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Autore: Hoshi98    07/02/2014    3 recensioni
regno di Maxiria. Il sovrano è Kio, ma la rivolta serpeggia tra la popolazione. Tutti hanno nostalgia del re precedente, Refel, nonostante sia morto ormai da circa venti anni. La leggenda narra che, dopo l'affondamento della nave i due gemelli del re si siano salvati. Il sole e la luna, come le loro voglie. Riusciranno tra difficoltà e ostacoli a tornare sul trono che gli spetta, o verranno sopraffatti dal potere di Kio e di suo figli Aymek? è la mia prima storia... spero vi piaccia!
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo trentasette

Kio arrivó nel bosco e vide subito i soldati di suo figlio.
Si fece guidare da uno di loro al punto dove si era accampato il principe.
Era già pomeriggio inoltrato, ma essendo in estate c'era ancora luce.
- Padre! - lo salutò Aymek quando lo vide venire verso di lui.
- Vedo che sei riuscito a conquistare il bosco. - esclamò serio il re.
- Sì, li ho distratti facendo salire gli schiavi sulla scogliera e intanto sono entrato nel bosco aggirandola. Inoltre ho fatto fare una freccia magica dal Mago e l'ho diretta verso Leodrian, dovrebbe averlo ucciso. - 
- Che vuol dire "dovrebbe" ? - 
- Che, non ne sono sicuro, perché anche questo incantesimo ha un margine di errore...- 
- Non male... - commentò Kio.
Il ragazzo non potè evitare di pensare che finalmente il padre era fiero di lui.
- E gli schiavi sono morti tutti? -
- No, alcuni si sono salvati, ma se arrivavano in cima gli ho promesso la libertà. Sono solo in quindici, dei cento che sono saliti, ed alcuni feriti... - disse timoroso di scatenare l'ira del padre.
Questa non tardò ad arrivare, ma la manifestò come sempre in modo freddo.
- Moriranno. - disse solo prima di chiedere ad un soldato dove si trovavano.
Aymek si sedette su un tronco assaporando l'odore del bosco e pensando che poteva andargli peggio.

