il volto del giovane, quasi stesse cercando di decifrare le sue parole.
Ma si rese conto del suo silenzio solo quando l'altro ragazzo alzò gli angoli della sua bocca, facendogli capire che era necessaria una risposta alla sua offerta, e quella domanda che poteva considerarsi tale

"N-No .... "- riuscì finalmente a rispondere Hakyeon - "Non stiamo giocando a palle di neve."

Lo sconosciuto piegò la testa di lato, fissandolo, quasi stesse riflettendo e questo portò a pensare anche N.

Come mai aveva mentito?
Forse perché non gradiva la compagnia dello sconosciuto?
Forse perché non voleva che rimanesse ancora a lungo al suo fianco?

La sua alta figura, i suoi vestiti bagnati di neve, il suo sorriso ... tutto ciò metteva inconsapevolmente a disagio Hakyeon e nemmeno lui sapeva perché.

Ma lo sconosciuto non fece nemmeno in tempo a fare l'accenno di un passo per andarsene da quel posto, che l'ennesima palla di neve colpì il volto di N, che non poté far altro che fare un urletto per quell'improvviso attacco.

Lo sconosciuto si nascose dietro quell'alta collinetta di neve, trascinando giù con sé anche l'altro giovane.

Hakyeon guardava confuso i movimenti dell'altro ragazzo che intanto si era sporto appena per vedere le teste di quattro ragazzi a qualche metro da loro.

"Ma questa è una lotta sleale! Sono quattro contro due!"

"Due ...?" - si ritrovò a domandare N, mentre lo sconosciuto aveva già cominciato a creare palle di neve con le mani sottili.

"Uh-uh." - concordò quest'ultimo, quasi fosse la cosa più scontata di questo mondo - "Loro sono in quattro, mentre noi due."

Ad Hakyeon dava fastidio di essere incluso in un pronome personale insieme ad un ragazzo di cui nemmeno conosceva il nome, ma non poté nemmeno lamentarsi.

In un certo senso, aveva bisogno di lui.
Non avrebbe sopportato di ritrovarsi nuovamente passato di neve per colpa dei suoi amici.

Lo sconosciuto gli lanciò un occhiata - "Tutto qui?" - commentò, osservando la neve che si era sciolta in mano ad N - "Devi sbrigarti a fare la palla di neve, se no il tuo calore la scioglie prima che si crei." - lo avvertì, per poi prendergli le mani tra le sue, cercando di insegnarli - "Ecco, così si fa--" - ma passò poco prima che il giovane si ribellasse da quel contatto improvviso.

Lo sconosciuto della panchina sbatté le ciglia, osservandolo.
Forse lui era un ragazzo un po' troppo aperto ed estroverso, ma reputava quel giovane più regressivo del dovuto.

"Cosa vuoi da me?" - gli chiese Cha Hakyeon, secco e risoluto - "Io non ho mai chiesto il tuo aiuto."

Sul volto dell'altro ragazzo comparve uno sguardo che fece tentennare N e quasi volle ritirare ciò che aveva appena detto.
Di sicuro se ne sarebbe andato.
Sicuramente lo avrebbe lasciato da solo in quel parco a doversi sorbire tutte le palle di neve contro di lui.

Ne era certo, o così aveva pensato finché lo sconosciuto non aprì la bocca ...

“Qualsiasi la ragione possa essere, tu hai bisogno di me.
Perché diventerò un pupazzo che combatterà per te.”


Cha Hakyeon rabbrividì, mandando giù un grosso groppo di saliva, mentre osservava lo sconosciuto, con occhi strabuzzati, che si preparava a tirare la sua prima palla di neve contro gli altri 4 giovani, di cui nemmeno conosceva l'identità.

I minuti che trascorsero dopo sembrarono andare più a rilento del dovuto, ma quando anche Leo fu colpito dallo sconosciuto, N pensò che il tempo fosse passato troppo velocemente.

