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Autore: Water_wolf    05/02/2014    22 recensioni
Tutti conoscono Percy Jackson e Annabeth Chase. Tutti sanno chi sono. Ma ancora nessuno sa chi sono Alex Dahl e Astrid Jensen, semidei nordici che passano l'estate a sventrare giganti al Campo Nord.
Che cos'hanno in comune questi ragazzi? Be', nulla, finché il martello di Thor viene rubato e l'ultimo luogo di avvistamento sono gli States.
Chi è stato? No, sbagliato, non Miley Cyrus. Ma sarà quando gli yankees incontreranno il sangue del nord che la nostra storia ha inizio.
Scritta a quattro mani e un koala, cosa riusciranno a combinare due autori non proprio normali?
Non so bene quando mi svegliai, quella mattina: so solo che quel giorno iniziò normale e finì nel casino. || Promemoria: non fare arrabbiare Percy Jackson.
// Percy si diede una sistemata ai capelli e domandò: «E da dove spunta un arcobaleno su cui si può camminare?» Scrollai le spalle. «L’avrà vomitato un unicorno.» «Dolcezza, questo è il Bifrost» mi apostrofò Einar. «Un unicorno non può vomitare Bifrost.»
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Annabeth Chase, Gli Dèi, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache del Nord'
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E, alla fine, ci divertiamo tutti – più o meno

♦Astrid♦
Dopo un’impresa, si narrava ci fosse un grande banchetto in onore dei partecipanti vittoriosi. Mai avrei immaginato che, un giorno, si sarebbe organizzato anche in mio onore. Annabeth, Percy e Nico si erano trattenuti per la notte, godendo di quello spettacolo.
La temperatura non era particolarmente rigida, così, si era organizzata una grande grigliata all’aperto. Su grossi bracieri si cuocevano succulente salsicce, braciole, e anche verdure alla griglia. Nonostante non fosse permessa, i figli di Loki avevano fatto comparire magicamente della birra, che ora scendeva a fiumi. Regnava la confusione, con ragazzi e ragazze che ballavano sui tavoli, incuranti del cibo o degli scivoloni.
Casse sparavano musica a tutto volume, decisamente non il mio genere, ma perlomeno non era solo “rumore”. Il pensiero che, il giorno dopo, avremmo dovuto pulire tutto mi faceva girare la testa. O forse era la birra che avevo accettato. Tutti coloro che avevano preso parte all’impresa sedevano allo stesso tavolo, circondati da altri che si complimentavano, volendo poi sentire le storie di come eravamo scampati a tutti quei pericoli.
Percy rispondeva tra un boccone e un altro. Mi chiesi come facesse quel ragazzo a mangiare così tanto. Einar aveva l’attenzione di tre semidee figlie di Freyja, e se la stava spassando divinamente. Io partecipavo poco alle conversazioni che coinvolgevano Alex, letteralmente preso d’assalto.
Per una volta, le persone mi trattarono come una di loro, senza rivolgermi insulti né troppi complimenti. Ma mi bastava.
A circa metà serata, il tavolo tremò vistosamente. Dei piatti caddero a terra, rovesciando il cibo sull’erba. Tutte le orde trattennero il fiato. Sarah, i capelli biondi sciolti e stampata in volto un’espressione furibonda, calpestò pietanze e rovesciò bicchieri, facendosi strada verso Einar. Le ragazze accanto a lui inorridirono. Sarah sguainò la spada, puntandogliela a qualche centimetro dalla gola. Il figlio di Loki deglutì.
«Buonasera, splendore» salutò, facendo viaggiare il pomo di Adamo su e giù nervosamente.
«Tu» ruggì Sarah. «Hai rubato il mio posto nella mia impresa. Mi hai rinchiuso nel bagno. Mi hai costretta a rimanere al Campo Nord. Hai qualche attenuante, o ammetti di essere uno stronzo bastardo?»
«Ti ho mai detto che ti sta davvero bene, quel taglio di capelli?»
«Hai quindici secondi per scappare. Dopodiché, ti torcerò il collo come una gallina e ti taglierò le palle» minacciò lei.
Einar fece un sorriso forzato.
