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Autore: chitta97    02/02/2014    3 recensioni
*Spoiler per chi non segue la nona stagione*
Ancora molte cose sono rimaste in sospese: Lily e Masrhall come risolveranno la loro questione, Robin e Barney quando (finalmente) si sposeranno e, soprattutto, quando Ted incontrerà la sua futura moglie?
In questa one-shot ho cercato di mettere giù un'idea personale su come potrebbe svolgersi il tutto lasciando però un finale aperto da concludere come più si desidera (cosa che spero non faccia la serie televisiva o credo ucciderò qualcuno).
Questa è per Padme Undomiel, per augurarti un felicissimo compleanno!! Spero che ti piaccia questo pensierino e che non ti abbia deluso
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ted Mosby, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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The end and the beggining
 
Le gocce continuavano a battere ritmicamente sul finestrino della macchina producendo un rumore tutto fuorché rilassante; e Lily in quel momento era tutto fuorché rilassata.

In effetti l’atmosfera era perfettamente intonata al suo umore in cui le lacrime si confondevano tra la malinconia e la rabbia.
Il suo sogno era così vicino a realizzarsi, era tutto troppo semplice, troppo bello ; forse era quello il problema, era quella la causa di tutto.
Ma perché proprio una cosa del genere doveva essere l’impedimento? Sarebbe stato tutto perfetto se fosse rimasto così com’era. Già si immaginava la loro vita a Roma, lei, Marshall e Marvin in un bell’appartamento italiano mentre gustavano un piatto di pasta al pomodoro. Il suo piccolo che cresceva tra le mura di quella nuova casa, sotto gli occhi amorevoli de suoi genitori, lei che tutti i giorni poteva proseguire la sua passione per l’arte come sempre aveva desiderato e…
E suo marito?
 
Marshall che cosa avrebbe fatto lì? Presto si sarebbe trovato in una vita in bianco e nero, senza il suo sogno, senza…- Ma no, che stava pensando? Voleva forse dar ragione a lui?
Se fossero rimasti in America e lui avesse intrapreso la sua carriera da giudice sarebbe stato il contrario, Lei avrebbe fatto scappare la sua passione, Lei si sarebbe trovata insoddisfatta della sua vita.
 
Sospirò ancora una volta con aria stanca mentre volgeva lo sguardo al panorama offuscato dalla pioggia persistente.  Che cosa stava facendo? Stava davvero abbandonando tutti, perfino la sua migliore amica che presto sarebbe convalata a nozze con l’ultimo uomo che avrebbe immaginato si sarebbe sposato?
 
“Fermi la macchina.” L’autista obbedì all’istante.
Non sapeva perché semplicemente non aveva chiesto di ritornare indietro invece che trovarsi a correre sotto un diluvio con solo  un ombrellino da viaggio che le riparava a stento il viso.
Corse ringraziandosi per avere indosso delle comode scarpe da ginnastica e non tacchi alti e scomodi. Perché, se non altro, doveva restare vicino a Robin in un giorno importante come quello. E anche a Ted che sarebbe poi partito.
E poi…Non poteva fuggire di nuovo, non ora che c’era di mezzo anche un bambino, il suo bambino.
 
Ma quando aprì la porta d’ingresso dell’hotel  ebbe quasi voglia di ricomettere quell’errore e di tornare indietro.
 
Lui era lì e la domanda maledetta le rimbombava in testa stordendola quasi per la sua insistenza. Io, Marvin e i bambini che potremo avere, noi siamo solo un premio di consolazione?
Parole dure e crude che non poteva e non voleva accettare. Aveva sbagliato, è vero, ma lo amava, Li amava. Non doveva permettersi di rinfacciargli quella sua scelta lontana, era cosa superata o quantomeno doveva esserlo.

Marshall le si avvicinò lentamente con una smorfia tirata sul volto tenuto basso.
“Pensavo non volessi più vederci.”
Quel plurale era irritante, sapeva che Marvin non c’entrava proprio niente. “Infatti, non vorrei…Ma dobbiamo chiarire.”
 
