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Autore: firstmarch    06/02/2014    14 recensioni
"Come posso vivere non sapendo se un giorno uscirò da questa pseudo prigione?
Come posso vivere sapendo che tutti mi credono mentalmente instabile?
Mi chiamo Jade Lennox, per l'istituto 0127."
Arrestata e poi rinchiusa al S.T. Institute per disagiati mentali, Jade Lennox è accusata di aver commesso l'omicidio di suo padre. Nessuno pare crederle e tutti si convincono che qualcosa in lei non vada. A soli diciassette anni è costretta a convivere con la consapevolezza di non poter più vivere al di fuori di quelle mura, libera. Ma, per sua fortuna, non è la sola a non essere pazza, all'istituto.
Rachel Smith, Jared Greenwood e il misterioso nuovo vicino di cella, Justin Bieber, si rivelano perfettamente sani, come lei. All'apparenza non hanno niente in comune, ma, conoscendosi meglio, capiranno che una cosa di vitale importanza li accomuna. Il motivo della loro reclusione. Stanchi della loro immobile situazione e desiderosi di libertà, attuano un piano di fuga e non solo.
Cercano vendetta. Vendetta verso Claudius Gray, uomo d'affari, bugiardo e assassino.
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TRAILER:
http://www.youtube.com/watch?v=OR8GMnQ82pU&list=UUVN1byk4i4CKeoucLXFlBfQ
PDF: http://ge.tt/6ZcOVFJ1/v/0?c
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Epilogo.

Un anno e cinque mesi dopo.



Cammino per le strade di Washington con passo sostenuto, i libri di storia e biologia in mano, la borsa a tracolla che mi urta la gamba destra ad ogni passo.
La biblioteca non dovrebbe essere molto lontana, ma il peso dei libri nella borsa e di quelli che ho in mano si fa sentire.
Maledetta scuola.
I miei genitori mi hanno promesso di trovarmi un posto nella CIA non appena mi sarò diplomata, ma, dopo tre mesi di puro inferno, è stato difficile riambientarmi tra i miei coetanei, dato che per loro il problema più grande è cosa mettersi alla festa del sabato successivo. Non posso biasimarli, io non facevo molto differenza, ma ormai sono cambiata e tutto ciò che interessa a loro non interessa a me.
Sono all'ultimo anno di liceo, tra un paio di mesi potrò uscire da quel buco e vivere la vita che agogno da quando li ho persi.
Mi ricapita di pensarci. Mi ricapita di piangere nel bel mezzo della notte, desiderando Justin accanto a me, sognandolo, sperando che Jared compaia sulla soglia della mia stanza.
Ma, in fondo, ho sempre saputo che non sarebbe potuto accadere.
Passo davanti allo spiazzo vuoto, ormai solo cemento, dove più di un anno fa è scoppiata la bomba. Non c'è più niente, soltanto un vuoto tra altri due grandi palazzi. Mi volto solo una volta e me ne pento, tornando a camminare spedita verso la mia meta.
Io e la mia famiglia ci siamo trasferiti qui, nonostante i brutti ricordi, per rimanere nel luogo in cui nessuno di sconveniente avrebbe sospettato fossimo. Rachel è partita pochi mesi dopo la vicenda, anche lei desiderosa di lavorare per la CIA, solo che lei ha già il suo diploma.
E io sono ancora qui a studiare decine di date inutili.
Ma almeno la mia vita è ricominciata, non so se posso dire di aver superato definitivamente la loro morte, ma so di volerci provare, di voler continuare su questa strada.
Finalmente scorgo la biblioteca, quella dove mio padre mi raccontò tutta la storia, quella dalla quale uscii stravolta e furiosa con Justin. Non portò niente di buono, ma ormai è tutto passato.
Salgo rapidamente la gradinata, facendo attenzione a non inciampare sui gradini. A quest'ora del pomeriggio non vi è mai molta gente, perciò ne approfitto spesso per venire a studiare, perché se lo facessi a casa mi distrarrei in fretta.
Mi dirigo verso il solito tavolo al quale mi siedo, sapendo di trovarlo vuoto per la sua posizione. Supero decine e decine di scaffali, lanciando qualche occhiata ai primi libri che si possono scorgere tra quell'infinità di volumi. Mi fermo qualche volta incuriosita da un paio di libri, ma, quando giungo al tavolo, ne ho in mano solo uno in più di quelli che ho portato con me. E al tavolo siede qualcuno.
