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Autore: Verdeirlanda    04/02/2014    2 recensioni
**Beatrice ammirava il cielo con la bocca quasi spalancata,e sorrideva ad ogni stella che vedeva cadere.
A un certo punto prese la mano di Zoroastro: "Hai visto Zo? Le vedi? Sono bellissime!"
Il ragazzo si girò verso di lei che ancora fissava il cielo e sorrideva a quelle stelle cadenti, e sorrise anche lui: "Sì, sono davvero bellissime Bea."
Strinse forte la mano della ragazzina nella sua e tornò a guardare in alto, da dove piovevano le stelle.**
Tutto era iniziato così, in una notte d'estate.
Molti anni dopo Beatrice, suo fratello Leonardo e il loro più caro amico Zoroastro si troveranno ad affrontare eventi di cui non avrebbero mai potuto immaginare né l'arrivo nè l'entità.
Entreranno in contatto con antichi misteri e dovranno fare i conti con le trappole e gli intrighi orditi da Riario,
Leo dovrà lottare per giungere alla verità, Bea e Zo per aiutarlo rischieranno di perdere molto, ma non il sentimento celato che il lega da sempre, da quella notte.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Girolamo Riario, Leonardo da Vinci, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zoroastro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Due anni dopo.


"Così domani parti per Parigi." disse Beatrice.
"Sì. Ormai ci siamo. Secondo te faccio bene? Ho ancora dei dubbi..." rispose Leonardo.
Mesi prima gli avevano offerto un cospicuo mensile e la possibilità di realizzare qualunque progetto e opera d'arte nella capitale francese, e lui, dopo averci riflettuto, aveva accettato.
I due Da Vinci erano al parco, seduti sulle panchine di fronte allo stagno.
"È una grande occasione, hai fatto bene ad accettare, restare a Ferrara era diventato difficile per te, lo leggevo nel tuo sguardo. Non solo perché ti ricorda Lucrezia, ma anche perché hai bisogno di creare e inventare come hai bisogno di bere e mangiare, forse di più. 
Ma mi mancherai, questo lo sai no?" gli sorrise Beatrice, Leonardo le mise un braccio attorno alle spalle e la strinse.
"Ma ti scriverò, sempre, ti ammorberò con le mie lettere." disse Beatrice asciugandosi una lacrima.
Leonardo rise: "Ci conto! Anche io ti scriverò."
Beatrice lo guardò: "E Matteo? Cosa ha deciso di fare?"
Leonardo aveva comunicato al figlio la notizia, gli aveva detto che poteva scegliere se andare con lui oppure restare con gli zii e i cuginetti, che era giusto che fosse lui a decidere.
"Ha deciso. Vuole rimanere qui."
"E ti dispiace?"
"Mi mancherà, ma credo sia un bene che resti con voi. Io dovrò lavorare, e mi conosci, quando sono preso da un progetto non ho tempo per altro. Io voglio che Matteo cresca in una famiglia che sia sempre presente per lui. Non è giusto sradicarlo, allontanarlo dall'amore che lo ha circondato da sempre. Grazie a questo ha superato la morte della mamma...Mi mancherà, ma il suo bene viene prima di tutto. E poi gli ho già detto che vi manderò i soldi per farlo venire a Parigi a trovarmi." rispose Leonardo.
Beatrice annuì: "È un'ottima idea."
Rimasero in silenzio, abbracciati, a guardare la luce dorata del sole che accarezzava l'acqua del laghetto. Sapevano che questo era un addio, per entrambi era chiaro che non si sarebbero visti mai più.
Bea appoggiò la testa sulla spalla di suo fratello: "Realizza grandi cose a Parigi. Rendi grande il nome dei Da Vinci. E sii felice, perché te lo meriti fratellone, lo meriti tanto."



15 anni dopo.


