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Autore: SophieChristine    02/02/2014    0 recensioni
Buio. Solo il silenzio del buio intorno a te potrà capirti nelle tue notti insonni. Un brivido ti assale quando ripenserai chi eri, quando ti guarderai crescere e cambiare.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Buio. Solo il silenzio del buio intorno a te potrà capirti nelle tue notti insonni. Un brivido ti assale quando ripenserai chi eri, quando ti guarderai crescere e cambiare.

 
Lei, quella ragazza che non aveva mai pianto cosi tanto guardando la sua anima andare via. Era sola e vuota, dentro di lei c’era il nulla. “Chi sono?” si domandava Sophie guardando l’immagine del suo corpo paffutello allo specchio, guardando i suoi occhi cangianti e belli come nessun’ altro aveva; “ dove sono e specialmente chi sono?” pensò lei toccandosi il cuore con le mani.  Si avvicinò allo specchio e quello che poteva vedere era solo un’ immagine di una ragazza senza anima, la sua anima. Tutto intorno a lei era diventato nero. Sophie era cambiata, il suo spirito di buona ragazza non c’era più; dentro di lei c’era solo la voglia di odiarsi, auto lesionarsi, di scappare da quelle quattro mura, fuggire per vivere una nuova vita senza soffrire. Si alzò e i suoi capelli biondi cascarono sopra le sue spalle, alzò le maniche della maglietta e si avvicinò sempre di più allo specchio, sempre più in lacrime. Il suo avambraccio stava tremando perché già sapeva cosa stava per accadere, la sua pelle candida si sarebbe macchiata per sempre di una pena la quale avrebbe ricordato a Sophie  la sua adolescenza andata persa, i suoi sogni distrutti, la sua parte di vita più bella portata via da semplici e terribili gesti.  Dalla sua camera poteva sentire delle risate: i suoi genitori che parlavano con Kate, sua sorella maggiore. Sembrava che lei non esistesse, non era li nella stessa casa e si sentiva distante dal resto della sua famiglia, come se fosse un’ estranea.  Strinse i pugni fino a farci penetrare le sue unghie, diede uno sguardo a se stessa dalla testa ai piedi; alzò il suo viso bagnato e si guardò dritta allo specchio, passò violentemente le sue mani calde sopra gli abiti come se volesse stracciarli, tutto sembrava diventare pesante anche l’ aria intorno a lei. Si accasciò di nuovo a terra dove rimase a dormire avvolta dal buio di quella stanza, avvolta dai mille pensieri che ogni notte le facevano visita. In quella che era la sua stanza buia e gelida, una luce si acese nel bel mezzo di essa; Sophie  si alzò di scatto, con il cuore a mille, sentì un dolore atroce nel torace come se qualcuno la stesse pugnalando. La luce si avvicinò verso lei fino a farle socchiudere gli occhi sporchi di mascara. Piano piano la luce si trasformò in un umano. “ Sophie, perché ti sei immersa in questo bagno di lacrime?”. Il ragazzo fece mostrare i suoi occhi chiari e i lineamenti del suo viso pallido. “ Chi siete? Cosa volete da me!?”. “ Sh, silenzio, io sono la persona, la luce di cui tu hai bisogno!”  cosi dicendo fece scorgere anche il resto  del  corpo: un ragazzo alto con due grandi spalle, le braccia sembravano essere forti e possenti,  i lineamenti del suo viso erano duri ma il suo sguardo era dolce ed angelico, i capelli erano neri come la pece.  Sophie fece un passo indietro sbattendo contro il muro freddo, un brivido le percorse la schiena “ Io non ho bisogno di nessuno!” disse spaventata e appoggiando la mani al muro.  Il ragazzo le scosto una ciocca di capelli  sussurrandole “ Ma guardati! Sei circondata dal buio; e quel sorriso che avevi quando avevi dodici anni?”