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Autore: CreepyWaffle    06/02/2014    2 recensioni
[Transformers Prime - Beast Hunters]
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Li aveva sentiti arrivare, camminare, parlare per i corridoi dell'astronave. Non aveva avuto la lucidità mentale necessaria per contare per quante volte fossero stati lì o per quanto non fossero più tornati, aveva troppa fame. Troppa. E per troppo tempo.
Avrebbe voluto placarla, ne sarebbe bastato uno, anche solo un piccolo morso le sarebbe andato bene. Con l'elemento sorpresa dalla sua, non sarebbe stato troppo difficile sopraffare la vittima.
Ma era immobilizzata, impossibilitata in qualsiasi movimento o produzione di suoni nella stretta ed insonorizzata "cella" in cui era stata rinchiusa, o meglio nascosta. Rimasta imprigionata in quella struttura, in una delle zone più isolate dell'astronave Harbinger, era sopravvissuta allo schianto.
Ora si trovava sulla Terra, parecchio tempo fa la nave era rovinosamente arrivata sul pianeta, dividendosi in due. Ma questo lei non poteva saperlo. Sapeva solo che aveva fame e che là fuori c'era molto energon. Doveva liberarsi! E lo avrebbe fatto, senza dubbio, presto.
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Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Autobot, Decepticon, Nuovo personaggio, Ratchet, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Transformers: Prime
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Parte posteriore della nave da trasporto Harbinger, attuale base di Starscream, (ex) Secondo Comandante dei Decepticon. 

Starscream era al computer, in continua ricerca di qualche informazione che gli potesse tornare utile. Gli umani erano bravi a notare cose importanti e a non darci il minimo peso! Avvistamenti autobot, ritrovamenti di materiali cybertroniani, tutto preso con la massima leggerezza, come uno scherzo, una storia a cui non potresti mai credere, nemmeno con le prove evidenti sotto il naso. Almeno così gli semplificavano quel noioso e lungo lavoro. 
Dopo la distruzione dei suoi cloni, sperava di trovare qualcosa con cui escogitare qualche brillante ed infallibile piano, ovviamente contro il suo caro ex-leader oppressivo e tirannico. 
Era compiaciuto che Megatron non sapesse dove fosse l'Harbinger, non avendo inserito le coordinate nel computer della Nemesis, nemmeno Airachnid sembrava aver proferito parola a riguardo; ora aveva una base tutta sua. Sghignazzò: - Finalmente le cose girano nel verso giusto per me, nonostante tutto... haha! - 


...bip...bip...bip...bip... 


Un allarme si attivò sullo schermo, improvvisamente, accompagnato da una scritta: "Livello Energon: Critico. ATTENZIONE: Provvedere a immediato rifornimento."

- Che succede?- Si disse, con l'espressione più incredula che potesse fare. Non aveva mai visto un segnale del genere prima d'ora, controllò i dati dell'astronave, forse gli era sfuggito qualcosa. 
Notò subito che proveniva dalla parte anteriore della Harbinger, non era precisato che cosa lo avesse fatto scattare o il lasso di tempo che ci aveva messo per raggiungere la "sua" metà. 
Ma era certo che, qualsiasi cosa stesse succedendo là dentro, era un'attività molto recente. Così come era certo del rischio di andare laggiù, gli autobot potevano trovarsi lì. Avevano le coordinate e intercettare messaggi non schermati non era di certo difficile. 

La parte codarda di Starscream cercava di convincerlo a rimanere al sicuro, mentre un'altra parte continuava a chiedere:
Di che si tratta? Quali altri segreti nasconde l'Harbinger? Era pur sempre una nave di trasporto di armi sperimentali.
Uno dei suoi punti deboli: la curiosità. 

- Devo andare a controllare, prima che questa trasmissione a distanza venga captata da altri... che cosa può aver bisogno di energon in una nave schiantata e distrutta eoni fa? -
 

Qualunque cosa fosse, avrebbe dovuto appropriarsene se era utile o distruggerla se non lo fosse stata. 

_____


Era pomeriggio inoltrato quando arrivò alla parte anteriore della nave, sotterrata sotto metri di terra, dove nessun albero era potuto crescere; unico spiazzo desolato in mezzo ad un fitto bosco, che nascondeva gli occasionali visitatori robotici da occhi indiscreti. 

