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Autore: giapponesina6    03/02/2014    2 recensioni
Salve a tutti sono tornata con una nuova storia, mi è venuta in mente di scriverla guardando una puntata di Cardcaptor Sakura, poi capirete il motivo. In questa nuuova storia cercherò di far evincere i sentimenti dei nostri eroi da altre prospettive e vorrei dimostrare che a volte non sono le parole che contano, ma gesti, sguardi e sensazioni.
< Il nostro incontro non è stato un caso, non posso credere che sia stato un caso incontrare proprio te tra tanta gente >
< Che cosa vuoi dire Ash? >
< Sono convinto che tutto quanto è successo solo perché era destino che ci incontrassimo e che diventassimo amici. >
< Abbi cura di te >
< Anche tu mi raccomando >
< Tu credi che ci rivedremo? >
< Si certo, te lo prometto >
Spero di non deludere nessuno, visto le tante parole carine che mi avete lasciato sia nelle recensioni che in privato. Buona lettura
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brock, Lucinda, Misty, Pikachu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Manga
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Salve a tutti cari lettori, ho iniziato una nuova storia da qualche giorno, come anticipato l'ispirazione mi è venuta da una puntata di Cardcaptor Sakura, un altro anime che mi piace moltissimo. Non voglio anticiparvi nulla, spero che sarà di vostro gradimento. Buona lettura.


I sogni sono l’essenza che ci consentono di andare avanti. Tramite i nostri desideri cerchiamo ogni giorno di andare oltre gli ostacoli e superarli aggiungendo un altro piccolo tassello al puzzle della realizzazione di quest’ultimo.
A volte sono impossibili, irrealizzabili. Spesso rimangono chiusi nel cassetto assieme alla biancheria intima. A volte sono così bizzarri ma tanto sinceri. Raramente si avverano, ma quando accade tutto ha un sapore diverso. Migliore.
Non bisogna mai smettere di sognare, ed io i miei sogni li tengo sempre in bella vista e non rinchiusi in un cassetto.
 
Quel pomeriggio la ragazza era intenta a scrivere una pagina del suo diario. Faceva molto caldo. Un caldo asfissiante. Ma nulla era più tremendo della sua assenza.
Erano trascorsi tre anni da quando si erano separati. Tre lunghissimi anni, fatti di attese, lettere, promesse mai mantenute e speranze nel mantenerle.
La ragazza portava quei suoi lunghi capelli rossi legati in una coda ben tirata, da evitarle che il ciuffo le cadesse davanti ai suoi occhi verdi.
I suoi occhi avevano mantenuto la stessa intensità, quel colore verde li rendeva unici. A dargli un aspetto diverso era quel velo di malinconia che l’accompagnava da quel maledetto giorno.
Il suo corpo era cambiato notevolmente.
Il seno le era cresciuto da darle un’aria molto femminile, il viso assottigliato e labbra disegnate.
Sorseggiò un po’ di tea verde, che la rinfrescò.
< Oggi fa veramente caldissimo > si asciugò la fronte imperlata di sudore. Poi lo sguardo le cadde sulle ultime righe che aveva scritto. Sorrise imbarazzata.
 
Sarei disposta a qualsiasi cosa pur di rivederlo.
 
Quella frase era talmente vera, ma sapeva che non poteva rinunciare ai suoi compiti lì in palestra e sapeva benissimo che anche Ash non l’avrebbe fatto. Del resto lei non era neanche certa dei suoi sentimenti, molto probabilmente per lui era solo un’amica. Una cara vecchia amica.
Un’amica che si dannava l’animo per lui.
 