«Mi dispiace, ragazze, sarà per la prossima volta» si congedò.
Si alzò lentamente, le mani alzate, stando attendo alla lama che non si spostava dalla sua gola. Poi, se la diede a gambe levate. I suoi fratelli scoppiarono a ridere, alcuni lanciarono fischi.
Sarah scese giù dal tavolo con un balzo felino, correndogli dietro come una leonessa decisamente incazzata. Risi al pensiero di quello che sarebbe capitato a Einar, se Sarah l’avesse acchiappato. La festa riprese, come nulla fosse cambiato. Annabeth soffocò un sorriso, bevendo dal suo bicchiere.
Era ancora piuttosto su di giri per il regalo ricevuto, e aveva smesso di guardarmi come se fossi uno scarafaggio e lei uno scarpone da montagna. Rideva alle battute di Percy e intavolava discorsi con noi norreni. I focolari riscaldavano l’ambiente, illuminando il Campo. La Luna brillava fulgida, accompagnata dalle stelle.
A un certo punto, Annabeth si alzò, seguita da Alex. Lo guardai allontanarsi verso la foresta, con la bionda alle spalle. Scomparve nell’oscurità, ma sapevo che quei due si sarebbero parlati. Buttai giù un sorso di birra, che mi risultò ancora più amara.
Improvvisamente, era scomparso il mio appetito. Uno strillo superò il volume della musica, e mi domandai se Sarah avesse messo gli artigli addosso alla sua preda. Mi sembravano passate ere, quando Alex si sedette di nuovo accanto a me. Feci finta di nulla, ignorandolo completamente. Insomma, poteva fare quello che voleva, no? Sbuffai.
«Sono stanca, io vado a dormire» annunciai, alzandomi.
Mi allontanai dalla tavola, stringendomi nel mio giubbotto. La mia camera condivisa era vuota, le mie compagne erano ancora fuori a godersi la festa. La musica giungeva ovattata fin lì. Mi liberai delle scarpe e del cappotto, mi arrampicai sul letto e affondai la faccia nel cuscino.
Inspirai quell’odore, che sapeva di casa e di tutte le notti che avevo passato lì. Ripercorsi con la mente l’impresa, trovando sempre più sorprendente il fatto che fossi ancora viva. Oh, certo, e il ringraziamento di Odino era stato quello di sollevarmi dalla punizione di Hermdor per essere entrata nel Tempio di Thor. Se non avessi rischiato di essere fulminata, probabilmente non avrei accettato senza dire nulla.
Il clamore della festa si spense pian piano e, alla fine, le mie compagne ritornarono in camera. Mi finsi addormentata, ma potevo udire perfettamente le loro risatine e i commenti. Aspettai che si assopissero, prima di scendere cauta dal letto a castello e aprire la porta. I corridoi erano deserti, l’oscurità regnava sovrana. Ma non avevo bisogno della luce per orientarmi, e trovai la stanza di Alex al primo tentativo.
Misi mano alla maniglia, provai ad aprire, e scoprii che l’aveva lasciata aperta. Mi tirai indietro. Okay, stavo solo entrando in camera sua. Non era nulla di speciale. Affatto.
«Dritt» imprecai sottovoce.
Presi il coraggio a due mani, feci un grosso respiro e varcai la soglia. Richiusi subito la porta alle mie spalle. Svegliai Alex di soprassalto, che accese la luce con la spada in mano.
«Tranquillo, non ti voglio stuprare.»
Come rassicurazione, era tutt’altro che confortante.
Quando mi riconobbe, rilassò le spalle. Ritrasformò la spada, ma il suo sguardo era comunque interrogativo. Non dovevo essere imbarazzata, né mostrare la mia insicurezza. Se mi fossi morsa le labbra, o avessi guardato per terra, avrei ammesso entrambi.
«Perché ti sei intrufolata nella mia stanza?» domandò, ancora sorpreso.
«Aehm…»
Mi morsi le labbra.
«Io…»
«Tu…?» mi incoraggiò.
Guardai per terra.
«Volevo sapere perché ti sei allontanato con Annabeth, alla festa» buttai fuori tutto insieme.