Il passaggio sotterraneo creato da Airachnid durante la loro ultima visita era ancora intatto, per sua fortuna. Si diresse, guardingo, verso il luogo indicato dall'allarme. 
I corridoi si estendevano, labirintici, per metri e metri, sempre monotoni, deserti e grigi.
Una parete aveva ceduto dall'ultima volta che era stato lì. Qualche cavo si era del tutto corroso e pendeva dal soffitto. 
Stava cercando di distrarre la mente, ma, nonostante il posto fosse praticamente lo stesso, l'atmosfera era diversa, certo era una nave abbandonata, metteva inquietudine... ma c'era qualcosa che lo faceva sentire perennemente osservato, braccato, ad un passo dalla morte. Ormai, sapeva fin troppo bene come ci si sentiva. Ma, per questo stesso motivo, sapeva anche come sfuggirne. Ciò lo convinse a proseguire, nulla avrebbe potuto sopraffarlo!

Continuò a guardarsi intorno, puntando i missili posizionati sui suoi avambracci dovunque sentisse strani rumori. Rumori che non avrebbero dovuto esserci. 
- Sono quasi arrivato finalmente, non sopporto di stare rinchiuso in questo rottame... - disse, nervoso.
 
La meta era solo a qualche metro di distanza. Una porta... distrutta, era stata aperta dall'interno, brutalmente e con foga. Qualcosa ne era uscito, qualcosa di vivo e sicuramente non amichevole. Non era più solo là sotto.

Il panico non tardò ad arrivare. Eppure c'era stato parecchie volte in quel vecchio catorcio arrugginito, aveva fatto analizzare sia i dati che la nave da cima a fondo e qualcosa di così evidente gli era sfuggito? Un essere vivo! Com'era possibile?! Questo era un fallimento, l'ennesimo fallimento! 
Ringhiò ed urlò, a un suo imprecisato e possibile ascoltatore: - SO CHE SEI QUI! FATTI VEDERE! -  


Nessuna risposta. 


- Sono il Comandante Starscream, questo è un ordine: FATTI VEDERE! - 


Ancora nulla.


A quel punto si chiese se davvero non fosse solo, se la sua mente non gli stesse giocando brutti scherzi. D'altronde la nave poteva essere stata abbandonata senza il minimo sforzo da qualsiasi cosa avesse distrutto a quel modo un semplice pezzo di metallo che le impediva l'uscita. 
Si schiarì le idee, mentre perlustrava la zona circostante, palrando tra se e se:

- Dato che questa non era una nave prigionieri, ma una nave da guerra e trasporto, sarà di certo un'arma, magari una di quelle biologiche, capaci di muoversi ed attaccare senza necessità di un Decepticon che le guidasse. Questo però non spiega che cosa l'abbia fatta attivare così improvvisamente, qui non c'è nessuno che possa aver azionato un simile marchingenio. Inoltre, se stanno così le cose, sto rischiando di essere scoperto a causa di una macchina antiquata!? E... in nome dell'Allspark sapevo che era solo una perdita di tempo! Qui non c'è nulla!! - 
Frustrato, tirò un calcio alla parete, il rumore che produsse echeggiò per i corridoi. Seguito da un altro, una specie di sibilo proveniente a pochi passi da lui, direttamente dal buio della stanza che, qualche attimo prima, Starscream pensava fosse ormai deserta.

Tenendosi sulla difensiva, entrò. Prima solo per dare un'occhiata, sporgendosi quel che bastava per constatare che non si vedeva assolutamente nulla di sospetto. Poi, raccogliendo quanto più coraggio potè, fece un passo all'interno della camera.
I suoi visori ottici ci misero poco ad abbituarsi all'oscurità del luogo. 
L'unica cosa che vide fu una cella ermetica, una di quelle usate per facilitare il trasporto di oggetti e la loro totale protezione. Anche quella aperta dall'interno, dall'apertura si vedevano i graffi e le ammaccature dei tentativi precedenti all'effettiva evasione.
Ci mise troppo a realizzare che cosa sarebbe successo. Quella era un'esca e lui era la preda.
Non fece in tempo ad armarsi che delle zanne riflessero la fioca luce che penetrava nella stanza, in un attimo si conficcarono nel suo fianco sinistro, da cui il suo prezioso fluido vitale iniziò a fuoriuscire, copiosamente. 

Urlò, invano, prima di arrendersi al dolore ed accasciarsi a terra. 


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Base Segreta Autobot "Omega One". Nevada. 