La palestra di Cerulian, dall’arrivo di Misty, si era rinvigorita. Vi erano almeno due incontri di Pokemon al giorno, con allenatori in erba. Gli spettacoli andavano a gonfie vele e le sorelle di Misty erano soddisfatte della maturità della piccola ragazzina dai capelli rossi.
A dare un senso d’ordine vi era anche Tracey, si era insediato lì da almeno un anno per aiutare le ragazze nella gestione della palestra e per essere il più vicino possibile alla sua Daisy.
Tracey era l’unico a conoscenza dei sentimenti della ragazza, l’aveva invogliata più volte a raggiungerlo nel suo viaggio, ma lei non avrebbe mai avuto il coraggio di farlo.
Quando entrò in camera la trovò a fantasticare con la mente, con i pensieri sicuramente rivolti a lui.
< Oggi fa davvero caldo, credo che dovresti annullare l’incontro delle 16 >
< Credo che tu abbia ragione, ma quel ragazzino ci teneva tanto >
< Ho visto la sua scheda d’iscrizione, è molto giovane intorno ai 10 anni, ha avuto un pikachu come Pokemon di base e viene da Pallet. Mi ricorda qualcuno di nostra conoscenza >
La ragazza arrossì in volto.
< Coincidenze > sospirò.
< Non è che sarai più clemente con lui? > tentò di stuzzicarla.
< Sai che sul lavoro sono seria >
< Almeno in quello > disse fra i denti.
< Guarda che ti ho sentito. E comunque credo di posticiparlo verso le 18, vuoi avvertire tu il ragazzino >
< Certo lo farò. Tu hai intenzione di rimanere in camera per tutto il pomeriggio? >
< Fa troppo caldo per uscire e sono troppo stanca per nuotare. Si credo proprio che me ne starò qui ancora per un po’ >
< Allora io vado a chiamare quel ragazzo, ci si vede dopo > il ragazzo si chiuse la porta alle spalle.
Misty sorrise, Tracey era così premuroso con lei, proprio come un fratello maggiore.
Lo sguardo le cadde di nuovo su quella stupida frase nel diario.
 
Sarei disposta a qualsiasi cosa pur di rivederlo.
 
 
Sogghignò nuovamente e poi chiuse il diario.
 
 
A chilometri di distanza un ragazzo era intento a svolgere un incontro di Pokemon. Aveva spalle larghe e braccia forti. Capelli nero corvino intensi. I suoi occhi avevano la stessa determinazione di anni prima.
Sul campo di lotta il suo fedele Pokemon elettrico stava per sferrare uno dei suoi attacchi più forti.
Un super fulmine che declamò il ragazzo vincitore dell’incontro.
< Bravissimo amico mio > il piccolo Pokemon gli si gettò tra le braccia e si gustò le carinerie del suo allenatore.
Anche lo sfidante si congratulò con il ragazzo e gli porse una medaglia.
Ash la guardò estasiato.
Ora ne mancava solo una e finalmente avrebbe potuto prendere parte alla lega del Pokemon.
Assorto nei suoi pensieri non si rese conto che la ragazzina dai lunghi capelli blu gli si era gettata al collo.
< Sei stato fantastico Ash, complimenti >
< Lucinda così mi strozzi >
La ragazza avvampò.
< Scusami non volevo > parve mortificata.
< Complimenti Ash, hai disputato un ottimo incontro >
< Grazie Brock >
Brock era davvero orgoglioso dei risultati del suo amico, era cambiato notevolmente. Aveva migliorato le tecniche di combattimento e aveva assunto un atteggiamento più sicuro.
< Ora non resta che dirigerci verso la prossima palestra. L’ultima medaglia >
< Finalmente non vedo l’ora di prendere parte alla lega. Sarà entusiasmante. > sorrise entusiasta il giovane allenatore.
< Ragazzi placate l’entusiasmo. Dove alloggeremo questa sera? Non voglio passare un’altra notte al caldo. Vorrei una bella stanza d’albergo con aria condizionata > disse con aria sognante la ragazza.
< Credo che potremmo permettercelo, del resto oggi fa davvero caldo. > aggiunse il ragazzo maggiore.
I tre si recarono ad un albergo lì in città e prenotarono due stanze con aria condizionata.
Ash si gettò a capofitto sul letto, l’incontro della mattina lo aveva sfiancato.
Diede un’occhiata alle sue medaglie, era da tempo che non partecipava alla lega. Ricordò che l’ultima volta si era classificato solo tra i primi sedici e si ricordò anche della discussione che ebbe con Misty quando lei tentò di risollevarlo.
A quel nome il ragazzo provò un tonfo al cuore.
< Misty > sospirò.
Si chiese cosa stesse facendo. Come fosse diventata.
Molto probabilmente era sempre la solita maschiaccio, permalosa ed isterica. Sorrise all’idea di lei in quelle circostanze.
Però le mancava davvero molto e non riusciva a capirne il motivo.
Tanto che era assorto nei suoi pensieri non fece caso a Brock che gli stava parlando da diverso tempo.
< Mi stai ascoltando? >
< Come? Brock non ti avevo sentito entrare, cosa hai detto? >
< Ma dove hai la testa, sono qui da almeno cinque minuti a parlare con i muri? > parve infastidito.
< Non prendertela, stavo solo pensando a Misty. Non capita anche a te di pensare a lei ogni tanto? >
< Misty? Come mai pensavi a lei? Mi è capitato di ripensare alle nostre avventure e a volte mi chiedo cosa stia facendo, ma di certo non mi assento dalla terra per pensare a lei > sorrise.
< Ecco io, veramente > parve impacciato e arrossì notevolmente.
< Scherzavo. Comunque potremmo passare da lei dopo la lega, del resto Cerulian non è tanto lontana da lì >
< Sarebbe magnifico. Voglio dire, mi farebbe davvero piacere rivederla >
< Lo ti si legge negli occhi >
< Nei miei occhi? >
< Lasciamo perdere >
Il ragazzo più grande sapeva benissimo che Ash non era ferrato nelle questioni di cuore e sapeva anche che Ash non avrebbe mai capito i suoi veri sentimenti verso la ragazzina di Cerulian.
 
