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Autore: Ari Youngstairs    04/02/2014    10 recensioni
Raccolta di one shot su Jace ed Alec, piccoli Missing Moments, Slice of Lives, che trattano di momenti della loro infanzia. Abbiamo già trovato un'Isabelle molto tosta, un talentuoso Jace e un Alec innamorato del proprio Parabatai. Ma vi siete mai chiesti...come sia successo? Come hanno fatto due anime così diverse, a volersi unire indissolubilmente per tutta la vita?
[Ogni OS racconta un avvenimento accaduto in ordine cronologico, dalla cerimonia Parabatai fino a quella fatidica notte al Pandemonium | Accenni Jalec ]
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Izzy Lightwood, Jace Lightwood
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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The Ceremony 

~ 8 anni prima del Pandemonium ~


 
Alec non si era mai sentito così agitato in tutta la sua vita. 
Ormai era davanti allo specchio da...da quanto? Non lo sapeva più neanche lui, dato che ormai aveva perso il conto di tutte le volte che aveva gettato un'occhiata all'orologio: la cerimonia sarebbe stata alle sette.
Si ripeté per l'ennesima volta di stare calmo, ma nonostante ciò, l'agitazione e l'ansia continuavano a divorarlo. 
Chissà se anche Jace era agitato così come lo era lui...infondo, stavano per diventare Parabatai, e una volta disegnata la runa, non sarebbero più tornati indietro.
Suo padre non aveva potuto raccontargli nulla della cerimonia, apparte il fatto che sarebbero dovuti andare nella città di ossa per incontrare i Fratelli Silenti. Dopo di che, lui e Jace sarebbero dovuti restare da soli nelle loro fredde, gelide e innaturali mani senza unghie.
Chissà se avrebbe fatto male...ma questo per Alec era un pensiero superficiale, in confronto a ciò che sarebbe successo dopo. 
Lui e Jace sarebbero rimasti vincolati l'uno all'altro per tutta la vita, senza eccezioni, senza distanze.
Era tremendamente emozionante tutto ciò..."chissà se lui prova lo stesso", pensò prima di guardare nuovamente l'orologio appeso alla parete della sua stanza: mancavano poco più di dieci minuti.



Jace prese l'asciugamano e se lo avvolse intorno alla chioma bionda e fradicia d'acqua.
Si vestì con la tenuta da cacciatore che trovò pronta sul suo letto, nera e potente: era la prima volta che la indossava, eppure era tremendamente comoda e familiare, come se la usasse da anni.
Lanciò via l'asciugamano e si infilò un paio di stivali in pelle color pece, poi si diresse verso il grande specchio adagiato accanto all'armadio semi vuoto.
Sembrava più grande di quanto fosse in realtà, con i capelli scompigliati a coprirgli gli occhi dorati, gli abiti color petrolio, la runa della precisione che gli si intravedeva sul collo...si stupì di se stesso.
"Manca il tocco finale"
Aprì l'armadio ed estrasse quello che era l'ornamento fondamentale di ogni Nephilim: una cintura in cuoio da cui pendevano diverse armi corte ed affilate, pugnali, manici...e lo stilo, simile ad un bastoncino nero come tanti.
Dopo essersela avvolta intorno alla vita, si avviò fuori dalla camera e si diresse in giardino, dove Robert e Alec lo stavano aspettando.



Il vento frusciava lieve tra le lapidi del cimitero, rendendo l'atmosfera ancora più spettrale e inquietante.
Le foglie dai colori infuocati che scricchiolavano sotto i loro piedi confermavano la stagione appena arrivata, gelida e gonfia di nuvole scure come al solto.
Robert teneva per mano i due bambini, rassicurandoli sul fatto che non dovevano aver paura dei fratelli silenti: una volta erano Shadowhunters come tanti altri che avrebbero dovuto soltanto effettuare la cerimonia, non era nulla di che...ma non era facile per entrambi.
Infondo, non erano altro che due bambini che stavano per legarsi l'uno all'altro, e lo avrebbero dovuto fare sotto gli sguardi assenti di tizi senza occhi e senza labbra.
Quando videro uno dei Fratelli avvicinarsi, entrambi si nascosero dietro il corpo robusto di Robert, che sorrise divertito.
«Avanti ragazzi, non dovete aver paura di Fratello Zaccaria...vi accompagnerà lui. Forza, fatevi vedere»
I due bambini si sporsero, potendo vedere il volto del Fratello Silente che si stagliava imponente davanti a loro...non era affatto come se lo erano immaginato. Lui li aveva gli occhi, di un bel colore argento che scintillavano anche senza nessuna luce a illuminarli. E poi, da sotto il cappuccio della lunga tunica grigia che indossava, riuscirono ad intravedere un timido sorriso, caldo e rassicurante.
«Io rimarrò qui» Dichiarò Robert «Quando uscirete sarete...speciali».
Jace e Alec non capirono il significato di quell'aggettivo, ma più in assoluto, non volevano che loro padre li lasciasse in balia di quelle strane persone. 