I ragazzi erano arrivati alla base e con loro il casino. Gli umani erano bravi a creare chaos, specialmente i teenagers come loro. 
Ratchet cercava di concentrarsi su alcuni codici, ma un rumore attirò la sua attenzione. Temeva di sapere cosa fosse, si girò, sperando di non ricevere la conferma che, ovviamente, ci fu. 
- Bulkhead! Mi serviva quello!! - Ormai gli sembrava di essere diventato un disco rotto a forza di ripetere questa frase. 
- Scusa Ratchet! - rispose l'amico, porgendogli l'oggetto ormai inutilizzabile.

Per quanto riparasse i suoi arnesi accadeva sempre che qualcuno li rompesse, come se non fosse già abbastanza difficile, in quel misero e primitivo pianeta, trovare pezzi utili e funzionanti.
Recuperò il suo povero malcapitato strumento e ritornò alla sua postazione. Bulkhead e Miko continuavano a suonare note storpiate di ciò che definivano "musica" e ad agitarsi, in ciò che gli umani definivano "ballo". Ancora non li capiva, e non era sicuro di voler avere un rapporto così stretto con queste creature. Anche se iniziava ad apprezzare la loro compagnia, il più delle volte.

Raph e Bumblebee stavano giocando ai videogames, tutti gli altri erano fuori per i soliti giri di ronda. Era sempre preoccupato di ricevere allarmi dai compagni, potevano essere attaccati e ritornare feriti... o peggio! Doveva restare vigile e pronto a qualsiasi evenienza. 
Non diede più ulteriore importanza a ciò che accadeva attortno a lui e ritornò a lavorare.

E in effetti, poco dopo, un allarme arrivò. Una segnale ad alta frequenza, un altro messaggio da parte di Starscream. 
- STARSCREAM!? Di nuovo... che cosa può volere questa volta?! - 
Aprì il messaggio e lesse: - "Trovato autobot. Porta kit medico con energon. PRESTO". -

Era strano. Anche in questo tipo di SOS il decepticon era più dettagliato e molto più altezzoso e insolente. Ora sembrava aver scritto velocemente, omettendo le frasi superflue e scrivendo lo stretto necessario per far recepire la situazione di pericolo con evidente richiesta di aiuto!
Poteva anche essere un trucco. Li voleva attirare in un fuoco incrociato tra lui e altri decepticons? E quell' "autobot" che nominava, chi poteva essere? E perchè mai lui non riceveva alcun segnale d'emergenza autobot, nel caso un nuovo arrivato fosse sbarcato sul pianeta, lui lo avrebbe dovuto sapere.
Inoltre se chiedeva di portare dell'energon erano ferite davvero gravi.
Questa faccenda non gli piaceva, ma non poteva restare fermo a dubitare: se qualche suo compagno autobot era nei guai, lo avrebbe aiutato a tutti i costi. 

Prese ciò di cui aveva bisogno, inserì le coordinate del messaggio e vide che erano già state usate tempo prima. Notò subito a cosa corrispondevano: l'Harbinger!


Il Ponte Terrestre venne azionato.


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Un forte bagliore verde e blu illuminò il paesaggio, era quasi il tramonto ormai. Le due figure robotiche si guardarono attorno guardinghe, non c'era traccia di Starscream, il che era strano data l'urgenza del messaggio. Capirono subito che il mittente non era in superfice, ma sottoterra. Pronti al peggio, entrarono a loro volta nell'astronave; Bumblebee, che si era offerto di accompagnare Ratchet, controllava che la strada fosse sgombra, mentre il medico gli guardava le spalle. 
Iniziarono a notare anche loro una strana atmosfera, accompagnata da rumori forti, metallo contro metallo, dei sordi botti che echeggiavano per i corridoi: una battaglia? Là sotto?
Ratchet iniziò a temere di aver spinto lui e il giovane scout in una trappola. 
Poi ripensò al messaggio. C'era un autobot che combatteva contro il seeker? Ma, se fosse stato realmente così, perchè chiamare altri autobots? 

Continuava ad essere tutto poco chiaro, per capire che cosa stava succedendo non poterono fare altro che proseguire e vedere con i propri occhi cosa stava accadendo.

