Buio
Vuoto.
Buio.
Io sono il vuoto, e mi trovo al buio.
I miei occhi non riescono, non vogliono vedere più nulla.
Io sono vuota, anzi, svuotata, e non voglio essere mai più riempita di niente.
Tanto alla fine tutto quello che ti riempie prima o poi sparisce e fa male quando se ne va.
Proprio come Nick, che se n'è andato.
No, è morto. Lo psicologo dice che per superare bisogna prima accettare, quindi diciamo le cose come stanno.
Nick è morto, e con lui gran parte di me.
Lo psicologo continua a venirmi a trovare un giorno si e due no e io fingo di non sentirlo: non parlo, non mi muovo; lui però sa che lo ascolto e non smette di parlare un attimo, annebbiandomi la mente di consigli che probabilmente non riuscirò mai a seguire veramente.
Il problema è che non è giusto.
La vita non ti lascia un attimo di pace: se sei debole, non ha pietà; se sei felice, arriva e ti rovina tutto.
Allora tu continui a chiederti “perché?”
Perché Nick è dovuto morire per colpa di un pazzo che l'ha investito proprio finché attraversava la strada per rientrare in casa?
Perché non è rimasto in camera mia cinque minuti in più, il tempo di un bacio in più, prima di uscire e capitare nel posto sbagliato proprio nel momento sbagliato?
Lui era la mia luce, e si è spento.
E io non vedo più nulla.