. Sophie rimase immobile a vedere il buio intorno. “ Chi sei ?” disse Sophie con voce tremante e disperata. Il ragazzo si fermò davanti ai suoi occhi mostrando i suoi. Sophie rimase ammaliata dalla sua bellezza; la bocca rosea del  ragazzo si apri e da essa uscirono dolci parole“ Io sono Roland, sono qui per essere la tua luce!” Disse mostrando un sorrisetto con tanto di fossetta. “ la mia luce?!” Sophie ripeté queste parole più volte finché Roland le prese  le mani e se le porto al suo petto, erano circondate dalle sue lunghe ed esili. Ella guardò quel gesto improvviso. Gli sguardi teneri si incrociarono…ma d’un tratto Roland sparì  nel buio di quella stanza gelida e Sophie rimase pietrificata con le mani ancora protese in avanti, non credeva a quello che era accaduto. Ma prese le poche forze rimaste e andò a dormire. “ Sono la tua luce, tu hai bisogno di me ed io di te.” Sophie vedeva il ragazzo angelico ovunque e sentiva ripetersi queste parole durante i suoi sogni. Il mattino seguente si alzò per andare a scuola;“ Sophie aiutami” sentì una voce dentro di lei chiedere aiuto mentre stava percorrendo il corridoio della scuola e d’ improvviso il  buio calò. Di nuovo  una luce fluttuante si stava avvicinando  a lei, Roland le era di nuovo accanto. “ perché dovresti aiutarmi?” disse Sophie in tono stancante. “ Ho bisogno  di te” disse Roland sorridendo preoccupato per lei “ hai bisogno di me!” concluse. Sophie non riusciva a capire, cosi quando fece per andarsene lo prese per un braccio e i loro occhi si incontrarono nuovamente. “ Puoi spiegarti meglio?” “ Io sono la luce dentro di te e tu sei la luce dentro di me” disse Roland “ Tutto al suo tempo” e così scomparve come aveva fatto la sera prima nella sua stanza. Per tutte le ore scolastiche Sophie rimase a pensare a quelle parole e al loro significato profondo.  Dopo le lezioni Sophie andò come suo solito alla fermata, prese il primo autobus e si immerse nel suo mondo. Prese le cuffiette ed il telefono per sentire la sua vita, la musica. Quando era in sua compagnia le cose andavano fin troppo bene, quasi ogni sera Sophie si isolava nel buio ed riusciva a comunicare con la musica, riusciva a cogliere ogni parola, ogni nota…La musica durante la sua adolescenza le è stata sempre accanto, lei la ritiene come l’ unica in grado di poter sentire i suoi problemi anche stando solo in silenzio. Nel tornare a casa si stava preparando a quei genitori che non sopportava più ed a una  sorella appiccicosa come il miele. Dopo il solito viaggio in autobus sarebbe tornata davanti a persone che lei riteneva ormai degli estranei ed erano li solo per farle dei piaceri. Quando entrò in casa  la travolse  un silenzio tombale, stava per urlare ‘’ Kate’’ quando sentì una voce famigliare e profonda provenire dalla cucina. Percorse il salotto e si riversò in cucina dove Roland stava dando il meglio di se per preparare la lasagna.'' Cosa ci fai qui?'' disse insospettita Sophie '' Tranquilla, ti spiego tutto dopo una volta pranzato''. Sophie rimase stupita, sembrava che Roland la conoscesse da una vita; andò  in camera a posare lo zaino e tentare di far sparire quel pensiero. Passò difronte allo specchio e si guardò tristemente, si mise una mano sul cuore e si sentì vuota. Roland le comparve dietro e appoggiò le sue grandi mani sulle spalle e si fissarono allo specchio. ''Chi sei? '' chiese Sophie  disperatamente. Roland la fece voltare di scatto  e tremante fissò Sophie negli occhi cangianti mentre lei si stava per perdersi nei suoi, ma Sophie svenne tra le sue braccia che subito la presero e la tennero al sicuro.
...
