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Autore: valedambry_98    07/02/2014    2 recensioni
Ho sempre avuto la strana sensazione che esistesse un mondo parallelo al nostro... Non mi sbagliavo.
Genere: Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1: Daniel

Ho sempre avuto la strana sensazione che esiste un mondo parallelo al nostro … Non mi sbagliavo.

Vado in vacanza con la mia famiglia a Montesecco , un paesino sperduto delle Marche, che d’inverno conta pochissimi abitanti . Andiamo li ogni anno per un paio di settimane ; mia madre è molto legata a questo posto , ci ha trascorso parecchi mesi della sua infanzia e adolescenza. Io non ci sto male , ma non tocco neanche il cielo con le dita all’idea di stare li . Riempio il mio zaino di libri da leggere perché è così che passo le vacanze . Mi appassionano le storie fantastiche e divoro i libri uno dietro l’altro.
Mia madre mi dice di uscire un po’ ma io sto sul letto a leggere perché le storie raccontate mi coinvolgono a tal punto che non posso fare a meno di sapere cosa succederà nel capitolo successivo. La nostra casa affaccia su una bellissima vallata e quando l’aria è limpida si riesce a vedere uno spicchio di mare all’orizzonte.
Il paese è caratteristico, i viali sono fatti con i sanpietrini e la chiesa ,che si trova in cima ad una piccola salita abbastanza ripida, è stata ristrutturata qualche anno fa. Se vuoi staccare dalla vita caotica della citta, Montesecco è il posto ideale.Non ci sono negozi e non c’è traffico, si parcheggia la macchina nella piazza centrale e si va a piedi.
Ho diversi amici al paese che, come me , vengono solo d’estate. Gaia e Cristina sono due cugine ; Gaia vive nel nord Italia e Cristina in un paesino del posto . Poi ci sono i gemelli anche loro vengono dal nord. Io non sono molto di compagnia,non mi interessa più di tanto uscire sto bene anche da sola; con i miei libri s’intende! Mio padre è insofferente quando sta qui perché non sa che fare allora si impegna ad aggiustare ogni cosa che trova rotta in casa , così, tanto per passare il tempo. Mio fratello non c’è mai, sta sempre in giro con la sua bicicletta , torna solo per bere , mangiare o fare pipì. Luca è più piccolo di me di due anni, è fastidioso come tutti i fratelli minori ma gli voglio tanto bene. Lui balla, gia’! E’ molto bravo e mia madre si fa in quattro per permettergli di coltivare questa sua passione . Lo seguiamo sempre quando deve partecipare a dei concorsi , anche fuori Roma. Si, Roma è la mia città, sono nata e cresciuta li . Non la conosco un granché ma è una splendida città.
A Montesecco esco solo di sera ,è come se mi svegliassi al tramonto. Mi preparo e vado dai miei amici. Sarei capace di stare fuori fino a tarda notte ma mia madre a una certa ora mi viene a recuperare . Un venerdì, i ragazzi andarono a dormire presto e io restai sola, così mi avviai con molta calma verso casa . Regnava un silenzio inquietante lungo le vie deserte del paese.
Il viale che dalla chiesa scende verso casa mia è stretto e delimita l’estremità est del paese. Solo due lampioni illuminano la discesa. Il cielo era tempestato di stelle e la loro luce sembrava riflettersi sulla terra quasi fosse quest’ultima uno specchio d’acqua. La luna mi sembrava grandissima e così vicina che quasi si poteva toccare . Mentre cammino inizio a pensare. I gemelli , Leonardo e Lorenzo si erano fatti davvero grandi e non nascondo che erano diventati anche carini, ma ovviamente, questo non l’avrei detto ad anima viva, me lo sarei tenuto per me.
Gaia invece è rimasta la solita ragazza antipatica. Non è cresciuta di un centimetro nel corso dell’anno , a differenza mia che, per un motivo a me oscuro, mi sono alzata di parecchio.
Cristina invece è una stanga, aveva abbandonato quell’aria da bambina innocente ed è diventata una di quelle ragazze che passa la sua vita in discoteca a ballare e ubriacarsi. Probabilmente i genitori quando la spediscono qui dai suoi nonni la mandano come per allontanarla da quell’ambiente, e non essendoci abituata si stufa facilmente.
Avevo la mente completamente vuota ed ero assorta nel silenzio .
Un tonfo sordo alle mie spalle mi fece sobbalzare e il cuore iniziò a martellarmi nel petto. Mi girai di scatto e vidi un’ombra , sembrava un enorme sacco , come quelli che si usano per mettere il grano ; stava al centro della stradina . Guardai verso l’alto pensando a qualche scherzo stupido da parte dei gemelli, ma non c’era nessuno e non sentivo rumori . Mossi qualche passo incerto e all’improvviso il sacco si mise in piedi. L’aveva fatto così veloce che mi scappò una specie di rantolo dallo spavento. Era una persona , non riuscivo a vederla in faccia avendo negli occhi la luce dei lampioni .
“ Sei caduto ? Stai bene ? ” La figura restava immobile, non parlava . Mi stavo agitando, così decisi di salutare e correre verso casa , ma quando mi voltai per andarmene una voce disse
“ Ciao, scusa se ti ho spaventata”. Ha una voce dolce ma anche un po’ roca. Come se non emettesse fiato da tempo.
“ Ciao. Tu vivi qui?” Risposi  mantenendo sempre 
le distanze.
“ No sono di passaggio , sto tornando a cas
a” Rispose
“oh! Capisco” Dalla voce mi sembra un mio coetaneo ma non riusco ancora a vederlo in volto . Quello che a me sembrava un sacco in realtà è un vestito con il cappuccio tipo quello dei frati . Ai piedi calza un paio di anfibi neri e in vita ha una strana cinta con attaccato un sacchetto di pelle nera.
Fece per avvicinarsi verso me , si tolse il cappuccio e allungo una mano “ Sono Daniel , tu sei Mary se non sbaglio ? “ Come faceva a sapere il mio nome io non l’avevo mai visto! Finalmente, potevo vederlo bene, era biondo con i capelli ondulati che scendevano morbidi sotto al mento , gli occhi erano verdi smeraldo, erano molto luminosi e profondi ,era alto e slanciato .
“ Io non ti ho mai visto da queste parti come fai a sapere il mio nome ?”
“Già! E’ che io non esco mai di giorno … ho sentito parlare di te dai ragazzi del posto così quando ti ho vista ho pensato fossi tu . Mi sono buttato ed è andata bene , diciamo.”
“A me non ha parlato nessuno di te, dove abiti ?”
“ Io non vivo qui ma comunque non sto lontano. Stai andando a casa? Ti va di fare due chiacchiere?"