Il giovane gli sorrise mentre i suoi quattro amici battevano la ritirata, dichiarando vendetta per una prossima volta.

Cha Hakyeon provò allora l'impulso di parlare con il ragazzo e ringraziarlo, ma quando alzò lo sguardo, il posto sulla neve affianco a lui era vuoto.

N avrebbe almeno voluto conoscere il nome di quello sconosciuto, poterlo pronunciare con le sue labbra.
Ma lui se n'era già andato.

Il ragazzo si alzò da terra e fece per tornarsene a casa sua, quando un colore accesso attirò la sua attenzione.
Si avvicinò alla panchina di legno usato e fu indeciso se raccogliere o meno quella coperta di lana morbida.

N era indeciso, ma un'ora dopo era a casa a fare il bucato.
Si accovacciò davanti all'oblò della lavatrice, osservando un tessuto rosso che stava venendo lavato insieme ai suoi abiti, bagnati anch'essi dalla neve.

Poi pronunciò, nemmeno certo di poter rivedere di nuovo il giovane della panchina... 


"Almeno gli ridarò la coperta pulita e asciugata."

 
▬ ▬


Cha Hakyeon sapeva di non essere un cameriere modello, ma non si meritava anche quell'ultima sgridata da parte del suo capo.
Va bene che quel giorno non riusciva proprio a stare concentrato e per due volte si era ritrovato a vagare per i suoi ricordi, perdendosi ad osservare un punto indefinito della cucina.
Ma a sua discolpa poteva dire che non era colpa sua.

"È tutto il giorno che hai la testa tra le nuvole! A chi diamine stai pensando?!" - lo rimproverò il capo, prima di uscire dalla cucina di quel bar senza attendere una risposta.

All'ultima persona a cui vorrei pensare, avrebbe voluto dire N, ma si limitò a starsene in silenzio.

Perché proprio in quel momento aveva dovuto ricordare il primo momento in cui aveva incontrato Ravi?

Non era un brutto ricordo e spesso ci aveva riso ripensando a come si era conosciuto. Al modo strano in cui le loro vite erano entrate in contatto.

N aveva pensato che non avrebbe più rivisto quello sconosciuto della panchina, eppure qualcosa gli sussurrava che si stava sbagliando.

Infatti i due si erano rincontrati esattamente il giorno dopo.

Finalmente si erano presentati, ma nessuno dei due aveva in alcun modo tirato in ballo la questione del dormire sulla panchina.
N non aveva chiesto come mai si fosse trovato a passare la notte proprio sotto il freddo della neve, e di rimando Ravi non ne aveva fatto parola.

Perché i due si erano frequentati per mesi, ma ancora Cha Hakyeon non sapeva dove abitasse e perché avesse trascorso quella notte su una panchina.

Ravi non gli aveva mai particolarmente parlato del suo passato e lo stesso N non gli aveva chiesto nulla, quasi non ce ne fosse bisogno.
Perchè la loro storia d'amore partiva dal presente, quindi non aveva bisogno di un "c'era una volta".

Hakyeon sbuffò mentre usciva dalla cucina per andare all'entrata a servire qualche clienti.
In quel modo si sarebbe distratto.

Con qualche chiacchiera e una corsa di qua e di là per il bar, sarebbe forse riuscito a dimenticare totalmente il volto del giovane.
Almeno per quel giorno.

N servì una vecchietta che tutti i giorni si presentava puntualmente per il suo the ed il suo umore sembrò migliorare, sentendosi lodare e trattato come un nipote.
Ma la sua felicità fu velocemente cancellata quando dové servire una coppietta di innamorati, che erano più concentrati a fissarsi negli occhi che a mangiare quel delizioso pezzo di torta che gli aveva appena portato.

Cha Hakyeon si ritrovò a roteare gli occhi e a chiedersi se anche lui e Ravi erano mai sembrati come loro.
Così estraniati dal mondo intero e più concentrati ad amarsi....