'' Era ora Miss Lex'' disse una signora alquanto estroversa. '' Dove sono? Chi è lei?'' disse Sophie spaventata. '' Signorina Lex, lei non si rende conto? '' disse irritandosi '' lei sta per morire!'' Cosa? Ma chi è ora questa? Sophie rimase di sasso, senza sapere come comportarsi, senza essere in grado di dirle almeno una parola. Come poteva una sconosciuta dirle una cosa cosi brutta? La signora doveva avere , più o meno, una cinquantina di anni ma dal colore grigio dei suoi capelli, Sophie poteva anche pensare che ne avesse di più. La donna indossava un abito nero che le arrivava fin sotto i ginocchi, la vita veniva stretta da un enorme cintura d’ oro incisa da segni incomprensibili. I capelli erano raccolti in una cipolla e le davano un’ aria ancora più severa.'' Roland, il tuo aiuto, è un ragazzo che ha bisogno di te, e te hai bisogno di lui. È  un ragazzo molto dolce ma purtroppo appartiene ad un mondo che non è il tuo.'' Quelle parole risuonavano nell' oscurità, Sophie scosse la testa come se non ci volesse credere. ''Tu stai per morire, andrai via da questo mondo, ti si aprirà un nuovo regno, è lo stesso regno che apparteneva a tua nonna'' concluse la signora. Sophie rimase sempre più pietrificata, le parole della signora l' avevano sconvolta. Nel momento in cui stava per parlare una luce la travolse.
...
''Hey, Sophie'' nella sua mente rimbombavano queste parole; Sophie aprì gli occhi e si ritrovò tra le braccia di Roland. Appena si riprese un po’ ,si allontanò subito e guardandolo negli occhi chiese in tono serio e deciso  chi fosse veramente. Roland si sedette sul letto accanto a lei  e si mise le mani sulle gambe, abbassò la testa per poi rivolgere lo sguardo verso Sophie. '' Ok, io sono il tuo sogno. Provengo da un mondo magico chiamato Eving, invece te sei il mio...è da quando eri piccola che ti hanno rifugiato in questo mondo pieno di  umani, mai in realtà fai parte del mio mondo ''Sophie si alzò delicatamente dal letto e fissò  Roland con un volto terrificato, scuoteva la testa e sentiva gli occhi bruciare. Scoppiò in un pianto che le fece rivivere la sera precedente, andò di fronte allo specchio per vedere il mascara colare dai suoi occhi, per vedere le sue curve tondeggianti per poi spostare lo sguardo sull' immagine pensierosa di Roland: si vedeva chiaramente che era strano...diverso. Tornò a guardarsi nello specchio e notò sul suo collo un piccolo bozzo più giù dell' orecchio, portò la mano tremante ed insicura  su quel rigonfiamento. Roland , che stava guardando ogni suo movimento, si alzò di scatto dal letto e si diresse frettolosamente verso Sophie; le scostò i capelli e rimase a bocca aperta, incredulo di quello che stava vedendo.  Sfiorò il bozzo leggermente, Sophie ebbe un sussulto. Il ragazzo  sgranò i chiari occhi per guardare meglio  '' È per questo che ho un vuoto dentro? È  per questo che mi sento male? È  la vita nel mondo degli umani che non fa per me'' disse Sophie disperatamente sentendo il calore della mano di Roland toccarle anche la spalla  ''È  la risposta ad ogni tua domanda; questa sera verrai con me e scoprirai chi sei veramente'' Roland la fissò  negli occhi, vedeva in lei già  il mutamento del suo corpo ma non era quello il posto giusto. Doveva  tornare dalla sua vera natura. Per sedici anni i suoi genitori le avevano fatto credere che era una semplice ragazza, ed ora un ragazzo venuto da un mondo fantastico le stava per cambiare la vita. Quando Roland andò via ,Sophie rimase come sempre sola e contemplava il soffitto vuoto, come lei, in attesa della mezzanotte.  Fini con l’immergersi nei suoi pensieri , ma venne riportata alla vita reale quando qualcuno lanciò un sasso alla finestra;  Sophie balzò giù dal letto e andò ad aprire.  