“E che cosa dobbiamo chiarire? La situazione è questa e non cambia: io faccio il Giudice e rimaniamo in America o tu segui il tuo sogno e andiamo in Italia. O tu o io, questo è il problema.”
“No, ora non è più solo questo il problema. Davvero credi che io sia ritornata perché sapevo che tu c’eri e mi avresti consolato, davvero pensi che la motivazione fosse quella e non perché mi mancavi immensamente e terribilmente, perché ti amavo come ancora ti amo nonostante tutto?” Si ritrovò quasi ad urlare mentre gli occhi da lucidi si erano trasformati in una valle rossa per le lacrime.
 
Nonostante tutto, eh? Per te il mio sogno è un nonostante tutto quindi. Quel lavoro, fare il Giudice, è ciò che finalmente ho capito di essere destinato a fare. Un avvocato fa giustizia fino ad un certo punto, ma è il giudice ad avere tutto tra le mani alla fine ed è quello che io voglio essere. Voglio fare la cosa giusta e se andrò in Italia perderò questa occasione.”
 
“Perché non capisci? Anch’io perderò l’occasione della mia vita se invece assecondiamo il tuo volere. Ho sempre voluto lavorare nel mondo dell’arte e adesso che ne ho davvero una solida opportunità ci dovrei rinunciare? Ne avevamo parlato, era tutto deciso, perché?”
“Non potevo rifiutare, era troppo importante per me.”
“Avresti dovuto parlarmene, avremo dovuto affrontare insieme questa decisione.”
“Volevano una risposta subito! E io in Italia che avrei fatto secondo te? E il tuo lavoro sarebbe bastato, sai che non è una cosa poi così stabile, e a Marvin non ci pensi?”
“E credi di averci pensato tu a Marvin quando hai accettato quel lavoro? Tu hai pensato solo a te!”


Si fermarono di colpo all’udire un pianto di bambino. Marvin, nel passeggino poco più in là, si era svegliato e chiedeva attenzione strepitando.
“Siamo degli egoisti, tutti e due. Lui è la cosa più preziosa che abbiamo avremo dovuto pensare a lui prima di ogni altra cosa.” Sorrise mesta Lily mentre cercava di calmare il piccolo ora tra le sue amorevoli braccia.
“Hai ragione. Era una scusa...
Sono stato un egoista. Ma il fatto è che…finalmente avevo capito che cosa volevo fare della mia vita per rendere migliore anche quelle del resto dell’umanità e…E non riuscivo a rinunciarci. Ma Marvin è molto più importante di tutto questo e dobbiamo decidere per il suo bene.
E con una mamma scontenta del proprio lavoro e della direzione che ha preso la propria vita di sicuro non potrà crescere al meglio. Lily, devi andare in Italia.”
 
“Cosa?” Sollevò lo sguardo dal figlio al marito con non poco stupore.
“Lily tu devi andare a Roma.E’ giusto così e ne avevamo già parlato.”
“Ma tu e…e Marvin…?” Balbettò confusa.
“Io ormai ho accettato quel lavoro. Rimarrò qua e farò il giudice.”
“Vuoi dire che ci diremo addio? Vivremo come una coppia divorziata, scambiabndoci il nostro bambino quasi fosse un pacco postale?” Domandò con la voce leggermente incrinata.
“Marvin vivrà con uno solo di noi. Non è un addio tesoro, sarà così solo fino quando non finirà il tuo anno in Italia. Allora ritornerai in America e la nostra vita insieme riprenderà. Marvin starà con te, sei la madre ed è giusto così. Ovviamente ci vedremo durante le festività e ci sentiremo ogni giorno per telefono così che sembrerà non ci fossimo mai separati.”
“No.” “Lily cerca di capire è la soluz-“ “No, Marvin resterà con te.” “Cos-?” “Io sono la madre, ma sono io quella che andrà a vivere all’estero per un anno con un lavoro sicuramente meno facoltoso. Marvin starò meglio con te e poi…così potrà fare un viaggetto a Roma ogni tanto.”
Sorrise dolcemente mentre faceva scivolare le mani dietro al collo del marito; si scambiarono un lungo sguardo, gli occhi lucenti dell’amore che provavano da sempre per l’altro; e poi un bacio unì le loro labbra mentre un abbracciò intrappolava anche il bambino ora stretto al petto del padre.
 