Nulla da fare.
Per quanto non volesse, quel ragazzo continua a rimanere il suo unico e solo pensiero costante.
Come se la sua figura si fosse incisa nelle pareti della testa di N e che da lì fosse impossibile toglierla.

Hakyeon cercò di distrarsi sparecchiando tutti i tavoli che trovava con una velocità quasi sovrannaturale, e quasi non lasciando ai clienti di finire il proprio pranzo.
Fece per tornarsene in cucina ad appoggiare le stoviglie sporche, ma una giovane voce femminile richiamò la sua attenzione.

"Cameriereee˜" - starnazzò - "Noi vorremmo ordinare ˜"

N si schiaffeggiò le guance con una mano, cercando di apparire il più solare possibile e non scocciato di dover servire un cliente che sembrava così felice e pieno di vita.
Con una piroetta si voltò vera la ragazza che lo aveva chiamato.

"Sono da lei fra un attimo!" - le annunciò sorridendo - "Solo il tempo di appoggiare --" - non riuscì a concludere la frase.
Le parole gli morirono in gola, mentre il suo finto sorriso scompariva del tutto e il poco buon umore che era riuscito a recuperare se ne scompariva del tutto.

Fino a pochi attimi fa era certo nel dire che il giorno prima, in cui era stato frettolosamente lasciato, era stato probabilmente il giorno più brutto della sua giovane vita.
Ma forse quel momento lo superava ...

N strinse con forza il vassoio pieno di patti sporchi con le sue mani, facendo diventare bianche le sue nocche, mentre con forza si mordeva il labbro inferiore.

Non si sarebbe mai aspettato di assistere ad una simile scena. Nemmeno in uno dei suoi peggiori incubi si era mai potuta presentare una simile situazione.
Situazione a cui non sapeva come reagire.
Non sapeva se arrabbiarsi o scoppiare in un pianto isterico.
Ma per evitare una pessima figura in quel bar affollato, spostò tutto ciò che stava provando verso un'unica emozione di puro e semplice odio.

E per la seconda in due giorni si ritrovò ad odiare lo stesso ragazzo.


Perché in compagnia di quella bella ragazza c'era Ravi.

 
▬ ▬


Cha Hakyeon fu indeciso fino alla fine se fosse meglio fingere un mal di pancia o supplicare un altro dei camerieri di servire quel tavolo.

Non sapeva come mai Ravi fosse tornato in quel bar dopo quello che era successo.
E ancora meno era a conoscenza del perchè fosse in compagnia di una ragazza.

Di sicuro c'era solo il fatto che non aveva alcuna intenzione di fingersi un allegro e sorridente cameriere di fronte a loro.

Allora optò per la seconda opzione, ma il suo piano non andò a buon fine.

"Hanno esplicitamente chiesto te come cameriere."

Ed il sentimento di odio continuava a crescere dentro di lui mentre veniva costretto ad uscire da quella cucina dove si era nuovamente rintanato.
Un sentimento di odio che sapeva non sarebbe passato velocemente.

Non capiva quell'improvviso comportamento da parte di Ravi.
Non avrebbe mai pensato che fosse capace di tutto questo.

Forse non aveva mai realmente capito Ravi.
Magari il ragazzo gli aveva sempre e solo mostrato il lato del suo comportamento che voleva mostrargli.

Eppure continuava a domandarsi perchè proprio lui doveva meritarsi tutto ciò.
Ravi continuava a prendersi gioco di lui e continuò a farlo anche quando N arrivò al tavolo dei due.

Il ragazzo infatti non alzò mai il volto in sua direzione, continuando a fissare la ragazza di fronte a lui, quasi come se i due giovani non si conoscessero.
Quasi non conoscessero a memoria i lineamenti del viso dell'uno e dell'altro.

Cha Hakyeon mandò giù nuova saliva mentre riuscì, a denti stretti, a chiedere l'ordine dei due.