Immaginai sorridesse. Scostò le coperte, invitandomi ad accomodarmi sul suo letto. Temetti di inciampare, mentre eseguivo, giocando nervosamente con i miei capelli. Appoggiai la schiena al muro, fuggendo dal suo sguardo.
«Mi ha detto che era dispiaciuta per quello che era successo tra voi due, e che si era sbagliata sul tuo conto» spiegò. «Ma è troppo orgogliosa per ammetterlo, quindi mi ha chiesto di riferirti le sue scuse al posto suo.»
Si verificò un blackout nella mia mente. Annabeth… lei… le sue scuse… Dèi immortali, era impossibile. Eppure, era accaduto. Temetti di svenire sul posto.
«Ehi, Astrid» mi chiamò Alex, leggermente preoccupato.
«S-sto bene» risposi. «Solo… wow
Il figlio di Odino rise. Mi mise un braccio attorno alle spalle, accogliendomi accanto a lui. Il suo petto era un luogo troppo accogliente per non rifugiarvisi. Mi abbandonai sulla sua spalla. Non riuscivo a rilassarmi completamente, e non perché Annabeth mi aveva chiesto scusa. Stare in contatto con la pelle di Alex mi provocava scosse elettrice, riscaldandomi in tutto il corpo e facendo svolazzare furiosamente le farfalle nel mio stomaco.
«Hai sonno?» domandò, piano.
Scossi la testa. Alex percorse la pelle del mio braccio con i suoi polpastrelli, provocando scintille. Si sollevò la manica della mia maglietta, rivelando il marchio delle figlie di Hell. Gli gettai un’occhiata di disprezzo.
«Lo sai che questo non condiziona ciò che sei?» sussurrò.
«Forse» replicai. «Ma, comunque, mi ha reso quello che sono adesso. In ogni caso, mia madre mi ha marchiato, condannandomi alla diffidenza.»
«È solo apparenza» si oppose lui.
«Vero» ammisi. «Pochi avranno l’occasione di scoprirlo. Dici che se ci facessi tatuare accanto delle rose, come il simbolo dei Guns ‘n Roses, modificherebbe qualcosa?»
«Del tipo?»
Riflettei sulle parole. «Tipo la mia volontà di cambiare, di essere diversa perché lo voglio, non perché qualcuno me lo impone. Nascere schiava di una maledizione, e morire portandola a testa alta.»
«Non è il più forte delle specie che sopravvive, né quello più intelligente. È il più adattabile a cambiare*» citò Alex.
«Cosa?» feci io, guardandolo negli occhi.
«Charles Darwin» chiarì.
«Non capisco» dissi.
«Niente» lasciò cadere il discorso. «Sappi solo che, nel caso volessi farti tatuare quelle rose, ti accompagnerò in negozio.»
Alex spense la luce, e calò il silenzio. In quella posizione, potevo sentire il suo cuore battere e pompare sangue nelle vene. La mia testa si alzava lievemente, quando lui respirava.
«Alex?» lo richiamai, sussurrando.
«Mh?» fece lui, in tono assonnato.
Sentii le guance scaldarsi, e fui grata all’oscurità che mi nascondeva. «Posso dormire con te, ‘sta notte?»
Il suo cuore perse un battito. «Okay» mormorò.
Mi stampò un bacio sulla fronte, accomodandosi meglio sul letto, in modo da farmi un po’ di spazio. Mi stesi accanto a lui, godendo del suo calore. Chiusi gli occhi e il sonno mi avvolse nelle sue spire.
 
 
Mi svegliai perché qualcuno bussava insistentemente alla porta. Mi pungolai su un gomito e mi riavviai i capelli, che mi erano finiti davanti agli occhi. Mugugnai qualcosa, passandomi una mano sul volto. Feci per scendere le scale, come ogni mattina, ma il mio piede incontrò una gamba. Spalancai gli occhi.
Ero in un letto, con Alex. Mi tastai il corpo, ma i vestiti erano ancora al loro posto. Sospirai di sollievo. Scavalcai il suo corpo, dandogli un buffetto sulla guancia per farlo svegliare. Mi trascinai verso la porta, mentre Alex ritornava dal mondo dei sogni.