"Maestro, c'è qui una ragazza per Voi." 
"Aspettavo una ragazza?" chiese Leonardo con lo sguardo rivolto al suo dipinto.
"Non lo so Maestro, forse è un'aspirante modella..."
"Va bene, va bene Louis, falla accomodare."
Leonardo continuò nel suo lavoro, non si girò nemmeno quando sentì i passi delicati della ragazza e il suo doppio tossire per attirare l'attenzione.
"Dunque, siete un'aspirante modella suppongo. Non ricordavo di averne richieste ma con tutto il lavoro che ho...ad ogni modo, spogliatevi." disse Leonardo sempre intento a mescolare i colori.
"Non ci penso proprio a spogliarmi!" rispose la ragazza.
"È così che funziona dolcezza, adesso vanno i nudi di belle ragazze..."
La ragazza gli rispose: "Quando mai il nudo non è di moda?"
Leonardo sbuffò: "Sentite, se non volete spogliarVi direi che potete andare..." si voltò, e rimase di sasso.
La ragazza ridacchiò, una risata squillante: "Accidenti, Parigi ti ha proprio invecchiato zio!"
"Aurora!" Leonardo corse ad abbracciarla "Mio Dio! Ma sei cresciuta, e sei bellissima! Che sorpresa!"
"Sono così felice di rivederti zio!" disse lei.
"Ma cosa ci fai qui?" chiese lei.
"Siamo venuti a trovarti."
"Siamo?"
"Sì, siamo!" nella stanza entrarono due ragazzi, alti e sorridenti.
Leonardo era commosso: riconobbe subito Matteo e Simone.
"È un giorno speciale!" disse dopo averli abbracciati "Festeggiamo, stappo una bottiglia!"
Mentre brindavano Leonardo li osservò: Matteo lo aveva visto l'ultima volta alcuni anni prima, come promesso aveva fatto in modo che il figlio potesse andare a trovarlo, anche se non quanto avrebbe voluto, e più cresceva più si notavano delle somiglianze con Lucrezia nonostante da bambino fosse stato più simile a Leonardo; Simone era il ritratto di Zoroastro, stessi ricci scuri, stessa pelle abbronzata, ma gli occhi era in maniera indiscutibile quelli verde scuro di Beatrice; Aurora era diventata molto bella, con gli occhi neri del padre e i capelli rossi, dei riccioli ribelli, e il sorriso caldo di Beatrice.
"Sono davvero felice...come stanno Beatrice e Zoroastro?"
"Stanno bene, li conosci, due inguaribili piccioncini." scherzò Simone "Sono tornati a Vinci dopo la morte del nonno, vivono lì."
"E voi, cosa vi porta a Parigi?" chiese Leonardo.
Matteo prese la sua sacca e vi estrasse il Libro delle Lamine: "La zia ci ha dato questo mesi fa. Ha detto che era il momento di raccontarci molte cose."
"Sappiamo che avventura avete vissuto. E che ruolo ci compete." disse Aurora.
Leonardo lo prese, era emozionato: "E cosa volete fare? Potete scegliere, lo sapete vero? Non siete obbligati a..."
"Vogliamo farlo." disse Simone "Ne abbiamo discusso, e abbiamo deciso di accettare il compito che ci è stato assegnato. Leggeremo il Libro delle Lamine, e ci impegneremo a migliorare il mondo. Saremo coraggiosi come lo siete stati voi."
Leonardo sorrise: "Sono fiero di voi ragazzi." 
Passarono il pomeriggio a raccontare aneddoti, ad aggiornarsi su quanto avevano fatto in quegli anni.
"Le conosco certe vostre marachelle." disse Leonardo ridendo "Vostra madre me ne ha parlato nelle sue lettere."
"A proposito!" esclamò Aurora "La mamma mi ha dato questa per te." dalla sua sacca prese una busta.
Era una lettera di Beatrice.
Leonardo la aprì emozionato, ed iniziò a leggere.

"Caro Leonardo, 
immagino la tua felicità nel vedere i nostri ragazzi.
Sono cresciuti, e sono davvero speciali, credimi.
Ti avranno sicuramente già detto che ho parlato loro del Libro, ho raccontato la nostra avventura, i momenti tristi e quelli felici, ho spiegato quale destino è in serbo per loro.
Come ti ho detto sono speciali, e hanno deciso di accettare l'arduo compito che li aspetta.
Non so per quanto rimarranno a Parigi, quello che so è che da lì inizieranno a viaggiare, inizieranno la loro avventura per cambiare il mondo.
Anche se è per una buona causa mi è difficile separarmi dai miei cuccioli, a Zo e a me mancheranno tanto.
A proposito, Zo ti saluta, non vuole che te lo dica ma gli manca molto il suo migliore amico.
Come a me manca il mio fratellone.
Ti ho pensato tanto in questi anni, ho ripensato ai bei momenti passati insieme da piccoli, ho ripensato a tutto l'amore che abbiamo condiviso, e che condividiamo ancora nonostante la lontananza.
E ho ripensato a quella notte di agosto in cui andammo a vedere le stelle cadenti, per me tutto è iniziato in quella radura. 
Forse siamo davvero figli della terra e del cielo stellato, siamo davvero legati da qualcosa di così grandioso che non esistono parole per descriverlo.
Un giorno ci rivedremo Leonardo, in un altro mondo e in un altro tempo, e saremo di nuovo tutti insieme, come una volta, e sarà bellissimo.
Ti voglio bene fratellone,
prenditi cura di te, ricorda che mi hai promesso di essere felice.
Un abbraccio forte.
Bea." 

