Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
Segui la storia  |       
Autore: Bei e Feng    05/02/2014    3 recensioni
"[...]
- Tsu-kun! [...] Cosa ne dici di festeggiare il Natale con un bel viaggetto? -
- Viaggetto? -
[...]
Tsuna credeva, con immenso stupore, che quella vacanza sarebbe stata la prima tranquilla lontano dalle scocciature della vita mafiosa.
Sorridendo, il ragazzo chiuse gli occhi e si abbandonò ad un sonno sereno.
[...]"
Ecco, come richiesto, un breve seguito natalizio di 'Sole, mare, mafia', di facile lettura anche per chi non ha letto l'altra.
Speriamo di non annoiarvi! ^^
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Vacanze Mafiose'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ecco qui l'ultimo capitolo di questo episodio invernale.
Ringraziamo di cuore le nostre affezionatissime lettrici e diamo loro appuntamento (e a chiunque altro voglia leggere) a fine maggio. Grazie di tutto a chi ha recensito e anche a chi ha espresso il proprio parere in modo silenzioso. ^^
E ci scusiamo per l'ennesimo, eclatante ritardo, anche se possiamo dire con certezza di aver lavorato attentamente su questo capitolo per fare un finale in grande stile.
Buona lettura!



- Gokudera, io ho freddo! - lo rimproverò Haru, le braccia strette attorno al petto. - Perché non hai preso la chiave prima di uscire? -
- La chiave ce l'ha la madre del Decimo, idiota! - ringhiò Hayato, con Chrome ancora sulle spalle, in piedi di fronte alla porta della baita, tentando invano di aprirla. - E la signora ha chiuso la porta a chiave. -
- Ma io voglio entrare! Ho freddo! - piagnucolò la ragazza, sbattendo i piedi nella neve. - Perché non usi quella tua dannata dinamite per aprire la serratura? -
"Oddio! E' proprio identica alla Stupida Mucca!..." pensò Gokudera, posando delicatamente a terra Chrome.
- Come ti senti? - le chiese, deciso ad ignorare Haru.
- Sto bene, graz... -
- Che razza di domande! Ma non lo vedi che è tutta rossa? Sta sentendo molto caldo; è tutta infagottata. Toglile quel giubbetto. E APRI QUELLA PORTA! VOGLIO ENTRARE! -
- Si vede che sei proprio stupida! - sospirò il ragazzo, mentre bussava alla porta, senza ottenere risposta.
- E tu sei davvero maleducato! - si indignò Miura. - Non ti parlo più! -
- Che bella notizia! - esclamò Gokudera, guardando al cielo con l'aria di un miracolato.
- Ma non è giusto! - piagnucolò Haru, incrociando le braccia, imbronciata.

Intanto, in casa...
- Ehi, guardatemi: sono il Decimo Vongola! IIIHHH! Ahahah!!! - ridacchiò Ken, mostrandosi ai suoi compagni vestito con gli abiti di Tsuna e uscendo subito dopo.
- DECIMO! - esclamò Mukuro, con indosso gli abiti di Hayato.
- Smettila di fare l'idiota, feccia! - gli rispose Ken, entrando nella stanza con i vestiti di Xanxus addosso e la stessa espressione infastidita.
- Boss! Sei proprio tu! - due minuti dopo, Rokudo sguazzava negli abiti di Levi.
- VOOOI! -
- Ahahah!!! Sei troppo divertente!!! -
Chikusa, che li stava osservando da un po', si alzò.
- Io me ne vado. - disse. - Ho proprio bisogno di una doccia! -
- No, Kaki-pi! Resta con noi! E' divertente giocare a baseball! - con tanto di mazza da baseball, Ken si mise di fronte al povero Chikusa, che stava uscendo dalla stanza.
- Ken, smettila. - Kakimoto lo spinse da parte e proseguì verso il bagno.
- Ma Chikusa! Dobbiamo fare una partita ESTREMAAA!!! - lo rimproverò Mukuro, sbucando nella stanza a gambe larghe, i pugni serrati, la bocca spalancata e i vestiti di Ryohei addosso.
- Puahahah! Nooo!!! Questo è troppo! - Ken si rotolava per terra.
Chikusa sospirò, scuotendo il capo. Poi uscì e chiuse la porta alle sue spalle.

Fuori, intanto, Gokudera si stava ancora godendo la pace del silenzio di Haru, che, per sua sfortuna, non sarebbe durata a lungo. Infatti...
- Ehilà, Testa a Polipo! Giocate forse allo schiaffo del soldato? - la voce tonante di Ryohei attirò l'attenzione dei tre.
- Qui l'unico che si merita uno schiaffo sei tu! - borbottò Haru, lanciando un'occhiataccia a Gokudera.
Hayato, che le stava facendo il verso, si arrestò all'istante, voltandosi a guardare distrattamente nella direzione di Ryohei, prima di sgranare gli occhi alla vista di chi seguiva Sasagawa e Yamamoto, ovvero Hibari, che si trascinava dietro uno Tsuna mezzo morto e pieno di lividi.
- DECIMOOO!!! - strillò Gokudera, correndo incontro a Kyoya con l'aria di un toro infuriato. - CHE COSA GLI HAI FATTO??? -
- Ho semplicemente applicato le regole. - sibilò Hibari, lasciando cadere a terra il povero Decimo e puntando i suoi occhi affilati sull'albino.
- Te le faccio vedere io le regole! - borbottò Gokudera, estraendo un paio di candelotti di dinamite e facendo per scagliarglieli contro, mentre Hibari si era già munito di tonfa.
- Goku... dera... fer... mo... - mormorò Tsuna con un filo di voce, afferrando con le sue ultime forze i pantaloni dell'amico.
- Non abbiate timore, Decimo! Questo ciliegiofobico pagherà per averVi pestato! -
- E tu pagherai per essere in possesso di materiale pirotecnico non ammesso nella scuola. - intervenne Kyoya, gelido.
- Su, ragazzi! Calmatevi! - rise Yamamoto, interponendosi tra i due. - Dobbiamo trovare un modo per entrare. -
- Ma il Decimo non ha la chiave? - chiese Gokudera, confuso.
- L'ha persa mentre mr. Spedizione Punitiva lo stava picchiando a sangue. - rispose Mammon.
Hayato non perse l'occasione per lanciare uno sguardo omicida ad Hibari, per nulla preoccupato.
- E tu? Perché saresti venuto qui? - chiese al Presidente del Comitato Disciplinare.
- Per assicurarmi che voialtri erbivori non facciate ulteriori danni. - rispose Kyoya, freddo.
- Sbrigatevi, fecce! - borbottò Xanxus, in piedi a braccia conserte accanto alla sua poltrona, distesa sulla neve con una voragine nello schienale causata dal proiettile. - Frau è stata ferita, e dobbiamo ricucirla il prima possibile. Ha perso molta imbottitura. -
- VOOOIII!!! Non parlare di quella cosa come se fosse una persona! - lo rimproverò Squalo.
- Tu dovresti essere il primo a preoccuparsi per lei - ribatté il boss, afferrando il suo vice per il bavero della camicia, gli occhi infiammati dalla rabbia puntati su di lui. - Se non ci fosse stata, tu, a quest'ora, saresti bell'e morto! Ti ha salvato la vita. -
- VOOOIII!!! - sbraitò Superbi, liberandosi dalle mani del suo capo. - Ma sei stato tu a sparare! -
- Non ti preoccupare: appena entreremo in casa, prenderemo ago e filo e ricuciremo Frau. - disse Kyoko a Xanxus, rivolgendosi poi ad Haru. - Vero? -
- Certo! -
In quel momento udirono in lontananza una voce soffocata che urlava, e poi il rimbombo di qualcosa di pesante che cadeva ripetutamente. Si voltarono tutti, quasi simultaneamente, a guardare la gigantesca palla bianca che scendeva rapidamente giù dalla montagna.
- BOSS! - urlò Mammon terrorizzata, facendo per afferrare Xanxus e finendo invece tra le braccia di Gokudera, che si trovò così impossibilitato a proteggere Tsuna, mentre la valanga si avvicinava a gran velocità verso il gruppo.
- Il Grande Lambo non vuole diventare una sottiletta! - strillò Lambo, cominciando a prendere a pugni la porta. - Aprite la porta! FATEMI ENTRAREEE!!! -