Fu la ragazza ad ordinare per entrambi, così N ebbe il tempo di osservarla da vicino e analizzarla.
Gli occhi sottili e allegri,lineamenti delicati e un'aggraziata postura. 
Era bella, questo era certo.
Ma c'era qualcosa in lei che disturbava Hakyeon.
Ed era quel sorriso incorniciato da dei biondi capelli, spudoratamente tinti.

Per tutto il tempo in cui N fu davanti al loro tavolo, la ragazza non smise di sorridere nemmeno un secondo, sempre verso Ravi.

Non conosceva il tipo di rapporto che c'era tra i due e nemmeno voleva venirne a conoscenza.

Sapeva che se si fosse fatto delle domande si sarebbe creato solo nuovi e irrisolti dubbi.
E al momento ne aveva già abbastanza.

E uno di questi dubbi era perchè il sorriso di quella ragazza gli facesse venire la pelle d'oca.

Il suo era uno di quei sorrisi da copertina, quindi cercò di giustificare quella strana sensazione pensando che fosse dovuto alla persona a cui stava riferendo quel sorriso.

N cercò di concludere quel servizio il più velocemente possibile.
Non aveva voglia di stare ancora a stretto contatto con i due e non avrebbe sopportato di vederli ancora a lungo a chiacchierare velocemente.

Ravi continuava a trattarlo come uno sconosciuto.
Come un estraneo.
E questo non era un comportamento da lui.

Il suo comportamento era più freddo e distaccato del loro primo incontro, dove l'indifferenza tra due sconosciuti è chiaramente giustificata.

Ma N non era uno sconosciuto per Ravi.
Anche se le sue certezze stavano mano a mano venendo sgretolate dal comportamento del più piccolo tra i due.

Perchè aveva dovuto fingere di un amore che non era mai esistito?
Ravi lo aveva mai veramente amato?

Hakyeon non lo sapeva, era solo confuso, sempre di più.

Portò l'ordine dei due al loro tavolo, prima di fare un veloce inchino e andarsene.

N non aveva nessuna voglia di starsene a chiacchierare con i due giovani, ma le intenzioni della ragazza andavano contro le sue.

"Grazie˜ " - gli cantilenò, costringendo Hakyeon a fermarsi e a fare un nuovo inchino.

"È da tanto che lavori qui?" 

N bloccò nuovamente i suoi passi al suono di quella domanda, che gli pareva del tutto fuori luogo e sensata.

A cui però fu costretto a rispondere - "Dipende dai punti di vista." - cercò di liquidare quella conversazione, per evitare che si mandasse avanti ancora a lungo.

La ragazza, senza alcun preavviso, però scoppio in una fragorosa risata che fece sussultare N - "Hahaha ˜ Sei proprio divertente .. e carino ˜"

Hakyeon cercò di reprimere quel suo io interiore che gli diceva solo di finire velocemente quella conversazione, e si limitò a sussurrare un delicato "grazie".

Non capiva il comportamento della giovane, forse ancora meno di quello di Ravi.
Ma era troppo arrabbiato e scocciato per chiedersi quale dei due individui fosse più ambiguo.

Per la terza volta cercò di andarsene, ricordando alla ragazza che era comunque il suo turno di lavoro e non poteva perdersi in chiacchiere.

"Oh si si, ma certo ˜" - fece, quasi comprensiva - "Ma mi piacerebbe molto sapere come ti chiami ˜"

N riuscì a notare Ravi che sussultava, quasi si fosse appena risvegliato da un brutto sogno, ma Hakyeon pensò solo di essersi immaginato quel movimento, quindi cercò di rispondere.
Cercò.
Cercò, perchè in realtà non riuscì a rivelare alla giovane il suo nome.

Ravi lo anticipò, aprendo finalmente bocca.
Anche se le parole che ne uscirono non erano proprio quelle che N si era aspettato, o perlomeno aveva sperato.


