AVVERTENZE: questa fic non l' ho scritta io, ma la mia
carissima amica Dania, che con i compiuter ha un affinità pari a quella del
gatto con il topo (praticamente fa a botte anche solo per accenderlo ^^) perciò
le faccio l' enorme favore di postare la sua fic, che a parer mio è molto
carina, su questo magnifico sito. Se la leggete, per favore commentate potrebbe
venire fuori un seguito se la storia viene aprezzata. Non per fare pubblicità
occulta, ma colgo l' occasione per incitarvi a leggere anche le mie fic, e
magari lasciarci un commentuccio, siete degli amori, BIGG KISS!!! Artemide.
ANGEL AND DEVIL
La neve cadeva fitta sulle case quadrate di Private
Driver. Era la notte della vigilia di Natale ed Harry Potter, il Bambino Che e'
Soppravvisuto, guardava con occhi spenti fuori dalla finestra.
Era solo.
Non sapeva che quella notte in tutto il mondo vi erano
maghi e streghe che brindavano in suo onore.
Non sapeva che era famoso.
Sapeva solo che, come ogni anno, Babbo Natale non gli
avrebbe portato alcun regalo: avrebbe finto anche lui che non esistesse, così
come facevano i Dursley ogni Natale.
Quanti regali avrebbe ricevuto Dudley quest' anno?
Trentadue? Trentatre?
Ma in fondo che importanza aveva?...Era solo... Aveva
cinque anni ed era sempre stato solo. La stanza buia era rischiarata dalle
calde luci dei lampioni e dalle case che brillavano fuori dalla finestra. Fuori
dalla solitudine. Fuori dall' oscurità del suo Natale
"Ci sono tante luci" pensava "ma neanche
una per me...e sarà così per sempre..."
Cosa ci faceva Harry in quella stanza buia , con la
solitudine come unica compania?
Il piccolo Harry desiderava uscire, correre sulla neve
candida, gridare e piangere ancora e ancora e ancora...
Tutto a un tratto la finestra si spalancò ed un vento
gelido entrò nella stanza.
Improvvisamente un bambino si sedette sul cornicione
osservando Harry con due beffardi occhi grigi.
"Ma guarda come passa il Natale il famoso Harry
Potter! A spiare fuori dalla finestra gli altri che si divertono, he,
Potterino?!" sogghignò con voce strascicata.
Ada Harry apparve un ragazzino della sua stessa età dal
visino diafano ed appuntito, dai capelli ancora più biondi di Dudley. Non l'
aveva mai visto prima d' ora, invece pareva che quel bambino lo conoscesse
molto bene.
"Ma guarda un po' come sei vestito!" continuò
"Dovresti vergognarti, sai? Sembri la comparsa di un presepe così, così
conciato, caro il mio angioletto" lo beffeggiò.
Harry arrossi violentemente comprendendo che quello non
era certo un complimento. Zia Petunia aveva lavato i suoi soliti vestiti e l'
aveva costretto ad indossare l' abito che Didley aveva usato per la recita di
Natale: una lunga tunica bianca alla quela erano ancora appuntate un paio di
piccole ali di cartapesta.
In quel momento si vergognò di farsi vedere da qualcuno.
Comunque anche il suo piccolo interlocutore non era da
meno, visto che di solito i bambini di cinque anni non giravano la notte di
Natale con buffi mantelli neri. Il bimbo pallido che aveva innanzi era tutto
vestito di nero, quasi in costratto con i meravigliosi fiocchi di neve che
danzavano fuori dalla finestra.
Harry non immaginava neppure che quello che aveva
davanti, cinque anni più tardi sarebbe stato il Draco Malfoy che tanto avrebbe
detestato.
"Chi sei?" chiese Harry. Quel bambino
dispettoso finse di pensare a qualcosa e poi, rivolgendo a Harry il più perfido
dei suoi sorrisi, rispose.
"Bhe...chi sono io..?Ma caro il mio angioletto...
prorio non ci arrivi? Io sono il DIAVOLO!"
Poi iniziò a parlare e straparlare, per lo più con parole
prive di senso come babbani, mezzosangue e Qidditch.
Harry non capiva nulla, non riusciva a comprendere se l'
altro era serio o se lo stava prendendo in giro.
Sembrava divertito dalla us aingenuità. Atratto da Harry
come fosse un giocattolo prezioso e visibilmente interessato alla
cicatrice a forma di saetta.
Harry si rese conto che era la prima volta che qualcuno
gli prestava così tanta attenzione. In circostanze normali la presensa di quel
dispettoso diavoletto lo avrebbe solo infastidito, ma in quel momento, mentre
il Diavolo gli chiedeva di andare fuori a giocare sotto la neve, la mano che
gli veniva tesa pareva l' unico appiglio rimastogli per sfugire alla tristezza
che attanagliava il suo cuore.
Forse il Diavolo poteva salvarlo.
Harry strinse
quella mano e, mentre correvano sulla neve appena caduta, Harry si
chiese se anch il Diavolo con i suoi freddi occhi grigi vivesse sempre, come
lui, un giorno d' inverno mai baciato dal sole.