Mi sentivo il cuore in gola e non ne capivo il motivo ma Daniel mi agitava non vedevo l’ora di andarmene .
“No mi dispiace sarà per un’altra volta , mia madre mi sta aspettando e devo rientrare”
“Buonanotte Mary , felice di averti conosciuta”.
“Notte” e raccogliendomi le braccia al petto camminai veloce verso casa.
Quella sera non riuscivo a prendere sonno , gli occhi di Daniel mi tartassavano la mente e più cercavo di cacciarli più erano li che mi fissavano .
La mattina seguente mi alzai con il mal di testa , non avevo dormito un granché e mi sentivo stordita. Mia madre stava già cucinando il pranzo e quando mi vide si preoccupò subito ma l’ho tranquillizzata “ No mamma, va tutto bene ho solo un po’ di mal di testa , faccio colazione e mi passa “ Vedevo il volto di Daniel ovunque e più passavano le ore e più cresceva il desiderio di rivederlo anche se ne avevo timore. Sentivo che c’era qualcosa in lui che dovevo conoscere , mi attraeva l’idea di parlarci di nuovo. Per colpa sua non sono riuscita nemmeno a leggere una pagina del mio libro.
Piano piano il mal di testa passò e con molta impazienza aspettai lo scorrere delle ore . Verso le 19 andai in camera mia e con molta calma mi preparai per uscire. Indossai un semplice jeans scuro canotta bianca sopra. Mi truccai appena e pettinai per bene i miei capelli castani-dorati e dopo vari tentativi di fare una treccia decente rinunciai lasciandoli liberi. Avevo fatto tutto in soli venti minuti .
Mi osservai allo specchio. La luce della lampadina rifletteva sulla mia pelle chiara facendomi sembrare una specie di fantasma. Ero riuscita a nascondere un po’ le occhiaie della nottata prima ma con scarsi risultati. Alla fine rinunciai e usci dal bagno.
Non avevo neanche voglia di cenare , il mio stomaco era completamente chiuso . Raggiunsi i miei amici e come al solito chiacchierammo . Sta volta presi l’iniziativa e proposi di andare a fare una passeggiata fino giù la croce per poi scendere e arrivare al cimitero. Non riuscivo a seguire una discussione per più di due minuti che un paio d’occhi color smeraldo mi si facevano spazio tra la mia mente e iniziavo a guardarmi intorno con la speranza, ma forse anche con un po’ di paura, di vederlo. Ma ne rimanevo sempre delusa perché di lui non c’era ombra.
Tutti accettarono e ci avviamo. “ Allora Mary, raccontaci un po’… Com’è la vita a Roma?” “Sempre la stessa, e no non ho avuto ragazzi nemmeno quest’anno Gaia” Rimasi con i miei amici fino a tardi, La passeggiata non durò più di mezz’ora.
Aspettai che tutti rientrassero a casa e finalmente sola , feci un bel respiro e mi diressi verso il punto dove la sera prima incontrai Daniel.
Mi sentivo stupida , che diavolo avevo in mente ! Figurati se lo avrei rivisto di nuovo! Assorta nei miei pensieri non mi accorsi che lui era li che mi fissava con un sorriso sghembo disegnato sul suo viso .
  
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