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Autore: sara baudini    05/02/2014    2 recensioni
Il nome della bambina è Atlas. Le prede, sono altri esseri umani. Ribelli. Feccia da eliminare.
Genere: Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La bambina è spaventata. Corre nella neve, con il fucile in mano. Lei sa già cosa deve fare: trovarli tutti. Ucciderli tutti. Sopravvivere. Tornare a casa.
Corre, si muove velocemente fra le lunghe mani taglienti degli alberi. Pensa che non ce la farà a tornare. In una notte era già stata aggredita da un branco di lupi. Certo, è sopravvissuta, ma ora, pensa che sta perdendo troppo sangue. La gamba fa male, le unghie degli alberi le sfregiano la faccia, la neve le oscura la vista e il vento le taglia le orecchie da sotto il berretto di lana.
Ha paura di incontrare loro. Non gli atri suoi compagni, bambini come lei, anche se non amici. Ma aveva paura di incontrare le prede. Gli ordini sono chiari: sopravvivete da soli nel bosco per una settimana, cacciate le prede che sono fuggite dal treno e tornate a casa come valorosi guerrieri, cadetti, pronti per l’accademia militare.
Non ce la fa. Sente le urla. Sente le risate. I colpi di fucile. Cade.
Sdraiata, con il viso ricoperto dalla neve pungente, pensa che è stata sciocca.
Li ha delusi di nuovo. Ha deluso ancora i suoi genitori, non sarebbe mai stata ciò che loro due sognavano.
La bambina ora pensa di essere stupida, debole, inutile. Si chiede a cosa serva la sua presenza in questo mondo. Punta il fucile verso la sua nuca e scoppia in lacrime. Lacrime calde, prodotte da un corpo vivo, che scaldano la neve.
La bambina è pronta. Non ha più paura. Non è stata una bella vita, è contenta di lasciare tutto. Meglio andarsene che restare in una casa, in un mondo, in cui nessuno ti vuole.
È pronta a dire addio a tutto, ma sente i passi.
Il cuore inizia a battere. La bambina balza in piedi. Pronta come non mai a sopravvivere.
È di nuovo spaventata, ma questa volta, decide che sfrutterà la sua paura per continuare a vivere. Tornerà. La sua famiglia avrà l’onore che merita.
 
I passi si avvicinano. Stringe il fucile tra le braccia. Sente il sangue scorrerle nelle vene, le tempie che pulsano e le gambe che tremano.
Eccolo. Sta arrivando. Decide che non sarebbe morta.
 Un riflesso. La figura che le compare davanti è uno specchio. Ora non sa cosa fare. Non spara. Non ci riesce.
Una bambina, spaventata, con le punte delle dita bluastre e i segni delle zampate dei rami sul volto. Le lacrime scivolano sul suo volto pallido.
Come può ucciderla? È solo una bambina. Il capo aveva parlato di prede. Non di bambinette terrorizzate.
La bambina resta immobile. Continua a puntare il fucile. Non lo abbassa neanche per un secondo.
Dietro la preda compare un ragazzino. Più grande di loro due.
Ora la bambina non sa più su chi puntare il fucile. Continua, presa dall’ansia, a spostare la canna del fucile dal volto di uno al petto dell’altra.
Sente le voci dei suoi compagni in lontananza. Ecco! Loro l’avrebbero aiutata, li avrebbero uccisi, così lei non avrebbe visto.
Fino ad ora la bambina aveva ucciso solo animali. Le persone erano diverse. Sapeva che da grande, diventando una soldatessa, avrebbe ucciso degli umani. Ma ora come ora, non ne è in grado, per questo è sempre stata l’ultima della sua squadre. Per questo, è il disonore della famiglia.
Anche le due prede si sono accorti dei rumori. Il riflesso continua ad ansimare e a piangere. Mentre il ragazzo grande, in un primo momento ansima e guarda lontano, poi guarda la bambina dritta negli occhi.
Stringe il fucile. È sicura che gli farà del male. Non glielo lascerà fare. Lui morirà. Poi anche il riflesso inizia a fissarla.
 Lei è diversa. Lei non ha lo sguardo dell’assassino. Lei sembra così piccola, circondata da quei lunghi capelli marroni. Lei sembra così spaventata, mentre non controlla i movimenti delle sue gambe tremanti.
Lei sembra così umana.
 Non è il suo riflesso. I suoi occhi sono diversi. Sono occhi pieni di vita. Gli occhi di una storia che deve essere scritta. Occhi puri ed innocenti. Invece, la bambina, ha gli occhi spenti. Luminosi e furbi. Ma con nessuna voglia di vivere.
La bambina non ce la fa. Sa di essere debole. Sa che quando tornerà dovrà mentire. Dire che li ha uccisi. Spara un colpo al cielo.
La bambina abbassa la canna del fucile. Senza dire nulla, il ragazzo grande prende in braccio il riflesso, ancora tremante e incredulo. Corre. Scappa dentro la foresta come una nave nella tempesta.
La bambina vede arrivare i suoi compagni. Li saluta e continua per la sua strada.  Non tornerà più indietro. Giura che non avrà più paura. Diventerà un’assassina. Eliminerà ogni briciolo di umanità nel suo cuore. Diventerà forte. Diventerà un’assassina. Crescerà in un mondo freddo, come la neve in quel pianeta ghiacciato ed abbandonato.
 
 
 
Il nome della bambina è Atlas. Le prede, sono altri esseri umani. Ribelli. Feccia da eliminare.
 
   
 
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