Intanto, in casa...
- Ma io non ne ho voglia, maestro! - esclamò Ken, l'aria annoiata e uno dei cappelli di Fran in testa.
- Allora dovrai pagare un bel gruzzoletto! - rispose Mukuro, avvolto in una mantella nera con un grosso cappuccio calato in testa.
- Suvvia, Ma-chan, non fare il rospo! Non si addice al tuo bel visino! - lo rimproverò Joshima, vestito da Lussuria. - Oh, hanno bussato alla porta: vado ad aprire! - aggiunse, senza sapere che c'era veramente qualcuno che stava bussando.
Così scese al piano inferiore e afferrò la maniglia della porta, cercando di aprirla, senza successo.
- Non... si... apre! - borbottò. - Ehi, capo, - chiamò, facendo per tornare nella stanza. - Siamo rimasti... -
Non fece in tempo a terminare la frase che la porta si scardinò sotto la spinta di una montagna di neve che seppellì Ken. Il ragazzo ne uscì quasi subito, scrollandosi come se fosse un cane.
- Siete ancora tutti interi, ragazzi? - domandò Yamamoto, riemergendo dalla valanga.
- Ma chi è il deficiente che ha creato una palla di neve tanto grande? - chiese Squalo, trattenendo un 'VOOOI!' pieno d'ira.
- Sicuramente una persona ESTREMA al massimo! - esclamò Ryohei.
- A cui piace giocare con la neve - aggiunse Kyoko, mentre aiutava Chrome, Haru, Fuuta e i bambini ad uscire dalla neve.
- Sono stato io - disse una voce ovattata dalla neve, mentre un mucchio bianco si smuoveva lentamente accanto a Squalo. - Scusatemi tanto! -
- COOOSA??? - esclamarono all'unisono le voci di Tsuna e Gokudera, vedendo emergere Dino Cavallone in persona dal guaio bianco che aveva provocato.
- La cosa stupefacente è che, anche se provi a stare lontano dai guai, hai la capacità eccezionale di provocarli, di cercarteli... e di trovarli - si fece sentire la voce di Hibari, mentre, dopo essere emerso lentamente dalla neve, si dirigeva verso Dino per riempirlo di botte.
- Ma che succede? - domandò Mukuro, sceso dalle scale per andare verso il luogo da cui proveniva tutto quel rumore. - Che cos'è tutto questo rumo...? -
Per poco non svenne alla vista di Hibari, che si era voltato verso l'illusionista non appena aveva sentito la sua voce.
- Ciao, maestro. Sei stato in un negozio di abbigliamento? - disse Fran, con voce atona, osservando i vestiti di Ryohei, che l'altro aveva ancora addosso.
- Mi fa piacere rivederti vivo. - disse Mukuro, con un sorriso teso, ignorando il suo allievo. - Ma ho lasciato la doccia aperta. Se mi dai un minuto torno subito. -
E si precipitò al piano di sopra, rincorso da Kyoya, che, ovviamente, non l'aveva bevuta.
- Almeno non rompete... - si raccomandò Tsuna, con poche speranze, ai due, ormai spariti su per le scale.
- Ehi, guardate che Frau ha bisogno di cure! - Xanxus rimproverò le fecce che lo circondavano.
- Be', sembra proprio che la cosa non interessi nessuno! - borbottò Squalo.
- Ricordati, feccia che non sei altro, che la mia pazienza ha un limite! - ringhiò il boss dei Varia, piantando la pistola nel fianco di Superbi.
- Bambini, calmi! - li ammonì Lussuria, prima che Mammon si appoggiasse ai suoi stinchi, scoppiando in lacrime.
- Coraggio, Ma-chan, è tutto passato! - la consolò Luss, con tono affettuoso.
L'illusionista estrasse da sotto il mantello una banconota, la guardò con aria ammaliata e poi la strinse a sé.
- Avevo paura di averti perso, piccola mia! -

La sagoma scura di Hibari raggiunse la fine della seconda rampa di scale. Il ragazzo si fermò, le braccia distese lungo i fianchi e i tonfa in mano, guardando prima da una parte e poi dall'altra del corridoio per un breve attimo, prima di prendere una decisione e correre verso destra.
Solo quando svoltò per la seconda volta, sparendo, Mukuro ritornò del suo colore originario e si staccò dalla parete.
- Kufufu... Sempre il solito idiota! - ridacchiò, fischiettando e tornando in camera sua, dove sapeva di poter essere al sicuro.
Intanto, Kyoya era finito, senza sapere neanche lui come, di fronte a quella che doveva essere la stanza dei bambini, a giudicare dai vestiti di piccole dimensioni e dai giocattoli sparsi sul pavimento. Stava per riprendere la sua caccia al Mukuro, quando udì qualcuno piangere e qualcun altro sghignazzare.
- Lambo! Ridammela! - diceva I-Pin, la voce strozzata dalle lacrime. - Smettila! -
- No, Testa a Salsiccia! Il Grande Lambo non te la ridà! - rispondeva Lambo, cantilenando.
Kyoya non sopportava il disordine, e neanche la confusione, come ben si può dedurre, e quindi entrò nella stanza per riportare il suo vento di disciplina.Trovò I-Pin seduta a terra, che piangeva disperatamente, e Lambo che le saltellava attorno, tenendo in mano una borsa di stoffa, una di quelle che si comprano alle bambine, per intenderci. Dopo aver fatto tre giri intorno alla bambina, il Bovino salterellò verso la porta per andare chissàdove a combinare altri guai. Ma non appena gli passò accanto, Hibari gli strappò la borsetta di mano e lo fulminò con un'occhiataccia.
L'espressione inizialmente instupidita di Lambo si trasformò rapidamente in una terrorizzata.
- Il piccolo Lambo ha dimenticato la coperta in soffitta. Torna subito. - disse, sgattaiolando alle spalle di Kyoya e facendo per correre via a gambe levate. Ma Hibari fu più rapido, e con uno scatto fulmineo gli assestò una sonora tonfata in testa.
- Così impari a turbare la quiete domestica. - sentenziò, lasciandolo finalmente scappare.
Riconoscendo quella voce, I-Pin smise lentamente di piangere, trovandosi faccia a faccia con Hibari che, chinato di fronte a lei, le porgeva la borsa recuperata. La bambina la prese senza dire niente, la bocca aperta per lo stupore e gli occhi bassi per l'imbarazzo di trovarsi proprio di fronte a lui, con i suoi occhi, freddi anche in un'espressione neutra, puntati su quelli della bambina. Allora Kyoya si rimise in piedi, avviandosi lentamente verso la porta per rimettersi alla ricerca della sua preda.
A causa di quell'inaspettato incontro, il conto alla rovescia per l'esplosione di I-Pin partì improvvisamente. La bambina appoggiò la borsa a terra, poi, senza sapere neanche lei per quale motivo, prese la rincorsa verso la porta e saltò. Avvertendo la presenza di qualcosa che gli veniva contro, Hibari si voltò di scatto, uno dei tonfa in mano, pronto a rispondere a quell'attacco a sorpresa, ma non appena si rese conto di chi gli stava venendo addosso, il ragazzo si bloccò, lasciando che la bambina gli sorvolasse la spalla e gli sfiorasse la guancia destra con le labbra. Stupito, o forse sconvolto, Kyoya la guardò atterrare perfettamente in piedi e poi correre, senza voltarsi, nella stanza di fronte, chiudendo la porta alle sue spalle. Due secondi dopo e la camera di Levi (sì, era proprio quella stanza) esplose.
Hibari assistette alla scena in silenzio, senza nascondere la sua aria sorpresa, prima che un fischiettare sinistro e kufufureggiante proveniente dal piano superiore attirasse la sua attenzione e desse nuovamente avvio alla sua caccia, mentre al piano di sotto Nana faceva rientro in casa in compagnia di Bianchi, Reborn e Basil, notando, con stupore, come la stanza sembrasse più grande senza la porta, e che suo figlio e i suoi amici sembravano aver utilizzato troppa acqua per pulire il pavimento dell'ingresso.
- Sawada...dono... - disse Basil, incerto. - Cosa ci fa per terra? -
- Oh, Basil!... Be'... è - rispose Tsuna, abbozzando un sorriso.
- E' colpa mia - si intromise Dino, sorridendo e rivolgendosi poi a Tsuna. - Ero venuto qui in vacanza con Basil, poi il Nono mi ha detto che anche voi eravate da queste parti, e così ho pensato di venire a farvi un saluto... -
- Perché la prossima volta, invece, non ci telefoni e ci dici che sei nei dintorni, così, magari, ci evitiamo una valanga in casa? - lo interruppe Gokudera, irritato.
- Eh, già. - ammise Dino, passandosi una mano tra i capelli, imbarazzato. - Ma a dire il vero, mentre stavo venendo qui in jet, il cellulare mi è caduto fuori dal finestrino. -
Mentre Gokudera si chiedeva, brontolando, come potesse accadere una cosa simile, il Cavallone riprese a parlare:
- Così avevo pensato di venirvi a trovare... -
- ...E di invitarci a pranzo nella tua baita qui vicino. - concluse una vocina nasale.
- A dire il vero non ci avevo pensato, ma mi sembra un'ottima idea. - sorrise il biondo, voltandosi verso Reborn, in piedi accanto a lui.
- Invece non è affatto una buona idea. - osservò Squalo, immaginandosi la cucina della baita di Dino completamente avvolta nelle fiamme ancor prima che il boss dei Cavallone aprisse la valvola del gas.
- Io, al contrario, sono sicuro che sarà divertente! -
- Concordo all'estremo! -
Un improvviso sparo li fece zittire tutti, attirando la loro attenzione su Xanxus.
- Per prima cosa, fecce, il capo sono io; secondo, Frau è ferita, e dev'essere medicata; terzo e non ultimo, io ho fame! -
- Andiamo subito a prendere ago e filo! - esclamò Haru, andando al piano superiore con Kyoko e Chrome.
- Bene, se Xanxus ha fame, questo è un motivo in più per andare. Cucinerai tu, vero Dino? - aggiunse il tutor, rivolgendosi al suo ex-allievo, sedendosi sulla spalla della sua amante, che gli prese la mano sorridendo. - Peccato: Bianchi ed io andremo a mangiare fuori. -
- Ma perché non restate anche voi? - chiese Nana, perplessa.
- Per togliervi tutto il divertimento? - rispose Reborn con un sorriso sadico.
Nana sorrise, soddisfatta, probabilmente senza aver notato il sorrisetto maligno dell'Arcobaleno.
- E poi io ho già assaggiato la cucina di Dino - aggiunse Bianchi, con un'espressione annoiata. - Vorrei provare qualcosa di nuovo... -
- Allora che ne dici del ristorante che abbiamo visto mentre eravamo a fare la spesa? - le chiese Reborn.
- Oh, Reborn, sai sempre quello che voglio! - sospirò la sorella di Gokudera, mentre entrambi si avviavano verso la porta e il tutor salutava gli altri con un "Ci vediamo!" che mise in allarme il povero Tsuna.
- Bene, - disse Nana, mentre la porta si chiudeva. - Cosa ci cucinerai per pranzo, Dino? -

