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Autore: lillylilly    04/02/2014    0 recensioni
“Lei pensa così perché è un galantuomo, una persona per bene”, dice Antonio Bonocore al tipografo Lo Turco.
È vero. Il tipografo Lo Turco è una persona per bene. Lo affermiamo senza difficoltà.
Ma anche i ragionieri Casoria affermano: “Come osa? Io sono una persona per bene!”.
E nessuno osa contraddirlo. Almeno apertamente.
Siamo tutti persone per bene.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia vita è stata condizionata dall'essere stata circondata da persone invidiose, gelose e morte di fame. Intendiamoci, non morte di fame economicamente, ma avidi ed invidiosi per quanti soldi e cose potessero avere.
La famiglia di mio zio Giulio, o meglio della moglie Radaele, con l'unica eccezione del figlio Carmelo, doveva sempre stare "n' coppa".
Di loro ho sempre pensato, ma guarda un po' questi, loro tengono 100, tu hai 1, sono gelosi dell'1 che tieni tu.
.
Poi c'è la famiglia di zio Furio e sua moglie Susanna. Sono ancora più feroci, anche se lo dissimulano meglio. Sono abituati a fare da parassiti, volendo appropriarsi gratis di quanto appartiene ai fratelli (di Furio). Inoltre sono cattivi, Furio gode quando fa del male. Ho per caso trovato una teoria psicologica che a mio avviso si adatta perfettamente a lui. L'ho sintetizzata in http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2273791&i=1 .
In questo bel quadro si è aggiunto mio fratello maggiore. Fagocitato da altre tre morte di fame di Roma , è diventato in tutto simile ai cugini e zii. Già aveva una certa predisposizione in verità.

 
 
La persona invidiosa, la persona gelosa è una persona amara: non sa cantare, non sa lodare, non sa cosa sia la gioia, sempre guarda ‘che cosa ha quello ed io non ne ho’. E questo lo porta all’amarezza, un’amarezza che si diffonde su tutta la comunità. Sono, questi, seminatori di amarezza. E il secondo atteggiamento, che porta la gelosia e l’invidia, sono le chiacchiere. Perché questo non tollera che quello abbia qualcosa, la soluzione è abbassare l’altro, perché io sia un po’ alto. E lo strumento sono le chiacchiere. Cerca sempre e vedrai che dietro una chiacchiera c’è la gelosia e c’è l’invidia. E le chiacchiere dividono la comunità, distruggono la comunità. Sono le armi del diavolo.


Commenti.
Già, e perchè mi sono messa a diffondere questa storia aggregandomi agli esperti del pettegolezzo, gelosi e invidiosi? La prima volta perchè Poldo la smettesse di firmare tutto quello che lo zio gli presentava, ma forse è stato inutile. Poldo ha iniziato ad essere più prudente quando ha visto che le sue firme non erano 'gratis'. Si è trovato in tribunale anche lui. La seconda volta, perchè arrivati in spiaggia dove era anche Poldo, una giovane signora sua amica fece la faccia divertita e scandalizzata dicendo "Ma non si vergognano?". E di cosa ci dovevamo vergognare? Capii che Poldo aveva sparso come sempre le sue menzogne gratuite. A quel punto mi sono messa a raccontare. Altro errore. Non bisogna mai smettere di essere se stessi. I pettegolezzi lasciamoli ai professionisti delle chiacchiere.

Il mio parroco ha detto:Non li pensate. C'è gente che pensa solo ai soldi.
E' la maggioranza direi.
Non dovrei dirlo, ma lo aggiungo. Mio marito dice che da questa storia ha scoperto quanto fa schifo la famiglia Landri.
Un'altra cosa: non credete alle lacrime di coccodrillo del sig.Furio e Co: è tutta scena. Non ha pietà, compassione o affetto per nessuno. Esiste solo lui ed i suoi interessi. Pretende di giocare sui buoni sentimenti del prossimo per far credere che è cambiato e farsi riaccogliere, ma è sempre solo un bluff per raggiungere i suoi scopi. E continuare come prima.  
Sapete che ha detto mio fratello quando ho lamentato che non stavo bene nel momento in cui il suo unico interesse era andare dal notaio a leggere il testamento del genitore? "Va bene, se muori dobbiamo solo dire al notaio che l'asse ereditario va aggiornato".
Come fa una persona sensibile a stare bene quando è circondata da tanto affetto?
Ma poi di che mi meraviglio? E' l'esperienza che fa il protagonista di "Le voci di dentro". Il fratello aspetta che lo arrestino per spogliarlo di quel poco che tiene. 
Mi è capitato di rileggere "Questi fantasmi" di Eduardo De Filippo. Mi ha colpito il personaggio del portinaio. L'avevo dimenticato. Il portinaio avverte il nuovo inquilino che nel palazzo spariscono degli oggetti, imputandone la responsabilità ai fantasmi. Gli intima di non protestare e soprattutto niente denucie, altrimenti mazzate, calci e spinte.
Mi ha fatto ripensare ai miei ineffabili vicini. Dopo 5 anni di ruberie sotto varie forme nell'amministrazione condominiale, sono stata così incauta da dire "Mo' basta". Non l'avessi mai fatto. Calci, mazzate, spinte, dispetti oltre che carte bollate e false testimonianze.
Mai toccare un diritto acquisito.
 
Lilly
Consentitemi questa esternazione tardiva.
Poco dopo il mio matrimonio, scoprii di non essere battipagliese.
Mi capitò di riferire a mia madre alcuni atteggiamenti peculiari dei miei nuovi vicini. Un'attenzione morbosa a come avevamo ristrutturato l'appartamento, alla mobilia. E se vedevano qualcosa di loro gusto o di qualità, mostravano gelosia, come se avessimo levato loro qualcosa.
Mia madre mi... confidò: "Quando ci trasferimmo a Battipaglia (mia madre si trasferì a Bpaglia con la famiglia a 18 anni), mia sorella sbottò: "Ma dove mi avete portato! Qui parlano solo di soldi! Io me ne vado dai nonni ad Agropoli." Mia madre mi illustrò meglio che con "parlare di soldi" nella Bpaglia del boom intendeva che i discorsi erano del tipo: "quello tiene questo, quello tiene quest'altro".

 
  
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