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Autore: Hepona    29/11/2004    9 recensioni
una piccola finestra aperta sulla via scura nella notte della vigiglia di Natale,un bambino solitario , un piccolo angelo, incontrerà un altra anima solitaria, un piccolo diavolo. E non sia detto che non trovino conforto l'un l' altro?
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AVVERTENZE: questa fic non l' ho scritta io, ma la mia carissima amica Dania, che con i compiuter ha un affinità pari a quella del gatto con il topo (praticamente fa a botte anche solo per accenderlo ^^) perciò le faccio l' enorme favore di postare la sua fic, che a parer mio è molto carina, su questo magnifico sito. Se la leggete, per favore commentate potrebbe venire fuori un seguito se la storia viene aprezzata. Non per fare pubblicità occulta, ma colgo l' occasione per incitarvi a leggere anche le mie fic, e magari lasciarci un commentuccio, siete degli amori, BIGG KISS!!! Artemide.

 

 

ANGEL AND DEVIL

 

 

La neve cadeva fitta sulle case quadrate di Private Driver. Era la notte della vigilia di Natale ed Harry Potter, il Bambino Che e' Soppravvisuto, guardava con occhi spenti fuori dalla finestra.

Era solo.

Non sapeva che quella notte in tutto il mondo vi erano maghi e streghe che brindavano in suo onore.

Non sapeva che era famoso.

Sapeva solo che, come ogni anno, Babbo Natale non gli avrebbe portato alcun regalo: avrebbe finto anche lui che non esistesse, così come facevano i Dursley ogni Natale.

Quanti regali avrebbe ricevuto Dudley quest' anno? Trentadue? Trentatre?

Ma in fondo che importanza aveva?...Era solo... Aveva cinque anni ed era sempre stato solo. La stanza buia era rischiarata dalle calde luci dei lampioni e dalle case che brillavano fuori dalla finestra. Fuori dalla solitudine. Fuori dall' oscurità del suo Natale

"Ci sono tante luci" pensava "ma neanche una per me...e sarà così per sempre..."

Cosa ci faceva Harry in quella stanza buia , con la solitudine come unica compania?

Il piccolo Harry desiderava uscire, correre sulla neve candida, gridare e piangere ancora e ancora e ancora...

 

Tutto a un tratto la finestra si spalancò ed un vento gelido entrò nella stanza.

Improvvisamente un bambino si sedette sul cornicione osservando Harry con due beffardi occhi grigi.

"Ma guarda come passa il Natale il famoso Harry Potter! A spiare fuori dalla finestra gli altri che si divertono, he, Potterino?!" sogghignò con voce strascicata.

Ada Harry apparve un ragazzino della sua stessa età dal visino diafano ed appuntito, dai capelli ancora più biondi di Dudley. Non l' aveva mai visto prima d' ora, invece pareva che quel bambino lo conoscesse molto bene.

"Ma guarda un po' come sei vestito!" continuò "Dovresti vergognarti, sai? Sembri la comparsa di un presepe così, così conciato, caro il mio angioletto" lo beffeggiò.

Harry arrossi violentemente comprendendo che quello non era certo un complimento. Zia Petunia aveva lavato i suoi soliti vestiti e l' aveva costretto ad indossare l' abito che Didley aveva usato per la recita di Natale: una lunga tunica bianca alla quela erano ancora appuntate un paio di piccole ali di cartapesta.

In quel momento si vergognò di farsi vedere da qualcuno.

Comunque anche il suo piccolo interlocutore non era da meno, visto che di solito i bambini di cinque anni non giravano la notte di Natale con buffi mantelli neri. Il bimbo pallido che aveva innanzi era tutto vestito di nero, quasi in costratto con i meravigliosi fiocchi di neve che danzavano fuori dalla finestra.

Harry non immaginava neppure che quello che aveva davanti, cinque anni più tardi sarebbe stato il Draco Malfoy che tanto avrebbe detestato.

"Chi sei?" chiese Harry. Quel bambino dispettoso finse di pensare a qualcosa e poi, rivolgendo a Harry il più perfido dei suoi sorrisi, rispose.

"Bhe...chi sono io..?Ma caro il mio angioletto... prorio non ci arrivi? Io sono il DIAVOLO!"

Poi iniziò a parlare e straparlare, per lo più con parole prive di senso come babbani, mezzosangue e Qidditch.

Harry non capiva nulla, non riusciva a comprendere se l' altro era serio o se lo stava prendendo in giro.

Sembrava divertito dalla us aingenuità. Atratto da Harry come fosse un giocattolo prezioso e visibilmente interessato alla cicatrice  a forma di saetta.

Harry si rese conto che era la prima volta che qualcuno gli prestava così tanta attenzione. In circostanze normali la presensa di quel dispettoso diavoletto lo avrebbe solo infastidito, ma in quel momento, mentre il Diavolo gli chiedeva di andare fuori a giocare sotto la neve, la mano che gli veniva tesa pareva l' unico appiglio rimastogli per sfugire alla tristezza che attanagliava il suo cuore.

