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Autore: BeatriceNataliePrior    04/02/2014    3 recensioni
"I'll come back, when you call me
no need to say goodbye."
L'amore può davvero essere sporco? Spaventare a tal punto da spingere due persone a rinnegarlo?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Pevensie, Peter Pevensie, Susan Pevensie
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
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 Just because everything's changing Doesn't mean it's never Been this way before
-Susan? Va tutto bene. Non devi piangere…- Lucy presa delicatamente fra le piccole dita affusolate il dolce viso rigato dalla lacrime della sorella, accarezzandole con l’altra mano le guance, in un gesto che riusciva bene solamente a lei.
L’avvicinò un po’ di più a sé, facendole posare la testa sulla propria spalla: solitamente funzionava con Susan, ma questa volta sembrava non voler cessare di piangere. -Va tutto bene.- Ripetè, con tono sempre meno convinto.
Come avrebbe fatto, ora, ad aiutare sua sorella maggiore? Lucy non era abituata a quel tipo di situazione, solitamente Susan era sempre quella calma e controllata. “Ho tutto sotto controllo”, era la sua frase.
-H-ho tutto sotto controllo, Lucy, davvero. Questa volta ho tutto sotto controllo.- -La sai una cosa, Susan?- Sussurrò Lucy, sfiorandole una ciocca dei capelli scuri che tanto amava della sorella.
-Tu e cupido siete identici … avete entrambi il vizio insistente di lanciare frecce e far innamorare le persone fra di loro, ma quando sbagliate mira e vi colpite –innamorandovi a vostra volta- diventa la fine…-
Susan alzò lo sguardo, con gli occhi rossi spenti.
-Ma con lui è sbagliato! E’ una cosa sbagliata, e io…-
-Da quando l’amore è sbagliato, Susie?-
Per un secondo la ragazza parve esitare, sorpresa dallo sfondo di verità delle parole della sorella: era dunque possibile che quell’amore fosse tutto tranne che sporco? Che i suoi occhi, colorati da mille sfumature di azzurro, potesse farle più bene che male? Scosse la testa, portando le mani alla testa, quasi volesse tirar fuori quei pensieri e fargli sparire, sbagliati com’erano.
-No! No! Lucy, no! E’ sbagliato, è sporco! Non esiste, Lucy, non esiste!-


-- C’erano una volta quattro fratelli, Peter, Susan, Edmund e Lucy. Peter il Magnifico, Susan la Gentile, Edmund il Saggio e Lucy la Valorosa. C’era un’altra volta il Magnifico e la Gentile. Legati dal filo rosso del destino, e schiavi del fato. Piegati al volere delle freccie di cupido, e succubi della profondità dei loro sentimenti. --


-Tu ti sei mai innamorato?-
La domanda di Susan sorgeva spontanea al fratello Peter, mentre sedevano a gambe incrociate sull’erba fresca del giardino del Castello.
-Non lo so. Tu?-
-Come fai a non saperlo?-
L’insistenza era del tutto fuori dal normale, per lei, e per questo Peter aggrottò le sopracciglia, circondando le ginocchia con le braccia, appoggiando il mento su di esse. -Non lo so, Susie. Non lo so. Tu?-
Riprese, diventando più insistente della sorella. “Sorella”, pensò lui, con un buco al cuore.
-Sì. Penso di essermi innamorata.-
-E allora com’è? -
Susan si voltò verso di lui, con un nodo in gola e le mani che le sudavano dall’emozione.
-L’amore ha il colore dei suoi occhi, e il profumo dei suoi capelli: ha la delicatezza di quando mi sfiora.-
-E il sapore delle sue labbra?-
-Eh?-
Peter sospirò silenziosamente, sollevato.
-Dunque non l’hai mai baciato?-
-Non credo che sia una cosa possibile.-
Sussurrò lei, in un soffio.
-Dimmi il suo nome.-
-Cosa?-
-Come si chiama.-
Insistette lui, questa volta voltandosi a guardarla fisso negli occhi: lo sguardo fermo, il tono sicuro ma allo stesso tempo spaventato, come di chi ha paura della risposta ma vuole saperla comunque.
-Non capiresti.-
E non capirebbe. Lui non capirebbe, Lucy non capiva, Edmund non capiva, tutti non capivano. I suoi genitori non avrebbero capito, lei stessa non avrebbe capito. Avrebbe esitato, si sarebbe spaventata, non avrebbe goduto nulla di quell’amore.
Appunto perché era proibito, talmente tanto da terrorizzarla.
Si avvicinò quel poco che le bastava per osservare meglio il suo viso, divorando ogni piccolo dettaglio che le si presentava davanti: a partire dagli zigomi definiti, le labbra rosa, il naso dritto e le guance rosse.
E gli occhi. Quei dannatissimi occhi. Qualcuno una volta le disse che gli occhi sono lo specchio dell’anima, e riflettono tutto, a partire dalla nobiltà della persona stessa. -Susan? Ti sei imbambolata?-
Scherzò lui, con una nota di terrore. Le labbra asciutte e la gola secca, sintomi che apparvero in entrambi i loro volti, nascosti a metà dal buio della notte.
-Se lo faccio… Soffriremo. Non possiamo fingere che non sia successo nulla? Non possiamo ignorare tutto e… tornare nelle nostre camere?- -Se lo fai, Susie… - Peter si bloccò, percorrendo con le punta delle dita il viso perfetto della ragazza. -Se lo fai…- E’ come quando d’estate il sole è piacevolmente caldo, e d’inverno non fa poi così freddo ma il cielo è grigio luminoso, non spento. Come la neve candida sulle strane che sfiora quasi con attenzione tutto, ricoprendo le case e le vie, simile ad una coperta. Ecco cos'era il sapore delle labbra. La delicatezza, l'attenzione, la dolcezza, il dolce saper dare. È quando due respiri si uniscono e diventano uno. Così dicono gli scrittori. Ma in quel momento lui capì che bacio significa soffiare l'anima in un corpo perchè viva.
  
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