Il Diavolo e l' Angelo giocarono insieme tutta la notte.
Si dettero battaglia a palle di neve, si rincorsero,
risero e si divertirono tanto che, nonostante i dispetti, i trucchi e i piccoli
fastidi che il Diavolo continuava a tirargli, Harry dovette riconoscere che non
era mai stato così felice la notte di Natale.
Il Diavolo saltava davanti ad Harry aprendo ogni tanto le
ali del mantello. Il cielo era scuro e l' aria si era fatta ancora più fredda;
sembrava inquieto.
"Non correre così" rise Harry "Sembri un
pipistrello!"
Stanco ed esausto Harry si lasciò cadere a terra e
cominciò a muovere le gambe e le braccia contro la neve in modo strano
"Che stai facendo?" chiese il piccolo Diavolo
stupito.
Harry si rialzò con la testa e la schiana piena di neve.
"Un angelo di neve non ne hai mai fatti?" il Diavolo scosse la testa
guardando il disegno che era rimasto sulla neve: somigliava ad un angelo ed era
proprio bello.
"pRova!" lo invitò Harry spingendolo
dolcemente. Il Diavolo mugugnò "No, non se sono capace, e poi mi sentirei
ridicolo..."
"Coraggio è facile!... e poi nessuno ti vede, se
vuoi ne faccio uno anch' io, così non ti dovrai vergognare troppo!"
Il Diavolo annuì, ancora titubante, e lo prese per mano:
si lasciarono cadere all' indietro sulla neve candida. Harry ripetè il medesimo
movimento di prima e il Diavolo lo imitò. Si rialzarono per rimirare i loro
caolavori e... il Diavolo restò innorridito. Se l' angelo di Harry richiamava
siffatta forma il suo aveva qualcosa di sgradevolmente deforme. Harry vide che
tremava.
Il Diavolo rise.
Una risata.
Una risata beffarda.
Ma gli occhi del bambino non sorridevano.
"Dimentichi che sono il Diavolo caro il mio
angioletto. E un diavolo non potrà ami fare un angelo di neve" disse dando
un calcio sprezzante alla neve.
Anche se si comportava in modo arrogante non potè
nascondere a Harry rancore e tristezza, troppo violente per un bambino così
piccolo.
"Ora devo proprio andare" aggiunse laconico
efece per andarsene.
La neve aveva ripreso a cadere. Sempre più fitta sempre
più insistente. Harry sapeva che se sene fosse andato adesso, la neve avrebbe
continuato a cadere per sempre nel cuore del piccolo Diavolo...
"Te ne devi proprio andare?"
"Si, non so neanche perchè sono venuto. Non sarei
mai dovuto venire qui. Mio padre sarà furioso. Ma io volevo vederti, piccolo
angelo. Tu sei quello che hai sconfitto il Male ancora prima di imparare a
camminare e a parlare!"
'He? di cosa stava parlando?
"E' la prima volta che disobbedisco a mio padre,
sai?" riprese con aria sognante "Io sono il figlio dei Diavoli,
quando sarò grane diventerò una persona di cui mamma e pappà saranno
orgogliosi. Diventerò cattivo...però prima volevo vedere in angelo. Solo
questo"E fu solo allora, mentre vedeva l' ombra del Diavolo scomparire
inghiottita da un abianca coltre di neve, capì, che il banbino dal volto
diafano, come Harry, voleva solo essere salvato.
Non sapeva da cosa, se da se stesso o dal suo
destino...era un Diavolo triste, cresciuto senza conoscere la differenza tra
bene e male...un figlio della tenebre triste e solo...
Harry non poteva abbandonarlo.
Non poteva.
Lo rincorse, lo raggiunse e lo strinse a se con tutte le
sue forze.
E dopo quello che sembrò un eternità, finalmente Harry
pianse.
Pianse come solo un bambino orfano sa piangere.
Pianse come solo un apersona ferita, quando incontra un
altra con la stessa ferita nel cuore, sa pinagere: due bambini che si
abracciavano stretti, l' Angelo e il Diavolo sotto una cascata di fiocchi di
neve.
"DIAVOLO!DIAVOLO!TU VOLEVI SOLO ESSERE SALVATO!
VOLEVI SOLO CHE TI SALVASSI! PERDONAMI! TI HO DELUSO! IO NON SONO UN ANGELO!
SONO SOLO UN BAMBINO CHE NESSUNO VUOLE. NON HO LE ALI!"
Il piccolo Diavolo fremeva, sconvolto dalle parole di
Harry.
Era forse la prima volta che qualcuno lo abracciava?
"Hei! smettila di piangere Angelo!" cercava di
consolarlo, abbandonando per un momento tutta l' arroganza che aveva. Nella sua
avoce c'era una note di tristezza.
Per che cosa poi? Per la sua natura malvagia?