Per imbrogliare il proprio inseguitore, la cosa migliore da fare, dopo averlo seminato, è pensare come lui, e cercare di capire la sua logica, per poterlo prevedere e mettersi in salvo. Mukuro, da sotto il letto di Chrome, dove si era nascosto, evidentemente lo sapeva. Credeva infatti che uno come Hibari, ligio alla disciplina e alle regole, non avrebbe mai superato la soglia di una stanza dove gli ospiti erano stati inseriti secondo criteri ben precisi, specialmente se Kyoya non soddisfava quei criteri. Quindi, non si sarebbe mai azzardato ad entrare nella camera delle ragazze, a meno che non vi avesse sentito una sorta di anti-disciplina o di disordine, ma le ragazze, e in particolare quelle che occupavano quella stanza, ora deserta, a parte lui, erano meticolosamente ordinate e precise. E per questo si sentiva al sicuro da Kyoya.
Ma il caro Mukuro non aveva tenuto in considerazione che quella casa non era abitata solo da Hibari, ma anche da altri. E da altre.
- I fili per cucire dovrebbero essere in camera nostra. -
- Sì, ma le forbici? E gli aghi? -
- Li ho messi in un posto ben nascosto per evitare che i bambini ci si potessero far male. -
- Hai fatto veramente bene, Haru, ma dove li hai messi? -
- A dirla tutta, non mi ricordo troppo bene. Mi daresti una mano a ritrovarli, Kyoko? -
- Va bene. -
- Chrome, puoi prendere la scatola con i fili, per favore? E' nel primo cassetto del mio comodino. -
- Va bene... -
Dal suo nascondiglio, Mukuro udì dei passi esitanti avvicinarsi. Guardando di fronte a sé al livello del pavimento, riconobbe le scarpe e le caviglie di Chrome. La ragazza fece un paio di passi nella stanza, poi si fermò per un breve attimo, prima di avvicinarsi al comodino vicino al letto sotto il quale era Rokudo, aprire un cassetto e cominciare a frugare in cerca della scatola di cui Haru le aveva parlato.
Fu allora che Mukuro iniziò a sentire un fastidioso pizzicore al naso, probabilmente causato dalla polvere che era sotto il letto. Con difficoltà, Rokudo tentò di trattenere uno starnuto.
Quando Chrome trovò finalmente ciò che stava cercando e fece per andarsene, l'illusionista, ormai più incapace di trattenersi, starnutì. La ragazza sobbalzò, voltandosi di scatto e trovandosi di fronte ad una nuvola di polvere scura che saliva da sotto il letto.  Poi, lentamente e borbottando, Mukuro emerse dalla nuvola, tossendo e agitando la mano nel tentativo di mandare via il pulviscolo.
- M... Mukuro-sama! – mormorò la ragazzina, dirigendosi verso il suo maestro. – Che faceva lì sotto? –
C’era ancora troppa polvere intorno all’illusionista, che continuava a tossire e non riusciva a parlare.
- Si sieda sul mio letto: vado a prenderle dell’acqua – gli disse Chrome, preoccupata, mentre usciva.
- Chrome... ! – riuscì a richiamarla Mukuro, spiritato. – Chiudi la porta! –
- Ma... perché? – domandò timidamente la ragazzina, rientrando.
- Non voglio che Kyoya... gli altri mi sentano - rispose lui, tossendo leggermente e sedendosi sul letto.
Chrome chiuse la porta e si avviò di sotto. Mentre scendeva incontrò Kyoko e Haru, la quale vide subito che la ragazzina teneva in mano la scatola dei fili.
- Ben fatto, Chrome –  le disse. – Ora possiamo ricucire Frau. Andiamo! –
Chrome assunse un’espressione spaventata.
- Che cosa ti succede? – le chiese Kyoko. – Non ti senti bene?-
- Io... devo... -
- Se devi andare in bagno non c’è problema. Ti aspettiamo di sotto. – le disse Haru, avviandosi verso l’ingresso, seguita da Kyoko.
Chrome si diresse a passo incerto verso la cucina, prese un bicchiere, lo riempì d’acqua e ritornò in camera sua.
Si stava chiedendo se Mukuro stesse bene. Arrivata alla porta, un leggero colpo di tosse rispose alla sua domanda.
- Mukuro-sama, va tutto bene? - domandò Chrome, sedendosi, porgendo al suo maestro il bicchiere con l'acqua e massaggiandogli timidamente la schiena. - Che cosa faceva sotto il letto? -
Mukuro, per evitare di rispondere, tossì più forte e trangugiò letteralmente l'acqua. Chrome si spaventò e gli massaggiò la schiena con più energia.
- Si sente bene? - chiese preoccupata.
- Non devi preoccuparti per me, Chrome. - le disse lui, con il suo solito sorriso indefinibile. Poi le toccò la fronte.
- Piuttosto: tu stai bene? -
- Ma sì... certo... - balbettò la ragazza.
- E come mai sei rossa? - chiese Rokudo, sorridendole ancora.
Chrome si imbarazzò e arrossì ancora di più, senza avere la più pallida idea di come rispondere a quella domanda. Ma in quel momento qualcosa venne in suo soccorso.
- Vischio... - mormorò timidamente la ragazzina, dopo aver alzato gli occhi al cielo, diventando ancora più rossa.
- Davvero un’ottima illusione, Chrome. – disse Mukuro, soddisfatto.
- Non è un’illusione... - rispose lei, ormai color porpora, abbassando gli occhi.
- Oh, davvero? – domandò il ragazzo, divertito.
Chrome rialzò lo sguardo: il viso di lui si stava avvicinando al suo. I suoi occhi erano più penetranti che mai; avevano un’espressione che la ragazzina non aveva mai visto sul volto del suo maestro. Senza dire una parola, Mukuro chiuse gli occhi e la baciò.
Ma ecco che in quel momento il povero Chikusa, appena uscito dalla doccia e con un asciugamano alla vita, passò davanti alla stanza delle ragazze per raggiungere la sua camera, dall'altro capo del corridoio, e si accorse dei due. Non volendo farsi vedere, il ragazzo si appostò dietro la porta, spiandoli. Ma ecco che in quel momento, una figura salterellante si avvicinò a Chikusa venendo dalla parte opposta a quella da cui lui era venuto.
- Ciao, Kaki-pi! Vado a prendere la palla: si va dal Cavallo Pazzo. - disse Ken, a voce alta.
Inutili furono i tentativi di Chikusa di zittirlo, e infatti, Mukuro spalancò la porta, scoprendo i due.
- Che cosa stavate facendo, voi due? - chiese, minaccioso.
- Eh... be'... Lo sapevi, capo, che bisogna andare dal Cavallo Pazzo? - rispose Ken, imbarazzato.
- No, Ken, non lo sapevo. - disse Rokudo. - Ma so bene che cosa stavate facendo voi due. -
Sui volti di Ken e Chikusa si stampò un sorriso tirato, prima che i due amici si fiondassero in camera loro, chiudendo bene la porta e sparendo alla vista di Mukuro, che fece per rientrare in camera. Ma una voce lo paralizzò.
- Va bene, vorrà dire che continueremo i nostri affari alla baita del Cavallone. -
- Eh, no, eh! -  mormorò Mukuro, irritato e terrorizzato, riconoscendo la voce di Hibari e il suo tonfa premuto contro la sua schiena.

La baita di Dino non distava molto da quella affittata da Tsuna e famiglia, e già dall'esterno sembrava enormemente più piccola dell'altra. Vongola, Varia e Kokuyo guardarono con curiosità la piccola abitazione.
- I tuoi sottoposti non sono con te, Dino? - chiese Yamamoto al boss dei Cavallone, che stava tentando di aprire la porta.
Il ragazzo si voltò, sorridente. - No, sono solo questa volta. -
Squalo raggiunse la porta con passo pesante, borbottando parole incomprensibili con tono alterato, poi strappò le chiavi dalle mani di Dino.
- Se è così, faresti meglio a lasciar fare tutto a noi. - disse Superbi, aprendo la porta con molta facilità.
Gli altri fecero così ingresso nella baita del loro amico. Era, come già detto, più piccola dell'altra, ma era anche molto più arredata e confortevole. Dino li guidò attraverso il piccolo ingresso e li condusse nel salottino lì accanto.
- Voi restate pure qui - li fece accomodare, andando poi in cucina. - Io vado a preparare qualcosa. -
Gli ospiti si sedettero sui divani del salotto. Kyoko, Haru, Chrome e Luss si misero a 'medicare' Frau, sotto lo sguardo attento e preoccupato di Xanxus , che tratteneva Squalo per i capelli. Superbi, poverino, si dimenava dal suo capo, cercando di respingere le forbici di Levi (incaricato dal boss di tagliare un po'dei capelli dello spadaccino per ricavarne l'imbottitura mancante per la poltrona). Tsuna, seduto tra Gokudera e Yamamoto di fronte alle sarte improvvisate, guardava, pensieroso, l'aggressione che stava subendo il povero Squalo, chiedendosi se Dino non stesse combinando qualche danno. Ryohei, in piedi sul divano, accanto a Takeshi, saltava incitando lo spadaccino dei Varia a liberarsi all' 'estremo!', come ben potrete immaginare. Hibari e Mukuro erano spariti, Chikusa lanciava una pallina a Ken, che la recuperava (non senza combinare qualche danno tipo vasi di porcellana cinese completamente distrutti), i bambini si rincorrevano per tutta la stanza, mentre Belphegor sonnecchiava su un altro divano, e Fran gli stava infilando con cura dei fiammiferi tra i capelli, stando ben attento a non svegliarlo. Nana, invece, gironzolava per l'intera baita decantando la bellezza degli arredi.
Insomma, il tipico comportamento di questa allegra famigliola anticonvenzionale.
Intanto che ciò avveniva, in cucina Dino si era sbizzarrito su cosa poter offrire ai suoi ospiti, e in quel momento, mentre aspettava che il pranzo fosse cotto, stava leggendo il giornale. E come del resto capita sempre in assenza  dei suoi sottoposti, non passarono neanche tre minuti che il boss dei Cavallone cominciò a percepire un forte e persistente odore di bruciato.
"Forse Xanxus ha sparato qualche colpo... oppure Gokudera ha lanciato qualche dinamite qua e là..." pensò tra sé e sé il giovane, continuando a leggere il giornale e liquidando così il vago presentimento di un incendio in corso.