Forse il Diavolo poteva salvarlo.

Harry strinse  quella mano e, mentre correvano sulla neve appena caduta, Harry si chiese se anch il Diavolo con i suoi freddi occhi grigi vivesse sempre, come lui, un giorno d' inverno mai baciato dal sole.

 

Il Diavolo e l' Angelo giocarono insieme tutta la notte.

Si dettero battaglia a palle di neve, si rincorsero, risero e si divertirono tanto che, nonostante i dispetti, i trucchi e i piccoli fastidi che il Diavolo continuava a tirargli, Harry dovette riconoscere che non era mai stato così felice la notte di Natale.

Il Diavolo saltava davanti ad Harry aprendo ogni tanto le ali del mantello. Il cielo era scuro e l' aria si era fatta ancora più fredda; sembrava inquieto.

"Non correre così" rise Harry "Sembri un pipistrello!"

Stanco ed esausto Harry si lasciò cadere a terra e cominciò a muovere le gambe e le braccia contro la neve in modo strano

"Che stai facendo?" chiese il piccolo Diavolo stupito.

Harry si rialzò con la testa e la schiana piena di neve. "Un angelo di neve non ne hai mai fatti?" il Diavolo scosse la testa guardando il disegno che era rimasto sulla neve: somigliava ad un angelo ed era proprio bello.

"pRova!" lo invitò Harry spingendolo dolcemente. Il Diavolo mugugnò "No, non se sono capace, e poi mi sentirei ridicolo..."

"Coraggio è facile!... e poi nessuno ti vede, se vuoi ne faccio uno anch' io, così non ti dovrai vergognare troppo!"

Il Diavolo annuì, ancora titubante, e lo prese per mano: si lasciarono cadere all' indietro sulla neve candida. Harry ripetè il medesimo movimento di prima e il Diavolo lo imitò. Si rialzarono per rimirare i loro caolavori e... il Diavolo restò innorridito. Se l' angelo di Harry richiamava siffatta forma il suo aveva qualcosa di sgradevolmente deforme. Harry vide che tremava.

Il Diavolo rise.

Una risata.

Una risata beffarda.

Ma gli occhi del bambino non sorridevano.

"Dimentichi che sono il Diavolo caro il mio angioletto. E un diavolo non potrà ami fare un angelo di neve" disse dando un calcio sprezzante alla neve.

Anche se si comportava in modo arrogante non potè nascondere a Harry rancore e tristezza, troppo violente per un bambino così piccolo.

"Ora devo proprio andare" aggiunse laconico efece per andarsene.

La neve aveva ripreso a cadere. Sempre più fitta sempre più insistente. Harry sapeva che se sene fosse andato adesso, la neve avrebbe continuato a cadere per sempre nel cuore del piccolo Diavolo...

"Te ne devi proprio andare?"

"Si, non so neanche perchè sono venuto. Non sarei mai dovuto venire qui. Mio padre sarà furioso. Ma io volevo vederti, piccolo angelo. Tu sei quello che hai sconfitto il Male ancora prima di imparare a camminare e a parlare!"

'He? di cosa stava parlando?

"E' la prima volta che disobbedisco a mio padre, sai?" riprese con aria sognante "Io sono il figlio dei Diavoli, quando sarò grane diventerò una persona di cui mamma e pappà saranno orgogliosi. Diventerò cattivo...però prima volevo vedere in angelo. Solo questo"E fu solo allora, mentre vedeva l' ombra del Diavolo scomparire inghiottita da un abianca coltre di neve, capì, che il banbino dal volto diafano, come Harry, voleva solo essere salvato.

Non sapeva da cosa, se da se stesso o dal suo destino...era un Diavolo triste, cresciuto senza conoscere la differenza tra bene e male...un figlio della tenebre triste e solo...

Harry non poteva abbandonarlo.

Non poteva.

Lo rincorse, lo raggiunse e lo strinse a se con tutte le sue forze.

E dopo quello che sembrò un eternità, finalmente Harry pianse.

 

 

Pianse come solo un bambino orfano sa piangere.

Pianse come solo un apersona ferita, quando incontra un altra con la stessa ferita nel cuore, sa pinagere: due bambini che si abracciavano stretti, l' Angelo e il Diavolo sotto una cascata di fiocchi di neve.

"DIAVOLO!DIAVOLO!TU VOLEVI SOLO ESSERE SALVATO! VOLEVI SOLO CHE TI SALVASSI! PERDONAMI! TI HO DELUSO! IO NON SONO UN ANGELO! SONO SOLO UN BAMBINO CHE NESSUNO VUOLE. NON HO LE ALI!"

Il piccolo Diavolo fremeva, sconvolto dalle parole di Harry.

Era forse la prima volta che qualcuno lo abracciava?

"Hei! smettila di piangere Angelo!" cercava di consolarlo, abbandonando per un momento tutta l' arroganza che aveva. Nella sua avoce c'era una note di tristezza.

Per che cosa poi? Per la sua natura malvagia?