Un ragazzo della mia età è seduto al mio solito posto, la testa china su tre libri contemporaneamente, le maniche della felpa arrotolate fino al gomito.
Sembra quasi non accorgersi di me, perciò mi siedo all'altra estremità del tavolo, spargendo i miei libri e quaderni nel posto restante.
Dopo quasi mezz'ora di silenzio e di pseudo-studio riesco a concentrarmi, ignorando la presenza del ragazzo, che nel frattempo non ha smesso di scrivere sul suo quaderno e di studiare.
Avessi io tutta quella buona volontà. Mi scappa un sorriso, senza che possa riuscire a trattenerlo.
Che secchione.
“Lo vuoi prendere in prestito?”
La voce profonda del ragazzo mi distoglie dai miei pensieri, facendomi alzare lo sguardo su di lui.
Adesso tutta la sua concentrazione è spostata sul libro che ho preso poco fa da uno scaffale. Lo guarda sorridendo.
“Sì, mi ha incuriosito.”
I suoi occhi incontrano i miei e posso giurare di rivedere quelli di Justin...ma no, è solo un'impressione che svanisce dopo pochi attimi.
“E' il mio libro preferito.”
Abbasso lo sguardo e ritorno a fissare i miei appunti, fingendo di essere concentrata.
“Allora suppongo di non poter più cambiare idea, sembra proprio che dovrò prenderlo dalla biblioteca.”
Non sento alcuna risposta, perciò alzo lo sguardo e lo trovo a fissarmi, le braccia incrociate sul petto.
“Non mi sembra che tu abbia fatto molti progressi.”
Sposto repentinamente lo sguardo sui miei appunti: sono poco più di mezza pagina, purtroppo ha ragione.
“Non mi sembra che questi siano affari tuoi”, gli dico sorridendo, sfidandolo a ribattere. Lui rimane sorpreso della mia risposta, ma non si lascia intimidire.
“Che cos'è?”
“Biologia.”
“Posso darti una mano, se vuoi.”
Sto per ribattere, sto per dirgli che sì, magari un aiutino non mi avrebbe fatto schifo, quando una mano si posa sulla mia spalla e una voce familiare risuona nell'ambiente più forte del dovuto.
“Non ha bisogno di niente, amico.”
Assomiglia tanto a una delle mie quasi-allucinazioni, ma questa volta è così reale che sento il bisogno di girarmi verso chi ha parlato per accertarmi di non stare sognando.
E lui è lì, in piedi accanto a me, il suo sorriso provocatorio stampato in viso, la mano che stringe con più forza la mia spalla, il viso più adulto e più bello di quanto ricordassi. Non oso dire una parola, ho paura che il sogno possa finire così com'è iniziato, ho paura di vederlo svanire sotto i miei occhi.
Ma lui rimane lì, non se ne va, non si dissolve e io credo di sentirmi male.
Non è possibile, Jade, non è possibile!
Il ragazzo di cui non so neanche il nome non si fa più sentire, ma non ho la minima intenzione di staccare lo sguardo da Justin per vedere la sua reazione.
“Vieni.”
Mi sussurra lui dopo pochi secondi. Continua a sorridere, divertito. Io mi alzo dal posto come un automa, non mi prendo nemmeno la briga di sistemare quaderni e libri; infilo tutto alla bella meglio dentro la borsa, la quale viene quasi trascinata fino all'uscita della biblioteca.
Rimango aggrappata alla mano di Justin, ancora con il terrore di vederlo scomparire davanti a me.
Una volta fuori lascio cadere la borsa a terra e rimango a fissarlo in attesa.
Credo di avere la bocca aperta, ma non me ne importa niente...lui è qui.
“Non sei felice di vedermi?”
“Io...tu...”
I suoi occhi castani mi guardano come se fossi la cosa più bella di questo mondo, come se non volesse altro che me, come se non mi vedesse da secoli -e in effetti è vero- come se si stesse trattenendo.
Non aspetto un secondo di più per abbracciarlo di getto, per stringerlo a me come desideravo fare da più di un anno.
