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Autore: Debby_Gatta_The_Best    03/02/2014    5 recensioni
Nastasia, dopo gli avvenimenti di Super Paper Mario, è rimasta sola e chiusa in se stessa. Non ha idea di quale scopo ha la sua vita, adesso. Pugnazzo, che era molto affezionato alla giovane donna, decide di trovare un modo per tirarla su di morale: inizia, quindi, a cercare, con l'aiuto di Mimì (che si autodefinisce esperta in ragazzi), un possibile fidanzato per l'ex segretaria del Conte Cenere. I due si mettono in viaggio, ma la storia prende una svolta inaspettata...
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un amore per Nastasia


La luce del mattino filtrava dalla finestra dell'hotel. Nastasia si rigirò più volte nel letto, poi si arrese al sole e decise di alzarsi. I suoi capelli rosa le cadevano spettinati sulle spalle, i suoi occhi rossi erano visibilmente assonnati, e nel complesso il suo aspetto non era dei migliori. Troppo stress, negli ultimi tempi. Il giorno prima era rimasta sveglia fino all'una di notte, nella hall dell'hotel, come aveva fatto molte altre sere. Aveva preso più volte un caffè al bar dell'albergo, così per restare sveglia, e si era seduta su uno dei divani nel salone. Aveva atteso. Cosa, non lo sapeva neanche lei. Ma aveva atteso lo stesso. Alla fine, era andata a letto. Ma i pensieri l'avevano comunque tartassata per tutta la notte, anche in sogno, e questo faceva risentire molto l'umore della donna. Cercò di scacciare quei pensieri, che ormai la seguivano senza tregua da mesi, e si diresse verso lo specchio. Il suo volto azzurro si riflesse nel pulito specchio, e apparve stanco, affaticato. Sospirò. Poi andò in bagno. Qui fece una veloce doccia fredda per svegliarsi per bene, poi si legò i capelli in una crocchia, indossò i suoi tipici vestiti formali ed i suoi classici occhiali rossi. Sospirò nuovamente. Quel pensiero non le dava tregua. Non riusciva a pensare che al conte.
"Conte Blumiere! Dove sei? Come farò senza di te? La mia vita ti apparteneva... io ti amavo!"
Questo era il pensiero che spesso le girava furtivamente nella testa, senza darle tregua. Ma spesso era accompagnato da un altro, più ragionevole:
"Lord Blumiere adesso si trova felice con sua moglie, Lady Farfalà. Sono contenta che finalmente loro due si siano ritrovati. Sono felice per la loro felicità... ed è giusto che sia così. Il conte non era il mio destino..."
Nonostante se lo ripetesse spesso, non si era ancora convinta. Non aveva idea di cosa avrebbe fatto, adesso. Aveva trascorso i giorni nell'hotel di Svoltadilà, ed i giorni spesso li passava a Svoltadiquà, Non sapeva dove sarebbe dovuta andare. Fino a poco tempo prima, era stata assieme al Conte Cenere, ma adesso...? Non aveva una casa, un luogo in cui stare... certo, la casa poteva anche comprarsela... ma a quale scopo? Che scopo aveva adesso la sua vita?
Mentre scendeva le scale tappezzate di moquette rossa, si poneva questi quesiti. Svoltò al piano 3 per dirigersi nella sala pranzo, allestita per la colazione, e salutando cordialmente, come tutte le mattine, i pasticceri, si diresse davanti alla teca delle paste per trovare qualcosa di buono da mettere nello stomaco. Ma ecco che vide, nel riflesso del vetro, una giovane coppia intenta a ridere ed a scherzare. Ad un certo punto lui afferrò l'altra dolcemente e la baciò. Lo stomaco di Nastasia si chiuse in una morsa d'invidia. A lei mancava l'amore, ecco cosa! Ma come ottenerlo...?
-Signorina, quante paste? Una o due?-
Nastasia si riprese dai suoi pensieri. Guardò afflitta lo sguardo del pasticcere, e poi sospirò:
-Non ho più fame, grazie...-
Ed uscì dalla stanza, lasciandosi dietro tavolini bianchi e allegre persone con la loro colazione. Scese ulteriormente le scale, ritrovandosi nella hall. Salutò la signora al banco principale, che stava contando le chiavi che quella mattina le avevano lasciato i turisti andati via:
-Anche oggi a Svoltadiquà?-
Chiese la proprietaria.
-Sì... penso di sì...-
Proseguì dalle porte di vetro, ed uscita assaporò a pieni polmoni l'aria fresca del mattino. Un lieve sorriso le si disegnò un attimo sul volto, ma poi tornò seria. Il viale in cui si trovava l'albergo era ricoperto da piastrelle panna, e ai lati della strada sorgevano negozi e bar. Un via vai di persone, di diverso tipo, forma e dimensione, trotterellavano allegramente, passando accanto alle grandi colonne in pietra bianche rimaste lì da chissà quanti anni. Probabilmente, quelle colonne, che si mozzavano a metà strada, erano tutto ciò che rimaneva dell'originale città fondata dagli Antichi. Nastasia iniziò a percorrere il suo solito percorso, che l'avrebbe portata al tempio di Svoltadilà, da dove poi sarebbe proseguita per la città gemella, Svoltadiquà. Era una città più lugubre, meno vivace e più tranquilla, un po' rovinata dalle mancate cure, dall'atmosfera più pesa. Ma lei vi si sentiva più a suo agio in quel posto. Forse perché lei era un'Oscura, o comunque una cosa simile ad un'Oscura.