- Convoca i soldati nel cortile centrale. - ordinò Pirel ad una delle guardie.
- Voi venite con me. - disse con tono più dolce, che non ammetteva repliche, a tutti i ragazzi.
Si diressero verso il suo ufficio, per l'ultima riunione prima della battaglia.
Milo e Leodrian avevano avuto il tempo di cambiarsi e tutti avevano pranzato insieme parlando di quel l'idea.
La regina Kira, dopo essere stata alcuni giorni rinchiusa nel suo laboratorio ed essere uscita solo per mangiare, aveva creato il filtro che poteva far ricomparire la voglia di Milo.
- Ho quello che risolverà i tuoi problemi! - disse al pescatore, appena si furono accomodati sulle sedie.
Questa volta erano entrati anche Faer ed Ella, perchè ormai la cosa sarebbe diventata pubblica tra poco. 
- Cioè? - chiese Milo intuendo l'argomento ma non volendo iniziare a sperare.
La donna parlò a tutti di quello che era riuscita a fare e poi disse.
- Questa sera alle sette, davanti a tutti i soldati faremo riapparire la tua voglia. -
- Come? - chiese l'altro.
- Raduneremo tutti i soldati nel cortile e parleremo della vostra storia, del fatto che i gemelli di Refel sono ancora vivi, ma soprattuto che sono pronti a combattere con loro. -
- E questo gli darà la forza di lottare in evidente inferiorità numerica. - continuò il pescatore capendo che quella era una buona idea.
- Come si svolgerà la cosa? - chiese Zaffira sentendosi coinvolta.
- Per prima cosa spargerò un filtro sulla mano, che ti farà lo stesso effetto di quello che ti hanno messo prima di... Eliminarla.- disse cercando di usare un termine che non gli ricordasse l'esperienza che aveva vissuto.
- La mano ti pulserà un pochino, ma dopo circa un minuto, potremmo passare alla seconda parte. Bisognerà avvicinare il fuoco alla tua mano e bruciare il punto interessato, proprio come è successo la prima volta. -
Milo rabbrividì al ricordo del dolore che aveva provato e chiese.
- Ma è proprio necessario? -
- Mi dispiace... - rispose la donna sincera, - ma è l'unico modo... -
- Basta che la voglia ricomparirà. - la interruppe concentrato il pescatore.
- Comunque durerà solo mezz'ora, poi metterò un altro filtro che farà guarire l'ustione in qualche minuto quasi del tutto, e potrai mostrare a tutti la voglia! - cercava di incoraggiarlo sapendo che sarebbe stato difficile e doloroso per lui.
- Chi dovrebbe farlo? - chiese Milo.
- Questo non l'ho ancora deciso, puoi scegliere tu. - 
Ci pensò un attimo. C'erano Zaffira e Bianca che erano da escludere, non voleva che lo facesse neanche Elis. Faer ed Ella li conosceva poco, poi erano troppo piccoli, avrebbero potuto fargli male, c'era Sean di cui però non si fidava completamente, quindi rispose:
- Leodrian. - gli sembrava la scelta giusta, d'altronde era il suo migliore amico e si fidava, sapeva che non gli avrebbe fatto più male di quanto doveva.
- Va bene. - rispose serio l'altro, conscio della grande stima che gli stava accreditando.
- Tra quanto dovremmo fare questa cosa? - 
- Il tempo di radunare i soldati. - disse Pirel. Aveva apprezzato il coraggio di quel ragazzo, nonostante sapesse cosa si provava a farsi bruciare la mano era pronto a rifarlo.
- Direi che possiamo andare allora. - concluse atono Milo passandosi una mano sulla barba.
Zaffira notò che era la prima volta che lo vedeva così rassegnato.
Uscendo Kira si avvicinò a Leodrian.
- Ho visto che hai problemi con quella spalla. - 
Lui non negò nulla perchè era vero, ma soprattuto sapeva che non poteva nascondere nulla a sua madre.
Lei gli passò una piccola bottiglia con un tappo di sughero, che conteneva un liquido verde.
- Avevo un minuto di tempo, mentre preparavo il filtro di Milo e ho fatto questo. Dovrai metterlo sulla spalla, fasciarla e tenerla abbastanza ferma per due ore. Stasera non succederà nulla, ma domani mattina, sarà come nuova. - 
Lui le sorrise contento e l'abbracciò.
- Mamma ti ho mai detto quanto ti voglio bene? -
- Ripeterlo non ti farà di certo male... - rispose vaga sorridendo. Dopo un po' Leodrian si sciolse dall'abbraccio quando arrivó il padre.
- Me la lasci un pò? - chiese Pirel scherzando.
- No, no! - disse Kira contenta della dolcezza del figlio. 
- Mi dispiace, ma dobbiamo andare, Leodrian vai in camera a metterti quella cosa, se vuoi fatti aiutare da Sean, che tra mezz'ora iniziamo con Milo. -
- Ti lasciò mamma, vado! - aveva poco tempo, quindi prima di andare in camera sua, bussò a quella del fratello che gli aprì a torso nudo con un asciugamano e il rasoio in mano.
- Mi stava dando una sistemata. - gli disse facendo capire che non voleva che lo disturbasse.
- Mi dovresti dare una mano... - gli mostrò la boccetta ed entrò nella camera senza chiedere il permesso, d'altronde era suo fratello.

