«... Ne sei sicuro, Levi?» La voce di Erwin era colorata appena da una vena di preoccupazione ed incertezza ma Levi la colse comunque e, con un cipiglio che sconfinava nel furioso, incrociò le braccia al petto, fissando lo sguardo tagliente sull'uomo più alto.
        «Ti sembro in vena di scherzi, Erwin?» Domandò, sapendo perfettamente che la sua postura ed il suo atteggiamento non lasciavano dubbi.
        L'altro, infatti, scosse la testa, arreso alla situazione—Levi era più testardo di quel che potesse sembrare a primo acchito. «Dicevo solamente che mi pare un passo azzardato, ecco tutto.» Disse, «... Vedrò di preparare il necessario per la cerimonia.»
        Levi annuì, solenne, e rilassò la postura, contento di non dover pensare ad un'altra soluzione: in fondo, lui ed Erwin erano molto legati, poter avere le proprie nozze ufficiate da quel che poteva definire uno dei suoi migliori amici (nonché Comandante) era importante.
        In realtà Levi non aveva mai creduto che avrebbe finito per sposarsi. La vita del soldato era dura - non c'erano certezze, se non quella che si viveva a stretto contatto con la morte -, solo pochi trovavano la forza ed il coraggio di impegnarsi con qualcun altro; senza poi tener conto che il Capitano era ben consapevole di non essere una persona facile con cui andare d'accordo.
        Per questo l'aver trovato qualcuno che fosse in grado di capirlo, che sapeva esattamente di cos'aveva bisogno, che sapesse stare in silenzio e non richiedesse costate attenzione... insomma, Levi stesso ne era rimasto sorpreso. Anzi, scioccato.
        Ora, però, non vedeva l'ora di sigillare la promessa che aveva fatto alla sua metà, prima dell'ultima missione. Non vedeva l'ora di diventare un tutt'uno con lui.

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        Due giorni dopo, i preparativi erano pronti.
        Sarebbe stata una cerimonia molto intima - solo Erwin, come officiante, e Mike come testimone; Hange aveva cercato di ficcare il naso per scoprire cosa stesse per succedere, ma Levi era riuscito a fare in modo che la rompi coglioni non fosse nei paraggi - e, mentre, Erwin pensava ai dettagli prima di iniziare, Levi lasciò i propri ricordi vagare...
        Il primo incontro con la sua metà era avvenuto nel più banale dei modi—vagando per la base, era finito davanti ad uno sgabuzzino per caso e, cercando un secchio per il mocho, l'aveva visto, riverso a terra, abbandonato.
        In un primo momento Levi non l'aveva riconosciuto - non l'aveva mai visto in giro, dopotutto -, ma l'aveva sollevato e portato con sé comunque. Da subito Levi ne era rimasto affascinato, ma solo col tempo quello che ora era il suo più prezioso tesoro, era riuscito a rubargli il cuore, che Levi aveva creduto sepolto sotto il peso delle responsabilità e d il dolore causato della guerra.
        "Non mi separerò mai da te!"
        "Come ho fatto senza di te, fin'ora?"
        "Sei tutto quello che ho sempre desiderato e che non sapevo di volere."
        Questi erano pensieri ricorrenti, nella mente di Levi, ed guidati da essi, alla fine, il Capitano aveva deciso di compiere il grande passo.
        «... Sei pronto, Levi?» La voce di Erwin interruppe le sue riflessioni. Staccandosi dalla parete con un colpo di reni, passando gentilmente un braccio intorno al torso del suo amato, Levi si diresse verso il Comandante.
        «Sì.»
        La cerimonia non durò molto, doveva essere in stile militare in fondo, e poco meno di venti minuti più tardi, Erwin si accinse a pronunciare la frase conclusiva che segnava l'ufficialità del matrimonio.
        «Vi dichiaro marito e... Swiffer.» Disse Erwin, sollevato dal fatto che Levi pareva troppo impegnato a fare gli occhi dolci alla sua dolce metà per accorgersi della pausa nella formula e dal tono incerto che aveva preso la sua voce. «... Puoi baciare il - uhm - cattura-polvere.»