IL GIOCO DEL DESTINO

Il rumore delle onde che si infrangevano sulla scogliera era l'unica cosa che le facesse compagnia.

Il chiarore della luna piena, che sovrana regnava in un cielo buio come le tenebre, ne illuminava i lineamenti accentuando la naturale bellezza del suo viso.

Rannicchiata sopra uno scoglio, fissava l'immensità del mare che si andava a fondere con il cielo notturno permettendo che un vortice di pensieri l'avvolgesse.

La violenza delle onde lasciava che parte della spuma raggiungesse le morbide guance unendosi alle lacrime che solcavano la sua candida pelle.

“Perchè?”

Un bisbiglio impercettibile che le uscì dalle labbra.

Chinò la testa dando sfogo al pianto che per troppi giorni aveva respinto, in parte per dar forza ai suoi genitori, ma soprattutto perchè piangere avrebbe reso più concreta la sua morte.

22 anni sembrano un'arco di tempo molto grande, ma se si sono vissuti solo quelli allora il discorso cambia.

Era incredibile come il destino potesse giocare brutti scherzi a chi si è sempre battuto per il bene.

Una malattia sconosciuta e una lotta contro il tempo per la maturazione dei senzu che alla fine erano arrivati troppo tardi.

Non era giusto...

Alzò la testa facendo incontrare i suoi occhi color del cielo con i raggi della luna e cacciando via da essi le lacrime.

Piangere non le avrebbe ridato suo fratello.

Non aveva idea del tempo che aveva trascorso su quello scoglio, ma non aveva la forza di tornare a casa.

Non aveva la forza di vedere gli occhi privi di luce di suo padre e la disperazione di sua madre.

Continuò a rivolgere lo sguardo al cielo, quasi aspettasse un intervento divino.

“Pur... di riaverlo... farei... qualsiasi cosa...”

Non un bisbiglio come quello precedente, ma una preghiera, una preghiera dettata dal cuore.

Dopo qualche secondo abbassò lo sguardo accettando la sua impotenza difronte alla morte.

Chiuse gli occhi e sospirò assaporando la brezza marina prima che una voce tagliente e fredda come la lama di una spada raggiungesse le sue orecchie.

“Hai detto: qualsiasi cosa?”