 
Nella stanza accanto, Lucinda, era appena uscita dalla doccia. Finalmente aveva lavato via il sudore dalla sua pelle.
Era davvero difficile non sudare con quel caldo e in più vi era la vicinanza con Ash.
Ne era praticamente cotta.
Adorava il suo modo di allenare i Pokemon, le sue maniere gentile nei suoi riguardi. Ammirava la sua tenacia e determinazione. E poi era bello da spezzare il fiato.
Avrebbe tanto voluto rivelargli i suoi sentimenti, ma aveva troppo paura di essere respinta. Ash non le era sembrato tanto portato in amore e avrebbe rischiato di rovinare la sua amicizia con il ragazzo.
< Mi accontento anche solo di essergli amica >  pensò a voce alta.
Ed era vero. Le bastava camminare accanto durante i giorni di viaggio. Respirare la sua stessa aria e posare i suoi occhi su di lui.
 
 
< Ora pidgey usa attacco raffica >
< Starmie schivalo e vai con comete >
L’incontro stava prendendo una piega sbagliata per il giovane allenatore, non avrebbe mai pensato che quella ragazza dai capelli rossi fosse talmente brava.
Dal suo canto Misty era sbalordita dalla determinazione di quel giovale allenatore. La stessa determinazione che aveva visto nei suoi occhi al loro primo incontro.
< Pidgey ritorna nella sfera. Pikachu scelgo te >
< Un Pokemon elettrico l’ideale contro il tipo d’acqua, ma non ti basterà per vincere >
< Lo vedremo. Attacco rapido >
< Starmie usa surf. Bravissimo e ora super assalto >
< Pikachu attento, vai con il super fulmine >
< Starmie attacco corazza e ora finiscilo con idro pompa >
< Oh no Pikachu. Mi hai battuto. Dannazione >
La ragazze gli porse la mano. < Sei stato in gamba Toshi. Ti faccio i miei sinceri complimenti. Era da tempo che non vedevo un allenatore bravo quanto te. Questa è per te >
< Cosa? Ma  la medaglia goccia? Ma io ho perso questo incontro >
< Non è sempre colui che ne esce sconfitto è il vero perdente. Tu hai dimostrato di amare davvero i tuoi Pokemon e questo di porterà molto lontano. Mi ricordi tanto un mio caro amico, sai era di Pallet anche lui, e come te sa amare realmente i Pokemon come pochi sanno fare > gli sorrise teneramente.
< Grazie Misty. Oltre ad essere tremendamente carina sei anche forte e gentile >
< Mi trovi carina? >
< Ecco io > arrossì.
La ragazza gli sorrise nuovamente e lui ricambiò.
Lo vide allontanarsi dalla palestra verso nuove sfide. Sapeva in cuor suo che ne avrebbe fatta tanta di strada e che avrebbe realizzato il suo più grande sogno.
E lei sarebbe riuscita a realizzare il suo di sogno.
Tracey le si avvicinò con cautela e le poggiò una mano sulla spalla.
Sobbalzò.
< Ho visto quello che hai fatto > si riferiva alla medaglia.
< Credo che quel ragazzino aveva tutte le carte in regola per battermi, gli manca solo un po’ d’esperienza, dovevo dargli quella medaglia >
< Sbaglio o le tue sorelle fecero lo stesso con Ash? >
< Lui non c’entra nulla in questa storia. Possibile che lo tiri sempre in ballo >
< Sei tremendamente bugiarda > le sorrise teneramente.
Lei arrossì e si limitò a ricambiare quel suo sorriso.
 