“Ti amo Marshmallow.”
“Ti amo anch’io Lilypad.”
 
Quella per loro fu un’indimenticabile e dolce notte; senza “aiutini”, ma con tanta passione tenera e onnipresente mentre il piccolo Marvin dormiva beato con la babysitter di qualche ora prima.

Forse fu anche troppo indimenticabile quella notte dato che dalla discussione all’atto di amore finale di rumori ce ne erano stati molti, troppi per il povero Ted. Barney già gli aveva fatto venire un colpo non facendosi trovare sul letto, per fortuna che semplicemente aveva tentato di andarsene in giro per l’hotel, con chissà quale misterioso intento, finendo invece miseramente appoggiato al muro accanto alla porta della stanza dell’amico, troppo ubriaco per poter muovere qualche altro passo.(*)
 
Farfugliò ancora qualche parola in stile Jabba mentre l’architetto si adoperava per riportarlo a dormire.
E ora era sul Suo letto a cercare di prendere sonno senza grandi risultati. Eppure, dopo gli anni al college con i suoi due amici, doveva essere abituato alla confusione.

Niente da fare.
 
Decise di alzarsi a sedere perché tanto così era davvero inutile. Sorrise appena mentre lanciava un’occhiata all’amico che dormiva con un aria così innocente ed infantile, molto buffa. E pensare che proprio lui si sarebbe sposato tra meno di 24 ore; Barney Stinson, che aveva fatto del rimorchiatore quasi una professione, un arte, sarebbe presto salito sull’altare, ci sarebbe salito addirittura prima di Ted Mosby da sempre alla ricerca dell’anima gemella. Il tutto aveva un che di ironico, non poté fare a meno di notare con un fondo di malinconia. No, meglio prendere un po’ d’aria fresca sul balcone.
 
Aprì la porta-finestra e si ritrovò presto nella stessa posizione di non molto tempo fa, solo che ora non risuonavano più le note della La vie en rose insieme a quell’incantevole voce. Già, chissà chi era quella donna che cantava così splendidamente…Se solo il suo amico fosse stato meno sbronzo glielo avrebbe certamente chiesto.
Un altro profondo respiro.
 
Ma chi voleva prendere in giro? Sapeva benissimo che il motivo perché non riusciva a dormire era un altro, lo stesso per cui continuava inesorabilmente a maledirsi. Il matrimonio si avvicinava e lui continuava a sentire pulsare una ferita da qualche parte che non ne voleva sapere di rimarginarsi.
Purtroppo quello che provava per Robin sembrava non essersi ancora assopito del tutto e, nonostante sapesse bene quanto il suo amico l’amasse e quanto insieme fossero felici e perfetti, una piccola e recondita parte di sé continuava a trovarla una cosa ingiusta, lui doveva essere al posto di Barney…
O forse…Forse era solo una sua convinzione, un punto fermo che continuava a portare avanti come scusa, una giustificazione sul perché la sua vita continuava a prendere pieghe non desiderate ricadendo sempre nello stesso vicolo cieco, al confine esatto tra la felicità e il Ted attuale, magari proprio tra la sua anima gemella e lui. Davvero amava ancora Robin? Cos’è che la manteneva ancora al centro del suo cuore?

Scosse la testa, deciso ad interrompere quei pensieri che non facevano che confonderlo sempre di più. D’altronde la cosa non aveva poi così importanza, presto sarebbe partito per Chicago e allora tutto si sarebbe trovato dietro di sé, davanti solo una vita nuova da riempire meglio.
 