Nessuno dei due ha intenzione di staccarsi e io lo faccio soltanto per guardarlo di nuovo negli occhi e per baciarlo. Non appena le mie labbra sono sulle sue capisco di provare gli stessi sentimenti, le stesse emozioni di un anno fa, che niente è cambiato, che non sono mai riuscita a dimenticarlo e anzi, la sua mancanza non ha fatto altro che aumentare a dismisura ciò che provo per lui.
Non mi accorgo di piangere fino a quando non mi dice di calmarmi e che andrà tutto bene.
Ma io annullo di nuovo le distanze e lo bacio ancora. Come se fossi rimasta in perenne attesa di questo momento, tutto l'amore che provo per lui si riversa nel bacio, mentre le nostre lingue si intrecciano e si rincorrono senza sosta, senza che nessuno dei due voglia porre fine a questa parvenza di paradiso. MI cinge i fianchi con forza, io lo spingo verso di me, quasi a pregarlo di non lasciarmi più.
È la sensazione più bella della mia vita, rimasta intrappolata nei meandri del mio cuore per troppo tempo, in attesa di essere riscoperta, ma senza la certezza che sarebbe successo di nuovo.
Quando ormai siamo senza fiato e soddisfatti in minima parte, ci allontaniamo di pochi centimetri, continuando a guardarci intensamente negli occhi.
“Non sto sognando, vero?”, sussurro io senza fiato.
“No, Jade, sono qui...con te.”
Lo abbraccio di nuovo, non riesco a frenarmi. Justin ride divertito, felice come mai l'ho visto.
“Io...quando me ne sono andata tu eri...”
Justin mi interrompe posandomi un dito sulle labbra reduci dal bacio, e questo non fa altro che accendere di nuovo il fuoco che mi ha assalito non appena ci siamo baciati.
“Un agente mi ha trovato, non ero ancora morto. Non si è scoraggiato e mi ha portato di peso fuori dall'edificio poco prima che scoppiasse la bomba.”
“Ma-”
“Perché mi faccio vivo dopo un anno e più? Perché sono rimasto in coma per un paio di mesi, Jade, la ferita era molto grave, e una volta risvegliato ho dovuto fare riabilitazione. E di certo non mi hai reso le cose facili cambiandoti il nome, Haley Johnson.”
Uno dei suoi magnifici sorrisi gli illumina il viso, facendomi sorridere a mia volta.
“Mi dispiace, Justin, non pensavo...mi ero rassegnata alla tua morte, credevo che cambiandomi il nome mi sarei nascosta meglio dai miei possibili nemici e non anche da...”
“Da chi ti ama”, conclude lui per me.
Io annuisco, maledicendomi.
“Non lo potevi sapere, non fartene una colpa.”
Io annuisco di nuovo, ma ormai il danno è fatto. Che stupida.
“Piuttosto...avevo paura di trovarti insieme a Jared, ma invece sembra che non sia così.”
Noto una nota di vittoria nella sua voce, anche se tende a nasconderla.
“Jared? Oh, Jared...non avrei scelto lui in ogni caso, mi dispiace di avertelo fatto dubitare, mi dispiace di essere stata così superficiale e di non averti ascoltato...”
“Che è successo?”, mi chiede lui, stavolta preoccupato.
Non lo sa...
Faccio un respiro profondo e deglutisco prima di dirglielo, anche se credo che per lui, dopotutto, non sia una grande perdita. Per me lo è stato, però.
“Jared è morto quel giorno, Justin. Pensavo di avervi persi entrambi...è stato devastante.”
“Mi dispiace, Jade, non lo sapevo...”
“Non ti preoccupare.”
“E Rachel? Che fine ha fatto?”, mi chiede dopo qualche secondo di silenzio.
Sono contenta di cambiare discorso, di poter parlare di qualcosa che non implichi la morte.
“E' nella CIA da diversi mesi, ormai. Ha trovato la sua strada.”
“E tu, Jade? Hai trovato la tua strada?”
“Oh, sì. La trovai la prima volta in cui ti vidi, Justin, la prima.”
Lui mi sorride e mi cinge la vita con le braccia, attirandomi a sé.
“Ti amo, Jade, adesso e per sempre”, mi sussurra sulle labbra.
“La prendo come una promessa, attento.”
“E lo è.”
Rimaniamo diversi minuti sulla gradinata della biblioteca, ignorando le persone che ci passano accanto per entrare, ignorando il resto del mondo. Poi, d'un tratto, una voce allegra e infantile chiama il nome di Justin, attirando la nostra attenzione.