- VOOOI!!! LASCIAMI I CAPELLI, IDIOTAAA!!! - sbraitò Superbi, mentre Levi gli tagliava l'ennesima ciocca.
- Se tu la smettessi di divincolarti, deficiente, potrei tagliarli in modo più decente! - urlò Levi, agitando in aria i capelli appena recisi a zig-zag e le forbici.
- Dammi solo il tempo di levarmi di torno questo mangia-bistecche-perdi-tempo e vedrai che combinerò a quel pagliaio che ti ritrovi in testa! -
- Ma che cosa state combinando??? - strillò improvvisamente una voce penetrante accanto al loro. - Non è così che si tagliano i capelli!!! -
Xanxus, Levi e Squalo si fermarono all'istante, voltandosi istantaneamente verso Haru, seduta accanto a loro con un ago a mezz'aria e l'aria stravolta.
- Lasciate fare a me! - concluse la ragazza, appoggiando l'ago sul tavolino davanti a lei.
- Non pensare di avvicinarti, donna! - disse Superbi, minaccioso, alzandosi in piedi e facendo un passo indietro, prima di sentire una mano afferrargli una caviglia, facendogli perdere l'equilibro e facendolo cadere a terra.
- Io, invece, sono proprio curioso di vedere come se la cava la ragazza, quindi, feccia, tu resti qui. - sentenziò Xanxus, un'espressione odiosamente divertita sul volto e la mano ancora stretta sulla caviglia del suo povero vice.

- Ecco qua una vera acconciatura alla moda! - esclamò Haru, allegra.
I presenti si voltarono simultaneamente verso l'angolo che Haru aveva isolato dal resto della stanza con un paravento (che poi aveva tolto) e che aveva adattato a parrucchieria improvvisata.
 Basil e Fuuta, impegnati nella costruzione di un castello di carte, lasciarono cadere sulla loro creazione l'ultima carta da inserire, facendo crollare l'intera costruzione.
 - Mary! Dov'è il tuo agnellino?... Ushishishishi!!! - Belphegor derideva il suo capitano, incurante del fuoco che Fran (che ora guardava Squalo con occhi stravolti) gli aveva appiccato in testa, e che ora stava devastando i capelli del principe.
 Chikusa, che stava per lanciare la palla a Ken, la lasciò cadere a terra, continuando a tenere gli occhi fissi su Superbi.
Ken guaì e si nascose dietro il divano, seguito a ruota da un terrorizzatissimo Lambo e da una sconvoltissima I-Pin.
Mammon, che fino a quel momento era stata impegnata nella disperata ricerca della cassaforte della casa, alla vista di Squalo conciato in quel modo si affrettò a cercare una macchina fotografica per fare una serie di foto compromettenti, dalle quali, ovviamente, avrebbe ricavato un cospicuo malloppo.
- Complimenti, Haru! - Kyoko applaudì la creatura dell'amica, mentre Chrome assunse un'espressione preoccupata.
- Tesoro, hai fatto del mio Squ un'opera d'arte indiscussa! - Luss era ammaliato e commosso. - Non è vero, Xanxino? -
Xanxus ghignava e ridacchiava sotto i baffi, annuendo in risposta al Guardiano del Sole.
- Io avrei i miei dubbi. - commentò Gokudera, sconvolto, mentre Tsuna e Yamamoto annuivano, attoniti, concordando con il loro amico.
- Coraggio, guardati! - Haru esortò Squalo, porgendogli uno specchio. - Non ti trovi estremamente affascinante? -
Non troppo convinto, e quasi spaventato dalle reazioni dei presenti e da quello che Haru aveva potuto aver fatto ai suoi poveri capelli, Squalo fece un profondo respiro, ignorò le prese per i fondelli di Xanxus e il flash della macchina fotografica di Mammon, e dette un'occhiata al suo riflesso. Dopo un frangente di millisecondo, lo spadaccino cadde dalla sedia con gli occhi sbarrati, ma si rimise in piedi immediatamente, additando Haru, furioso. Si sarebbe aspettato di tutto da quella scema, ma non certo una cascata di ricciolini boccolosi così ben fatta da fare invidia a Riccioli d'oro.
- VOOOIII!!! Che diavolo hai fatto??? - strillò.
Haru, indignata, si mise le mani sui fianchi.
- Dovresti soltanto ringraziarmi - esclamò. - Sono riuscita a farti questa meravigliosa acconciatura nonostante i tuoi capelli sfibrati! Sei proprio maleducato! -
Ma Squalo non la stava ascoltando, saggiamente, e stava andando verso la cucina, in cerca di un ferro da stiro per riportare i suoi capelli al loro stato originario.
Nell'aprire la porta della cucina, Squalo ebbe l'impressione di entrare in una fornace, dato lo spesso fumo plumbeo che avvolgeva l'intera stanza e che lasciava intravedere solo i contorni dei mobili e degli elettrodomestici. E Dino Cavallone che cercava di spegnere il fuoco con la maglia che indossava e che si era levato.
- IDIOTA DI UN CAVALLONE!!! – urlò Superbi, avanzando con passo infuriato verso il ragazzo. – Che diavolo hai combinato stavolta??? –
- Squalo! Grazie al Cielo sei qui! Aiutami! … - esclamò il ragazzo, sollevato, lasciando cadere a terra la maglietta, che aveva preso fuoco. – Cerca un estintore! –
- CE L’HAI DAVANTI, BABBEO!!! –
Dino alzò gli occhi, trovandosi faccia a faccia con l'armadietto dov'era riposto l’estintore. Lo aprì... e ovviamente sbatté la fronte contro lo sportello, cadendo a terra svenuto.
Squalo scosse il capo, borbottando contro l'imbranataggine del suo ex compagno di studi, e si precipitò all’istante sull’estintore, attivandolo e dirigendolo verso le fiamme. Una volta che le ebbe spente, aprì la finestra, si caricò Dino sulle spalle e uscì, rientrando nel soggiorno.
- D... Dino?! - esclamò Tsuna, voltandosi verso Squalo e il suo peso morto, saltando in piedi e cercando di rianimare Dino, aiutato da Gokudera.
- Ma cos'è successo? - chiese Haru, perplessa.
- E' andata a fuoco la cucina. - borbottò Superbi. - E questo deficiente non riusciva a spegnere l'incendio. -
- Quindi gli hai salvato la vita! - esclamò Luss, sorpreso ed orgoglioso. - Oh, il mio bambino! -
- Sei un eroe ESTREMO!, amico capellone! - esultò Ryohei saltando in piedi sul tavolo basso davanti al divano.
Squalo grugnì, completamente indifferente all'allegria degli altri.
- Dino si sta riprendendo!... - esclamò Tsuna. - Come va, Dino? -
Lentamente il ragazzo aprì gli occhi e riprese conoscenza.
- Ehi, fratellino... - disse il Cavallone, ancora confuso, cercando di mettersi seduto, massaggiandosi la fronte. - Ho preso proprio una bella botta! -
- E per fortuna che Squ è venuto a salvarti, altrimenti... Mamma mia! Non oso immaginare cosa sarebbe potuto succedere! - Luss scoppiò in lacrime, sollevato.
- Già, ed è una vera fortuna che al capitano non sia successo nulla. - gongolò Mammon, stringendo affettuosamente a sé le fotografie che aveva scattato al povero spadaccino e alla sua nuova acconciatura.
- Aspetta solo che riporti i miei capelli allo stato originario, e ti faccio a fette con le tue foto! - la minacciò Squalo, che si sentiva troppo a disagio per sfoderare la sua spada con quell'acconciatura addosso. - Dov'è il ferro da stiro, Cavallone? -
- E' di sopra, nel secondo sportello del mobile a metà del corridoio. - rispose il padrone di casa.
Senza aggiungere nient'altro, Superbi salì al piano superiore, borbottando contro fornelli, parrucchiere incapaci, imbranati cronici e paparazzi.
- Ma ora cosa mangiamo? - chiese Lambo, riemergendo finalmente da dietro il divano.
- E' vero: io ho fame. - sentenziò il boss dei Varia, finalmente di nuovo sulla sua amata Frau fresca di riparazione.
- Mi dispiace, ma non ho più nulla da mangiare. - rispose Dino, imbarazzato. - Però posso invitarvi a pranzo fuori. -
- Non se ne parla neanche! - esclamò Bel, seduto sul divano e con i piedi appoggiati su Fran, ormai ridotto come una pelle d'orso sul pavimento.
Dino lo guardò attentamente, perplesso.
- Cos'è successo ai tuoi capelli? - chiese al principe, notando che i suoi capelli erano diventati di carbone, cortissimi e scompigliati, e gli occhi del ragazzo, altrimenti scoperti, erano nascosti da una mascherina da notte.
- Questo brutto bamboccio mi ha dato fuoco ai capelli! - rispose Belphegor, calpestando Fran con più forza.
- E ha fatto benissimo! - commentò Squalo dal piano di sopra.
- Tu sta'zitta, Shirley Temple! - urlò il principe al suo capitano, rivolgendosi poi nuovamente a Dino. - Io non mi muovo di qui! -
- Ma Bel-chan! Non possiamo restare senza mangiare! - osservò Luss. - Non fa bene a dei bambini ancora piccoli come voi! -
- Infatti. - assentì Xanxus, fulminando il principe, che lo ignorò (anche perché non poteva vederlo, con la mascherina).
- Ma io non ho la minima intenzione di uscire con i capelli in questo stato! - obiettò Bel.
Luss lo osservò per un breve attimo, pensieroso.
- Forse ho un'idea... - disse poi, con un sorriso soddisfatto.