Quella notte la ragazza dai capelli rossi faticò a prendere sonno. Il caldo non le dava tregua e in più c’era il pensiero fisso di lui.
Quel ragazzino di Pallet aveva riaffiorato  in lei miriadi di ricordi. Il suo primo incontro con Ash, quello sguardo da ragazzino impaurito e sperduto. Quello sguardo l’aveva letteralmente folgorata.
Da quel momento ebbe come la certezza che non avrebbe mai potuto farne a meno.
Non era mai riuscita a confidargli i suoi sentimenti. La paura l’aveva sempre bloccata.
Ma ora il desiderio libidinoso di lui la tormentava notte e giorno. Non riusciva più a sopprimerlo e soffocarlo nel suo cuore.
Delle lacrime cominciarono a scorgerle dagli occhi.
Quelle lacrime avevano un sapore amaro.
Quelle lacrime segnarono la voglia di lui sul suo volto.
Si addormentò con la dolce visione dei suoi occhi.
 
I giorni trascorrevano lentamente, l’ondata di caldo sembrava essere andata via e finalmente si respirava un’aria più fresca.
La ragazzina si era gettata a capofitto negli incontri in palestra per sopprimere il pensiero di lui.
Tracey le era sempre accanto e notava il suo dolore scolpito sul suo viso e visibile nei suoi occhi. Ma sapeva che non poteva fare nulla per poterle andare incontro.
< Questo sabato ci sarà la festa del Tanabata, che ne diresti di venire con me e Daisy >
< Ma Tracey è una festa per innamorati, vi sarei solo d’intralcio >
< Invece farebbe piacere sia a me che a tua sorella. >
< Mancano ancora tre giorni al 7 luglio. >
< Preparati psicologicamente allora > sorrise.
< Avrei bisogno di ben altro che una stupida festa >
< il Tanabata è il giorno in cui ai due innamorati fu concesso di vedersi. L’unico in un anno solare, può darsi che incontrerai anche tu qualcuno >
< Dovrei festeggiare il Tanabata lontano da qui >
< Possibile che non fai altro che pensare a lui. Sei così carina e miliardi di ragazzi pagherebbero per uscire con te e tu puntualmente rifiuti ognuno di loro >
< Prenderei in giro loro e me stessa. Non sono ancora pronta >
< E allora vedi di darti una mossa, non puoi aspettarlo in eterno >
< Io, io non sto aspettando lui >
< Ma piantala e ammettilo almeno. Del resto non sai neanche lui cosa provi per te. Hai mai pensato che forse stai solo sprecando il tuo tempo >
< Sprecando il mio tempo? >
< Aspetti il suo ritorno, ma se lui non ricambiasse i tuoi sentimenti? >
< Mi stai facendo male Tracey >
< Devi metterlo in conto. Cerca di voltare pagina e svagati. Non aspettare Ash >
< Ma io, io lo > si accasciò in terra e prese a piangere. Il ragazzo si rese conto che aveva alzato un po’ i toni e aveva esagerato.
< Scusami non volevo, solo che non riesco più a vederti in queste condizioni. Vorrei rivedere il tuo sorriso sincero sulle tue labbra > le porse un fazzoletto.
< Il mio sorriso è rimasto lì con lui. La mia anima è rimasta lì persino il mio cuore. >
La ragazza corse via, lasciandolo lì impalato senza consentigli di replicare. Si chiuse in camera e diede sfogo alle sue lacrime.
Quelle parole le avevano trafitto lo stomaco.
 
 
 
Quando il ragazzo uscì dalla palestra mostrò entusiasta l’ottava e ultima medaglia appuntata sul petto. Sul suo volto apparve un enorme sorriso.
< Ce l’ho fatta! Si! Lega del Pokemon sto arrivando >
< Ash sono così fiera di te. Hai ottenuto le otto medaglie davvero in un tempo brevissimo e ora finalmente potrai realizzare il tuo sogno >
< Già Lucinda. E devo ringraziare te e Brock che mi siete stati sempre accanto >
< Ecco io > arrossì.
Il ragazzo maggiore notò il rossore sulle sue guancia, del resto già da tempo aveva capito i sentimenti di Lucinda nei confronti di Ash.
Il ragazzo non riusciva a smettere di sorridere. Poi di colpo gli venne in mente lei.
Andare alla lega significava anche rivederla.
Finalmente.
Si portò una mano al petto. Il cuore gli batteva all’impazzata e non riusciva a capirne il motivo.
< Allora Ash sei pronto per partire >
< Si partiremo subito >
Il suo Pokemon giallo gli salì sulla spalla e presero a guardare nella stessa direzione.
 
