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Autore: Abraxas    07/02/2014    2 recensioni
Leah è incazzata, Emily fa da mangiare, e David scopre un mondo nuovo.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emily Young, Leah Clearweater, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
- Questa storia fa parte della serie 'Misprinting'
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Ci sono un fottilione e mezzo di motivi per cui Leah odia Emily. La maggior parte sono motivi sensati, in effetti, almeno secondo l’umile parere di David. Se Nate lo mollasse per mettersi con il cugino Pete, tanto per fare un esempio, il cugino Pete passerebbe moltissimi brutti quarti d’ora. Poi Nate sarebbe liberissimo di cercare la Felicità Vera come e con chi volesse, ci mancherebbe altro, ma questo non impedirebbe comunque al cugino Pete di perdere un paio di arti in uno sfortunato quanto improbabile attacco di un lupo mutante.

Il punto è che Leah odia Emily anche per motivi assolutamente idioti. Tipo il colore dello smalto che si mette – non che David ci capisca molto, di smalto, ma quelli di Emily gli sono sempre sembrati… normali? Niente a che vedere con quelle ridicole robe gialle e azzurre che si era messa su Danielle quella volta a scuola. Gli aveva pure chiesto se gli piacevano, e David aveva commesso l’imperdonabile errore di essere sincero: “A me fa cagare, poi non so, non è che me ne intenda più di tanto”. Danielle non gli aveva più parlato per una settimana, e lui aveva imparato a chiudere la bocca quando ci provava con qualcuno.

Comunque, a volte Leah odia Emily anche per il colore dello smalto.

O per i libri che legge. Che anche lì, l’ultima volta stava leggendo una roba dove la gente moriva ogni sei pagine, ma a quanto pare Leah si era fossilizzata su quella volta che l’aveva beccata con un libro della Kinsella.

Ci sono poi quei giorni in cui la odia pure per il tempo che passa in cucina.

A David non è che sia mai fregato più di tanto del femminismo. Sa che ci sono pazzoidi scatenate in giro per il mondo convinte che andare in giro in topless sia una forma di emancipazione dall’asservimento della società – a lui sembra un’ottima idea protestare così contro la società. Forse bisognerebbe protestare così anche contro l’aumento dei biglietti del pullman per Forks, ma è solo un suggerimento – e sa che ci sono altre pazzoidi secondo cui le donne che si lavano i denti la mattina non fanno altro che dimostrare la loro sottomissione al patriarcato, rinforzando le catene con cui gli Uomini tengono schiave le Donne, e che quindi la strada della Libertà è lastricata di parcelle del dentista. La sua opinione al riguardo è che siano tutte stronzate, ma non è che nessuno abbia mai chiesto la sua opinione.

A parte quando Leah parte con le sue stronzate sul fatto che Emily sia la schiavetta di tutti, che passa il tempo a sfornare muffin quando non è impegnata a fare le prove per infornare bambini, e che quello non è il ruolo di una donna. All’inizio diceva pure che era ben felice di essersi scampata quella vita lì, ma si vedeva lontano un miglio che lo diceva solo perché rosicava, e quindi ha smesso. Adesso si limita a frecciatine tanto stupide quanto irritanti sul fatto che Emily sia solo un surrogato del Bimby, e li sì che David si sente tirato in causa.

La cosa lo fa incazzare per tutta una serie di ragioni. Tanto per cominciare Emily è la donna del capo, e chiunque alza un dito sulla donna del capo dovrebbe essere asfaltato dal resto del branco a priori; chissenefrega se Emily è capacissima di difendersi da sola, è una questione di principio. Solo che Leah è Leah, e poverina, e non sai cosa ha passato, e quindi non si posono menare le mani. Nate direbbe che una ragazza non andrebbe toccata nemmeno con lo stelo di un fiore, ma qui lo sanno tutti che Leah non è una ragazza. D’altro canto, pare che tutti quei poverina e quei non sai cosa ha passato di Sam non facciano altro che mandare Leah in bestia. David è convinto che tutta quella pietà sia la vendetta di Sam per il modo in cui tratta Emily. Ed è una signora vendetta, eh, solo che una scazzottata tra lupi sarebbe stata più divertente.
C’è poi il motivo più terra terra, ossia che Emily è quella che gli riempie il piatto in tavola più spesso di quanto faccia sua madre, ormai. Chiunque abbia un briciolo di cervello sa che mettersi in mezzo tra un lupo e il cibo significa implorare in ginocchio di essere presi a calci in culo, magari rimettendoci pure qualche costola.