"È solo un cameriere qualunque. Che ti importa del suo nome?"

 
▬ ▬


Anche di quel giorno, la fine stava per giungere.
Il sole stava tramontando mentre il numero di clienti diminuiva sempre più.

Lo schiamazzo di voci sovrapposte e di discorsi differenti stava scomparendo, permettendo così a N di sentire la musica che continuava ad intrattenere i clienti.
Anche se Hakyeon ne avrebbe fatto volentieri a meno.

"Non ho più nient'altro da perdere.
La tristezza del mio cuore di cui nessuno è al corrente."


Dopo che Ravi se n'era andato tranquillamente via da quel locale, mano a mano con quella giovane sconosciuta, N non era ancora stato in grado di somatizzare e comprendere il tutto.
Reputava che la situazione fosse troppo complicata per giungere ad una chiara conclusione.
Eppure, sentire voci cantare quelle parole alla radio di città non migliorava il suo morale.

Erano frasi che sembravano così chiaramente riferite a lui.

Parevano raccontare della situazione in cui si trovava N in quel momento.
E lo facevano in un modo così doloroso che il ragazzo avrebbe solo voluto scaraventare quello stereo a terra, sperando che si rompesse in mille e più minuscoli pezzi.

Gli occhi di Hakyeon iniziarono a bruciare mentre stava tagliando della frutta, ed i ricordi di quei due brutti giorni si mischiarono a quelli belli che aveva condiviso con lo stesso ragazzo.

N si passò una mano sugli occhi per poi sbuffare.

Cha Hakyeon non fare la femminuccia!, si disse tra sé e sé, Gli dai solo soddisfazioni se piangi! È quello che vuole lui!

Ed era così? Davvero le intenzioni di Ravi erano solo di quello di farlo soffrire?
E allora perchè aveva finto di amarlo per tutto quel tempo?

"NON CI CAPISCO UN ACCIDENTI DI QUESTA STORIA!!" - si ritrovò ad urlare, sbattendo violentemente una mano sul tavolo di legno scuro della cucina, spiaccicando inevitabilmente una banana che poco prima stava tagliando.

"NIENTE NIENTE NIENTE!!" - continuò a ripetere, rendendo quel frutto giallo in poltiglia.

I camerieri e cuochi ai suoi fianchi sobbalzarono spaventati per quel suo improvviso cambio di umore e per quello scatto di aggressività. 

N continuò ancora un po' a spiaccicare quella banana, succube della sua rabbia furiosa, finché una delle sue colleghe non aprì bocca.

"È la tua bambolina voodoo?"

Hakyeon corrugò la fronte, confuso, mentre si girava verso la ragazza - "Bambolina ... cosa?"

Tutti i presenti in quella piccola cucina si voltarono verso di lui.

"Bambolina voodoo ... Davvero non sai di cosa sto parlando?"

N scosse la testa, provocando un "ohh" generale da parte di tutti i suoi colleghi.
Era così strano che non sapeva di cosa stessero parlando?

"Ohhh..." - fece anche la cameriera che prima tra tutti aveva cominciato quel discorso - "Hai presente il vudù?"

"All'incirca."- ammise il ragazzo, continuando a non comprendere quale fosse il nesso tra quella particolare sorta di religione e la sua banana spiaccicata.

"Beh, nel vudù vengono utilizzate queste sorta di bamboline, chiamiamole così, che rappresentano una determinata Divinità o più spesso una persona che realmente esiste."

N sbatté le ciglia - "E che cosa c'entra con questo?" - le chiese, mostrandole la mano sporca da quel frutto giallo.