Erano tutti radunati nel cortile del castello, proprio come aveva ordinato Pirel.
Il re aveva raccontato a tutti la storia dei gemelli e aveva mostrato la voglia di Zaffira, raccontando di come quella del pescatore fosse stata cancellata e aveva spiegato che sua moglie sapeva come farla ricomparire. Tutti meravigliati guardavano Milo che era seduto su una sedia al centro di un cerchio formato da tutte quelle persone e i soldati, sia di Nereval che dei ribelli, lo fissavano.
In prima fila c'erano Zaffira, Bianca, Elis, Kira, Pirel, Faer, Ella e Sean, mentre Leodrian era accanto a lui e teneva una fiaccola in mano.
Il biondo accese un fiammifero e dette fuoco alla stoffa che ricopriva la torcia.
Milo si impose che non doveva svenire come l'altra volta, tutti lo stavano guardando.
- Mordi questo. - gli disse a bassa voce Leodrian porgendogli un pezzo di stoffa arrotolato. Erano tutti abbastanza distanti da non sentirli. 
- Fai in fretta. - rispose porgendogli la mano l'altro.
Il giovane con la chioma bionda, gli strinse il polso.
- Io vado. - esclamò Leodrian quasi a chiedergli il permesso.
Milo non rispose. 
Il suo amico avvicinò il fuoco alla sua mano e lo premette. Sentì l'odore della carne bruciata.
- Leodrian sbrigati. - grugnì il pescatore a bassa voce e continuò ad impecare per qualche secondo, il tempo che l'altro staccasse la fiaccola dalla sua mano e infilasse questa in un secchio d'acqua fredda per non far fare infezione.
- Soldati, potete fare quello che volete, tra mezz'ora mostrerò a tutti voi, che il figlio di Refel è ancora tra noi! - urlò Pirel, con il suo solito enfasi.
La folla intorno a loro urló come sempre alle parole del re.
Alcuni se ne andarono per conto loro, altri si sedettero a terra a parlare di quello che era appena successo e dell'attacco del giorno seguente.
Milo rimase seduto con la mano anche tremava stretta contro il corpo.
Kira si avvicinò silenziosa e disse al pescatore che aveva le lacrime agli occhi.
- Devi darmi la mano, così ti posso mettere questa, tra mezz'ora sarà praticamente guarita. -
Il ragazzo le porse quello che gli aveva chiesto e la donna spalmò l'unguento. 
Milo sentì subito una sensazione di fresco e il dolore si attenuò sostituito da un dolce formicolio.
- Grazie.. - mormorò ancora stordito, si sistemò meglio sulla sedia e con una manica si asciugò il sudore dalla fronte.
Leodrian si mise accanto a lui e il pescatore gli disse:
- Comunque scusa se ti ho preso a parolacce... - 
- No tranquillo, dovevi sentire me! - rispose facendo vedere il suo mignolo sinistro. - Tu in confronto sei stato educato! - 
L'altro rise, contento che ora nonostante quello che gli era costato, i gemelli di re Refel sarebbero stati conosciuti da tutti. 
Tra sè e sè indirizzò una preghiera al vero padre, sperando che lo sentisse.

- Soldati! I gemelli di Refel sono di nuovo tra noi! -
Un boato scosse le fondamenta del castello.
Pirel si avvicinò a Milo e gli sciolse la fasciatura sulla mano. Il pescatore vide con sollievo che la bruciatura era quasi guarita e sulla pelle rovinata si vedeva chiaramente la voglia a forma di sole.
Il re sollevò la mano del ragazzo in modo che tutti potessero vedere. Arrivò anche Zaffira che mostrò la sua. Alcuni soldati impallidirono e rimasero in silenzio davanti a quell’evento sconcertante. I due figli di uno dei re migliori che avessero mai avuto e per cui lottavano erano tornati guidare la rivolta.
Un uomo grassoccio si inginocchiò poggiando la sua spada davanti a sé. Molti seguirono il su gesto e in pochi minuti davanti agli occhi stupiti di Milo e Zaffira, tutti i soldati nel cortile caddero ai loro piedi con le armi davanti a loro.
Pirel decise di congedarli per dargli modo di riposarsi. 
– Potete tornare nelle vostre stanze, domani ci sarà da combattere e se vogliamo vincere ho bisogno che siate freschi e riposati. -
Lentamente la folla cominciò a sparpagliarsi per il cortile, ognuno con i suoi compiti. Il rappresentante dei Nerevaliani disse qualcosa ad Elis che comunicò al re del nord che i suoi soldati si sarebbero accampati dove potevano.

Leodrian si diresse nella sua stanza quando erano passate le nove di sera. Erano stati lui, il fratello e Pirel a decidere le strategie per il giorno seguente cenando mentre lavoravano. Era stanco morto e non vedeva l'ora di riposarsi sapendo che l’indomani lo avrebbe aspettato una giornata molto pesante. Percorse i corridoi, ansioso di tornare tra le quattro pareti sicure della sua stanza.
Quando si avvicinò sentì un rumore. Tirò fuori il pugnale dallo stivale sinistro. Non poteva essere nessuno che conosceva. Suo fratello, suo padre e Kira erano andati in altre stanze, mentre Bianca, Zaffira e Milo forse non sapevano neanche dove fosse la sua.
Tentò di regolarizzare il suo respiro mentre apriva la porta e cercava di fare meno rumore possibile. Non aveva idea di chi potesse essere, ma di certo non si aspettava di trovare Zaffira.