- Signore e signori, un cordiale VOOOI!!! - Squalo fece il suo ingresso impacciato, mentre Dino, che stava accanto a lui, inciampò chissàdove.
Tutti i presenti del ristorante 'Il Mestolo' si voltarono verso di loro.
- Ho il dovere il piacere di annunciarvi Belphegor lo Squartatore, Nababbo di New Varhi. - concluse Superbi, aggiustandosi il cappellino da baseball che Yamamoto gli aveva dato per coprire la sua orrida acconciatura, che non era riuscito a rimettere a posto neanche con il ferro da stiro. Poi fece un cenno alle sue spalle. - Entrate! -
Ed ecco che apparve agli occhi dei clienti una sfilata alquanto bizzarra: l'aprivano due ancelle, l'entusiasta Lussuria e l'imbarazzatissima Chrome, che lanciavano fiori a destra e sinistra; seguivano le due danzatrici del ventre sceme, Kyoko e Haru, e poi il nababbo in persona, con tanto di turbante, occhiali da sole, sorriso smagliante e risata ushishiana. Il nababbo, seduto sul suo baldacchino, salutava il pubblico perplesso come se fosse la regina d'Inghilterra. Al suo fianco, la scimmia addomesticata, Fran, imitava suo malgrado un gorilla, mentre la cavalcatura su cui si spostava il riccone, un piccolo elefante nero che rispondeva al nome di Levi-A-Than, era guidato dallo stalliere Fuuta. Seguivano quattro schiavi che trasportavano sulla schiena, con l'ausilio di due travi, il trono del futuro nababbo, il quale, con la sua solita espressione annoiata e il turbante sulla testa, si lamentava di aver fame. Accanto a lui sedeva il gran visir, Mammon. Li sventolavano con degli enormi ventagli gli schiavi Basil e Chikusa. Alle loro spalle abbaiava e scodinzolava il fedele cane Ken, e, dietro di lui, la balia Nana teneva per mano i due fratellini del futuro nababbo, Lambo e I-Pin.
La numerosa processione prese posto ad un tavolo abbastanza grande da ospitarli tutti, e il nababbo insistette per avere il posto di capotavola.
- Servo, va'ad ordinare per il nababbo. - comandò Bel, facendo cenno a Squalo di ordinare. - Ed evita il cibo piccante! -
Borbottando, Superbi si diresse verso il primo cameriere che incontrò.
- Desidera? - chiese l'uomo.
- Vorrei ordinare. - disse Squalo.
- Tavolo? - domandò ancora l'uomo, prendendo nota.
- Il 20, dove c'è quell'allocco con il turbante, per intenderci. -
- E cosa vuole ordinare? -
Un'idea sadica attraversò improvvisamente la testa del Varia.
- Porti pure tutto il cibo piccante che avete, - disse, ghignando e voltandosi verso Belphegor. - Con peperoncino messicano, se c'è. -
- Ne abbiamo a volontà, signore. -
- Bene, ce lo metta tutto. -
E così detto, tornò al tavolo.
Due minuti dopo, un cameriere venne da loro, portando i piatti che Squalo aveva ordinato, e il nutrito seguito del nababbo cominciò a mangiare.
- Che cosa hai ordinato per noi, Squalo? - chiese Dino.
- Mah... roba leggera... - rispose Superbi, evasivo, concentrandosi sul proprio piatto.
- Sapete, io non ho mai mangiato piatti svizzeri. - rise Yamamoto, cercando di prendere un peperone tenendo le posate a mo'di bacchette e per giunta al contrario.
- Povero idiota! - borbottò Gokudera, mostrando al vicino, ovvero Takeshi, come, nel mondo civile, si era soliti tenere le posate occidentali.
- E' molto buono! Ottima scelta! - esclamò Nana.
Due minuti dopo...
- A... A... AIUTO!!! - la gola di Dino emetteva fiamme, alternate a colpi di tosse (sì, si era strozzato con un pezzo di cibo).
- Perché brucia? - chiese I-Pin, le lacrime agli occhi.
- Ahah! Però è divertente! - sorrise Yamamoto, il fumo che usciva dalle orecchie.
- VOGLIO L'ACQUAAA!!! - strillò Lambo, saltellando sulla sedia.
Ma Tsuna si era appena scolato la bottiglia per chetare il bruciore alla gola.
- QUESTO E' UN PIATTO ESTREMOOO!!! - Ryohei, in piedi sul tavolo, si era trasformato in un drago sputafuoco con le lacrime agli occhi.
Levi sembrava aver appena assistito ad un film strappalacrime; Belphegor tentava di agguantare il collo di Squalo; Luss, Kyoko, Haru e Ken correvano per tutto il locale in cerca d'acqua; Fran, Chrome, Chikusa, Mammon, Nana, Basil e Fuuta erano pietrificati.
In pratica, solo Squalo, Xanxus e Gokudera resistettero alla forza del peperoncino messicano.
 
Quel pomeriggio, dopo aver pranzato, e dopo essere tornati a casa di Tsuna, l'eccitazione per l'ormai prossima Vigilia aumentò a livello esponenziale, tanto che Tsuna temeva di trovarsi tutt'un tratto circondato da un cumulo di macerie in mezzo alla neve, mentre i suoi famigliari mafiosi continuavano a demolire la casa. Ma non accadde nulla di così eclatante, almeno fino all'ora di cena, quando tutti cominciarono, letteralmente, a dare di matto: Ken pretendeva di mangiare sul pavimento, come un cane, Squalo cercava di evitare gli assalti di Xanxus, che cercava di levargli il cappello da baseball, Haru e Kyoko ritagliavano i tovaglioli di carta, e potete ben immaginare cosa facessero gli altri.
- Dove sono i regali del grande Lambo? - chiese il Bovino, per la terza volta di seguito, sbattendo le posate sul tavolo con impazienza.
Gokudera appoggiò la forchetta nel piatto, voltandosi verso il suo infantile vicino di tavola con sguardo omicida.
- Chiudi un po'gli occhi, così ti do'il mio regalo. - disse.
- Va bene. - acconsentì Lambo, chiudendo gli occhi. - Cosa mi regali, Gokuscemo? -
- Questo! - rispose Hayato, serrando un pugno e dirigendolo a velocità elevata contro la testa di Lambo.
- Ma è una bellissima idea, Lambo-chan! - batté le mani Haru, eccitata, prima che la mano di Gokudera potesse raggiungere la sua destinazione. - Scambiamoci i regali! -
- Sì! E' un'ottima idea, Haru! - sorrise Nana.
- Ma io non ho comprato i regali per tutti! - esclamò Luss, preoccupatissimo. - Come possiamo fare? -
- Oh, be', non ci sono problemi per questo. - intervenne Dino, sorridendo. - Il Nono mi ha proposto di fare un gioco: mi ha dato uno scatolone pieno di regali, e un sacchetto con i nostri nomi. Di volta in volta si estrarrà un regalo e il nome di chi lo riceverà, così avremo tutti un regalo e non ci sarà bisogno che ciascuno faccia un regalo per ognuno degli altri. -
- Oh, quello sì che è un uomo organizzato! - esclamò Luss.
- Datemi solo il tempo di andare a prendere lo scatolone a casa mia. - disse il Cavallone.

Poco dopo Dino ritornò.
- Eccomi qui! - esclamò, allegro. - CominciaMOOO!!! - disse poi, scivolando sulla pozza d'acqua lasciata dalla valanga di poche ore prima.
- Forse è meglio che questo lo tenga io, al riparo da Cavalloni a-sottopostizzati - disse Gokudera, prendendo lo scatolone dalle mani del giovane. - E anche da bimbi-mucca rompiscatole. - aggiunse, dando un cazzotto sulla testa di Lambo, che stava cercando, furtivamente, di rubare qualche regalo dallo scatolone. Poi si rivolse a Tsuna, porgendogli lo scatolone e chinando il capo. - Decimo, estraete Voi i nomi e i regali. -
- Eh? Io? - balbettò Tsuna, perplesso.
- Sì, lo ha chiesto a te, occhi da triglia! - grugnì Ken, sbuffando.
- Come osi rivolgerti al Decimo in quel modo! - ringhiò Gokudera, gli occhi iniettati di sangue.
- Calmatevi, bambini - li separò prontamente Lussuria. - Adesso giochiamo al gioco che ha proposto il Nono... -
Improvvisamente Mamma Luss smise di parlare, e anche l'atmosfera di euforia che correva in tutta la stanza si congelò, non appena Hibari Kyoya fece il suo ingresso scendendo le scale dal piano superiore, gli occhi furiosi e calmi allo stesso tempo puntati di fronte a sé. Senza degnarli di uno sguardo, il Presidente del Comitato Disciplinare attraversò la cucina e prese posto su una poltrona del salotto.
- Ehi, pss! Pss! C'è qualcuno laggiù? -
Hibari si voltò di scatto verso il camino, da dove provenivano quei bisbigli.
Anche gli altri udirono quella voce distintamente.
- Mukuro-sama! - mormorò Chrome, sobbalzando nel riconoscerla.
- Se c'è qualcuno, per favore, tiratemi giù! - continuò la voce. - E' più di un'ora che sono nascosto qui!... E mi si sono intorpidite le gambe e le braccia. Per favore, tiratemi fuori! -
Kyoya si voltò verso gli altri, pietrificati e spaventati dalla situazione, come per avere il loro muto consenso per agire. Poi, con un sorrisino maligno, si alzò dalla poltrona e si avvicinò, con passi lenti e decisi, al caminetto. Controllò che vi fosse la legna, e poi l'accese con la fiamma ossidrica. E attese.
- Ehi, fa caldo! Tiratemi giù! - esclamò Mukuro, cercando di scendere.
Chrome si torceva le mani, ma non aveva il coraggio di avvicinarsi, e Ken cercava di azzannare Hibari mentre Chikusa lo tratteneva, non nascondendo la sua preoccupazione e, come gli altri, non sapendo cosa fare per fermare il Guardiano della Nuvola.
- Kyoya... - mormorò piano piano Dino, cercando di far ragionare il ragazzo, senza successo.
 C'era un silenzio teso nella stanza, interrotto dal rumore del fuoco e da quello di Mukuro che stava lentamente scivolando lungo la canna del camino.
- Ma Hibari-chan... - intervenne finalmente Luss, preoccupato. - E' Natale! -
Kyoya si voltò verso gli altri, che lo osservavano, preoccupati, poi guardò il caminetto, indeciso ma senza darlo a vedere. Allora sospirò, andò in cucina, prese un bicchiere pieno d'acqua dalla tavola e tornò verso il camino, per poi rovesciare il contenuto del bicchiere sulle fiamme, spegnendo il fuoco appena prima che Mukuro precipitasse nella cenere della base del camino.
Poi il mastino di Namimori si andò a sedere sulla poltrona più isolata del salotto, voltando le spalle agli altri.
- Allora, le fate o no queste estrazioni? - chiese, incrociando le braccia.

