Anime & Manga > My HiME - My Otome
Ricorda la storia  |       
Autore: emyliane    02/02/2014    2 recensioni
Non potevano domandarsi che una cosa soltanto... chi era lei? E lei non si domandava che una cosa... sarebbe riuscita a salvarle?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Natsuki Kuga, Shizuru Fujino
Note: Traduzione | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 1

La figura scura si infilò in un vicolo malandato, accertandosi che nessuno la vedesse. Finalmente al sicuro, o per lo meno relativamente ben nascosta, inspirò una grossa boccata d'aria fresca. Si sentiva nauseata. Doveva essere un effetto collaterale. Di certo era meno fastidioso del sordo boato che le risuonava in testa e della sensazione di vertigine.

La figura inspirò di nuovo profondamente, cercando di calmare il battito sfrenato del suo cuore. Non si sentiva in grado di riprendere la manovra. Era tutto troppo doloroso.

Si lasciò scivolare lungo il muro chiudendo gli occhi. Quel poco di luce che penetrava nel vicolo era già troppo forte e le provocava delle fitte di dolore.

I minuti passarono, ed ella sprofondò rapidamente in un sonno riparatore ed assolutamente necessario.



Chie Harada era una ragazza che si poteva comunemente definire una gossip girl, una regina del pettegolezzo, un tipo curioso o per meglio dire una rompiscatole. I termini non mancavano, e Chie si ritrovava ad avere tanti amici quanti nemici a seconda che questi ultimi volessero delle informazioni o fossero i protagonisti di tali pettegolezzi. Chiaramente con idoli quali Fujino Shizuru - la perfetta Kaichou - Kanzaki Reito - il perfetto gentleman - e Kuga Natsuki - la principessa di ghiaccio - Chie aveva un sacco di lettori, all'ascolto delle ultime notizie. E questi tre occupavano abbastanza del suo tempo al punto che non era necessario condurre delle inchieste su personaggi meno popolari. Mai Tokiha era talvolta il soggetto di qualche pettegolezzo, ma non era lei la persona cui la maggior parte della gente si interessava. Per dirla tutta, Fujino Shizuru, le sue foto, doujin, film e altri gadget rendevano abbastanza a Chie ed Aoi da poterci organizzare un intero mestiere a parte se l'avessero voluto. Ma Chie amava la varietà e ci teneva a seguire almeno alcuni idoli. Almeno una di un livello di studi inferiore a quello di Fujino-san e Kanzaki-san... era necessario che potessero continuare il loro business anche dopo la consegna dei diplomi della Kaichou e del Fuku-kaichou.

Chie aveva quindi un vero talento per individuare tutti i piccoli dettagli e tutte le informazioni che potessero rivelarsi interessanti. Aveva un fiuto infallibile. Fu così che la ragazza notò la figura vestita con abiti consunti di pelle infilarsi in un vicolo, seguita dopo poco da due tizi che Chie valutò subito come pericolosi.

Il suo fiuto le suggeriva uno scoop. Dopo una breve esitazione - il vicolo poteva essere pericoloso al momento - Chie inseguì il suo bersaglio.

Quando raggiunse suddetto vicolo, pensando rapidamente ad un modo per cavarsela con la figura in pelle davanti a quei due bruti, la ragazza assistette ad una scena davvero degna di un film. I due uomini avevano "intrappolato" quella che si rivelò essere una donna che portava un casco integrale e che si era probabilmente seduta per terra per riposarsi. Tuttavia quando i due uomini l'avevano colta di sorpresa non si era spaventata. A Chie sarebbe piaciuto poter descrivere esattamente ciò che vide ma tutto accadde troppo in fretta. Preferì dunque limitarsi a "una serie rapidissima di pugni e calci degna dei più grandi film di arti marziali". Tuttavia dopo lo splendido spettacolo al quale Chie esitò ad applaudire, la figura si accasciò.

Chie si precipitò allora vicino ad essa. Se non avesse conosciuto perfettamente i propri idoli avrebbe potuto pensare che la figura fosse Kuga Natsuki, ma la donna era chiaramente più grande e la tuta da motociclista molto diversa.

Chie l'aiutò a tenersi in piedi e la trovò sorprendentemente leggera per la sua taglia.

La donna pareva faticare a mettere insieme due parole, così Chie prese l'iniziativa di portarla a casa sua per permetterle di riprendere le forze. Non poteva essere così pericoloso, giusto? D'accordo aveva messo KO due tizi, sembrava cintura nera di non si sa quale arte marziale, ma sembrava malconcia... e Chie percepiva uno scoop. Non poteva certo umanamente lasciar perdere un scoop! Andava contro il suo spirito di giornalista; contro tutti i suoi principi!