"Sei così buono che quasi mi fai paura. Io, figlio dei Diavoli volevo incotrare il piccolo angelo, e per cosa poi? Forse dentro di me io volevo essere salvato dall' angelo, San Potter...ma mi sbagliavo. Io e te siamo troppo diversi. Io non potrò mai essere come te. Io sono come sono. Non c' è niente da fare. Resterò per sempre un Diavolo...non mi inporta se la neve che ricopre il mio cuore non potrà sciogliersi...mai più...però sono contento lo stesso"

Harry lo strinse più forte "E perchè?" domandò, mentre ancora singhiozzava, guardandolo speranzoso con i grandi occhi verdi.

"Perchè hai stretto la mano che ti ho teso, perchè abbiamo giocato insieme e perchè hai pianto per me. E' più di quanto potessi desiderare... e tu, piccolo Angelo, sei riuscito a diventare felice?.."

Chiese il Diavolo nascondendo tra le pieghe del mantello l' angioletto che lo abracciava forte.

"...Sì!"

"Credo che ci incontreremo di nuovo, a Hogwarts, un giorno. E quel giorno forse io sarò già diventato il Male, mentre tu rimarrai sempre un dolce Angelo dagli splendidi occhi verdi. Non potremo più giocare insiem. Non saremo ami amici. Forse mi odierai. Bene e Male si combattono da sempre. Nonostante tutto però vorrei ugualmente essere una persona importante per te. Non mi inporta se mi disprezzerai, se mi odierai. Non appena ti ritroverò non ti lascerò più solo"

Il piccolo Diavolo aveva una voce rotta, ben diversa dalla consueta voce strascicata (sembrava il canto di un uccellino chiuso in una gabbia, tenuto prigioniero da sbarre invisibili che non riusciva o non voleva spezzare)

Ma fu solo questione di un attimo. Subito si ricompose e tornò ad essere quello di prima.

"Adesso lasciami andare Angelo, mi stai facendo male. Se stringi così forte uno come me le tue bianchi ali si sporcheranno..."

"Non chiamarmi Angelo, io non ho le ali"

Il Diavolo rise e si protese fino a sussurare all' orecchio di Harry "Non è vero! Hai delle bellisssime ali, caro il mio angioletto!"

E così dicendo indicò le piccole ali di carta pesta appuntante al vestito di Harry.

Improvvisamnete sfiorò con le sue piccole labbra la gota gelida di Harry. L' Angelo si ritrasse spaventato.

"Io prendo tuto ciò che mi piace. E anche tu mi piaci. Tu hai due candide ali bianche e io tenterò in tutti i modi di sporcarle...non vedo l' ora di rivederti..."

Era un piccolo Diavololetto a cui nessuno aveva insegnato cosa è bene fare e cosa no, condannato a rimanere nella neve che non si scioglie...fino alla morte...

 

 

Quando Harry Potter si accorse di essere ancora inginocchiato sulal neve fredda il Diavolo belo quanto malvagio era ormai lontano.

Gli rimaneva solo il ricordo di quella felicità distorta in cui erano caduti abracciati.

Non sentiva più il freddo nè il sonno...

Non provava nè gioia nè dolore...

I suoi profondi occhi del colore dello smeraldo rincorrevano i mille fiocchi di neve che danzavano magici illuminati dalla luce dei lampioni...

Come erano belli! Harry si chiedeva se tutti i gioielli del mondo avrebbero potuto eguagliare tale splendore, mentre questi scomparivano sul palmo della sua mano, al pari dei sogni  e delle illusioni...

E se anche quella notte fosse stata un' illusione? Se il suo cuore infranto avesse creato dei fantasmi per alleviare la sua solitudine?

Era realmente esistito un diavolo dagli occhi d' argento?

Ma non aveva importanza ora...l' Angelo si era smarrito in quel magico mondo bianco...

AH! Si era dimenticato di dire al Diavolo(sempre che non sia stato un sogno) che la neve quando si soglie diventa PRIMAVERA... e che, se anche adesso fa freddo, la neve un giorno si scioglierà sicuramente...sicuramente...forse un giorno quella frase sarebbe stat pronunnciata dalle sue labbra...ma ora non aveva importanza...c' erano solo i fiocchi di neve...neve...neve...

 

 

 

fine

 

(x ora)

 

Nota d' Autrice (Autrice, che parolona grossa!)

Dunque: l' idea dell' angelo e del diavolo l' ho presa da 'Dream kiss' leggetelo è carinissimo! Devo a 'Fruit basket' la frase..."cosa diventa la neve quando si scioglie?...Diventa primavera!" BHE visto che non sapevo come si faceva no gli angeli di neve l' ho presa da una fic che ho letto...

Se ho qualche merito è di aver moscolato il tutto in un grande calderone stile Piton!

 

DIANA!!! THEO!!! CHIARA!!! ALESSANDRA!!! FRA CHAN!!! FEDE!!!

VI VOGLIO BENE!!!

Perchè forse è solo grazie a voi se nel mio cuore non cade la neve!

 

Dania ^^.

 



 

  
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