Mentre i due si facevano guidare dai rumori, notarono i segni che la lotta aveva provocato: graffi enormi sulle pareti, segni di bruciature, ammaccature e... energon. C'erano numerosi schizzi e strisce di energon, la cosa inquietante era che, alcune di queste macchie, sembravano essere state "leccate via", come se qualcuno avesse cercato di assorbirlo.
Ratchet e Bumblebee si fissarono, insicuri della loro precedente decisione. 
- AUTOBOTS. Autobots!! Sbri-ga... te-vi! - 
Un urlo soffocato li richiamò all'attenzione, la voce di Starscream era vicina, roca e interrotta da alcuni colpi di tosse. Doveva essere ferito gravemente per essere in quelle condizioni. Non li aveva nemmeno insultati!

Lo trovarono accasciato davanti ad una porta. Era ridotto male, perdeva molto energon e il suo corpo era pieno di graffi, mentre quello che sembrava un enorme morso gli sfregiava il fianco sinistro, da cui, con una mano, il malcapitato cercava di trattenere il liquido all'interno del suo organismo bio-meccanico. Con scarsi risultati.

- In nome dell'Allspark!- esclamò allibito Ratchet, nonostante fosse un medico di guerra, non si aspettava certo una situazione così critica in un posto del genere - Che è successo? - 
Bumblebee sottolineò il suo stesso stupore con qualche ronzio della sua "voce".

Non ci fu bisogno che il debole Starscream si sforzasse di dare spiegazioni, perchè, un attimo dopo, qualcosa si scagliò contro la porta metallica, aprendo una breccia da cui uscì un braccio. Questo tentò, dimenandosi, di graffiare il decepticon, che era a pochi centimetri di distanza. Con le poche forze che gli rimanevano, quest'ultimo si lanciò verso i suo presunti salvatori. Bumblebee sparò qualche colpo, intento a far indietreggiare il possessore dell'arto. Funzionò, ma solo per qualche secondo. Attimi che permisero ai tre di rifugiarsi in un'altra stanza poco lontano e barricarsi al suo interno; erano abituati a situazioni in cui bisognava agire in fretta, anche se mai avrebbero pensato di salvare un nemico in una di queste.

Bumblebee si mise di guardia, sperando che la porta reggesse, mentre la creatura all'esterno sfogava la sua rabbia sul metallo che la separava dalle sue nuove prede. I graffi e i forti colpi però non scalfirono l'entrata: era più massiccia della precedente, ci sarebbe voluto tempo per abbatterla. 

Ratchet, inginocchiato per terra davanti al ferito, gli curava velocemente le lesioni più gravi; avrebbe voluto sapere prima le informazioni che voleva, ma il decepticon aveva perso conoscenza, sarebbe stato poco gradevole se fosse morto senza dare spiegazioni su ciò che stava accadendo.
Fortunatamente era un maestro nell'arte medica, il che permise a Starscream un veloce risveglio, non tanto piacevole. Usando un po' dell'energon per ricaricarlo e con qualche scarica del suo defribrillatore, il malcapitato era di nuovo in piedi, dolorante, ma vivo.

I rumori erano sempre più forti. 
Ratchet cercò di coprire i suoni con la sua voce: - Che cosa hai fatto Starscream!? Che cos'è quella creatura? -
Starscream, indispettito, non dimostrando alcuna gratitudine a chi gli aveva appena salvato la scintilla, rispose con un tono stizzito: - Cosa?! Non osare rivolgerti a me a quel modo, Autobot! Io sono stato BRUTALMENTE ferito! La tua stupida e piccola mente non capisce l'ovvietà della situazione?! IO NON HO NESSUNA COL... pa? -


Il rumore era cessato. 
Calò un silenzio lugubre. 

I tre restarono un attimo immobili. Bumblebee indietreggiò e suggerì di aspettare prima di uscire. E di uscire solo quando Starscream avesse detto tutto ciò che sapeva su questa strana faccenda, almeno definire da che cosa si stavano nascondendo!

Starscream, ghignò: - Non saprei, mi ha attaccato velocemente e con precisione, non sono quasi riuscito a capire di cosa...- 
Ratchet gli puntò le lame al collo, e prontamente, Bumblebee fece altrettanto con i suoi cannoni al plasma. Starscream alzò le mani e fece la sua classica espressione da falso innocente, lo aveva salvato in passato e funzionò anche questa volta. 
Abbassando le lame, Ratchet disse, serio: - Così come ti ho rimesso in sesto, Starscream, posso colpire i punti che so in questo momento sono più vulnerabili e lasciarti qui nelle mani di quella creatura, se ora non ci dici tutto ciò che sai. Abbiamo un patto se non sbaglio. -