Si rimise sotto le coperte deciso a prendere sonno il prima possibile, domani sarebbe stato un giorno pieno…Di cosa non poteva ancora saperlo con certezza.
 
 
E ora la notte poteva davvero trascorrere tranquilla. Anche se…In effetti c’era ancora qualcuno un po’ irrequieto che si agitava nel sonno. Ma d’altronde domani è il grande giorno, giusto Robin?
 
 
 
Così, giusto una manciata di ore prima del matrimonio, nella stanza del futuro sposo….
“Barney, mi hai fatto chiamare?”
“Sì, Ted. Ecco…Pensi che la cravatta sia a posto? O forse dovrei sceglierne un’altra?” L’aria stranamente seria si era presto stemperata con quel tono del biondo, quasi noncurante. Ma Mosby sapeva come andavano in realtà le cose. “Barney, qual è il vero problema?” Chiese a mo’ di padre con un figlio che cerca giustificazioni.
 
“Ma è questo! E se avessi scelto la cravatta sbagliata? Cioè, magari un’altra sarebbe più adatta, o forse io non sono abbastanza adatto a questa cravatta…-“
“Sei sicuro che stiamo ancora parlando delle cravatte?” Lo interruppe l’amico con tono risoluto e un pelino sarcastico.
L’altro in risposta ingoiò la saliva facendo notare la sua indecisione. “Io non so se sono pronto per sposarmi.” Asserì allora, buttando fuori le parole tutte insieme quasi avesse paura non riuscissero ad uscire più.
 
“Come sarebbe a dire, Barney? Certo che sei pronto, hai voglia di scherzare? Stai per sposare una donna fantastica che ti ama- il che è dire tutto- e che tu ami alla follia come non credevi ti fosse possibile. In che cosa non dovrebbe funzionare questo matrimonio?”
 
“Non so, in fondo né io né Robin siamo mai stati tipi da matrimonio; io sono l’ideatore del playbook ed ho sperimentato ognuna di quelle mosse per rimorchiare donne –e tutte con successo-, Robin non sopporta i bambini e fuggiva da ogni possibile relazione seria…Davvero siamo certi che siamo davvero pronti?”
 
“Ehi ehi, tu sei Barney Stinson, non puoi mica parlare così! Ricordi? Sono io la pappamolla che è sempre indecisa, te hai le idee chiare e fidati: tu e Robin sarete felici insieme.” Ted appoggiò le sue mani sulle spalle dell’altro amichevolmente cercando di rassicurarlo.
 
“In realtà sull’amore hai sempre avuto idee più chiare te Ted. Tu sei sempre andato alla ricerca dell’anima gemella, io l’ho scoperta per caso. Ed è davvero un miracolo che sia successo.”
“Già, ma intanto dove sono io? Single in un hotel per piccioncini in cui il direttore mi mostra compassione e pietà ogni volta che gli parlo, mentre tu stai per salire sull’altare! Barney, stai facendo la cosa giusta.”

Qualcuno gli interruppe bussando alla porta; “Ted, la sposa ti cerca.” Fece Lily dalla soglia.
“Arrivo. Lily chiama Marshall e digli di impedire a Barney di fare sciocchezze.”
Disse mentre camminava diretto ad una stanza poco lontana. Era buffo come proprio la  felicità degli amici da cui fuggiva per non romperla o rovinarla, ora richiedesse il suo aiuto per completarsi nel migliore modo possibile.
 
“Robin, posso?”
“Sì, entra.”
Robin si girò frontalmente non appena udì la voce dell’architetto mostrandosi in tutto il suo splendore.
L’abito attillato esaltava il suo fisico senza apparire volgare, anzi…Lo stile era molto semplice cosa che veniva ribadita dal bianco candido che colorava il vestito e dall’assenza di troppe balze o strass.
I capelli color cioccolato erano raccolti in una morbida acconciatura che le illuminava il volto insieme al classico velo di tulle. Forse la carnagione era un po’ pallida, ma per il resto Robin Scherbatsky era davvero meravigliosa.
 