- Il primo nome estratto è quello di... - disse Tsuna, in piedi di fronte ai suoi amici, seduti a semicerchio attorno a lui in cucina. - Levi-A-Than. - e ripose il biglietto sul tavolo.
- E il suo premio è... - Dino, in piedi accanto a Sawada, pescò un biglietto dal cesto dei premi e lo aprì, non senza trattenere un sorriso divertito e allegro. - Un set di matite colorate! -
- Ma è un regalo bellissimo! - Luss saltellava sulla sedia battendo le mani, al settimo cielo dalla gioia.
- Che carine! Mi piacciono tanto le matite colorate! - sospirò Haru.
- Bene, Levi, ora potrai usarle per fare tanti bei disegnini del Boss da appendere nella tua cameretta! - lo derise prontamente Belphegor, dando un pizzicotto sulla guancia di Levi. - Ushishishishi!!! -
Ed ecco che il regalo di Levi fece un un giro turistico nella bocca di Bel.
- Bene, passiamo alla seconda estrazione. - annunciò Tsuna, tentando di evitare un massacro. - Il prossimo è... Reborn!? Ma non è neanche qui!... -
Improvvisamente il katekyo fece il suo ingresso a sorpresa a bordo di un areoplanino di carta, passando attraverso la finestra, atterrando il suo ex-allievo (Dino) sul pavimento e puntandogli una pistola alla nuca.
- Vedi di estrarre qualcosa di bello, Dino. - disse sorridente e calmo il tutor, porgendo al Cavallone il cesto con i biglietti dei premi.
- V... Va bene, Reborn: farò del mio meglio. - rispose Dino, allungando una mano nel cesto ed estraendo un biglietto.
- Mi sa che Cavallopazzo questa volta è spacciato: non credo che ci possano essere premi molto più interessanti di un set di matite colorate. - disse a bassa voce Gokudera, rivolto a Yamamoto accanto a lui.
- Dici? - Takeshi non era della stessa idea. - Io invece credo di no - e sorrise. - Sasagawa-sempai dice che ci saranno sicuramente dei premi estremi! -
- Tsk! - rispose Hayato, proprio mentre Dino leggeva il biglietto che aveva estratto, con un sospiro di sollievo.
- Un cellulare di ultimissima generazione! -
- Sì, è andata bene, Dino. - sorrise Reborn, mentre Leon tornava nella sua forma di camaleonte e il katekyo si dirigeva a ritirare il suo premio.
Le estrazioni che seguirono furono nettamente più calme ed equilibrate: Bianchi, entrata in quel momento dalla porta, ricevette un libro di favole, Mukuro un braccialetto, Nana un paio di guanti e I-Pin un paio di stivaletti (guarda caso della sua misura).
Ma la calma non è una caratteristica di questa bella famigliola, e infatti...
Tsuna sbiancò, leggendo il biglietto che aveva appena estratto.
- Xanxus! -
Onde evitare una fiammata diretta verso la sua testa, il Decimo si nascose sotto il tavolo, tremando e piagnucolando.
Anche Dino avrebbe voluto tanto raggiungere il suo fratellino sotto il tavolo, e levarsi così dalla traiettoria delle pistole che ora il boss dei Varia aveva puntato contro di lui. Eppure non lo fece, e continuò a tener fede al compito di estrattore, allungando una mano cadaverica verso il cesto e tirando fuori il biglietto che avrebbe decretato il premio della belva, e anche il destino del Cavallone. Mentre apriva il pezzo di carta, Dino si chiedeva se fosse meglio ricevere un proiettile da parte del sadico Reborn o del terribile Xanxus. Ma non seppe darsi una risposta.
- Pantofole! - strillò poi, sollevato per il premio che il boss dei Varia aveva ricevuto.
Xanxus, infatti, sembrò soddisfatto delle calzature, e risparmiò Dino, importunando il povero Squalo affinché gli mettesse le pantofole. Ovviamente potete ben immaginarvi la reazione di Riccioli d'Oro.
Nei due turni successivi Fran vinse dei fazzoletti ricamati e Chrome una sciarpa.
Poi ci fu l'ennesima estrazione, e non appena Hibari sentì la voce tremante di Tsuna chiamarlo, il Presidente si voltò verso la cucina con uno sguardo indecifrabile, trovandola deserta.
- Corno, arco e frecce. - disse Dino, con voce esitante, nascosto nella credenza. - Puoi ritirare il tuo premio da Haru, nel mobile sotto il lavello. -
Hibari si alzò, andò in cucina, aprì lo sportello del mobile che gli aveva indicato il Cavallone, prese il pacchetto che Haru gli porgeva e lo scartò. Allora si diresse verso la credenza e aprì i due sportelli, trovandoTsuna e Dino riversi l'uno sul ripiano superiore e l'altro sul piano inferiore, che lo guardavano, stravolti, in attesa della sua prossima mossa.
- Decimo! Che cosa è successo? Va tutto bene? - chiese in quel momento il forno, con voce cavernosa.
Un sorrisino sadico e poco rassicurante si stampò sul volto di Hibari.
- Ti è piaciuto il regalo, Kyoya? - gli domandò Dino, deglutendo.
- Sì, così tanto che voglio provarlo subito. - rispose Hibari, incoccando una freccia e tendendo l'arco.
- HHHIII!!! - strillò Tsuna, saltando in braccio ad un Dino sbiancato dalla paura.
- DECIMO! ASPETTATEMI! ARRIVO SUBITO!!! - urlò il forno, spalancandosi e lasciando fuoriuscire un Gokudera allarmato e imbottito di esplosivo fino ai denti.
Fu allora che Hibari diresse l'arco nella direzione opposta e scoccò la freccia. La pannella, che si trovava sulla traiettoria del dardo scagliato da Kyoya, si staccò dal gancio che la teneva attaccata alla parete quasi per magia, evitando così di essere trafitta. Poi, in una nuvola di fumo, l'indumento sparì, e Mukuro ritornò nelle sue sembianze ordinarie, affrettandosi a guadagnarsi la porta, rincorso dal cacciatore di erbivori, ora armato anche di arco e frecce.
Non appena predatore e preda furono fuori di vista, gli altri uscirono dai loro nascondigli e ripresero il gioco.
Ryohei ricevette un ciondolo estremo, Luss una tavoletta di cioccolato, Basil un acchiappasogni, Haru un profumo e un tagliacarte, poi fu la volta di...
- Squalo. -
- Un diario! - sorrise Dino.
- E' un regalo perfetto per Squalo! - esclamò Yamamoto, entusiasta, prima di ricevere un cazzotto in testa dallo stesso Superbi, alzatosi per ritirare il suo premio.
- Ma non c'è neanche un lucchetto! - esclamò Superbi, rivolto a Dino, dopo aver esaminato, con poca convinzione, il quadernino dalla copertina blu.
- Oh, la piccola Shirley Superbi ha paura che i suoi compagni cattivi possano leggere i segreti del suo diario. Non sia mai che scoprano i suoi piccoli problemi di cuore! -
- Chiudi quella fogna! - Riccioli d'Oro, il volto paonazzo dalla rabbia, prese a rincorrere il principe agitando in aria la spada con fare minaccioso.
Il gioco andò avanti con relativa calma per mezz'ora: Chikusa ricevette una bussola, Yamamoto un orologio, Kyoko un vestito, Tsuna una bambola che strillava 'Mamma!', Mammon una corona (inutile dire che Bel l'avrebbe ammazzata volentieri per impossessarsi del prezioso diadema), Lambo un paio di pattini, Ken una slitta e Fuuta una collana.
- Bene, adesso è il turno di Dino. - annunciò Tsuna.
- Il mio turno? Sono proprio curioso di ciò che la fortuna mi riserverà. - sorrise Dino, aprendo il biglietto che aveva appena estratto. - Il mio regalo è... -
Si bloccò, confuso, fissando un curioso pacco ancora incartato che stava strisciando lungo la stanza.
- Ma c'è qualcosa che si muove lì dentro! - esclamò Haru, rifugiandosi dietro Gokudera, seduto accanto a lei, che non fu affatto contento dell'alzata d'ingegno della ragazza.
- Dobbiamo aprirlo: potrebbe esserci un animale, come un gatto, e potrebbe soffocare se non ci sono buchi a sufficienza sulla scatola. - suggerì Yamamoto.
- Ci penso io all'ESTREMOOO!!! - saltò in piedi Ryohei, correndo verso il pacchetto e aprendolo. - Ehi! Ma qui c'è un cagnolino! -
- Come? Un cane? - Haru si sporse da dietro le spalle di Gokudera per dare un'occhiata alla scena. - Com'è carino!!! -
- Chissà chi sarà il suo fortunato padrone... - domandò Kyoko, sorridente, guardando suo fratello che giocava con il cucciolo e con Ken.
- Sono io. - rispose il Cavallone, sorridendo e mostrando a tutti gli altri il biglietto recante la scritta 'cucciolo'.
- Che fortuna! - esclamò Yamamoto, felice. - Credo che il tuo sia stato uno dei regali più belli. -
- Non saprei... però questo simpaticone qui è decisamente il miglior regalo di Natale che io abbia mai avuto. -
- Bleah! Quanto sentimentalismo! - il principe, che fino a quel momento aveva osservato la scena dal divano, dopo l'inseguimento di Squalo, si stava chiaramente annoiando. - Andiamo avanti: il principe non ha ancora ricevuto il suo regalo! -
- Come vuoi tu, Belphegor. - assentì Tsuna, estraendo l'ennesimo biglietto. - Che coincidenza: c'è proprio scritto il tuo nome! -
- Era ora! - esclamò il ragazzo, sbuffando e mettendosi a sedere. - Che cosa mi date per regalo? -
- Un carillon. - rispose Dino.
- Un 'ca' che? - domandò Bel. - Cos'è? Un scettro o qualcosa di simile? -
- E' un aggeggio che produce musica, mio principe. - lo sfotté Squalo, ridacchiando. - Mi chiedo come Sua Stupidità non conosca un tale oggetto d'obbligo nella casa di un qualsiasi nobile che si rispetti. -
- Per il principe, capitano capellone, i catiglion sono completamente fuori moda: roba da popolani, per intenderci. -
- E comunque si dice carillon, mio principe. -
- Va bene, passiamo alla prossima estrazione. - intervenne Tsuna, interrompendo la catena di prese in giro. - Stavolta tocca a... Gokudera! -
- Che riceverà... - aggiunse il Cavallone. - Un pallone e una giraffa di peluche. -
Borbottando, Gokudera si avviò a ritirare il suo premio, accompagnato dalle prese in giro di Lambo.
In quel momento Nana lanciò uno sguardo all'orologio della cucina, e si accorse che si era già fatta mezzanotte e mezza.
- Caspita, com'è tardi! Sarà maglio andare a dormire. - disse, alzandosi e congedandosi dagli altri.
I restanti Vongola, Varia e Kokuyo si ritirarono nelle loro stanze pochi minuti dopo.
- Mio Tsuna! -
La voce di Haru raggiunse Tsuna pochi secondi prima che questi aprisse la porta della stanza di Reborn, che conduceva anche alla sua camera.
- Che c'è, Haru? - chiese, voltandosi verso di lei, che gli stava venendo incontro.
- Non lo vedi quello? - rispose lei, indicando qualcosa sopra la testa di Tsuna.
Il ragazzo alzò il capo, guardando il ramoscello di vischio appeso sopra di lui.
- C'è del vischio. - disse, continuando a non capire.
- E se c'è il vischio che bisogna fare? - lo incalzò lei, avvicinandosi sempre di più.
Improvvisamente Tsuna divenne rosso, e cercò di indietreggiare, toccando però il muro con la schiena.
- Haru... - disse con un filo di voce e una smorfia sul volto paonazzo.
- Cosa? - chiese lei, lo sguardo sognante.
- Mi stai... pestando un piede! -
La ragazza abbassò lo sguardo, constatando che le parole del ragazzo erano vere, e saltò indietro di un metro, imbarazzatissima, scusandosi.
- Non fa niente, Haru. Non ti preoccupare. - rispose Tsuna, il volto ancora distorto dal dolore, aprendo la porta e zoppicando all'interno della stanza. - Buona notte. -
- Ma... -
E la porta si chiuse. Haru restò per un attimo interdetta a fissare la porta, elaborando ciò che era appena successo e che aveva impedito il bacio che aveva tanto a lungo progettato. Allora, borbottando, staccò il vischio dal soffitto e se ne tornò in camera.