Si ritrovò il bel ragazzo che la stava contemplando,  in quel momento vide i suoi occhi pieni di luce. Le porse una mano senza dir nulla e Sophie notò un particolare bracciale di rame che avvolgeva tutto il suo polso finendo a ricoprire l’ intera  mano. Sophie, invece di stringere la sua mano a quella di Roland,  rimase a contemplare il bracciale e cominciò a sfiorare tutti i ghirigori che arrivavano fino alle unghie , per poi tornare indietro fino al polso. Nel mezzo c' era una rappresentazione di lettere che Sophie non riusciva a leggere. Roland stava mirando il suo volto pieno di attenzione per quel bracciale '' Tranquilla, tra poco saprai il loro significato...ma ora vieni.'' Sophie afferrò definitivamente la sua mano e non si rese conto che erano a più di due metri d' altezza. Tutt' intorno era di un blu scuro, le stelle cominciarono a far compagnia alla Luna e al buio. Erano belle, come la sensazione che Sophie provava tenendo la mano di Roland e  fluttuando assieme a lui.  Il prato sotto ai loro piedi stava cullando le margherite grazie al vento che sfiorava i suoi ciuffi. ''Vedi lì? Lì c'è la nostra terra, la nostra vita...quella vera!'' Roland le rivolse queste parole  indicando  una stella quasi invisibile e Sophie dovette aguzzare la vista per vedere meglio, ma  qualcosa le  fece distogliere lo sguardo. Un prurito al tallone del piede sinistro la fece gemere, subito lo toccò mettendo un dito dentro le vans viola: un altro rigonfiamento era cresciuto e le stava dando fastidio. ''Roland, tocca!'' Gli prese la mano portandola al tallone, Roland premette sul bozzo e Sophie gemette ancora riversandosi dolcemente su di lui. '' Dobbiamo sbrigarci, forza prendi la mia mano e raggiungiamo Eving.'' Roland aprì le sue braccia ed avvolse Sophie in un mega abbraccio. Sophie sentì il suo calore nel suo corpo. Roland gli sussurrò di chiudere gli occhi ed a  un tratto il vento  spostò i suoi capelli. Sophie si strinse ancora di più a lui  e sentiva ogni tanto dei pizzichi, forse stava cambiando e stava diventando come Roland. Il vento cessò di scompigliarle i capelli  quando Roland mollò la presa dolcemente per dare  la possibilità a Sophie di guardarsi intorno. Mentre Sophie contemplava il magnifico tramonto che li circondava, il manto erboso sotto i loro piedi  sosteneva delicatamente i fiori ancora pieni di luce del giorno; Roland notò che nel bozzo del collo  stava per uscire l' EVAT.  Pensò che erano arrivati in tempo, per la trasformazione di Sophie in  un Arnet, una creatura che abitava a Eving. '' Sophie non ti allarmare, ma...stai per diventare un Arnet, come me. So che hai notato il mio '' bracciale'', simbolo di riconoscimento ed altre cose che ora non ti accennerò, ma  in realtà non è un bracciale. L' Evat è la nostra parte di pelle che emerge durante la trasformazione.'' Sophie lo guardò stupita per quelle parole, tutto per lei stava per cambiare; Roland continuò a spiegarle che quello che aveva sulla mano non era altro che l' Evat, la loro pelle che cambiava durante la trasformazione in un Arnet e diventava un bene di prima necessità per loro. ''Non l' ho solo sulla mano, ma anche sulla caviglia destra. Tra pochi istanti sarai una come me e il tuo vero mondo ti accoglierà a braccia aperte.'' Sophie si mise a sedere sull' erba morbida e umidiccia, guardando nel vuoto e toccandosi i bozzi. Si sentì stanca. Si sdraiò e Roland la raggiunse sedendosi vicino a lei e le sussurrò che la trasformazione era indolore e lei non si sarebbe accorta di nulla. Sophie si cadde addormentata  tra le braccia forti e calde di Roland.

La travolse una luce.

  
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