Zaffira quando vide Leodrian entrare con il pugnale in mano e uno sguardo minaccioso sul volto stanco, scoppiò a ridere.
Lui la riconobbe e fece una faccia offesa poggiando l'arma sul comodino.
- Cosa ci trovi di divertente? –
- No niente! - minimizzò lei, ancora con il sorriso sulle labbra.
- Posso chiederti perché sei in camera mia? –
- No. – rispose lei sempre sorridendo, questa volta maliziosamente. – Da quando ci siamo…Baciati non ne abbiamo più parlato e tu hai fatto finta di niente. – esclamò lei contenta di essersi tolta quel peso. Ci pensava da troppo tempo ormai e non gli importava se lui non fosse stato d’accordo con la loro relazione, doveva dirglielo in faccia, in modo che potesse assaporare la notizia dalle sue labbra.
Leodrian da parte sua era sconvolto da quella domanda, non ne aveva parlato perché il timore di ferirla e di farla pentire di quello che aveva fatto, era stato troppo forte.
- Io.. non ti ho detto nulla, perchè avevo paura che tu non fossi stata d’accordo e che mi avresti rifiutato…non potevo sopportarlo…- abbassò lo sguardo e si prese una delle ciocche dei lunghi capelli biondi, che aveva lasciato sciolti.
- Se non ero d’accordo perché avrei ricambiato il bacio? – chiese lei sorridendo.
- Quindi vuoi dire che se io ti facessi così? – si avvicinò e si sedette sul letto accanto a lei, le cinse le spalle e la baciò delicatamente, per poi staccare subito le labbra dalle sue – Non ti arrabbieresti. –
Lei in risposta ricambiò il bacio con più passione senza dire una parola lo strinse mentre gli mordicchiava le labbra. Poteva quasi sentire i brividi di piacere che gli provocava scendergli lungo il collo.
Leodrian intanto stava armeggiando con i bottoni del vestito di lei nel tentativo di slacciarlo mentre continuava a baciarla. Non poteva credere a quello che stava succedendo, tutta la stanchezza era improvvisamente svanita lasciando il posto ad una felicità senza pari e ad un'adrenalina travolgente.
Zaffira lasciò slacciare i suoi bottoni dal ragazzo e non poté che sentirsi a disagio quando la tunica si aprì, lasciandole il busto nudo davanti allo sguardo di Ledrian. Lui si staccò un attimo per fissarla. Era bellissima, magra e proporzionata, i capelli castani le ricadevano morbidi sulle spalle e poi giù fino alla vita. Lo fissava con un sorriso stampato sulle labbra sottili. La fece sdraiare sul letto e si appoggiò delicatamente sopra di lei, facendosi leva sui gomiti.
Dopo pochi istanti, si ritrovarono entrambi nudi sdraiati sul letto uno sopra l'altra. 
Zaffira cominciò ad accarezzare il petto del ragazzo passando le mani delicate sui muscoli definiti dei suoi addominali. Percorse con le dita la cicatrice che gli aveva procurato Aymek, sulla spalla destra e lo sentii irrigidirsi leggermente, continuò ad accarezzarlo. Passò la mano sul braccialetto di ferro da schiavo che aveva sul polso e gli disse:
- Penso che questo sia ora di toglierlo... - lui le sorrise baciandola. E poi si staccò e la guardó come a chiederle il permesso di violare la sua intimità
- Permesso accordato. - gli sussurrò Zaffira in un orecchio.
Quel gestò così sensuale lo divertì e lo eccitò insieme. Entrò delicatamente dentro di lei sentendola irrigidirsi a quel contatto estraneo. Capì che non l'aveva mai fatto e la guidò fino alla fine.
I loro corpi si unirono in un abbraccio che non gli avrebbe permesso più di separarsi. Qualsiasi cosa sarebbe successa l'indomani, alla vigilia della battaglia, loro sarebbero stati insieme per sempre.

Angolo dell'autrice che vorrebbe sotterrarsi per il tremendo ritardo:
Eh già, questo capitolo è un pieno di cose. Non determinanti per grossi cambiamenti nella trama, ma almeno per me, finalmente Leodrian e Zaffira! 
Ahahahah seriamente sono isicura su quello che ho scritto, in questo capitolo più che in altri sarei davvero contenta se mi lasciaste un commento. Sono anche contenta, per quelli che continuano a farlo, nonostante la storia sia quasi alla fine. 
(Spazio auto pubblicitario: per l'altra storia, Far far away, se volete passare anche a leggere solo il primo capitolo e farmi sapere che ne pensate sarei contentissima! )
  
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