 - Ragazzi! E' pronto il pranzo! -
Tsuna aprì lentamente gli occhi, stiracchiandosi.
Possibile che avesse dormito così tanto a lungo da essere svegliato dalla voce di sua madre che lo chiamava per pranzare?
Non appena le nebbie del sonno si allontanarono dai suoi occhi, il giovane Vongola si guardò attorno, sbigottito: era completamente buio. Si avvicinò rapidamente alla finestra e aprì le persiane, scoprendo, con immenso stupore, che il cielo era scuro e pieno di stelle. Allora si affacciò dalla ringhiera per guardare l'orologio nella camera di Reborn, che segnava le tre e un quarto. E poi, ripensandoci, la voce che aveva sentito non era quella di sua madre...
- VOOOI!!! Pervertito! Sono le tre e un quarto: mancano ancora dieci ore prima del pranzo! - urlò Superbi, facendo tremare le pareti e svegliando gli inquilini che non erano già stati svegliati dalla chiamata a raccolta di Luss. - Non dirmi che sei ancora sonnambulo! -
- Suvvia, Squ-chan, smettila di scherzare! - lo rimproverò Lussuria, dal piano inferiore. - Il sonnambulismo è una vera patologia, e io, ringraziando il Cielo, non ne sono affetto. -
- Certo! - borbottò Superbi, ironico.
- Ha ragione il pervertito, feccia: non si scherza, soprattutto con il cibo. - rispose Xanxus, prima rivolto a Squalo e poi al Guardiano del Sole. - Hai preparato cinque bistecche? -
- Ma certo, Xanxino. E sono tutte per te! Ma fino a quando i tuoi fratellini non vengono a tavola non posso darti nulla. - disse Luss.
- Fecce, - concluse il Boss dei Varia, caricando la pistola. - Se non vi presentate in cucina entro tre secondi... -
Con un boato da terremoto, l'intera famiglia si presentò in cucina, svegliando Hibari, che si era appisolato in tutta tranquillità su una poltrona del salotto.
- Oh, come siete stati bravi! - esclamò la mammina, saltellando con una grande pentola in braccio. - Vi siete proprio meritati il pudding di Natale che la mamma vi ha preparato. -
E riempì i piatti di tutti i presenti, lasciando anche una porzione davanti alla porta del salotto per Hibari.
- Vi avverto, bambini, che potrete trovare, nel pudding che ho messo nei vostri piatti, dei piccoli oggetti, ognuno dei quali ha un significato speciale. E' una curiosa tradizione inglese che ho visto su un documentario. - spiegò Luss, mettendosi a sedere con gli altri.
- I-Pin ha trovato un anello! - esclamò la bambina, sorpresa, levando il gioiello dal piatto.
- Oh, mia cara, significa che ti sposerai entro un anno! - rispose il Varia, battendo le mani, allegro.
- Oh! - esclamarono Haru e Kyoko, all'unisono, mentre I-Pin arrossiva, lanciando delle occhiate verso il salotto, dov'era Hibari.
- Il Grande Lambo invece ha trovato un bottone! - esultò il bimbo-mucca, dopo aver spappolato il suo pudding in cerca di qualcosa e averne riversati i resti nel piatto del suo vicino, Hayato, per capirci. - Cosa vuol dire? Il Grande Lambo avrà un sacco di bei regali per il suo compleanno, vero? -
- Sì, certo! A cominciare dal mio! - rispose Gokudera, preparandosi a lanciargli un destro. Peccato che Haru gli levò da davanti il bamboccio.
- A dire il vero, Lambo-chan, il bottone vuol dire che resterai single ancora per un bel pezzo. - spiegò il Guardiano del Sole. - E così vale anche per il ditale. -
- Ahahahahah!!! Kaki-pi, non hai speranze! - Ken derise il povero Chikusa, seduto accanto a lui e con un ditale in mano.
- Invece la moneta indica ricchezza. - concluse Lussuria.
- Cosa hai detto? - Mammon alzò la testa di scatto, sviscerando il suo pudding e poi concentrandosi su quelli degli altri, avida come al solito, ma senza avere successo.
- Ma-chan, smettila di fare la stupida! - la rimproverò la mammina, indignato.
- Prima voglio quella moneta! La voglio a tutti i costi! - rispose lei, continuando nei suoi intenti. - Devo averla! Dev'essere mia! Solo mia! -
Mentre gli altri la guardavano con aria attonita, Mukuro, un paio di posti più in là, si godeva la scena in tutta tranquillità, con la sua bella moneta nascosta nella tasca del pigiama.
- A dire il vero, anche io avevo preparato un pudding per domani. Volevo farvi una sorpresa, ma ormai è andata com'è andata. - disse Bianchi, alzandosi, dirigendosi verso il forno ed estraendone un ammasso violaceo dal quale scaturiva un fumo giallognolo che sapeva di cloro. - Ne volete un po'? -
- PIANO ANTI-ATOMICA!!! CHIUDETEVI NELLE VOSTRE CAMERE E SBARRATE PORTE E FINESTRE!!! -