Quando l'uomo li prese per mano, entrambi riuscirono a percepire il calore flebile che emanava. Ma era davvero uno dei Fratelli Silenti che temevano tutti?
Arrivati davanti ad una grande inferriata, fratello Zaccaria l'aprì rivelando una rampa di scale vecchie e smussate, che permettevano l'ingresso alla città.
Subito vennero travolti dall'odore di sangue stantio che imbrattava le pareti, ma quella strana sensazione venne subito repressa dall'emozione di ritrovarsi nella stanza delle cerimonie: era piuttosto grande, la spada dell'angelo pendeva dal soffitto, come per ricordar loro quanto fossero deboli senza di lei...e per finire tutti i Fratelli, seduti lungo le pareti della stanza su dei alti troni di pietra.
Zaccaria lasciò le loro mani per unirsi agli altri Fratelli, che cominciarono a intonare una melodia cupa e profonda, che saliva di intensità ogni secondo che passava.
I due estrassero gli stili, le cui punte scintillavano come stelle. Era il momento di disegnare la runa.
Alec vide Jace alzarsi la manica del braccio sinistro, scoprendo la pelle ambrata della spalla. Lo imitò, tentando di ignorare la melodia inquietante e potente dei Fratelli.
Lui e Jace, a casa, avevano provato quella scena almeno un centinaio di volte.
"Stai calmo", si ripeté il moro. "Pensa soltanto a disegnare bene la runa".
 Sentì il bruciore dello stilo sulla propria spalla come un ago di fuoco.
Anche Jace sembrava avere difficoltà: essere tatuati e tatuare nello stesso momento richiedeva una resistenza e una concentrazione assoluta.
«Dite il giuramento» Dissero all'unisono i Fratelli Silenti, con una voce roca e profonda che avrebbe fatto accapponare la pelle a chiunque.
I due alzarono lo sguardo, incatenandolo l'uno all'altro: oro contro zaffiro. 
Presero un lungo respiro, preparandosi a dire il giuramento all'unisono, poiché sarebbe stato proprio quello a sigillare la runa sulla pelle di entrambi, ancora calda e fumante come brace.
« Dove andrai tu andrò anch’io; dove morirai tu morirò anch’io, e vi sarò sepolto: l’Angelo faccia a me questo e anche di peggio se altra cosa che la morte mi separerà da te. »
Le rune parabatai esplosero di luce, i due fratelli caddero sulle ginocchia, senza respiro, e si presero per mano un attimo prima di svenire.



Alec si risvegliò nel suo letto, con la testa che sembrava voler esplodere da un momento all'altro per il dolore.
Notò che aveva il braccio fasciato, ma nonostante le bende, il suo sangue aveva macchiato il lenzuolo candido.
Cercò di ricordare cosa fosse successo, tentando di ignorare il dolore che gli martellava la testa: la melodia dei Fratelli Silenti, il bruciore dello stilo sulla pelle, gli occhi di dorati di Jace e la sua mano, mentre stringeva la sua. E poi il buio.
Guardando l'orologio si accorse che aveva saltato la cena, e anche che era notte fonda.
La porta della stanza si aprì abbastanza da lasciar intravedere una chioma bionda scompigliata, che nascondevano un piccolo naso e un timido sorriso.
«Posso entrare, Alec?»
«Si, entra pure»
Jace fece il suo ingresso nella stanza, e Alec non si sorprese nel vedere che anche lui aveva il braccio fasciato e sporco di sangue.
Sapevano che all'inizio si sarebbero sentiti così...deboli, ma sapevano anche che sarebbe durato poco, prima che riacquistassero le forze.
«Da quanto sei sveglio?» chiese Jace sedendoglisi accanto.
«Da adesso...» il moro gli fece posto nel letto, e nonostante questo fosse piuttosto stretto, i due stavano senza problemi sotto le coperte leggere. 
«Fra poco saremo fortissimi» esultò il biondo spalancando le braccia «Però Maryse ha detto che dovremmo riprenderci, prima di diventare VERI Parabatai...» sbuffò.
Ad Alec venne da ridere, perché sapeva quanto Jace fosse impaziente, e doveva ammettere che anche lui non vedeva l'ora di provare la nuova runa.
«Allora, tanto vale fare una dormita» Constatò il moro tirandosi su le coperte fino al naso. Entrambi si accorsero di essere stanchissimi dopo tutti gli avvenimenti di quella giornata, che aveva legato indissolubilmente le loro vite.
«Buona notte, Parabatai» 

 





Angolo Autrice
Eccomi qua con la mia prima multi capitolo!
Era una vita che desideravo scriverla, e finalmente ci sono riuscita. Spero che vi piaccia, non sapevo come iniziare e mi son detta: "Perchè non con la loro cerimonia da Parabatai?"
Spero che sia di vostro gradimento, dato che io adoro il legame Parabatai Alec+Jace.
Sareste così gentili da lasciare una piccola recensione? Se si, vi ringrazio di cuore .
Alla prossima!
   
 
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