Il seeker non potè fare altro che guardarlo male, ringhiare sottovoce ed iniziare a spiegare: - Sono venuto qui solo per cercare qualche pezzo di ricambio. Ho scandagliato questo posto da cima a fondo tempo fa e sapevo dove andare a reperire ciò di cui avevo bisogno.  Non mi aspettavo certo di trovare un mostro, non so da dove venga! - mentì. L'unica cosa che gli riusciva così naturalmente bene, non voleva che sapessero più di tanto. 
Fece una pausa. Il suo tono di voce si fece cupo, ma continuava ad esserci una nota di divertimento in esso, ciò che stava per dire avrebbe di certo interessato e scosso i suoi ascoltatori. Non voleva perdersi le loro espressioni.
- Qualcosa però ho visto: quando la creatura si è staccata dal mio fianco ho notato il vostro simbolo sul suo petto! Perciò direi che la conclusione è ovvia: è un autobot. O per lo meno ciò che ne resta, dato che il marchio era quasi cancellato. AH! Allora anche da voi esistono i disertori! -  Nonostante le ferite gli facessero ancora male, Starscream non poteva certo rinunciare del tutto ai suoi atteggiamenti di sfida e presunzione. Così un enorme e malefico sorriso apparve sul suo volto.
- Risparmiaci le tue battute, arriva al punto. - Ratchet incominciava a spazientirsi, Starscream stava sicuramente nascondendo qualcosa.
- L'unica cosa di cui posso essere certo... - riprese l'altro, soddisfatto di aver suscitato le reazioni sperate nei due - è che questo essere si nutre dell'energon che scorre nelle nostre fredde vene metalliche. Non importa quanto tu sia forte o determinato a vivere, quello lo sarà sempre più di te. -

In quel preciso istante, la porta cedette, colpita nella sua parte più indebolita.
Si aprì solo una piccola breccia. Insufficente per far passare un'intero corpo robotico, ma dalla spaccatura apparve un'arma, che senza quasi puntare, sparò un paio di colpi. Entrambi colpirono Bumblebee. 
Fortunatamente non era abbastanza carica da infliggere ferite gravi, così l'autobot rispose al fuoco. Approfittando del momento, Starscream afferrò l'energon, rimasto dopo le sue cure, e lo lanciò verso la porta. Ratchet per un momento si preoccupò che quel gesto fosse mirato a danneggiare lui e il suo compagno, ma si rese subito conto che, no, non lo era: li aveva salvati. 

Il fuoco dalla breccia cessò, una mano dalle dita a punta afferrò il conenitore dell'energon, che sparì assieme ad essa dietro a ciò che restava della porta. 
Poco dopo, una voce femminile, calma e fredda, senza emozioni, proferì: - Livello energon: nella media. Ristabilite funzioni di controllo e disabilitato protocollo "Sopravvivenza Estrema". Mi scuso per l'aggrssione, Comandante.  -

Ratchet stentò a credere ai suoi processori uditivi. Quella voce. 
Quella voce lo riportò indietro di anni, millenni. Prima della guerra, prima del dolore che questa aveva portato. Quando Cybertron era un posto così bello e gioioso. Quando lui era felice. 
Ma la realtà gli crollò addosso con tutta la sua amarezza, quando la porta, scricchiolando, si aprì. 

Immobile e composta davanti a loro c'era una cybertroniana, che portava tutti i segni della guerra e della crudeltà decepticon. 

_____


Starscream se n'era andato dopo aver ordinato alla femmina, non più tanto ostile, di seguire gli autobot e non lui.
Lo aveva ascoltato, ora gli obbediva quasi ciecamente, nonostante lo stesso ex Comandante giurò di non averla mai vista in vita sua (per quanto potessero essere affidabili le parole di un mentitore), ma non sembrava conoscere niente dei due autobots, nemmeno i loro nomi. 