“Wow.” Articolò appena Mosby non appena vide l’amica che nel frattempo non faceva che esibire un’espressione che denotava un po’ di preoccupazione. A quell’esclamazione rispose con un mezzo sorriso e un grazie mozzicato.
“A parte tutto, che succede Robin?”
“E’ che….Mi domandavo se ci si può calare da quella finestra e…”
“Robin…”- l’ammonì lui con un tono leggermente severo- “Comunque non so se ti conviene, è parecchio altino…” Aggiunse poi con un’aria più leggera e alludendo chiaramente al suo passato.
Perché quella era La finestra, quella da cui aveva fatto avanti e indietro per Victoria e Klauss quando si erano lasciati al matrimonio, quando lei aveva scelto lui.
Eh già, anche lei ormai faceva parte definitivamente del passato insieme ad altre: Stella, Zoey, Jeanette…Robin.
 
“Oh, era quella finestra- scusami…!”
“No, tranquilla. Ma tu che hai? Che c’è che non va, perché non vorresti più sposarti?”
“E’ che…Io e Barney non siamo mai stati tipi di matrimonio e-“
“Stop, stop , stop! Questa l’ho già sentita!” La fermò mettendo persino i palmi delle mani in avanti.
“Te e Barney siete l’ennesima prova che il destino mi offre sul fatto che l’anima gemella esiste per tutti, perfino per un tipo come Barney il cui unico pensiero prima che arrivassi tu era chi portarsi a letto il giorno dopo! “
“Ma io non potrò mai dargli una famiglia se lui un giorno ne volesse una, non sarei in grado di gestire un bambino neppure se ne potessi avere uno, non…Non sono sicura ti potergli dare la felicità che merita!”
“Robin, tu SEI la sua felicità. Glielo si legge negli occhi così come nei tuoi si vede quanto lo ami. Voi dovete sposarvi perché è la cosa giusta.”
“Ma ora non si leggerà più niente sui miei occhi visto che me li hai fatti appannare.” Singhiozzò quasi mentre malamente cercò di far andare vie le lacrime di commozione. Si scambiarono un caldo abbraccio che infondeva coraggio a entrambi seppur per motivi differenti. Si staccarono dopo una manciata consistente di minuti.
“Ted, grazie. Sono sicura che presto troverai anche te la donna giusta e sarà davvero fantastica.” Disse un attimo prima che lui uscì definitivamente dalla porta lasciandole ultimare gli ultimi preparativi.
“Già.” Mormorò appena più a se stesso che a lei. Quasi non ci credeva più.


“Ce l’hai fatta?” Quasi la rossa gli era andata addosso tale era la fretta.
“Certo Lily,perché? Allora puoi aiutare Marshall con Barney, non vuole staccarsi dal camerino.”
“Oh mio Dio!” Esclamò esasperato dirigendosi nuovamente verso la stanza del futuro sposo. Quel matrimonio lo stava esaurendo in tutti i sensi.
 Così i due si scambiarono le destinazioni e la Aldrin si preoccupò di aiutare l'amica per gli ultimi ritocchi, emozionata quasi come fosse lei a sposarsi nuovamente.
Ma la verità era che non faceva che ripensare a quando i ruoli erano invertiti, a quando era lei che si apprestava a salire sull'altare, a quando Marvin ancora non esisteva, a quando tutto sembrava stesse andando a rotoli. Già, quasi niente del suo matrimonio era andato come doveva, ma alla fine era davvero stato uno dei giorni più belli della sua vita in assoluto. E avrebbe fatto di tutto perché fosse così anche per Robin.