Attraversando i vicoli che portavano alla piccola casa dei suoi genitori - al momento priva della loro presenza fino al prossimo mese, essendo partiti per un reportage in un paese straniero - Chie aprì goffamente la porta e aiutò la donna a raggiungere il divano, dove la posò più o meno dolcemente. Poteva anche essere leggera, ma non era diventata meno pesante cammin facendo.

"Ok, si riposi, vado a cercare da bere," disse Chie.

La donna, che non si era tolta il casco, fece un breve cenno con il capo prima di lasciarsi andare sul divano. Quando Chie ritornò tuttavia, la donna se l'era tolto. Sotto di esso, un cappuccio nero le ricopriva la testa lasciando giusto scoprire un viso nero di fuliggine e qualche ciuffo di capelli anch'essi scuri. Aveva chiuso gli occhi e tentava di respirare con calma.

"Tutto bene?" Chiese finalmente Chie, incuriosita da ciò che poteva essere capitato a questa donna.

"Sì," rispose semplicemente lei con voce roca. "Potrebbe lasciarmi usare la sua doccia?"

Chie acconsentì prima di farle vedere dov'era il bagno e averle fornito degli asciugamani.

Chiudendo la porta, la ragazza sentì il rumore dei vestiti che cadevano e l'apertura della doccia. Chie ridiscese e si mise davanti alla televisione. Con un orecchio però restava in ascolto di ciò che poteva succedere in bagno. Quando il campanello della porta risuonò, Chie sobbalzò di sorpresa e per poco non rovesciò il bicchiere che aveva portato alla sconosciuta.

Si alzò di scatto e aprì la porta.

"Aoi!" Chie sorrise felice di vedere l'amica.

In quel momento la ragazza ricordò che Aoi doveva passare la serata insieme a lei. La fece entrare e le offrì uno dei bicchieri vuoti.

"I tuoi genitori sono rientrati, Chie?"

"No, ne avranno ancora per 28 giorni. Del resto, si sono appassionati ad un reportage molto lungo"

"Allora chi c'è in bagno?" Chiese Aoi sospettosa.

"Oh, a dire la verità non so come si chiama"

Chie passò i minuti successivi a spiegare ciò che era successo alla sua socia.

"Davvero?" Si stupì Aoi. "L'hai aiutata a mettere al tappeto quella gentaglia? Sei stata molto coraggiosa, Chie-chan"

"Lo so," si vantò Chie.

La discussione sarebbe potuta durare ancora a lungo se l'acqua non si fosse fermata e la porta del bagno non si fosse aperta.

Aoi si voltò verso le scale, curiosa di vedere la donna in pelle che aveva combattuto "al fianco" dell'amica. Ella discese a passo lento, avvolta in un grande asciugamano bianco che lasciava intravedere l'intera lunghezza delle gambe cremose e perfette. Chie ed Aoi trattennero il respiro davanti alla bellezza della donna. Ancora di più vedendo il castano dei suoi capelli e il rosso fiammeggiante dei suoi occhi.

"Fujino," esclamò Chie in un soffio.

"Ara, mi scuso. Ma non avrebbe dei vestiti da prestarmi, i miei non sono certo in buono stato"

"Certo," balbettò Chie.

Ma nessuna delle due socie si mosse, lo sguardo ostinatamente fisso sulla perfezione della donna. Sulla sua spalla si intravedevano i segni neri di un tatuaggio che sembrava continuare sulla schiena.

"Non è Fujino-san," replicò subito Aoi in un soffio, "sembra più matura della Kaichou. In un modo che non saprei come spiegare"

"Sì, l'ho notato"

Durante la loro discussione, la donna si era messa ad asciugarsi i capelli, osservando l'ambiente circostante. Voltando la schiena alle due compagne, esse poterono vedere un po' meglio lo splendido tatuaggio che le avvolgeva la spalla, proseguendo sulla scapola per scendere ancora più in basso.

"Ara, invece di fissarmi così, perché non chiedete ciò che volete sapere?" intervenne la donna.

"Euh," balbettò Chie, "Lei somiglia tantissimo a Fujino Shizuru, che..."

"Che sarei io?" interruppe lei sorridendo divertita. "Ara, io sono..."

Sembrò guardarsi intorno prima di concentrarsi nuovamente sulle due giovani ragazze.