Leonardo si asciugò le lacrime col dorso della mano: "Ti voglio bene anch'io." mormorò.
Si riprese, sospirò e si girò verso i ragazzi: "Forza! Vi faccio vedere la città! Non immaginate quanto sia bella!" 
Condusse figlio e nipoti fuori dal suo laboratorio, in strada, lì incrociarono un ragazzo alto  dai capelli castani.
"Maestro Da Vinci! Domani Vi porto le pelli conciate che mi avete richiesto."
"Ottimo Luc! Ragazzi, lui è Luc, mi rifornisce di diverse cose, tra cui le pellicce." spiegò Leonardo.
"Pellicce?" chiese Aurora.
"Sì mademoiselle, sono anche un cacciatore." le sorrise Luc.
"Luc è un ottimo cacciatore, in particolare è bravo a stanare grandi predatori, chessò, tipo i lupi." disse Leonardo.
"Lupi? Uccidete i lupi?" chiese Aurora colpita.
"Sì mademoiselle, vedete, non ho paura dei lupi." le spiegò Luc. 
Aurora a quelle parole sorrise: "Non è facile trovare persone che non hanno paura dei lupi." 
La ragazza seguì suo zio e gli altri per la strada, ma ogni tanto si voltava per guardare il giovane cacciatore di lupi, e arrossì quando lui se ne accorse e le sorrise.



Maggio 1519

Leonardo si svegliò, era sdraiato sul letto.
Era molto stanco quel giorno, evidentemente si era assopito.
Si stropicciò gli occhi, sbadigliò.
Nella stanza c'era una luce simile a quella del mattino.
"Non posso aver dormito così tanto da arrivare al giorno dopo..." mormorò, si passò una mano sul viso, e rimase colpito.
Le sue mani, di solito rugose e segnate da piaghe e calli, erano lisce, belle, la pelle era rosata e morbida.
Si mise seduto sul letto, si accorse di non essere nel suo appartamento a Parigi. Era nella sua stanza a Firenze, nella bottega del Verrocchio.
Si guardò il corpo, le gambe, si toccò il viso, si alzò e andò velocemente a guardarsi allo specchio.
Quasi urlò per lo stupore quando si vide: non era più un vecchio dai capelli bianchi, era giovane, come quando aveva 25 anni.
Leonardo si guardò attorno, era tutto così surreale.
Poi capì: "Sono morto." bisbigliò.
"È vero, sei morto." disse una voce alle sue spalle.
Leonardo si voltò: "Lucrezia..." 
La donna gli sorrise, si avvicinò a lui, gli accarezzò il viso: "Ci hai messo meno tempo di me a capirlo. Se sei spaventato sappi che è normale."
Leonardo le sfiorò il viso: "Sei bellissima...mi sei mancata tanto..." la baciò.
"Anche tu mi sei mancato." lo prese per mano "Andiamo. Ci aspettano." 
Leonardo la seguì, uscirono in strada, erano in una città, era Firenze e allo stesso tempo non lo era, tutta avvolta da una luce ambrata e calda.
Attraversarono diverse stradine e viuzze, e poi arrivarono a una piazza.
C'era una fontana rotonda, seduti sul bordo c'erano Beatrice e Zoroastro, ridevano.
Leonardo corse da loro, li abbracciò.
"Te l'avevo detto che ci saremmo rivisti..." Bea lo strinse forte.
"Certo te la sei presa comoda...sono anni che ti aspettiamo!" commentò Zo abbracciando l'amico.
Leonardo rise, poi si guardò attorno: "E adesso che facciamo?"
"Proseguiamo il cammino, c'è molto di più oltre questa città." gli sorrise Beatrice "Ti abbiamo aspettato, ora che sei arrivato possiamo andare, tutti insieme."
Leonardo ricambiò il sorriso. 
Si allontanarono, camminarono a lungo, parlando, scherzando, felici come lo erano stati una volta, liberi come non si erano mai sentiti prima, insieme.


Angolo dell'autrice:

È così siano giunti alla fine.
Non ci credo! :D 
Concludere una storia è difficile, mi mancherà aggiungere pagine a questo racconto.
Scrivere questo capitolo è stato bello e triste allo stesso tempo, ma sono contenta del risultato. :)
Spero che la mia storia vi sia piaciuta.
Vi ringrazio tutti quanti per aver letto la mia storia, in particolare Luna Blunoir e Chemical Lady che hanno recensito. ^^
Vedere che il mio lavoro è stato apprezzato è bellissimo!
Grazie ancora!
Ci rivedremo presto con un'altra storia!
Un abbraccio
VerdeIrlanda 




 
  
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