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Autore: DanieleRu    05/02/2014    0 recensioni
Riusciranno Alice e James, due giovani gemelli, a scoprire il segreto che la Sfinge ha in serbo per loro?
Genere: Avventura, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina mi alzai alle cinque del mattino, ma ero già sveglio da almeno due ore. Non riuscivo più ad aspettare, ero impaziente e il tempo non passava. Ce l'aveva con me, più io lo guardavo trascorrere più lui andava lento, incessantemente lento. Mi alzai scattante, saltando dal letto, sveglio come non ero stato mai. Mi avvicinai alla finestra, giusto per sincerarmi che non fosse stato tutto un sogno, ma non sembrava così. Il sole, di un rosso intenso, stava sorgendo proprio in quel momento, più in là, oltre le sponde del Nilo. La polvere del deserto veniva sospinta da un vento leggero e tutto, a quell'ora, era ancora immerso nel silenzio. Sì, ero in Egitto.
Aspettai un'altra mezzora, in silenzio, guardando con ammirazione il fiume che procedeva lentamente verso nord. I giochi di luce che ne venivano fuori erano da mozzare il fiato e il riflesso stesso del sole sull'acqua mi rese ancora più euforico. Non riuscii più ad aspettare, così corsi via, nell'altra camera, dove mia sorella gemella stava ancora dormendo pesantemente. Mi avvicinai, senza fare rumore, ma inciampai sulla sedia, immersa nel buio delle tende serrate e delle persiane tappate. Non si svegliò ugualmente. Mi rimisi in piedi, massaggiandomi il ginocchio, ma il dolore passò subito. Quindi continuai ad avvicinarmi, silenziosamente, fino a quando fui vicinissimo al letto e a mia sorella. Presi tutto il fiato che avevo in corpo e gridai: «Alicee! Svegliati, Alice, svegliati! Alzati, su alzati, facciamo tardi. Dai, dai, alzati. Presto!»
Balzò dal letto per lo spavento e per poco non mi beccai un pugno in faccia.
«James, finiscila! Ma che ora sono?» Guardò l'orologio elettronico sul comodino. «Dai, sono ancora le sei. Dove vuoi andare a quest'ora?»
Feci una faccia implorante, ma sembrava che non mi desse ascolto. Non mi persi d'animo e alla fine riuscii ugualmente a farla alzare, strattonandola e chiamandola.
«Come puoi avere ancora sonno quando stiamo per andare a visitare le piramidi? E la Sfinge.»
«Anch'io sono felice di vederle, ma è ancora presto. Ho sonno.» Sbadigliò. Mia sorella era così. Amava tante cose, il gusto per la scoperta, gli intrighi e i misteri, tutta roba che ci accomunava, ma quando si trattava di dormire non esisteva nulla che potesse scuoterla. Aveva dodici anni, come me, ma era più bassina di me e glielo rinfacciavo spesso. Tutti dicevano che eravamo identici, ma io non riuscivo a notare quella somiglianza. Magari un po' sì, ma solo per i colore degli occhi magari, o la forma del naso. I capelli erano completamente diversi, lei quasi completamente biondi, io più scuri, quasi neri. Ma era mia sorella, le volevo bene.
«Andiamo a svegliarli» dissi indicando la camera dei nostri genitori. Protestarono, ma neppure loro riuscirono a fermarmi e alle sette, infine, eravamo tutti in cucina, a mangiare. Toast, pancetta e del succo di frutta. Finimmo tutti e non rimase neppure una briciola. Ero impaziente e mangiai senza quasi neppure masticare.
«James, stai calmo. Mastica bene, e finisci tutto.»
«Va bene, mamma» dissi tra un boccone e l'altro, ma finii ugualmente in trenta secondi e corsi in camera a vestirmi.
Mezzora dopo eravamo tutti pronti. Dopo due anni finalmente il mio sogno stava per avverarsi, avrei visto la Sfinge dal vivo. L'avrei vista. Il cuore mi batteva a mille e con l'immagine della Sfinge che avevo visto e rivisto su tanti libri e siti internet corsi fuori di casa.
  
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