"Viola. Mi chiamo Viola. Sono una lontana cugina di Shi-chan. E se poteste evitare di dirle che mi avete vista... i suoi genitori mi hanno mandata a verificare che vada tutto bene, e lei non deve saperlo"

"Oh... va bene... euh... in cambio di informazioni su Fujino-san, la sua famiglia e la sua infanzia, non diremo nulla di lei alla Kaichou!" Esclamò Chie individuando un facile accesso ad una montagna di notizie sull'idolo di Fuuka Gakuen.

Viola sembrò esitare prima di accondiscendere finalmente con malagrazia.

"Affare fatto. Allora, ha dei vestiti puliti?"

"Oh sì, certo," si ricordò Chie precipitandosi in camera sua mentre Aoi restò a fissare la magnifica donna davanti a lei.

Viola lanciò uno sguardo beffardo ad Aoi, continuando tranquillamente ad asciugarsi i capelli.

"Che giorno è oggi?" Chiese alla fine.

"Martedì," rispose Aoi, a disagio.

Vedendo lo sguardo insistente della donna, Aoi si schiarì la gola.

"Martedì 12 ottobre... dell'anno 2000," terminò davanti al suo sguardo intenso.

Viola la ringraziò con un cenno e si voltò verso Chie che arrivava con dei vestiti puliti.. Un paio di jeans di un blu sbiadito e una maglia bianca che Viola afferrò prima di andare in camera a cambiarsi.

"Sei sicura che quei vestiti le andranno bene?" Chiese Aoi.

"Sì, ho occhio per questo genere di cose," si vantò lei. "E mi sono sempre chiesta come sarebbe stata la Kaichou in jeans!"

"Chie, quella non è la Kaichou!"

"Può essere, ma si assomigliano come due gocce d'acqua! Allora tira fuori con discrezione la tua macchina fotografica Aoi. Abbiamo già perso le foto in asciugamano," si disperò Chie.

"Ma assolutamente no," sospirò l'amica mostrandole il suo cellulare dove c'erano le foto di una Viola in asciugamano che si asciugava i capelli illuminata dalla luce livida proveniente dalla televisione.

"Oh ti adoro Aoi! La foto è geniale!"

"Adesso prepariamoci a prendere la foto in jeans e maglietta!" Esclamò l'altra con lo stesso tono.

L'intera conversazione tenuta a bassa voce cessò definitivamente. Viola era tornata indossando i jeans che la modellavano perfettamente e la maglia bianca che mostrava chiaramente che non portava un reggiseno sotto i vestiti. I capelli le ricadevano sulla schiena e il fatto che fossero ancora umidi rendevano la maglia trasparente in certi punti.

Le ragazze presero qualche foto, cosa che fece alzare un sopracciglio di sorpresa alla donna prima che offrisse loro un sorriso smagliante.

"Chiedete la prossima volta che volete delle fotografie. Per il resto, i vestiti mi vanno?"

Mentre lo chiedeva Viola si girò su se stessa, le braccia leggermente discoste dal corpo.

"Oh sì!" Esclamarono Chie e Aoi di comune accordo.

"Ara, sono lusingata. Mi piacerebbe invitarvi a cena per ringraziarvi di avere avuto la gentilezza di aiutarmi"

"Oh con piacere"

Chie le riportò una giacca di pelle marrone che Viola si infilò, insieme ad una sciarpa di un marrone ancora più scuro. Una volta che fu ben al caldo, con Chie e Aoi anch'esse vestite, uscirono per andare al ristorante.

Si erano messe a tavola tutte e tre in un piccolo ristorante del quartiere dove Viola le aveva portate. A dire il vero, Chie stessa non l'aveva mai sentito nominare. Ma dal modo in cui Viola le aveva accompagnate, non sembrava averlo scelto a caso. La cosa attirò l'attenzione delle due giovani reporter. Viola sosteneva di essere lì solo come inviata dei Fujino per controllare Shizuru. Eppure sembrava conoscere Fuuka come le sue tasche.

"E' già stata a Fuuka?" Iniziò Chie dopo che ebbero ordinato gli aperitivi.

Viola, che spiegava accuratamente il tovagliolo con gesti intrisi di grazia e di tranquillità, sembrò prendere un istante di riflessione. Oppure era semplicemente nel suo carattere pensare a tutte le risposte possibili, anche le più insignificanti.

"Per così dire, sì. E' stato qualche anno fa"

"Ha studiato a Fuuka Gakuen, come sua cugina?" Continuò Aoi, gli occhi blu scintillanti di curiosità.

"No," rispose lei. "Ma mi hanno detto essere un istituto molto rinomato. Mio zio non avrebbe mai mandato Shi-chan da nessun'altra parte che qui"

La loro discussione s'interruppe bruscamente, il tempo per il cameriere di tornare con qualche stuzzichino, un bicchiere di porto e due cocktail analcolici per Chie e Aoi.