 
Lucinda era completamente assente. Ash le era grato per essergli stato accanto per tutto il viaggio.
Lei lo aveva fatto con piacere. Stargli accanto era la sua priorità.
Si sentiva una stupida ad arrossire ogni volta che lui aveva una parola carina per lei e ancora più stupida quando balbettava e non riusciva a mettere assieme due parole di senso compiuto.
< Perché non gli parli >
< Come? >
< Mi riferisco ad Ash. Fino a quando hai intenzione di tenergli nascosto i tuoi sentimenti >
< Brock? Cosa stai dicendo? >
< Non fingere con me Lucinda, guarda che ho capito tutto da tempo >
< Direi che se ne sono accorti tutti tranne lui > sospirò.
< Non prenderla a male, Ash non è molto attento a quello che gli accade intorno. Ora nella sua testa vi è solo la realizzazione del suo più grande sogno. Ci sarà tempo per i sentimenti, ma se non gli parlerai lui non potrà mai capirlo. >
< Ho troppa paura. Paura di rovinare tutto >
< E ti accontenti solo della sua amicizia? >
< Per ora si >
< Sei davvero una cara ragazza > le sorrise teneramente e lei ricambiò.
 
 
La folla era asfissiante. Gente in kimono ovunque. Bancarelle con Yakitori ovunque, e profumo di Dorayaki assiduamente presente nell’aria.
La festa del Tanabata era una delle più amate dai cittadini di Cerulian e persone da luoghi lontani accorrevano per prenderne parte.
La ragazzina dai capelli rossi era riuscita finalmente a crearsi un piccolo spazio tra la folla. Non capiva ancora come aveva fatto a cedere alle insistenze di Tracey. Ci aveva provato fino all’ultimo secondo e alla fine aveva indossato un Kimono color pesca ed era uscita con loro.
< Misty devi assolutamente assaggiare questi Dorayaki, sono una vera delizia >
< Magari più tardi Tracey, ora non ho molto appetito >
< Ma tra un po’ ci saranno i fuochi d’artificio >
< Credo che salterò quella parte della festa, anzi si è fatto tardi, io torno a casa >
< Aspetta. Benedetta ragazza > si rassegnò.
La ragazza finalmente riuscì ad allontanarsi da quell’ammasso di persone. Riusciva a respirare un po’ d’aria fresca e rilassò i nervi.
Era da tempo che non prendeva parte ad una festa.
L’ultima fu con Ash.
Erano al promontorio. Quel luogo era infestato di Pokemon fantasma. Sorrise all’episodio di Brock innamorato di quel Gastley nelle sembianze di quella ragazza. Poi d’improvviso arrossì.
La sera di quella festa aveva ballato con Ash.
Il contatto con lui era ancora vivo nella sua testa e presente nei suoi sensi. Rabbrividì.
Nonostante il caldo afoso.
<  Sarei disposta a qualsiasi cosa pur di rivederlo. Qualsiasi cosa. Qualsiasi. > cominciò sospirare tra sé e sé. Come una preghiera invoca agli dei.
Proprio in quel momento una vecchia signora le si era avvicinata. Nel vederla Misty sobbalzò
< Non volevo spaventarti mia cara. Ero preoccupata per te. Cosa ci fa una così bella ragazza tutta sola durante una festa così bella? >
< Veramente non ci trovo proprio nulla di bello in questa stupida festa >
< Dici così solo perché non hai ancora incontrato l’amore >
< L’amore? >
< Dai tuoi occhi si legge chiaramente che stai soffrendo per un ragazzo. Piccola mia nessuno potrebbe resistere a degli occhi belli come i tuoi >
< Lui non sa nulla dei miei sentimenti >
< Forse non lo sa ancora, ma non ci metterà molto ad accorgersene >
< Sarà >
< Se sei davvero disposta a qualunque cosa vedremo come ti comporterai >le posò una mano sulla spalle.
Al contatto venne percossa da brividi di freddo.
Quella strana vecchietta aveva mani fredde come il ghiaccio, nonostante i trenta gradi di quella serata.
La vide allontanarsi e svanire nel nulla.
Così come era apparsa allo stesso modo sparì.
Misty decise di fare rientro, ma quando fece per alzarsi ebbe un tremendo capogiro.
La vista le si annebbiò.
Nella sua mente solo il viso di Ash e di quella strana donna.
Cadde a terra.
Priva di sensi.


Angolo dell'autrice:
Il primo capito si è concluso qui, ho provato ad utilizzare un tipo di scrittura diverso dal solito e cercare di essere meno pesante e basarmi più suidialoghi, spero che apprezzerete. A presto. Giapponesina
  
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