"Sei così buono che quasi mi fai paura. Io, figlio
dei Diavoli volevo incotrare il piccolo angelo, e per cosa poi? Forse dentro di
me io volevo essere salvato dall' angelo, San Potter...ma mi sbagliavo. Io e te
siamo troppo diversi. Io non potrò mai essere come te. Io sono come sono. Non
c' è niente da fare. Resterò per sempre un Diavolo...non mi inporta se la neve
che ricopre il mio cuore non potrà sciogliersi...mai più...però sono contento
lo stesso"
Harry lo strinse più forte "E perchè?" domandò,
mentre ancora singhiozzava, guardandolo speranzoso con i grandi occhi verdi.
"Perchè hai stretto la mano che ti ho teso, perchè
abbiamo giocato insieme e perchè hai pianto per me. E' più di quanto potessi
desiderare... e tu, piccolo Angelo, sei riuscito a diventare felice?.."
Chiese il Diavolo nascondendo tra le pieghe del mantello
l' angioletto che lo abracciava forte.
"...Sì!"
"Credo che ci incontreremo di nuovo, a Hogwarts, un
giorno. E quel giorno forse io sarò già diventato il Male, mentre tu rimarrai
sempre un dolce Angelo dagli splendidi occhi verdi. Non potremo più giocare
insiem. Non saremo ami amici. Forse mi odierai. Bene e Male si combattono da
sempre. Nonostante tutto però vorrei ugualmente essere una persona importante
per te. Non mi inporta se mi disprezzerai, se mi odierai. Non appena ti
ritroverò non ti lascerò più solo"
Il piccolo Diavolo aveva una voce rotta, ben diversa
dalla consueta voce strascicata (sembrava il canto di un uccellino chiuso in
una gabbia, tenuto prigioniero da sbarre invisibili che non riusciva o non
voleva spezzare)
Ma fu solo questione di un attimo. Subito si ricompose e
tornò ad essere quello di prima.
"Adesso lasciami andare Angelo, mi stai facendo
male. Se stringi così forte uno come me le tue bianchi ali si
sporcheranno..."
"Non chiamarmi Angelo, io non ho le ali"
Il Diavolo rise e si protese fino a sussurare all'
orecchio di Harry "Non è vero! Hai delle bellisssime ali, caro il mio
angioletto!"
E così dicendo indicò le piccole ali di carta pesta
appuntante al vestito di Harry.
Improvvisamnete sfiorò con le sue piccole labbra la gota
gelida di Harry. L' Angelo si ritrasse spaventato.
"Io prendo tuto ciò che mi piace. E anche tu mi
piaci. Tu hai due candide ali bianche e io tenterò in tutti i modi di
sporcarle...non vedo l' ora di rivederti..."
Era un piccolo Diavololetto a cui nessuno aveva insegnato
cosa è bene fare e cosa no, condannato a rimanere nella neve che non si
scioglie...fino alla morte...
Quando Harry Potter si accorse di essere ancora
inginocchiato sulal neve fredda il Diavolo belo quanto malvagio era ormai
lontano.
Gli rimaneva solo il ricordo di quella felicità distorta
in cui erano caduti abracciati.
Non sentiva più il freddo nè il sonno...
Non provava nè gioia nè dolore...
I suoi profondi occhi del colore dello smeraldo
rincorrevano i mille fiocchi di neve che danzavano magici illuminati dalla luce
dei lampioni...
Come erano belli! Harry si chiedeva se tutti i gioielli
del mondo avrebbero potuto eguagliare tale splendore, mentre questi
scomparivano sul palmo della sua mano, al pari dei sogni e delle illusioni...
E se anche quella notte fosse stata un' illusione? Se il
suo cuore infranto avesse creato dei fantasmi per alleviare la sua solitudine?
Era realmente esistito un diavolo dagli occhi d' argento?
Ma non aveva importanza ora...l' Angelo si era smarrito
in quel magico mondo bianco...
AH! Si era dimenticato di dire al Diavolo(sempre che non
sia stato un sogno) che la neve quando si soglie diventa PRIMAVERA... e che, se
anche adesso fa freddo, la neve un giorno si scioglierà
sicuramente...sicuramente...forse un giorno quella frase sarebbe stat
pronunnciata dalle sue labbra...ma ora non aveva importanza...c' erano solo i
fiocchi di neve...neve...neve...
fine
(x ora)
Nota d' Autrice (Autrice, che parolona grossa!)
Dunque: l' idea dell' angelo e del diavolo l' ho presa da
'Dream kiss' leggetelo è carinissimo! Devo a 'Fruit basket' la
frase..."cosa diventa la neve quando si scioglie?...Diventa
primavera!" BHE visto che non sapevo come si faceva no gli angeli di neve
l' ho presa da una fic che ho letto...
Se ho qualche merito è di aver moscolato il tutto in un
grande calderone stile Piton!
DIANA!!! THEO!!! CHIARA!!! ALESSANDRA!!! FRA CHAN!!!
FEDE!!!
VI VOGLIO BENE!!!
Perchè forse è solo grazie a voi se nel mio cuore non
cade la neve!
Dania ^^.