E infine c’è quella cosa che David ha notato solo da poco, da quando ha categoricamente intimato a Nate di stare alla larga dai fornelli perché, santa merda, Nate non è capace nemmeno di cuocere una bistecca senza trasformare la cucina in una replica di un assedio medievale, con olio bollente che schizza qua e là e la suddetta bistecca che alla fin della fiera sa di suola delle scarpe. E non è che David non apprezzi il tentativo, sia ben chiaro; semplicemente non è che può vivere di scusa, ci ho provato e suole delle scarpe. Perciò ha deciso che quando sono da soli cucina lui, e se Nate sente proprio quest’irresistibile bisogno di rendersi utile può apparecchiare la tavola e stare fermo.

Così David si è accorto che quando cucini per un altro è tutto diverso. Si, vabé, ovviamente usi sempre pentole e sale e quelle robe lì, però cambia tutto: l’ha capito dopo aver preso lezioni da Emily. E man mano che le mestolate in testa dopo un suo errore si facevano meno frequenti e meno forti ha anche capito che è proprio quello il motivo che fa scoppiare a ridere Emily quando le dicono che una donna che passa la maggior parte del suo tempo libero a cucinare si sta comportando da schiava.
L’ha guardata con tutta l’attenzione ipertrofica del lupo mentre si spostava avanti e indietro tra le mensole e la tavola, con le mani immerse fino al polso nella pasta che poi trasforma in cose sempre diverse. Stava attento mentre lei gli spiegava le basi, gli ingredienti, gli attrezzi da usare, e glieli spiegava con tutta la calma possibile, come è capace di fare solo chi sta parlando della cosa che più gli piace fare in assoluto e cerca di farti appassionare a tua volta, ma lo fa con delicatezza, con discrezione, come se avesse paura di apparire un po’ strano agli occhi del mondo. Stava attento ed imparava e si accorgeva che c’era tutto un mondo dietro, un mondo che prima avrebbe bollato come roba da femminucce senza nemmeno pensarci ma che adesso aveva tutto un altro significato. E ci è arrivato solo adesso, con i sorrisi radiosi di Emily e lo sguardo divertito di Sam a fargli compagnia volta dopo volta.

Perché non è che Emily cucini e basta. Emily ama con ogni po’ di pastafrolla che entra nel forno ed esce trasformata in torte o muffin o biscotti o strudel per quella famiglia allargata di cui si è improvvisata mamma, quel branco di adolescenti voraci che puntualmente spazzola tutto in una frazione del tempo che è servito a prepararlo, a volte dimenticandosi persino di ringraziare. E non importa quanto la facciano arrabbiare, lei gli vuole comunque bene e c’è sempre qualcosa da mangiare a casa sua.

Forse è per questo che ogni volta che Leah tira fuori la storia della schiavetta del branco Emily la guarda con quel misto di tristezza e divertimento che la fa sparire in tre secondi netti. Ed è per questo che quando Nate gli dice che era tutto buonissimo dopo aver mangiato quello che gli ha cucinato poi va sempre a finire che rotolano insieme sul letto o sul divano o anche sul tappeto, se proprio non hanno tempo da perdere. Quando poi il giorno dopo le racconta com’è andata, Emily gli sorride e gli riempie il piatto.







***
Niente, ieri dovevo studiare e mi è sembrato che rimettermi a scrivere fosse un ottimo motivo per non farlo. Specie dopo un anno di vuoto assoluto.
Spero che Leah mi perdoni per averle fatto fare la figura dell'acida stronza che non capisce un cazzo. Noi lo sappiamo che è più sveglia di così, ma durante 'sta storiella qui è ancora in fase "insulto tutto quello che mi capita sotto tiro", ecco.
   
 
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