Il giorno seguente, anzi, diciamo semplicemente poche ore dopo, lentamente, tutti scesero, ancora in pigiama, a fare colazione. Mangiarono rapidamente, dato che quello era il giorno della partenza per tornare alle loro case, e si scambiarono pochissime parole, anche perché la televisione, riparata da Ryohei e Yamamoto durante la cena della sera precedente (e avendola rimessa a posto loro due potete ben immaginarvi i risultati, del tipo scotch ovunque, immagini capovolte, figure in bianco e nero, trasmissioni unicamente in lingua tedesca e sottotitoli in giapponese), stava trasmettendo il telegiornale, e i nostri mafiosi di fiducia erano in attesa delle previsioni metereologiche per sapere se sarebbero tornati a casa sani e salvi oppure se avrebbero incontrato tormente, orsi e yeti. Ma mancavano ancora dieci minuti alle previsioni, e nonostante gli inquilini avessero tanto voluto spegnere la tv per riaccenderla più tardi, avevano paura che ci sarebbe voluta mezz'ora per aspettare che le immagini fossero abbastanza nitide da poterle decifrare. Così si sorbirono tutto il telegiornale, che in quel momento stava concludendo un servizio sull'ultimo modello di scarpe da tennis della Ienk.
'E ora passiamo al prossimo servizio.' il giornalista, nello studio del tg, scansò il foglio che aveva appena letto e ne prese un altro. 'La nave da crociera Odissea, della compagnia Po Co. Stabile, partita da Ischia appena ieri, poche ore fa ha fatto perdere le sue tracce nel bel mezzo dell'Oceano Atlantico. Sfortunatamente non siamo riusciti ancora a metterci in contatto né con i membri dell'equipaggio né con i passeggeri. Diamo la linea a Pinca Panca, sperando che lei abbia delle notizie più confortanti. Linea a Pinca.'
'Grazie Tizio.' rispose l'inviata. 'Ho una notizia che, sicuramente, farà tirare un sospiro di sollievo ai parenti dei viaggiatori dell'Odissea. Uno dei passeggeri è riuscito a mandare un messaggio con un telefono satellitare, dicendo che stanno tutti bene e che sono approdati su un'isola deserta a causa di un guasto al motore. Ha anche dato la possibilità ai parenti dei passeggeri di telefonare al suo stesso numero per parlare con loro direttamente e sapere con esattezza le loro condizioni. Il numero è 978 3386927. Ripeto: 978 3386927. Come ricorderete, la nave da crociera Odissea era partita appena ieri...'
E in quel momento Mukuro spense la tv, venendo pesantemente insultato da tutti gli altri.
- Ken, telefona subito a quel numero! - ordinò l'illusionista.
- E perché? - il ragazzo lo guardò con un'espressione a metà tra lo stravolto e lo schifito.
- MM è a bordo di quella nave! - rispose Mukuro, con aria allarmata.
- A maggior ragione! Perché dobbiamo parlarle? Ben le sta di essere naufragata! Anzi, mi auguro che non torni più nel raggio di venti chilometri dal confine nipponico! - esclamò Joshima.
- Fa'quello che ti ho detto! - insistette Rokudo.
E così, borbottando, Ken ubbidì e telefonò al numero.
- Pronto? - rispose una voce maschile sconosciuta.
- Mi scusi, sono un amico di uno dei naufraghi, vorrei sapere come sta. - rispose Ken.
- Qual è il nome del suo amico? -
- MM. -
- Come? -
- MM. -
- Lo chiamo subito. - rispose l'altro, confuso, mentre Ken passava la cornetta a Mukuro.
- Pronto? - rispose poco dopo la voce stravolta di MM.
- Sono Mukuro... -
- Muku-chan! - esclamò lei, sorpresa. - Sei proprio tu! Non hai idea di ciò che mi è capitato!... -
- E come stai? -
- Be'... ecco... qui è pieno di zanzare, ho i vestiti completamente stracciati, i capelli sporchi e ci sono tanti animali strani... Sembra un inferno! -
- Bene, allora è il posto per te. -
- Cosa? Scusami, credo di non aver sentito bene... -
- Non ti preoccupare: io e gli altri avremo molta cura della tua roba quando la metteremo nei sacchi per rivenderla a qualche mercato delle pulci. -
- Cos'hai detto, bastardo? -
- Non penso proprio che avrai bisogno dei nostri soldi, ora che hai uno stipendio da diva, quindi ci terremo tutto noi. Ma tu non ti preoccupare: rilassati e prenditi questa bella vacanza. -
- Non oserai...! -
- Del resto lo sai anche tu quanto siano preziosi gli amici. -
- Non. ti. azzardare. a. riagganciare! O... -
Ma Mukuro aveva già chiuso.
- Complimenti. - sorrise Chikusa.
- Capo, sei stato grande! - esultò Ken, saltellando per il soggiorno, allegro. - Adesso che quella racchia non c'è più potremo rivendere tutta la sua roba! Saremo ricchi! -
- Così potrete restituirmi i miei soldi. - concluse Mammon.
- Sì, anche quello, nano. - la liquidò Ken.
- Rimangiati quello che hai detto, oppure vi farò ripagare il doppio! - gli saltò addosso l'Arcobaleno.
- Ha ragione Ken, per una buona volta: saremo ricchi. - disse Mukuro, rivolgendosi poi a Chrome. - Che ne dici di andare a cena fuori non appena avremo guadagnato qualche spicciolo? -
La ragazzina arrossì, imbarazzata ma felice.
- Ooohhh!!! Come sono felice!!! - Lussuria stava danzando intorno al tavolo, al settimo cielo. - Tutto è bene quel che finisce bene! -
Consumata la colazione, ognuno ritornò in camera a preparare le valigie. Nel sentire le voci dei suoi compagni, i loro passi rapidi, e nel vederli gironzolare in cerca della loro roba, Tsuna sentiva una spiacevole sensazione di vuoto. Non si sarebbe mai aspettato di poter sentire la mancanza della sua famiglia mafiosa e, soprattutto, della confusione che questa causava. Sorrise, malinconico. Era stato un bel Natale, dopotutto.
Appena mezz'ora dopo si erano tutti radunati nell'ingresso, bagagli in mano e cappotti addosso. Hibari se ne era già andato senza farsi notare.
- E' stato un Natale fantastico, fratellino! - salutò Dino, abbracciando Tsuna. - Ci vediamo presto! -
- Arrivederci, Sawada-dono! - si congedò Basil, sorridendo. - Il nostro treno parte tra due ore, ma per arrivare alla stazione a piedi la strada è tanta. -
- Capisco. - rispose il Decimo, sorridendo a sua volta. - Spero di rivedervi presto. -
E con un ultimo cenno i due uscirono in compagnia del nuovo cane di Dino.
- Ti ringraziamo per la tua ospitalità, Sawada Tsunayoshi. - disse Mukuro, con un sorriso enigmatico. - Ti auguro di non rivederci presto. -
E ridacchiando con la sua solita e insolita risata guidò la sua gang fuori dalla porta.
- Nana, non sai che piacere è stato per me conoscerti! Mi hai insegnato un sacco di ricette che non sapevo. Sicuramente Xanxino le apprezzerà molto. - Luss abbracciò Nana, commosso. - Ma... ho una domanda da farti: per il tiramisù, quante...? -
- VOOOI!!! - lo interruppe bruscamente Superbi, carico di bagagli, mentre i presenti si tappavano le orecchie. - Io mi sono rotto le scatole di stare qui! -
- Anche il principe vuole tornare a casa! - si associò Bel.
- E io ho fame! - assentì Xanxus.
- E va bene, bambini! Andiamo a casa, adesso! - borbottò Lussuria, seccato per le lamentele dei suoi pargoli. - Ci vediamo, Nana-chan! -
E così i Varia si avviarono verso casa.
Il resto dei presenti li guardò allontanarsi in silenzio, nel bel mezzo della neve e a piedi, poi Nana prese i bagagli.
- Coraggio, ragazzi! E' ora anche per noi di andare. - disse, precedendo gli altri fuori di casa, mentre Tsuna, l'ultimo ad uscire, chiuse la porta a chiave.
- Ecco il pulmino che abbiamo affittato. - cinguettò Nana, indicando la macchina parcheggiata poco più in là.
Caricati i bagagli, i dodici passeggeri tentarono di prendere posto. Ma...
- Mamma, - chiese Tsuna. - Perché ci sono solo undici posti? -
- Oh! Me ne sono accorta solo ora che siamo in dodici! - esclamò la donna, dispiaciuta. - Tsu... non è che potresti...? -
E fu così che Tsuna trascorse il tempo che impiegarono per arrivare all'aereoporto in compagnia delle valigie nel portabagagli!



Variante (con omake)!

[...]
- Nana, non sai che piacere è stato per me conoscerti! Mi hai insegnato un sacco di ricette che non sapevo. Sicuramente Xanxino le apprezzerà molto. - Luss abbracciò Nana, commosso. - Ma... ho una domanda da farti: per il tiramisù, quante...? -
- VOOOI!!! - lo interruppe bruscamente Superbi, carico di bagagli, mentre i presenti si tappavano le orecchie. - Io mi sono rotto le scatole di stare qui! -
- Anche il principe vuole tornare a casa! - si associò Bel.
- E io ho fame! - assentì Xanxus.
- E va bene, bambini! Andiamo a casa, adesso! - borbottò Lussuria, seccato per le lamentele dei suoi pargoli. - Ma prima dobbiamo ringraziare i nostri ospiti come si deve. Su! Levatevi i cappotti! -
Ma non accadde nulla.
- Ho detto: levatevi i cappotti! - ripeté l'uomo, spazientito.
Alla fine i suoi compagni ubbidirono, mostrando ai loro ospiti i costumi da Babbo Natale che Lussuria aveva costretto loro ad indossare.
Mentre tre quarti dei presenti li guardavano stravolti e preoccupati, Yamamoto e Ryohei mostrarono il loro apprezzamento con un grande applauso, presto stroncato da Gokudera.
- Coraggio, bambini, cantante con me!                                                A Natale... -
Squalo, dopo che Xanxus gli ha pestato un piede:                             - VOOOOOI! -
Tutti insieme (con false voci angeliche):                           - Vi scannate come non fareste mai!
                                                                             Alla Vigilia vola un piatto dalla mano del boss,
                                                                              sale un urlo da Squalo e una risata da Luss,
                                                                      Levi tace, Mammon pure e Bel sghignazza assai -
Bel:                                                                                                - Ushishi! -
Lussuria:                                                                                       - A Natale... -
                                                                                                    - VOOOOOI! -

* (Parodia di ''A Natale puoi'' di Alicia)

Squalo, furioso, trattenendo un'imprecazione poco galante, trascinò Luss fuori di casa, seguito dagli altri.
 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn / Vai alla pagina dell'autore: Bei e Feng