"Perché Fujino-san voleva mandare Kaichou-san qui? Ho sentito dire che c'erano molti istituti eccellenti a Kyoto, di certo migliori di Fuuka"

"Beh, mio zio direbbe certo che è dovuto all'atmosfera paradisiaca tra il mare e la montagna, Fuuka è un bel posto. In più in via non ufficiale," confessò Viola chinandosi verso Chie e Aoi, "mio zio ha conosciuto la madre di Shi-chan a Fuuka. Sono convinta che speri che Shi-chan abbia altrettanta fortuna. Potete prendere nota," indicò con un gesto il piccolo taccuino che Chie aveva cercato di nascondere per annotare tutte le informazioni. "Vi chiedo soltanto," riprese, "che voi specifichiate che i genitori di Shi-chan hanno studiato qui, ma non che questo fosse l'obiettivo di mio zio. Capirete che Shi-chan ha già abbastanza pretendenti senza doverne aggiungere altri o fornire loro ulteriori incentivi per le loro avances"

"Certo," balbettò Chie scrivendo frenticamente sul suo taccuino.

"Viola-san conosce bene Shi-chan?" Chiese Aoi.

A questa domanda Viola fissò il proprio bicchiere e fece roteare il liquido di un rosso scuro come i suoi occhi sotto la sua luce.

"Più di quanto possiate immaginare," sospirò, come presa improvvisamente dalla nostalgia.

"Kaichou-san ha dei fratelli o sorelle? Un animale da compagnia?"

"Ara, no, è figlia unica. Ma ha avuto diversi animali da compagnia. Da piccola adorava i rettili! Suo padre finì per comprarle un serpente che non metteva quasi mai nel suo vivaio, perché "Pitone è così gentile, non lo rinchiuderò", piangeva. In effetti lo trovavo molto gentile anch'io. Ma quando a nostra nonna per poco non venne un infarto quando si imbatté in lui da vicino nel salone, suo padre convenne che era da incoscienti lasciare un serpente libero in una casa. Per colpa di nostra nonna, Pitone è stato donato ad uno zoo, dove Shi-chan lo è andato regolarmente a trovare. Ha finito per affezionarsi ad un cucciolo di pantera nera che era stato recuperato da dei trafficanti. Suo padre ha nuovamente ceduto all'acquisto più o meno legale del peluche e la stessa scena con Pitone ha finito per ripetersi una volta che il felino diventò adulto. Non ha avuto altri animali da compagnia"

"Allora la vostra famiglia è davvero ricca?"

Viola scoppiò in un riso improvviso e leggermente nervoso.

"Sì, abbastanza"

"Che vuol dire?"

"Preferisco non aggiungere altro"

"Ma Viola-san!" Si lamentò Chie.

La donna scrollò la testa un po' divertita, e Chie e Aoi lasciarono perdere la discussione per il momento. Ordinarono finalmente l'antipasto prima di continuare con la loro intervista.

"Com'era Shi-chan da bambina?"

"Oh... era... beh, se non si assecondavano subito i suoi desideri suppongo che fosse un po' capricciosa. Sapeva ottenere quello che voleva. E quei sorrisi innocenti hanno ingannato più di una persona. Per il resto direi che da bambina era esattamente come adesso"

La discussione continuò fino al dessert. Chie e Aoi erano estasiate di avere trovato in Viola una miniera di informazioni. Fecero tra l'altro molte volte l'errore di chiamare Viola Fujino o Kaichou-san, tanto la donna le somigliava, sia nell'aspetto fisico che nel modo di comportarsi e parlare. Fino al sorriso stampato sulle sue labbra in ogni occasione. Se Viola avesse finto di essere Fujino Shizuru nessun dubbio che le avrebbero creduto sulla parola.

"Allora Kaichou-san è già uscita con qualcuno?" Chiese Chie con la penna già rivolta su una nuova pagina del suo taccuino.

Per la prima volta dall'inizio della cena Viola aveva interrotto la conversazione. Prima che Chie o Aoi potessero capire cosa avesse sviato la sua attenzione, Viola si era alzata bruscamente e aveva appoggiato tre grosse banconote sulla tavola - ben più del necessario - prima di uscire all'improvviso.

"He!" Esclamarono Chie e Aoi sorprese dalla rapidità delle sue azioni.

Malgrado avessero tentato di alzarsi per inseguirla, nessuna delle due lo fece.

La porta del piccolo ristorante si richiuse con un rumore sordo, lasciando due giovani ragazze confuse.