La cameriera gli sorrise - "Boh, in realtà nulla! Solo che su queste bamboline a volte si sfoga la propria rabbia. Ad esempio, se qualcuno ti ha fatto soffrire puoi spiaccicare la sua bambolina ad immagine e somiglianza e pensare che stia realmente provando dolore!" - gli spiegò, prima di concludere quello strano discorso con una risata - "Naturalmente sono tutte sciocchezze! Dubito che possa realmente accadere o che qualcuno pratichi ancora questo tipo di magia nera hahaha"

La ragazza continuò a ridere, trascinando con sè anche il resto dei colleghi finchè non arrivò nuovamente il burbero capo di quel bar a mettere fine a quella felicità.
Eppure N non rideva, nemmeno sorrideva.

Continuando a sbattere le ciglia, osservò la sua mano imbrattata di banana mentre una strana idea gli era balzata alla mente.


"Qualcuno che mi ha fatto soffrire eh... ?"

 
▬ ▬
 

Cha Hakyeon non aveva particolari doti manuali, lo aveva sempre saputo.
Eppure quella sera ne aveva avuto l'ennesima conferma.

Era mezzanotte, il giorno dopo si sarebbe dovuto svegliare di buon ora per l'ennesima giornata di lavoro eppure, al posto di dormire, stava mettendo l'ennesimo cerotto alle sue mani.

Alla fine aveva concretizzato quella stramba idea che quel tardo pomeriggio gli era saltata in mente, ma ci aveva rimesso il tatto.

Ciò che gli aveva detto la cameriera riguardo alle bamboline voodoo lo aveva stranamente colpito, fino a decidere di andare a cercare qualche informazione in rete.
Così si era messo a cucire con quei pochi arnesi da cucito che era riuscito a ritrovare nel suo appartamento.

Non sapeva cosa stesse facendo, né perchè lo stesse facendo.

Ma aveva creato una bambolina ad immagine e somiglianza di Ravi.

Girando per internet era venuto a conoscenza di importanti informazioni.
Ad esempio che esistevano diversi colori con cui poter creare una bambolina voodoo e che era necessario che ci fosse qualche oggetto appartenuto a quella determinata persona nella sua bambola.

A N era venuto in mente la coperta rossa che mai aveva ridato al proprietario ed essendo del colore giusto, secondo ciò che gli suggeriva internet, non esitò nemmeno un secondo a tagliarne un angolo e a crearne una maglietta per la sua bambolina voodoo.

A contatto con quella morbida coperta rossa, mille ricordi gli erano inevitabilmente tornati alla mente.

Non aveva mai restituito quella coperta a Ravi, perchè faceva parte della loro strana relazione.

Dopo il loro primo incontro, i due si erano incontrati tante altre volte.
Hakyeon ancora non sapeva come il giovane riuscisse sempre a trovarlo, ovunque fosse ed in qualsiasi momento della giornata.
Sapeva solo che era sempre presente quando N ne aveva bisogno.

Tranne che in quel momento.

Cha Hakyeon strinse la coperta rossa tra le sue mani.
Nonostante si fossero incontrati tante volte, tutte le volte che si dovevano salutare N si ricordava di essersi scordato anche quella volta la sua coperta.
Ravi ogni volta gli sorrideva, rispondendogli poi: "Me la riporterai la prossima volta."

Ma non c'era mai stata quella tanto ripetuta "prossima volta" perchè N aveva sempre avuto paura che il ragazzo avrebbe potuto smettere di passare e giornate con lui dopo aver riottenuto il suo oggetto.
Così non aveva mai avuto il coraggio di restituirglielo.

E nemmeno le volte in cui Ravi aveva trascorso la notte nell'appartamento del maggiore, sopra il bar in cui lavorava, si era mai preoccupato di riprendersi la sua coperta, quasi non gli appartenesse più.

N non si accorse di ave ripensato a tutto ciò.
Non se ne accorse finchè sulle sue mani, che ancora stringevano con forza quella stoffa rossa, non scivolarono un paio di gocce bagnate.

Hakyeon strinse i denti e fece per colpire la sua scrivania con un calcio, in modo da scaricare la sua rabbia, poi però si ricordo di qualcosa.