Ci volle un po’ di più, ma alla fine anche l’ex play-boy fu convinto definitivamente a compiere il grande passo. E ora il problema era lui. Se ne stava fuori sotto la pioggia seduto su una panchina, a fare cosa poi? A piangersi addosso come un bambino.
Ripensò amaramente alle parole dell’amica e si chiese se davvero esisteva una ragazza tutta per lui che lo aspettava come lui aspettava lei. Ora gli sembrava una cosa al limite del possibile e quasi rideva per quanti errori aveva commesso durante la sua vita credendo di aver trovato finalmente la donna perfetta.
 
Aveva anche sfiorato il matrimonio e poi…e poi era stato piantato all’altare. Sospirò ancora per l’ennesima volta. Quasi non si accorse che l’aveva raggiunto il suo migliore amico.
“Ehi, tutto a posto?”
“Sì,  più o meno sì.”
“Sicuro?”
Gli sorrise, grato per la preoccupazione che gli stava manifestando ancora una volta. Sapeva già che gli sarebbe mancato terribilmente a Chicago. Come anche Lily. Ed eccola sbucare dal portone premurandoli di entrare per assistere alla cerimonia.
E perderla non sarebbe proprio il caso vista tutta quella fatica nei camerini, vero Ted?
 
E fece la cosa giusta.
Non aveva mai visto i suoi amici così raggianti. Barney, poi, aveva assunto una faccia davvero tenera quando la sua futura moglie aveva fatto ingresso, bella come non mai nei panni da sposa.
E lei aveva quasi pianto, cosa più unica che rara.
Non riusciva proprio ad odiarli e in fondo non se ne stupì nemmeno. Erano i suoi amici e la loro felicità era davvero importante. Ora doveva trovare il suo personale lieto fine, senza cercarlo negli altri. Lily e Marshall avevano la loro famiglia, Robin e Barney lo erano appena diventati, il prossimo passo sarebbe stato costruirne una sua.




 
Si sentiva libera quel giorno, stranamente leggera, quasi durante la notte avesse smaltito un peso insopprimibile. Ed ora non vedeva l’ora di esibirsi a quel benedetto matrimonio, finalmente senza quel Darren a mettere zizzania.
Si scostò i capelli dietro l’orecchio che non facevano che coprirle la visuale mentre cercava tra gli spartiti quelli giusti per l’occasione.
“Ah, ma dove gli avrò messi quell- uh, no no no no!” Niente da fare, uno schiaffo al pavimento annunciò la caduta di tutti i fogli prima contenuti in una evidentemente troppo piccola cartellina. La ragazza non trattenne uno sbuffo esasperato mentre posava l’unico paio di superstiti e si apprestava a raccogliere tutto il resto.
 
Per fortuna erano caduti tutti vicino…Oppure no?
Uno spartito in effetti, forse per uno spostamente d’aria, forse per chissà cosa, era volato qualche tavolo più in là  finendo ai piedi di una colonna decorata da un meraviglioso vaso di fiori sgargianti.
E presto si guadagnò un’impronta di scarpa, poi un’altra e un’altra ancora fino a che… Fino a che il passo non fece troppo perno sullo spartito facendo scivolare il malcapitato. Fu un miracolo se la colonna non cadde visto come Mosby gli si appoggiò tentando di non cadere. In compenso fu il vaso a fare un voletto, per fortuna non tanto lontano da non essere preso dallo stesso fautore del tutto.
 
Non appena riuscì a riprendersi abbastanza da alzarsi definitivamente la prima reazione fu quella di stracciare il suddetto foglio, si fermò solo perché fece in tempo  a notare il titolo in grassetto:
 