Viola avanzò a grandi passi. Calata la notte il freddo era pungente. E malgrado la giacca di cuoio, le mancava un accessorio essenziale per riscaldarsi. Nella fretta infatti aveva dimenticato la sciarpa. Poco importa, si ripeté. Non aveva davvero la benché minima importanza. Aumentò il ritmo dei suoi passi e si ritrovò quasi a correre. Era sicura di averla vista passare da là... ma allora dov'era?

Decise improvvisamente di fermarsi per osservare meglio ciò che la circondava. Una nuvola bianca le fuoriusciva ad ogni respiro. Aveva terribilmente freddo in quel momento. Si strofinò le braccia, spostando lo sguardo su ogni strada che sboccava nell'incrocio in cui si era fermata. La vide di nuovo e si lanciò correndo verso di lei prima di poggiarle una mano sulla spalla con un sorriso smagliante.

"He-"

Non ebbe tempo di aggiungere altro perché al contatto, l'individuo si voltò mandandola brutalmente a terra. Con una smorfia Viola trattenne un lamento quando toccò terra, considerandosi fortunata per non essersi fatta male.

"Shizuru?" Gridò la giovane sorpresa.

"Itai, Natsuki è così brusca. Volevo solo salutarti," disse Viola tenendo il broncio.

"Io... mi dispiace... pensavo... che finalmente... mi dispiace"

Viola non fece che sorridere afferrando la mano che Natsuki le tendeva. Rimessasi in piedi, Viola non lasciò la mano della giovane preferendo tirarla verso di sé. Circondandole la vita con le braccia, nascose il viso nel suo collo e ispirò profondamente l'odore unico della ragazza. Un odore di pino e di menta fresca. Un odore unico e meraviglioso. Viola emise un sospiro tremante inalando il profumo naturale della sua pelle.

"Shi-Shizuru, cosa fai?! Lasciami!" Esclamò la ragazza respingendola più o meno duramente.

Viola le offrì un sorriso triste e indietreggiò leggermente prima di spolverarsi i vestiti.

"Scusami. Ma era da così tanto tempo che non ti vedevo!"

Natsuki aggrottò le sopracciglia in una smorfia adorabile.

"Abbiamo pranzato insieme al resto delle HiME oggi"

"Ara, davvero? Ma essere separata per qualche ora dalla mia Natsuki è già troppo"

"Ti ho già detto di smettere di fare così," esclamò l'altra brontolando. "In ogni caso devo andare ho un impegno"

Viola si morse l'interno di una guancia per trattenersi dal dire qualunque cosa e quando Natsuki gettò una rapida occhiata su di lei entrando in una strada vicina, Viola si obbligò a sorriderle e farle un gesto con la mano. Una volta che Natsuki fu rapidamente scomparsa, Viola incrociò le braccia sul petto, facendo scricchiolare il cuoio del suo cappotto. Il freddo pungente l'aveva nuovamente avvolta nell'istante in cui Natsuki l'aveva respinta. Esalando una nuvola bianca di vapore, decise di riprendere il suo cammino. Non pensava fosse utile tornare al ristorante. Chie e Aoi probabilmente non l'aspettavano e aveva bisogno di trovare una camera d'albergo prima che fosse veramente troppo tardi.

Con un sospiro di frustrazione per la sua situazione, si rimise in marcia. Tuttavia non trattenne un sorriso di gioia. E un solo pensiero attraversò la sua mente: "Ha funzionato! Potrò cambiare le cose!"



Note di traduzione:
1) Il dialogo tra Viola, Aoi e Chie si svolge tutto in seconda persona plurale, come è uso comune in francese quando si vuole usare un tono formale parlando con degli sconosciuti. Ho scelto di renderlo in italiano usando la terza persona singolare, per noi di uso più comune in questi casi
2) Al ristorante dopo l'aperitivo Viola, Chie e Aoi ordinano un entrée. Il termine è tipico della cucina francese e viene solitamente tradotto con antipasto, in quanto precede la portata principale (non esiste una suddivisione tra primo e secondo come nella cucina italiana). Per maggiori informazioni: cucina francese
3) Infine, ho scelto di mantenere tutti i termini giapponesi (onorifici, esclamazioni, espressioni del dialetto di Kyoto, ecc.) in originale senza tradurli: confido che siano tutti termini familiari ai fan della serie e ai lettori della mia traduzione, ma nel caso non fosse così in futuro aggiungerò delle note in fondo ai vari capitoli per spiegarli di volta in volta.

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > My HiME - My Otome / Vai alla pagina dell'autore: emyliane