Lasciò scivolare la coperta a terra e prese tra le mani la bambolina voodoo.
Aveva letto qualcosa ad uno strano rito da fare per far si che la sua "magia" funzionasse.
Ma era stato troppo stanco per riuscire a concluderne la lettura.

Con delicatezza, colpì la testa della sua bambolina con l'indice, per poi lanciargli con più forza un cricco, facendo per poco non saltare tutte le cuciture che mantenevano  quella testolina di pezza salda al suo collo sottile.

Stranamente, nonostante fosse ancora scettico e credesse che quella fosse tutta una grande scemenza, stava meglio.

Colpire quel corpicino di stoffa riusciva a placare quei sentimenti di odio, rabbia e dolore che stava provando tutti in una sola volta.

Le lacrime cominciarono a scorrergli incessantemente sulle guance ed ogni suo singhiozzo corrispondeva a un colpo contro la bambolina.

Era ormai passata l'una di sera e, mentre quelle gocce salate cominciavano a diminuire, N continuava a sfogare la sua rabbia su quel particolare oggetto di stoffa.

La città intorno a lui dormiva e in quella notte si riuscì a sentire solo la voce del ragazzo che parlava riferendosi a nessuno in particolare.


"Fidati e ripeti dopo di me, "Lui tornerà da me".
Il tempo è dalla tua parte, tutto ciò che devi fare è aspettare.
Lo farò piangere tanto quanto lui ha fatto piangere te."



Forse stava semplicemente parlando con sé stesso.


 
▬✖▬
 

Note dell'autrice
Annyeong (〜 ̄▽ ̄)〜 Non sono nuova su EFP anzi, dopo un anno e passa, potrei perfino definirmi un'autrice veterana (?) Ma dal momento che sono sempre, costantemente, insicura dei miei lavori ed è la prima fanfiction sui VIXX che scrivo... Vi saluto (?)( ノ^ω^)ノ゚
Come avevo già detto, è la prima storia sui VIXX che scrivo e decido di pubblicare, quindi siate clementi con me. So che questo primo capitolo è lungo, nonsense e confuso ... ma io sono un'autrice fatta così. Scrivo troppo .. lo so ; ; Pensate che questa storia l'avevo sempre pensata come una one shot, ma quando sono arrivata a 30 pagine di Word mi sono detta che o mi dovevo dare una regolata e smettere di scrivere... oppure dividerlo in parti (?)
Penso saranno 3 all'incirca (?) Ne ho già scritte due e spero di scrivere presto la terza ; u ; Ma sono anche conosciuta per essere un'autrice pessimamente ritardataria--- Proprio per questo, dubito che qualche mia lettrice sia qui, ma se così non fosse ... Sorry ; ; Tornerò anche nella sezione degli Infinite ; A ; Non vi abbandono (suona come una minaccia /?).
Tornando a "VOODOO", grazie a tutti voi splendide Starlight (o no) che vi siete cimentati in questa lettura ;;;;; Sono infinitivamente felice ; 3 ; Non si capisce nulla da questa prima parte .. ma la prossima sarà anche peggio (...) Si, .. questo non vi invita a leggere il seguito... ok... ; ; /?
However, grazie grazie grazie! Siete stupendi ˜ E spero vogliate lasciare un commento per dirmi cosa ne pensate ; ; Ve ne sarei grata! Anche un commento con scritto "Sei noiosa! Poveri VIXX ad avere una fan come te (???)" è accettato ;   ; (?)
 
Fatevi sentire insomma /?
Alla prossima, bellissimi (︶ω︶)
 
Love you,
Maggie

 
Ps. Le frasi scritte in quel carattere diverso (?) sono prese volutamente dal testo di "VOODOO DOLL" ^^ Anche se alcune volte ho cambiato qualche piccolezza ^^ (Dal femminile al maschile, per dire)

PPS. Ho riletto la storia parecchie volte .. ma è certo che troverete degli errori ; ; Scusatemi tanto ;;;






 
   
 
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