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Autore: dichiarandoguerre    05/02/2014    0 recensioni
Abbiamo visto l'alba perso la calma, fatto di un errore in dramma, dell'amore un'arma, la puntavi su di me piangevi, ero la cosa più bella che avevi.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6.



Ho sempre paura che ti ricapiti e tutto questo si ripeta da capo e che tu mi lasci da sola di nuovo qua ora che da sola proprio non ci riesco.
Ho paura quando esci al sabato sera e fai le tue "seratone", che ti conosco bene, e nonostante tutto ancora non hai imparato.
Ho paura quando non mi rispondi, e magari devo farmi forza di nuovo e salire quelle scale ancora.
Ho paura quando hai quella faccia, quando qualcuno ti ha fatto un torto e vorresti prenderlo a pugni ma non lo fai.
Ho paura quando vai lontano dove non ti conosce nessuno e nessuno può controllarti, nemmeno io.
Ho paura per fino quando sono con te e posso vederti. L'ansia entra in tutto il mio corpo.
Hai paura anche tu ed è inutile che ti nascondi dietro a tutto. A quelle facce, a quelle sigarette, alle ubriacate del sabato sera, a fare lo stronzo.
Hai paura ed hai bisogno di qualcuno.
Hai paura perchè lo capisco quando mi parli, quando vai al pronto soccorso per una semplice febbre. Quando dici che hai una visita di controllo.
Che poi non ne parli mai con nessuno e non so come fai. E' come se non fosse mai successo, nessuno ci pensa più. Magari tutti ci pensano quando ti vedono e ancora non ci credono.
"Cazzo quanto è forte!" Diranno le voci nelle loro teste.
Sorrido, quel sorriso che portavo quel giorno.
Non ricordo quanti giorni erano passati, ormai non ci facevo più caso, il tempo passava e basta.
E io non me ne accorgevo da quanto ero persa.
Ero passata davanti alla saletta dell'infermiere come era mio solito fare, c'era solo Cinzia avrà avuto trent'anni, era carina, non bella ma si vedeva che era giovane. Era sposata, suo marito era un medico ma non l'avevo mai visto.
"Ciao bella! Tutto bene?"
Sentii la sua voce passare dalla porta aperta, non volevo fermarmi non era giornata. La scuola mi stava rendendo acida e stanca.
"Sisi, grazie."
Me ne andai prima che continuasse la conversazione. Non avevo molto da dire.
Entrai nella tua stanza, non quella del primo giorno, quella in cui ti avevano spostato qualche giorno prima.
Quel giorno ti ho raccontato la mia giornata, non so perchè, tanto non mi ascoltavi, non lo avevo mai fatto. Ero stanca forse di tenermi tutto dentro.
Mi avevi stretto la mano, sai lo avevi fatto quel giorno.
Avevi capito che io lì non ci volevo più stare.
Che ero stanca.
Ed io ho pianto perchè tu eri lì e mi avevi stretto la mano.
Forse avevo urlato perchè l'infermiera era lì davanti a me e quando mi guardò sorrise come se sapesse, sorrise davvero e capì.
La guardai e mi diede ragione. la mandai via, volevo vedere se parlare della mia vita funzionava davvero o era stata solo una piccola coincidenza. Ti saresti svegliato.
In quel momento non ce la facevo davvero più a vederti in quelle condizioni, dopo che mi avevi stretto la mano, sapendo che eri lì con me.
Hai aperto gli occhi, lo hai fatto.
Ti ho guardato ed eri lì, con me, eri lì.
Ti ho sorriso, un vero sorriso. Piangevo.
"Era ora." Dissi.
Poi non ricordo molto bene, ma penso di aver chiamato qualcuno o magari già li aveva chiamati prima l'infermiera di turno. Ho chiamato tua madre. Tuo padre.
Ho chiamato anche mia madre ed era felice.
Ti hanno visitato e sistemato. Ti hanno tolto quel tubo orribile e pure le macchine a fianco al letto. Eri di nuovo tu.
Tua mamma ti è saltata addosso appena è arrivata, non sai quanto ti ama, e pure tuo padre. Ti ha stretto la mano.
"Bravo!" Ti ha detto con le lacrime agli occhi.
Non era un film. Dove la persona dopo un'operazione si risveglia e comincia a ridere e a parlare come se non fosse successo mai nulla.
Li guardavi, ci vedevi, capivi ma non avevi le forze per fare il resto.
"Volevo ringraziarti." Mi disse tua madre, mi scappò una lacrima. Poi mi lasciò sola con te. Non sai da quanto aspettavo quel momento.
Rimasi in piedi di fianco a te, ti presi la mano e la baciai, tu me l'hai stretta di nuovo come qualche ora prima.
Sentivo solo i brividi sulla mia schiena e le guance bagnate. Non ci credevo ancora.
Baciai le tue labbra. non potevo farlo. lo feci comunque.
Sentivo il tuo respiro, quello vero.
"Non ci credo."
Mi sedetti, non stavo bene, almeno non completamente.
Lo capì; perchè capisce tutto e non riesci a nascondergli nulla. Eri sempre stato così, da quando ti conoscevo almeno.
E finalmente ero lì. In quella stanza, che ormai era la mia seconda casa, con la persona che amavo di più.
E tu eri lì con me, eri sempre stato lì.
E ora tutte quelle domande non importavano più.




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Scusate il ritardo di nuovo, ma ho avuto da studiare e traslocare!
Spero vi piaccia.
Aspetto una vostra recensione.
Baci.
 
  
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