La vie en rose
 
Alzò lo sguardo con aria stupita… “Magari è un segno del d-“ Bloccò subito quel pensiero. Troppe volte lo aveva sperato e troppe volte aveva ricevuto solo illusioni, delusioni. Che cosa gli faceva credere che questa volta sarebbe stato diverso?
Un rumore di tacchi lo distolse da quelle elucubrazioni mentali a senso unico.
“Scusa, quello spartito sarebbe mio, mi è scivolato poco fa…” Si avvicinò la mora di poco prima in tono di scuse tradendo un certo disgusto nel arricciarsi delle labbra vedendo lo stato in cui si era ridotto il suo brano preferito.
“Oh sì, certo. Scusa.”
“No, grazie.” Lo scambio del foglio fu quasi impacciato e manco poco che un’unghia di lei lo ferisse.
“Scusa, sono un’imbranata.” Sorrise e il gesto contagiò anche l’interlocutore.
“Non mi conosci allora.” Replicò scherzosamente.
“In effetti no, tu sei…?”
“Ted Mosby, il testimone dello sposo. Tu invece…?”
Quando seppe il ruolo che rivestiva quel giovane un qualcosa si mosse dentro di lei; ora sapeva a chi aveva offerto da bere, chi era il suo salvatore.
“Io son-“

“Ehi, dobbiamo iniziare!”
“Sì, arrivo subito! Mi dispiace, sarà per la prossima volta…” Disse mentre, assumendo un’espressione dispiaciuta, se ne andava in direzione del palco.
Ted si limitò ad un cenno di saluto con la mano in cui si intravedeva la sua sconsolazione.
Lo sapeva che non avrebbe dovuto sperare…


Dopo un attimo di esitazione si girò per andare al suo tavolo poco più in là da dove si trovava attualmente.Gli sembravano secoli da quando era approdato in quell’hotel e invece era solo qualche giorno.
Si  rilassò vedendo Marshall e Lily parlare amorevolmente a Marvin seduto su un seggiolone apposito.
Erano davvero teneri, l’esemplare perfetto di una famiglia… Forse un po’ stramba, ma decisamente piena di affetto.
“Ehi Ted, come va?”
“Tutto bene, voi com-“ Per l’ennesima volta in quel giorno lasciò un discorso a metà interrotto questa volta da una melodia conosciuta, da una voce già sentita giusta una sera fa.
 
Des yeux qui font baisser les miens
Un rire qui se perd sur sa bouche
Voilà le portrait sans retouche
De l’homme auquel j’appartiens


Si voltò e incrociò per un attimo lo sguardo della cantante. La stessa ragazza imbranata di poco fa, con quel sorriso fantastico, le unghie che tra poco gli coloravano di una striscia scarlatta il dito medio, un basso tra le mani che quasi la nascondeva visto il suo fisico minuto ma aggrazziato.
 
E non potè impedire alla sua mente di completare la frase di poco prima…
 
Destino.



Note dell'autrice: Okay, questo dovrebbe essere il mio debutto in questo fandom in effetti, spero quindi che non sia uscita fuori una schifezza ^^' ancora di più visto che è dedicata a te, Padme Undomiel, per il tuo compleanno! Ti auguro per l'ennesima volta ogni più bella cosa perché te la meriti davvero! Come hai notato ho cercato di sviluppare alcuni nostri interrogativi lasciandone in sospeso alcuni...L'idea iniziale a dire il vero era di risolverli tutti, ma poi ho trovato più giusto lasciare un po' di spazio alla fantasia del singolo visto che ancora manca un po' prima che la serie si concluda. A questo proposito è ovvio che, avendo visto le puntate fino a dove sono arrivati con la nona stagione, non so che altro succederà e non posso sapere quanto la mia storia possa essere verosimile. Detto questo vi lascio ringraziando tutti quelli che leggeranno e/o recensiranno, in particolare ancora te, Padme, per questo e tante altre cose <3
Un bacione a tutti, chitta97 <3

(*) So che, da come si è visto nella serie, la scomparsa di Barney non si risolverà certo così, ma sinc
eramente la cosa non mi ispirava e ho deciso di modificarla, spero non dispiaccia ^^'
A tal proposito non tutti i flashback, nel corso delle varie serie, sul matrimonio di Barney e Robin sono riuscita a ricordarmi nei dettagli, quindi ho deciso di non ammazzarmi ulteriormente e fare con quello che ricordavo seguendo il mio gusto, spero la cosa non dia fastidio, nel caso sono aperta anche alle critiche purché costruttive ^_^
  
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