“Devo presentarti qualcuno”, mi dice piano mentre un nuovo sorriso gli increspa le labbra.
Un bambina sui sei anni ci raggiunge di corsa, buttandosi letteralmente tra le braccia di Justin, che si chinato per essere all'altezza della bambina.
Lei mi guarda con occhi curiosi oltre la spalla di Justin, che dopo poco si stacca da lei e la prende per mano, voltandosi verso di me.
“Ti presento mia sorella, Jazmyn Bieber.”
Io mi abbasso per poter guardare negli occhi la sorellina, poi allungo una mano e stringo la sua, così piccola e incerta.
“E' un piacere, Jazmyn. Io sono...”
“Lo so chi sei.”
Guardo Justin in cerca di spiegazioni, ma lui finge di guardare da un'altra parte.
“Sei Jade e sei la sua fidanzata. Non la smette mai di parlare di te.”
Sorrido istintivamente, cercando lo sguardo di Justin, che sta arrossendo.
“Ah sì? Beh, sono contenta che lo abbia fatto.”
Jazmyn mi sorride debolmente, timida, per poi rifugiarsi dietro a suo fratello.
“Ed è ovviamente seguita da mio fratello Jaxon e da mia madre, Pattie Mallette”, continua Justin.
Guardo verso dove mi sta indicando, scorgendo una donna ancora giovane per avere un figlio di diciannove anni, con in braccio un bambino quasi uguale a Justin.
Loro ci salutano e io non posso fare altro che ricambiare.
“Andiamo, Justin?!”, chiede Jazmyn impaziente di tornare dal fratello e da Pattie.
Io mi volto verso di lui, in attesa di una risposta, ma è lui a farmi la domanda.
“Andiamo, Jade?”
Leggo nei suoi occhi tanta aspettativa, tanta fiducia e tanta felicità e mi sento pervadere anche io da un profondo senso di pace. Ora sono di nuovo con lui e niente e nessuno potrà separarci di nuovo.
Perciò gli prendo la mano libera e gliela stringo, volgendo lo sguardo verso la sua famiglia.
“Andiamo.”






 
SPAZIO AUTRICE.
Lasciatemi rotolare nelle mie stesse lacrime, lasciatemi sprofondare nella depressioneeee
E' FINITA...e dopo tre fanfictions, non riesco ancora ad abituarmi a questa sensazione.
Nonostante mi sia affezionata ad ognuna, questa mi ha fatto un effetto diverso, so che sentirò la mancanza di Jade e delle sue insicurezze, di Justin e della sua grande forza, di Jared e Rachel.
E sì, anche di Claudius Grey, anche se si è visto pochissimo nonostante il suo ruolo chiave.
Una parte di me rimpiangerà sempre di aver ammazzato brutalmente Jared e di aver lasciato Rachel da sola, ma ho preferito fare così.
E poi, regaaa, non potevate pensare davvero che ammazzassi Justin :')
Comunque, parlando di cose importanti...
Un GRAZIE IMMENSO a tutte le persone che hanno letto la fanfiction, non importa se non avete mai recensito (anche se essendo l'ultimo capitolo vorrei sentire più opinioni possibili), l'importante è che vi sia piaciuta e questo non potrebbe rendermi più felice.
Un GRAZIE a quelle 151 persone che hanno messo tra i preferiti, a quelle 28 tra i ricordati e a quelle 136 tra le seguite.
Un GRAZIE a chi ha sempre recensito.
Un GRAZIE speciale a Swaggg, Iwillmeetdrew, Lovestar, itsalissa, Lovehope_ e ultima ma non meno importante, a Rachele, quella vaccoide inimitabile che ha seguito la storia fin dall'inizio senza farmi mancare le minacce, gli insulti e gli: “oh, aggiorni?!”, nonostante non le piaccia Bieber.
Vi lascio il pdf della fanfiction nel caso la voleste scaricare da leggere intera senza banner, spazi autrici, note ecc., come se fosse una storia vera (sogna, sogna Eleonora...)
Vi avverto che la prossima settimana arrivo con una nuova fanfiction, non posso stare troppo senza scrivere, sorratemi!


IN CONCLUSIONE...GRAZIE A TUTTI PER TUTTO.
CON TANTO LOVE,
ELEONORA (firstmarch) 



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