A Ratchet questo fece male, perchè lui la conosceva, avevano condiviso molti anni assieme, come mai non se lo ricordava? Avrebbe voluto farle tante domande, ma temeva che non lo avrebbe ascoltato. Aveva ascoltato solo il suo Comandante, che aveva colto la prima buona occasione per svignarsela. Tipico e prevedibile. Anche se avrebbe semplicemente potuto ordinare alla creatura di attaccarli, chissà che cosa stava tramando. 
Temendo qualche altra sorpresa, il medico si affrettò a contattare la base, la sua voce tradiva il suo tentativo di dimostrarsi calmo. Avvisò Optimus di raggiungerlo alle sue coordinate attuali, avevano trovato una... compagna, ma era meglio avere il suo permesso prima di portarla alla base. Gli sembrava strano non sapere come definire la sua vecchia amica. La guardò. 
Era cambiata dall'ultima volta che l'aveva vista, qualsiasi cosa di lei non sembrava più appartenerle. Ora solo una domanda martellava nella sua testa: 
- Che cosa ti è successo, Juniper? - 



Quando Prime arrivò ed incrociò gli occhi della sconosciuta, lei mostrò ancora il suo lato ostile. Cercò di attaccare il leader autobot, scattando verso di lui, mostrando i suoi denti accuminati. Prontamente venne atterrata da Bumblebee, era ammanettata, ma poteva ancora essere pericolosa. La tenne nel mirino mentre lei si metteva in ginocchio e, con sguardo truce, parlò senza giri di parole: - Tu sei Optimus Prime, leader degli Autobot, nemici della causa Decepticon. Sei uno degli obbiettivi da terminare! -
Anche il Prime si era prontamente armato e continuò a puntare le armi contro di lei, finchè non fu sicuro che non avrebbe provato ad attaccarlo un'altra volta.

Ratchet era sconvolto, ora aveva la certezza che non era cambiata solo fisicamente, anche la sua mente era stata corrotta. Chi poteva averle mai fatto una cosa così terribile? E soprattutto: a che scopo? 

Notando lo shock così profondo dell'amico, Optimus decise di portare la prigioniera alla base per indagare ulteriormente sulla faccenda. Non era una situazione normale, doveva fare molta attenzione e non mettere in pericolo autobot ed umani. I ragazzi erano già rientrati alle loro rispettive dimore, non c'era pericolo che potessero essere feriti, ma avrebbe dovuto avvertirli di non tornare alla base per nessun motivo, fino a nuovo ordine. La prigioniera sarebbe stata tenuta sotto stretta sorveglianza e legata al tavolo del laboratorio, così da impedirle qualsiasi movimento o possibile fuga. 

Richiese l'apertura del portale di rientro, avvertendo di tenersi pronti ad accorgliere una nuova "ospite".  




Il silenzio tornò a regnare su quella radura, mentre Starscream, nascosto nell'ombra, pensava a come riappropriarsi di un'arma così obbediente. La sua voglia di comandare era più forte della sua paura di essere attaccato di nuovo. 
Non le aveva ordinato subito di sbarazzarsi degli gli autobot, gli sembrava una mossa troppo avventata. Lei era ancora molto debole, avrebbe rischiato di perdere una risorsa interessante ancor prima di capire come sfruttarla al meglio. 
Aveva notato l'espressione di quel medico, non c'era solo paura, come se rivedesse una vecchia amica da tanto tempo, ciò gli aveva suggerito come agire.

- Hehe, che stupidi! Sapevo che avevano la scintilla tenera, non avrebbero mai potuto lasciarla qui. D'altronde: lei era una loro compagna, o per lo meno lo era per il dottore. Optimus cercerà sicuramente di riportarla nelle sue fila, oltre ad interrogarla. E nel frattempo la cureranno per me! Certamente non si farà mai convincere, appena potrà ritornerà qui. Non mi è sembrata a conoscenza del mio... cambio di pensiero a riguardo ai decepticons. Non poteva andarmi meglio! -
Entusiasta, rise fragorosamente. Le ferite gli ricordarono che avrebbe dovuto cercare di non agitarsi in quel modo. - Ugh. Forse avrebbe potuto in effetti.- 

Tornò dentro la nave. Sapeva che l'avrebbe incontrata ancora, quello era l'unico posto che lei conosceva, sarebbe tornata lì e lui era pronto a riaccoglierla. 

___________________________________ _ _ _


***
Nota dell'autrice. 

Un grande GRAZIE a chi ha letto questo primo capitolo!
Spero sia stato interessante e coinvolgente. 

Sono abbastanza emozionata, è in assoluto la prima dei tanti viaggioni mentali  FF che pubblico, ergo: consigli e critiche costruttive sono totalmente ben accette. 
E se avete qualche domanda, risponderò volentieri. 

Un abbraccione e BuonTutto a tutti!

Al prossimo capitolo!

CreepyWaffle (alias LLVMoon)

*** 

 
  
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