Aprii, assonnata, ritrovandomi davanti Einar. Era ancora tutto intero, quindi Sarah non era riuscita a spennarlo. Strabuzzò gli occhi, sorpreso, ma gli si dipinse subito un sorrisetto strafottente sul viso.
«Buongiorno, colombi» salutò.
«Che vuoi, Einar?» sbottai.
Era troppo presto per i suoi giochetti da figlio di Loki.
Alex mi affiancò.
«Già, che ci fai qui?» riformulò la domanda.
Il ragazzo rischiava di scoppiare, tanto si stava trattenendo dietro quel sorriso.
«Hermdor vuole che tutti diano una mano a ripulire, mi ha mandato a svegliarti, capo» rispose, il tono controllato. «Certo, mi aspettavo che la tua stanza fosse singola.»
«Dammi il tempo di cambiarmi e arrivo» bofonchiò il figlio di Odino, assonnato.
«Ovviamente» replicò l’altro.
Voltò le spalle, allontanandosi di qualche passo. «Ah, per la cronaca, spero vi siate divertiti ieri notte» commentò, buttando lì la frase con noncuranza.
Nello stesso tempo che impiegai per realizzare ciò che intendeva, Alex aveva già impugnato la spada e lo stava rincorrendo in pigiama per i corridoi, gridando: «EINAR! Giuro che se ti prendo, aiuterò Sarah a farti la pelle!»
Mi appoggiai allo stipite della porta, lasciandomi andare in una breve risata. Avevo rischiato molto, in quella settimana, ma non mi ero mai sentita meglio. Si dice che quando si è più vicini alla morte, ci si sente più vivi che in qualsiasi altro momento. Iniziavo a credere che quel detto fosse vero. Avevo completato quell’impresa, l’avevo superata accompagnata da amici fedeli. Sperai vivamente non sarebbe stata l’unica.

THE END
 

*It is not the strongest of the species that survives, nor the most intelligent that survives. It is the one that is the most adaptable to change - Charles Darwin, "L'origine delle specie."
koala's corner.
Come si può dedurre dalla scritta a caratteri cubitali là sopra, Sangue del Nord è giunta al termine! *scoppiano fuochi d'artificio*
Sono - siamo - troppo felice di aver conlcuso la mia prima storia! Speriamo che la storia vi sia piacuta, così come questo finale e siamo orgogliosi di annunciare che scriveremo anche il seguito ambientato durante "Lo Scontro Finale": "I Venti del Nord!"
Un ringraziamento a chi ci ha inserito tra le preferite (Alaxeia ciuci14 DracoDormiens eltanininfire Feelings Fenice14 Fyamma Ilgladiatore999 katniss potter jackson letsfirestars Leyna_s_heart littleconny Maark Music_99 sofy_1394 Talia8 ) chi tra i seguiti ( 8Sherlin8  Ailea Elisewin Alexia Dubhe Black Alyssia98 Anna Love  Arcadia_ Becky_99 big4 Blind Guardian Ciacinski Cup_Cake DreamyDrop EliMe Emmaguendalina ERISd Expecto_Patronus Fantasiiana Fenice1 Fyamma Ginevra Gwen White inlovewithdracomalfoy Iris_Blu Its Ellie letsfirestars LolaBlack love libri Luna95 lune rouge mixer_smile Mneia Morgan_H nagi994 nemy1990 nico_green Nynev  RomeoGiulietta98  _Lilium_ ) e le ricordate ( camijackson01 Emmaguendalina Kikki Dexter mewprincess_percabeth )
Un abbraccio speciale a coloro che hanno recensito, permettendoci di conoscere tutte le vostre opinioni :3 Sarebbe molto carino se, alla fine di tutto, voleste darci un'opininione generale sulla storia.
Non siate timidi! Nel caso voleste mantenere l'anonimato, o voleste chiederci qualcosa, non esitate a contattarci tramite messaggio privato EFP o sul mio profilo di ASk ( http://ask.fm/Apfelsafitaliana ) o Tumblr ( http://justnelement.tumblr.com/) :)
Un abbraccio a tutti, arrivederci!


 
  
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