"Sì, ricordava perfettamente il giorno in cui aveva assunto quella forma. Era un giovane Magistrello, pipistrelli in grado di stabilire, una volta acquisita la magia, una forma definitiva. Lei era ancora piccola quando rimase accidentalmente impigliata in una trappola per uccellini. Non avrebbe potuto che disperarsi, se non fosse arrivato lui. Il suo cappello bianco riluceva nella notte. Il suo sguardo abbattuto, serio, ma allo stesso tempo fiero la colpirono come una freccia. Non poteva rammentare la sua vita da Magistrella, dato che i ricordi di queste creature iniziano ad accumularsi dal primo giorno della trasformazione, ma riusciva comunque a ricordare la prima volta che vide Cenere. Anzi, Blumiere. Blumiere, sì, era ancora allora. Non era ancora tornato nel castello di suo padre per utilizzare il libro proibito, era, all'epoca, ancora alla ricerca della scomparsa amata. Questo aveva trovato la giovane Magistrella impigliata nella rete, e, abbandonandosi per un attimo alla compassione, l'aveva liberata. Nastasia sarebbe potuta volare via, e continuare la sua ricerca alla "specie perfetta", ma ormai non aveva più senso: l'aveva trovata. Quando il giovane Oscuro si era accampato per la notte, lei aveva utilizzato la sua magia, che aveva da poco sviluppato, per abbandonare la sua vecchia forma e tramutarsi nella donna che c'era adesso, Nastasia. Aveva barcollato, dovendo abituarsi al nuovo corpo, ma subito ci aveva preso dimestichezza. Si era quindi avvicinata a Blumiere, dormiente, e quando questo si era svegliato ed accorto della presenza di lei, aveva chiesto, con voce cupa e curiosa:
-Chi sei?-
Quelle parole l'avevano percorsa come un brivido, e nella sua mente si era formato l'intero vocabolario di quella lingua a lei nuova. Ecco, adesso poteva comprendere a pieno le parole dell'altro. Si era inventata un nome, il primo che le era venuto, ed aveva risposto:
< Non aveva avuto idea cosa dire.
-Nastasia, eh? Umh... conosci questi boschi? Sai per caso se di qui è passata una ragazza? Capelli biondo platino, leggermente mossi, occhi verdi acqua, sorriso splendente... una ragazza umana?-
La sua voce, dapprima gelida, aveva assunto subito una nota di preoccupazione che andava crescendo, nella speranza che Nastasia avesse veramente visto passare Farfalà per i boschi.
-Emm... io... no, non credo...-
Quelle parole l'avevano ferita doppiamente. In primo luogo, perché solo adesso si era accorta di non ricordarsi nulla del suo passato, ma soprattutto perché aveva scoperto che l'essere che l'aveva aiutata, ma soprattutto colui di cui era rimasta ammaliata, aveva donato il cuore già ad un altra. Aveva nascosto questi sentimenti a lei nuovi abbassando tristemente il capo.
Lui capì:
-Fa niente... be', se non hai dove andare... potresti venire con me... sai, è più di un anno che cerco la mia adorata... dovevamo sposarci... ma poi...-
Le lacrime che andavano formandosi negli occhi rossi dalle pupille dorate dell'Oscuro misero a disagio Nastasia, che intervenì:
-Sì. Voglio venire con voi... se non sono d'intralcio... vi sarò fedele eternamente...-
Aveva pronunciato queste parole quasi senza volerlo, d'istinto. Blumiere l'aveva guardata, per diversi minuti, poi aveva acconsentito con un cenno del capo."
Da allora Nastasia aveva seguito il conte ovunque egli fosse andato, rimanendo fedele alla parola data, ed anche quando il Profeticus lo aveva corroso fino alla follia, lei gli era stato vicino. Ma ora...? Ora era sola. Senza un obbiettivo, uno scopo. Oltrepassò tristemente i portoni del tempio dedicato agli Antichi fondatori delle due città, per poi proseguire per la sua strada.

Pugnazzo l'aveva osservata seduto su una panchina. Ormai tutti i giorni aveva preso l'abitudine di venire in quel luogo, di sedersi su quella panchina e di aspettare  Nastasia, che neanche lo notava. A lui bastava questo per essere felice. Ma allo stesso tempo triste. Pugnazzo nutriva un grande sentimento di amicizia verso la ex segretaria del conte, ma gli faceva anche molta pena, nel vederla così triste e depressa. Doveva trovare un modo per consolarla... ma come...?


Sì, la mia prima storia d'amore! Insomma, non lo è ancora, ma presto... proverò a dare il meglio di me, dato che ancora non sono esperta in storie d'amore. Questa però sarà anche piena di umorismo (o almeno ci proverò) e avventura. Non aspettatevi cose grendiose, questa è una storiella leggera per farvi divertire! Cercherò di pubblicare il prima possibile il prossimo capitolo. Lasciate un commento di come vi sembra l'inizio o/e i ricordi di Nastasia!
  
  
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